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Dai lavori verdi a quelli a luci rosse

Doveva, anzi, dovrebbe essere sempre più verde l’economia del futuro. Per non sbagliare, già da tempo, praticamente da sempre, il verde è il colore dominante della cartamoneta, quella con cui si ottengono anche prestazioni di un certo tipo. E infatti, stando all’ultima e sinceramente più esilarante follia clima-mediatica, l’inarrestabile deriva catastrofica del clima prterà, udite udite, ad un aumento della prostituzione.

 

D’accordo, d’accordo, prendiamo pure atto che pare non fosse esattamente questo il senso dell’ennesimo grido di allarme lanciato per tramite di una risoluzione votata al Congresso USA: “Recognizing the disparate impact of climate change on women and the efforts of women globally to address climate change” ma se proprio non volevano che la faccenda prendesse la piega ridicola che ha preso potevano evitare periodi come quello qui sotto:

 

Donne insicure con limitate risorse socioeconomiche potrebbero risultare vulnerabili a situazioni come lavori sessuali, scambio di prestazioni sessuali e matrimoni prematuri che possono metterle a rischio per quanto riguarda l’HIV, le malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze non programmate e scarsa salute riproduttiva […].

 

Sinceramente non mi è ben chiaro se si tratti di un problema occupazionale o di riscaldamento globale, nel senso che qualcuno ha preso un colpo di sole e, con la solita assurda ed entusiasta leggerezza, da un lato si è mescolato il sacro col profano (è il caso di dirlo!) individuando l’ennesimo danno da clima che cambia e cambia male, e dall’altro si è dato risalto mediatico ad una delle più grosse puttanate (ops, vabbè, ci sta pure questa) che si siano viste girare nell’infotainment negli ultimi tempi. E ancora non fa caldo…

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Published inAttualità

3 Comments

  1. Non sanno più cosa inventarsi, ma non è neanche una novità. Dal “Don Juan” di Byron:

    ‘T is a sad thing, I cannot choose but say,
    And all the fault of that indecent sun,
    Who cannot leave alone our helpless clay,
    But will keep baking, broiling, burning on,
    That howsoever people fast and pray,
    The flesh is frail, and so the soul undone:
    What men call gallantry, and gods adultery,
    Is much more common where the climate ‘s sultry.

    Per i non anglofoni: non mi cimento a tradurre personalmente Byron, riporto da una traduzione trovata su Internet (Carmelo Mangano – http://www.englishforitalians.com):

    È una cosa triste, non posso dire altrimenti,
    Ed è tutta colpa di quel sole indecente,
    Che non può lasciare in pace la nostra indifesa carne
    Ma continuerà a cuocerla, arrostirla, bruciarla,
    Che per quanto le persone digiunano o pregano,
    La carne è fragile, e così l’anima è rovinata:
    Ciò che gli uomini chiamano galanteria, e gli dei adulterio,
    È molto più comune dove il clima è caldo (afoso).

  2. Fabio Spina

    Esistono video fondati sul senso comune che potrebbero far riflettere sulla correlazione attività sessuale ed eventuale aumento delle temperature in senso opposto a quello della risoluzione USA: http://www.youtube.com/watch?v=PYysBD6U_S8 😉

  3. A. de Orleans-B.

    Sia detto con il massimo rispetto per la migliore metà umana del pianeta, ma la risoluzione presentata al Congresso degli Stati Uniti mi ricorda una nota canzone dei Caraibi cantata, in tempi non sospetti, da Harry Belafonte durante un concerto al Carnegie Hall di New York e che (cito a memoria) diceva:

    Garden of Eden was very nice,
    Adam never worked in Paradise.
    Eve meets snake, Paradise gone,
    She made Adam work from that day on.

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