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I dati NOAA aggiornati a Giugno 2013

Attenzione, questo post ha subito una correzione, perciò saltate il resto e andate a questo link.

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Le anomalie di temperatura media mondiale terra+oceano (GHCN-M e ERSST), v.3.2.0 scaricabili da qui sono state aggiornate con i dati relativi al mese di giugno 2013.
Si può trovare una descrizione dell’aggiornamento precedente (febbraio-marzo-aprile 2013) qui.
L’aggiornamento di maggio 2013 non è stato descritto ma non mostra situazioni particolari e dati numerici e grafici sono disponibili qui. I grafici e i dati numerici sono disponibili qui dove tutti i confronti vengono fatti rispetto ad agosto 2012, cioè dall’inizio della versione 3.2.0.

 

La differenza di anomalia tra agosto ’12 e giugno ’13 (pdf) è:

 

 

fig1
Fig.1: Differenza tra le anomalie di agosto 2012 e di giugno 2013. Se la temperatura di riferimento è la stessa, il grafico rappresenta la differenza di temperatura tra agosto e maggio. Viene mostrato anche il fit lineare dei dati. La pendenza di 3 millesimi di grado in dieci anni conferma che da agosto 2012 a giugno 2013 la temperatura è globale è invariata.

La Fig.2 (pdf) mostra che a giugno 2013 le differenze di temperatura con agosto 2012 hanno subíto una brusca impennata, rispetto all’andamento “sonnacchioso” dei mesi precedenti. La pendenza cresce di circa 10 volte (da ~10-4 a ~10-3 °C/10 anni), la dispersione appare notevolmente amplificata e l’intervallo di variabilità è quasi triplicato.

 

fig2
Fig.2: Confronto tra le differenze di anomalia (agosto 2012-singoli mesi), dati grezzi.

La Fig.3 (pdf), che usa la media mobile dei dati di Fig.2, mostra meglio l’andamento anomalo di giugno 2013 rispetto ai mesi precedenti. Anche le fluttuazioni presenti in tutti i grafici appaiono spesso amplificate a giugno.

fig3
Fig.3: Media mobile a passo 51 mesi (4.25 anni) dei valori rappresentati in Fig.2.

La Fig.4 (pdf) mostra la media mobile delle anomalie di agosto ’12 e di giugno ’13. La tendenza per i dati di giugno ’13 è quella di avere anomalie sistematicamente inferiori fino al 1940-1945 e sistematicamente più alte nella seconda parte del dataset.

fig4
Fig.4: Differenze tra le anomalie di agosto ’12 e di giugno ’13. Rappresenta quanto “a vista” il dataset viene modificato in un mese rispetto al mese di riferimento (agosto ’12).

Nella Fig.5 (pdf) rappresento le pendenze delle anomalie (cioè dei dati originali). La brusca diminuzione della pendenza a giugno è quella che appare “a vista” nella Fig.4. Da notare che l’aumento della pendenza registrato in Fig.1 è riguarda la differenza di anomalie mentre questa diminuzione si riferisce all’anomalia del singolo mese.

fig5
Fig.5: Pendenza delle anomalie mese dopo mese. Fino a maggio ’13 le oscillazioni hanno riguardato circa metà della fascia di errore per cui la pendenza era, a tutti gli effetti, costante. A giugno la situazione è cambiata.

Solo per gli spettri viene mantenuta la storia precedente all’entrata in vigore della versione 3.2.0, perché sembra essere presente una continuità che attraversa le versioni successive di GHCN, anche se il massimo a 265-266 anni – di cui vengono riportati periodo e potenza nella tabella successiva – ha un brusco salto tra luglio e agosto 2012 (inizio della vers. 3.2.0), con la potenza che cresce del 16%, passando da 77.5 a 92 unità.
Gli spettri di potenza dei 15 dataset mensili disponibili vengono mostrati nella successiva Fig.6 (pdf) e nell’ingrandimento della sua parte sinistra (Fig.7, pdf).

fig6
Fig.6: Spettro di potenza di tutti i dati disponibili.
fig7
Fig.7: Come Fig.6. In evidenza la situazione per i massimi di periodo minore.

Nelle Figg. 6 e 7 sono presenti per confronto i periodi (che chiamo “astronomici” e mostro come fasce rosa), legati alle interazioni tra Sole e pianeti, elencati in Scafetta (2010) (pdf) e in Scafetta (2012) (pdf), osservati in altri dataset e proxy: solo un massimo – sui 6 mostrati- (14.5-15 anni) è nettamente entro una fascia rosa, mentre altri due (5-6 e 21-22 anni) sono al bordo inferiore delle rispettive fasce. In particolare il periodo 21-22 anni era uscito dalla fascia lo scorso maggio e da allora si è avviato lentamente a rientrare (a novembre ’12 è rientrato completamente), indipendentemente dal passaggio alla vers.3.2. Solo in questo mese di giugno ’13 il periodo è uscito nuovamente dalla fascia.

