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I dati NOAA aggiornati a dicembre 2012

Le anomalie di temperatura media mondiale terra+oceano (GHCN-M 3.2.0) scaricabili da qui sono state aggiornate con i dati relativi al mese di dicembre 2012.
Si può trovare una descrizione dell’aggiornamento precedente (novembre 2012) qui. I grafici e i dati numerici sono disponibili qui. Tutti i confronti vengono fatti rispetto ad agosto 2012.

La differenza di anomalia tra agosto ’12 e dicembre ’12 (pdf) è:

fig1
Fig.1: Differenza tra le anomalie di agosto e di dicembre 2012. Se la temperatura di riferimento è la stessa, il grafico rappresenta la differenza di temperatura tra agosto e dicembre. Viene mostrato anche il fit lineare dei dati.

 

Con i 4 mesi a disposizione la Fig.2 (pdf) mostra che le correzioni tendono a raggrupparsi entro l’intervallo ±0.01°C, anche se si hanno differenze sistematiche, tra novembre e dicembre, nei periodi 1904-1912, 1920-1928, 1942-1962 e tra 1996 e il 2010. I dati relativi a dicembre appaiono complessivamente vicini allo zero (cioè simili ai dati dei agosto 2012, all’entrata in funzione della versione 3.2), tranne i primi venti anni di “osservazioni”, dal 1880 al 1900 dove si presenta la maggiore differenza con agosto scorso.
Rispetto alla differenza di anomalia del mese scorso, la pendenza complessiva mostra un avvicinamento allo zero, tranne che nella parte iniziale. Come al solito gli eventi caldi (rossi) e freddi (blu) del periodo sono elencati alla destra del grafico.

 

fig2
Fig.2: Confronto tra le differenze di anomalie di agosto e novembre 2012.

 

La Fig.3 (pdf), con la media mobile dei dati di Fig.2, mostra meglio, rispetto alla Fig.2, una distribuzione delle differenze più simmetrica rispetto allo zero anche se sono presenti varie sistematicità e in particolare lo scostamento evidente dopo il 1992 e prima del 1914.

 

fig3
Fig.3: Media mobile a passo 51 mesi (4.25 anni) dei valori rappresentati in Fig.2.

 

La Fig.4 (pdf) mostra la media mobile delle differenze tra le anomalie di agosto e novembre. I dati di novembre sono sopra i dati di agosto nel periodo 1938-1950 e nella parte finale dove il dataset di novembre tende a riscaldarsi rispetto a quello di agosto. Rispetto agli stessi grafici, relativi alla versione 3.1, si nota una sistematicità inferiore. Continuano ad essere presenti differenze massime inferiori al 0.01 gradi tra gli ultimi due mesi disponibili e anche settembre non si discosta da questi valori, malgrado l’apparente diversità.

 

fig4
Fig.4: Differenze tra le anomalie di agosto e di novembre. Rappresenta quanto “a vista” il dataset viene modificato in un mese rispetto al mese di riferimento (agosto 12).

 

Nella Fig.5 (pdf) rappresento le pendenze delle anomalie (cioè dei dati originali). Non c’è variazione significativa nelle pendenze. Si noti che il fit lineare (png)(pdf) delle anomalie non ha molto senso, anche se gli scettici vengono accusati di dividere – sbagliando – il dataset in pezzi, dei quali calcolare la pendenza separatamente (come qui). Il fit complessivo ha una pendenza da 2 a 3 volte inferiore alla pendenza delle singole parti e rappresenta in modo insoddisfacente il reale andamento dei dati. Per questo motivo il coefficiente angolare della retta viene usato solo come indicazione di massima della situazione complessiva.

 

fig5
Fig.5: Pendenza delle anomalie mese dopo mese. Le oscillazioni avvengono entro circa metà della fascia di errore per cui la pendenza è, a tutti gli effetti, costante.

 

Solo per gli spettri viene mantenuta la storia precedente all’entrata in vigore della versione 3.2, perché sembra essere presente una continuità che attraversa le versioni successive di GHCN. Anche in questa continuità, il picco di circa 66 anni risulta di potenza inferiore dopo il passaggio alla versione 3.2, ma anche questo mese risale, raggiungendo i valori di febbraio 2012. Lo stesso aumento di potenza si ha anche per il periodo di 20-21 anni anche se la crescita mostra una tendenza ad attenuarsi. Il picco di 9 anni tende a restare costante.
Gli spettri di potenza dei 13 dataset mensili disponibili vengono mostrati nella successiva Fig.6 (pdf) e nell’ingrandimento della sua parte sinistra (Fig.7, pdf).

