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Un SUV targato Miocene

Non proprio una località il Miocene, quanto piuttosto un’era geologica. Calda e con poca CO2. Caspita, e come è stato possibile? Cerchiamo di capire.

La notizia la riporta Repubblica ma viene da rinnovabili.it, ve la propongo così com’è:

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Clima: meno CO2 ma molto più caldo nel Miocene, 09:14

Da sempre alla quota maggiore di CO2 viene associata una temperatura atmosferica più elevata. Ma lo studio del team californiano rivela che nel Miocene alle alte temperature corrispondeva una quota minima di anidride carbonica (Rinnovabili.it) –

Il clima è più sensibile al biossido di carbonio rispetto al passato. Fino ad oggi gli studi incentrati sul clima della Terra hanno documentato una forte correlazione tra la temperatura globale e l’anidride carbonica atmosferica; ciò significa che nei periodi caldi le alte concentrazioni di CO2 persistono, mentre nei periodi più freddi si registrano livelli più bassi di gas. Ma in un recente numero della rivista Nature un gruppo di paleoclimatici ha rivelato che tra i 12 e i 5 milioni di anni fa le concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera erano dimezzate come rivelato dalle analisi effettuate sui sedimenti recuperati dal fondi del mare, datati nel tardo Miocene. Durante questa Era le terre dell’emisfero nord erano quasi libere dai ghiacci e la temperatura globale era decisamente più calda rispetto ad oggi. Durante questo periodo, le temperature in tutta una vasta area del Nord Pacifico erano tra i 9 e i 14 gradi Celsius più elevate di oggi, mentre il biossido di carbonio è rimasto in basse concentrazioni, segnando valori vicini a quelli registrati prima della Rivoluzione Industriale. La ricerca ha dimostrato infatti che negli ultimi 5 milioni di anni i cambiamenti nella cirolazione oceanica hanno permesso una variazione anche nella concentrazione di gas nell’atmosfera, con la certezza che l’attuale clima risponde in maniera differente e più rapida ai cambiamenti dei livelli di biossido di carbonio rispetto a 12 mln di anni fa. “Questo lavoro rappresenta un importante passo avanti nella comprensione di come il clima passato della Terra possa essere utilizzato per prevedere le future tendenze climatiche”, afferma Jamie Allan, direttore del programma della National Science Foundation (NSF) presso la Divisione Scienze Oceaniche, che ha finanziato la ricerca. “Nel tardo Miocene, ci deve essere stato qualche altro motivo per il quale il mondo doveva essere così caldo”. Una possibilità è che modelli di circolazione oceanica su larga scala, determinati dalla forma molto diversa dei bacini oceanici, hanno permesso alle temperature calde di persistere nonostante i bassi livelli di biossido di carbonio. “L’Oceano Pacifico nel tardo Miocene era molto caldo”, hanno affermato i ricercatori e il termoclino, il confine che separa le acque superficiali più calde dalle acque più fredde sottostanti, era molto più profondo che nel presente. Il termoclino profondo è forse stato la causa di una distribuzione differente del vapore acqueo e della conseguente formazione di nubi in grado di mantenere elevata la temperatura sulla superficie terrestre. “Questo studio sottolinea l’importanza della circolazione oceanica nel determinare le differenti condizioni climatiche”, ha dichiarato Christina Ravel, coautrice della ricerca. ”E ci dice che il sistema climatico della Terra si è evoluto, e che la sensibilità del clima è forse a un livello più alto.”

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Allora, qualche considerazione. Innanzi tutto apprendiamo con piacere che anche qualcun altro si è accorto che le temperature attuali rispetto a quelle del remotissimo passato sono fredde. C’è però qualcosa che non torna. Questo articolo si inquadra perfettamente nella concezione CO2 e solo CO2, cioè, ritenendo che questo gas sia ora e sia sempre stato il driver principale dell’evoluzione delle temperature e quindi del clima, si deve necessariamente cercare una spiegazione al fatto che in presenza di una concentrazione più bassa di anidride carbonica ci siano state temperature molto più alte delle attuali. E questa sarebbe in una non meglio specificata differente e più bassa sensibilità climatica, cioè, il sistema, nel suo complesso, avrebbe reagito diversamente alle sollecitazioni dell’effetto serra.

A parte il fatto che da tutti, ma proprio tutti i dati di prossimità disponibili emerge chiaramente un lag temporale molto ampio tra le oscillazioni della temperatura e quelle della CO2 in favore della prima, ossia, prima cambiano le temperature e poi cambia la concentrazione di CO2, anche volendo accettare quest’idea CO2-dipendente, se per basse concentrazioni si è avuto molto caldo, vuol dire che il sistema era più sensibile allora, non oggi.

E se invece ci fosse stato e ci fosse tutt’ora qualcos’altro nel mezzo?