Nella Fig.8 (pdf) l’andamento temporale del periodo di maggiore potenza (circa 211 anni e “non astronomico”): Per questo massimo bisogna notare che l’ultimo punto graficato, per ogni mese, si configura come un massimo: per questo mese di giugno 2013 è associato al periodo di 265 anni ed ha potenza pari a 78.1, come si può vedere nel file con i dati numerici dello spettro di questo dataset (per fare un confronto, riporto periodo e potenza di questo massimo, a partire dall’ultima presenza del massimo di 211 anni, a maggio 2012. Grafico pdf, png).

 

tabella

 

fig8
Fig.8: Evoluzione temporale del periodo di 211 anni. Lo spettro di giugno ’13 si confonde con quelli di circa un anno prima: per vederlo e confrontare le differenze si può visualizzare il grafico (png, pdf) in cui giugno ’13 è mostrato quasi da solo.

L’improvvisa scomparsa del massimo a 211 anni avviene da maggio 2012 e la nuova versione 3.2 non modifica la situazione anche se in sua corrispondenza si nota un aumento improvviso della potenza.

L’omogenizzazione dei dati tende a cancellare alcuni periodi, anche di grande potenza (il picco di 211 anni aveva una potenza di circa 20 volte superiore a quella del picco di 20-21 anni).

La Fig.9 (pdf) mette in evidenza un salto improvviso, sia nella durata del periodo che nella potenza spettrale, ad aprile 2012; dopo questa data, però, si nota un’evoluzione quasi continua del periodo che risente poco del passaggio alla nuova versione del dataset e in qualche modo giustifica il fatto che venga qui mantenuta la “storia” della vers.3.1. Solo a giugno ’13 il periodo diminuisce, uscendo dalla fascia “rosa” del periodo astronomico di Scafetta. La potenza spettrale, invece, mostra fluttuazioni, anche di notevole ampiezza con periodo apparente di 4-6 mesi.

 

fig9
Fig.9: Evoluzione temporale del periodo (cerchi neri, scala sinistra) e della potenza spettrale (rombi rossi, scala destra) del massimo di 21-22 anni. La riga orizzontale verde è il limite inferiore (21.4 anni) della banda rosa di fig.7 corrispondente a questo massimo.

L’altezza dei periodi di 66, 21-22, 9 e 2.87 anni è riportata nella tabella e rappresentata in Fig.10 (pdf)

fig10
Fig.10: Andamento temporale dell’altezza di 4 massimi nello spettro di tutti i mesi disponibili. Il grafico per 21-22 anni è lo stesso mostrato in Fig 9.

Commenti sul picco di circa 2.87 anni si trovano su CM (qui e qui). Questo picco ha un andamento di potenza/periodo simile al picco di 21-22 anni.
Dal grafico si vede che tre dei quattro periodi si comportano nello stesso modo, con un andamento oscillante di periodo 10-11 mesi (0.83-0.92 anni, evidenziato nello spettro con un debole massimo a 0.834 anni). I periodi di 66 e 21-22 anni mostrano anche un massimo secondario centrato a giugno-luglio 2012. La potenza del periodo di 9 anni resta costante, con una tendenza a crescere debolmente da luglio ’12 in poi, forse con un accenno di massimo secondario a giugno ’12.
I periodi di 66 e 21-22 anni mostrano un aumento della potenza, dopo aver toccato un minimo relativo a gennaio; il periodo di 9 anni aveva toccato un massimo relativo a maggio.
Tutti i periodi mostrano una diminuzione della potenza a giugno ’13, tranne quello di 21-22 anni che mostra un aumento.

Se si normalizzano le potenze dei quattro picchi, si possono mettere in evidenza alcune differenze e similitudini. Normalizzando rispetto al valore massimo di ogni serie (v. Fig.10) si ha (pdf)

 

fig11
Fig.11: i dati mostrati in Fig.10, normalizzati al valore massimo di ogni serie.

