L’uso sapiente della lingua aiuta molto, specie quando si vuol fare un pò di retorica. Bene, ogni volta che ci suggeriscono di cospargerci il capo di cenere per le incommensurabili colpe climatiche che abbiamo, ci sventolano sotto il naso il presunto clima del futuro. Qualche tempo fa qualcuno ha provato ad obbiettare che le simulazioni climatiche non sono previsioni e quindi paventare catastrofi non ha senso. Pronta la soluzione, non si tratta di previsioni ma di scenari, che si limitano a prospettare una serie di possibilità tenendo conto tanto dell’evoluzione del clima quanto dell’evoluzione della società . Infatti, dal momento che il ruolo chiave di questa evoluzione è assegnato ai gas serra di origine antropica, si possono immaginare diverse dimensioni per questo malefico contributo, che a loro volta farebbero prendere al clima questa o quell’altra piega.
Tralasciando sul fatto che le dinamiche di evoluzione del clima sono note solo in minima parte, tralasciando l’altro fatto che l’evoluzione della società è ancora meno nota -e già ce ne sarebbe per chiudere bottega- molti sono convinti che la differenza tra uno scenario ed una previsione sia un artificio linguistico tout court, che salva capra e cavoli. Molti altri ritengono che pur con tutte le approssimazioni di cui si deve tener conto, questi scenari forniscano già delle informazioni utili per scelte strategiche di carattere politico, economico ed infrastrutturale. Reta il fatto che una previsione dovrebbe quantomeno essere infatti verificabile, uno scenario è cosa diversa, va capito, interpretato e, possibilmente anche indirizzato. Mi ricorda un pò quei giochi di ruolo in cui i quadri (o scenari?) cambiano a seconda delle scelte che si fanno. Apri la porta blu e trovi un tesoro, apri quella verde e ci trovi dietro un soldato del futuro armato fino ai denti che ti termina in un secondo.
Ma noi vogliamo essere sicuri di aprire la porta giusta, perciò, abbiamo trovato un sito, in cui gli scenari gettano la maschera e diventano previsioni. E’ francese, si chiama Scienza e Vita. Statistiche di lungo periodo? Comportamento medio di questo o quel parametro meteorologico? Macchè, quella è roba per dilettanti, lì si fanno previsioni vere. Per domani? Per la settimana prossima? Per l’estate? No, per il 2050. Proprio così, una manciata di oceano, un paio d’etti di uso del suolo, qualche milione di chilometri quadrati di ghiaccio sciolto e, soprattutto tanta, tanta CO2 -per quella si può scegliere tra due diverse profezie IPCC-, il tutto mescolato in un capace modello di simulazione climatica, et voilà le ferie di metà secolo sono servite. Se volete andare a Parigi nella prima settimana del gennaio 2050 provate per credere, hanno quadrato il cerchio. I parametri atmosferici principali, temperature massime e minime, precipitazioni, soleggiamento e contenuto d’acqua del suolo, sono disponibili alla scala temporale di una stagione o di una settimana, naturalmente divisi in una fittissima maglia di zone geografiche. Solo un piccolo problema: le divinazioni -questo sono- partono solo proprio dal 2050, prima di quella data, nisba, non si sa mai che qualcuno che tra qualche decennio potrebbe essere ancora lucido pretenda di fare una verifica.
Quando avrete scelto il luogo e la settimana che più vi aggrada -attenzione la scelta è difficile perchè saranno tutti caldi, secchi e molto assolati, direi più che altro desertici-, curate che non si tratti di una zona costiera, perchè il mare salirà di livello vertiginosamente e la residenza che avete scelto potrebbe non essere idonea in quanto sommersa. Niente paura comunque, c’è anche il simulatore di innalzamento del livello dei mari per aiutarvi nella scelta.
Tutto molto divertente, se non ci fosse di mezzo la massima autorità meteorologica francese, cioè, di fatto, le istituzioni. Ho cercato a lungo ma, tra le mille fattive collaborazioni ed i numerossissimi banner spaventevoli che compaiono sul sito manca Frate Indovino, del resto, si sa, i francesi sono un popolo laico per definizione.
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