Vi propongo alcune considerazioni su questa notizia fatte dal nostro lettore Guido Botteri, che ringrazio per avermela segnalata:

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“Durante questa Era le terre dell’emisfero nord erano quasi libere dai ghiacci e la temperatura globale era decisamente più calda rispetto ad oggi. Durante questo periodo, le temperature in tutta una vasta area del Nord Pacifico erano tra i 9 e i 14 gradi Celsius più elevate di oggi, mentre il biossido di carbonio è rimasto in basse concentrazioni, segnando valori vicini a quelli registrati prima della Rivoluzione Industriale.”

Questo fatto contraddice già gli slogan dei sostenitori dell’ipotesi AGW. Ma per metterci una pezza se ne escono con una affermazione paradossale, da arrampicata tripla su specchi ustori: la sensibilità climatica sarebbe stata diversa ! E perché mai? E’ forse cambiata la chimica della CO2, o la sua formula? Forse non formava un dipolo? O gli atomi di ossigeno si disponevano diversamente rispetto all’atomo di carbonio? Certo ci vuole un bel coraggio a dire una cosa del genere, ma gli ordini di scuderia possono esserne stati la ragione. Come mettere una pezza, quando si è dovuto ammettere che quello che si era detto finora NON E’ VERO? Se poi intendono riferirsi alla sensibilità NON della CO2, ma del sistema, intendendo che entrano in gioco ALTRE CAUSE…beh, è una vita che lo diciamo, noi scettici. I sostenitori dell’ipotesi AGW si sono fissati con la CO2, dandole un ruolo che non le compete, di governo del clima e facendo credere al mondo che spendendo l’ira di Dio e rovinando per sempre le economie occidentali e soffocando le spinte al progresso nel terzo mondo, si sarebbero potuto abbassare le emissioni di CO2, e con questo “salvare il pianeta”… e ora si accorgono che la sensibilità climatica potrebbe essere cambiata… ma visto che la molecola di CO2, nella sua semplicità e nella sua unicità, non ha modo di cambiare, chissà se gli verrà in mente che allora “qualcos’altro” è cambiato, e la CO2 non c’entra un beato cavolo ? Insomma, dopo tanti anni di accuse di negazionismo, piano piano esce fuori che eravamo noi scettici a dire le cose giuste !

Secondo me.

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Io non lo so chi ha ragione, ma questa idea di un clima CO2-dipendente non mi ha mai convinto e mi convince sempre meno. Facciamo un altro esempio, magari con un’altra news che ci porta a tempi molto più recenti.

Arriva da Science Daily, è un articolo uscito su Nature:

Ice-sheet collapse and sea-level rise at the Bølling warming 14,600 years ago

Si tratta dell’MWP 1A (Melt Water Pulse 1A) occorso oltre 14500 anni fa. Era già iniziato l’interglaciale e per un periodo che adesso sembra sia stato possibile datare con molta precisione, da 14650 a 14310 anni fa, l’innalzamento del livello dei mari è stato di 40mm all’anno. La causa fu probabilmente il rapido scongelamento dell’enorme quantità di ghiaccio ancora presente sul Pianeta, con l’interglaciale iniziato da poche migliaia di anni. Ci sono ad esempio evidenze di persistenza di coltre glaciale perenne in Irlanda risalente proprio a quel periodo.

Ma che strano, più si cerca e più si scoprono cose accadute in passato molto più sensazionali e unprecedented dell’attualità. E, pensate, a quell’epoca nessuno aveva il SUV, l’unica fonte di energia disponibile era quella del Sole, nel senso che se c’era ti scaldavi, altrimenti crepavi di freddo. Insieme a tutto il resto.

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Published inAttualità

Un commento

  1. Non ho trovato il riferimento all’articolo su rinnovabili.it, ma in compenso ho trovato l’articolo originale su Nature (vol.486,97-100,2012). Nell’abstract gli autori scrivono:
    “We propose that a relatively deep global thermocline, reductions in low-latitude gradients in sea surface temperature, and cloud and water vapour
    feedbacks may help to explain the warmth of the late Miocene.
    Additional shoaling of the thermocline after 5 Myr ago probably
    explains the stronger coupling between pCO2, sea surface temperatures
    and climate that is characteristic of the more recent Pliocene
    and Pleistocene epochs.”
    E nelle ultime righe delle conclusioni (neretto mio):
    “Differences in the oceanic gateway boundary conditions of the late
    Miocene and Pliocene may have been the ultimate cause of the increase
    in climate sensitivity to pCO2 forcing;”
    e poi:
    “However, although the closing of the CAS (Central American Seeway) is the best candidate for forcing major upper ocean structure changes in the earliest Pliocene, much work is needed to verify this idea and to test the effects of other ocean gateways on thermocline depth. Future work should aim to increase the geographic…”.
    Il tutto è nel perfetto metalinguaggio scientifico. Cioè: “troviamo che nel tardo Miocene, e per alcuni milioni di anni, la temperatura ed altri proxy sono stati disaccoppiati dalla CO2.(punto. fine dell’articolo). Non sappiamo perché, ma visto che abbiamo impiegato 7 mesi a farci accettare il lavoro, aggiungiamo “much work is needed” e “Future work…” così siamo più sicuri …
    Magari mi sbaglio, ma a pensare male …

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