 

Una potenza che grossolanamente si comporta allo stesso modo per tutti i picchi, con alcune differenze significative:

  1. Tutti i periodi mostrano un massimo a gennaio-marzo
  2. Il secondo massimo (a novembre-dicembre) non è presente per il periodo di 9 anni che si mostra in opposizione di fase rispetto agli altri periodi.
  3. il periodo di 2.9 anni è l’unico a non mostrare un massimo secondario a giugno-luglio (5 mesi dopo il primo massimo) e anzi presenta un profondo minimo a giugno.
  4. il periodo 2.9 anni mostra la maggiore escursione nella potenza.

 

fig12
Fig.12: i dati mostrati in Fig.10, normalizzati alla somma delle potenze (all’integrale) di ogni serie. Da notare la piccola-media variabilità dei tre periodi più lunghi e la grande escursione del periodo di 2.9 anni.

La Fig.12 (pdf) in cui sono mostrati i dati di Fig.10, normalizzati rispetto alla somma delle potenze, sottolinea la grande escursione del periodo di 2.9 anni, la similitudine tra gli altri tre periodi e l’oscillazione, più ampia ma tutto sommato contenuta, del periodo 21-22 anni.

Sarà probabilmente necessario attendere l’eventuale nascita ed evoluzione di un nuovo periodo di oscillazione, ma il periodo di 2.9 anni sembra avere alcune differenze rispetto agli altri. Oltre alla grande estensione massimo-minimo, il minimo ben strutturato e senza fluttuazioni fa pensare che dipenda da influenze diverse. Ad esempio il massimo secondario a giugno-luglio ’12 potrebbe nascere dal fatto che il dataset globale risente di differenze nord-sud, differenze che non sembrano interessare il periodo di 2.9 anni.

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Published inAttualità

3 Comments

  1. donato

    Giugno 2013 rispetto ad agosto 2012 è variato in modo anomalo rispetto ai mesi precedenti (di un ordine di grandezza). E’ vero che in valore assoluto la cosa è irrisoria, però, la cosa lascia un poco perplessi.
    Molto più interessante, a mio avviso, l’andamento a “dente di sega” del grafico della fig. 9: la potenza aumenta per diversi mesi, poi diminuisce bruscamente e così via. Un simile comportamento merita di essere seguito a lungo.
    Vedo, infine, che iI periodo di 2,9 anni continua a seguire una sua propria strada rispetto agli altri periodi dimostrando di possedere caratteristiche molto peculiari. Su questo periodo, comunque, avremo modo di tornarci a breve in quanto ho avuto modo di trovarlo anche in altre analisi. Impegni improrogabili mi costringono a chiudere qui il commento. 🙂
    Ciao, Donato.

    • Sono proprio curioso di avere altre informazioni sul periodo di 2.9 anni che hai trovato. Aspetterò un tuo post.
      Approfitto di questa occasione per informare che, dopo i dati “diversi” di giugno, i dati di luglio, attesi per il 20-22 agosto non sono ancora disponibili, caso più unico che raro. Ciao. Franco

  2. giovanni p.

    Chiedo perdono se sembro un ignorante ma proprio continuo a non capire la prima parte del post in ci si mostrano questi grafici che confrontano differenze di anomalie, per giunta su periodi risibili. Per me questi sono puri esercizi di stile, dissertazioni, opinioni in forma di grafico. Ritorniamo al discorso che si faceva rispetto ai commenti sull’articolo di Scafetta. Con la stessa stitematica metodologia emeriti geografi econommisti e & C. ginevrini, tutti legati acorda doppia con l’IPCC, cercavano ( e forse cercano ancora) di convincere con master e corsi di specializzazione post universitari che il clima era impazzito e che il riscaldamento globale era in atto e sarebbe stato inarrestabile. Proprio con bellissimi grafici di anomalie, di variazioni di anomalie, di variazioni di velocità della variazione dell’anomalia. E igrafici aprlavano chiaro tutto bello e regolare fino a fine 800 poi tutto impazziva, forse perché i dati non erano confrontabili tra loro? forse perché un dato geologico estrapolato da una roccia, che costituisca una media di x secoli o milioni di anni non puo essere confrontato con dati puntuali? E allo stasso tempo non si deve pretendere che delle misure puntuali, anche se sempre piu precise possano darci una visione omogena e d’insieme cone dei dati geologici. PEr quanto riguarda i grafici comparativi sui periodi ciclici “astronomici” trovo interessante come non vi sia mai una correlazione diretta e univoca su un arco spazio temporale significativo, segno probabilmente che le variazioni seguono delle dinamiche multifattoriali e in qualche modo caotiche, il che dovrebbe far riflettere sulla possibilità di inquadrare il sistema dentro una gabbia definita. UN po come chi cerca di prevedere i terremoti con il radon o seguendo i cicli astronomici.

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