 

fig6
Fig.6: Spettro di potenza di tutti i dati disponibili. I massimi della vers.3.2 risultano inizialmente di minore potenza, ma tendono a crescere (fino a novembre) verso i livelli della vers.3.1, ma a dicembre c’è un calo improvviso. I periodi corrispondenti ai massimi tendono a spostarsi da un mese all’altro.
fig7
Fig.7: Come Fig.6. In evidenza la situazione per i massimi di periodo minore. Il massimo di periodo 14.5-15 anni, dopo una prima diminuzione (linea verde) di potenza corrispondente al passaggio alla vers.3.2, risale progressivamente (linee celeste e le due grigie).

 

Nelle Figg. 6 e 7 sono presenti per confronto i periodi (che chiamo “astronomici”), legati alle interazioni tra Sole e pianeti, elencati in Scafetta (2010) (pdf) e in Scafetta (2012) (pdf), osservati in altri dataset e proxy: solo un massimo – sui 6 mostrati- (14.5-15 anni) è nettamente entro una fascia rosa, mentre altri due (5-6 e 21-22 anni) sono al bordo inferiore delle rispettive fasce. In particolare il periodo 21-22 anni era uscito dalla fascia lo scorso aprile e da allora si è avviato lentamente a rientrare (a novembre è rientrato completamente), indipendentemente dal passaggio alla vers.3.2, come si vede nella figura successiva.

 

Nella Fig.8 (pdf) l’andamento temporale del periodo di maggiore potenza (circa 211 anni e “non astronomico”): Per questo massimo bisogna notare che l’ultimo punto graficato, per ogni mese, si configura come un massimo: il punto che lo precede è associato al periodo di 531.7 ed ha potenza pari a 19.2, come si può vedere nel file con i dati numerici dello spettro di questo dataset: la sua improvvisa scomparsa avviene da aprile 2012 e la nuova versione 3.2 non modifica la situazione. Da notare anche l’evidente scostamento dello spettro “vers.3.2” rispetto ai mesi precedenti, quando il picco di 211 anni era già scomparso. Anche per questo massimo c’è la tendenza a crescere, dopo i bassi valori di agosto 2012.

L’omogenizzazione dei dati tende a cancellare alcuni periodi, anche di grande potenza (il picco di 211 anni aveva una potenza di circa 20 volte superiore al picco di 20-21 anni).

 

fig8
Fig.8: Evoluzione temporale del periodo di 211 anni

 

La Fig.9 (pdf) mette in evidenza un salto improvviso, sia nella durata del periodo che nella potenza spettrale, ad aprile 2012; dopo questa data, però, si nota un’evoluzione quasi continua che risente poco del passaggio alla nuova versione del dataset e in qualche modo giustifica il fatto che venga qui mantenuta la “storia” della vers.3.1. Però questo significa anche che la nuova versione non modifica sostanzialmente lo spettro e quindi non è in grado di ripristinare i picchi di 62 e 211 anni, scomparsi durante la vita del dataset “sbagliato” 3.1 e da considerare ormai definitivamente “defunti”.

 

fig9
Fig.9: Evoluzione temporale del periodo (cerchi neri, scala sinistra) e della potenza spettrale (rombi rossi, scala destra) del massimo di 21-22 anni. La riga orizzontale verde è il limite inferiore (21.4 anni) della banda rosa di fig.7 corrispondente a questo massimo.

 

L’altezza dei periodi di 211,66, 62, 21-22, 9 e 2.87 anni è riportata nella tabella e rappresentata in Fig.10 (pdf)

 

fig10
Fig.10: Andamento temporale dell’altezza di 5 massimi nello spettro di tutti i mesi disponibili. Il grafico per 21-22 anni è lo stesso mostrato in Fig 9. Al grafico di 211 anni è stato sottratto il valore 124 per poter mantenere scala e limiti.

 

Un commento sul picco di circa 2.87 anni si trova su CM (qui). Questo picco ha un andamento di potenza/periodo simile al picco di 21-22 anni.

 

Il periodo di 62 anni, “morto” dopo aprile 2011, quando i parametri del dataset subiscono un improvviso cambiamento, continua a non essere presente. La stessa sorte è toccata al periodo di 211 anni. Dal grafico si vede che i quattro periodi “ancora vivi” si comportano nello stesso modo, con una potenza minima ad aprile-maggio e un aumento successivo, variamente rappresentato sia in forma che in ampiezza. La potenza del periodo di 9 anni resta costante, mentre per gli altri tre si ha una diminuzione e poi una ripresa, con un periodo approssimativamente annuale: 10 mesi per 21-22 e 2.87 anni e 12 mesi per 66 anni. I piccchi da 21-22 e 66 anni mostrano all’interno del periodo di variabilità un massimo secondario in luglio e giugno 2012, rispettivamente.

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Published inAttualità

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