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Germania, la CO2 viaggia in Mercedes

La Germania è la locomotiva d’Europa. La Germania è leader nel settore delle risorse rinnovabili, sia dal punto di vista industriale che per quel concerne la potenza installata e l’energia ricavata. E’ anche il paese con il movimento verde politicamente più solido, per tradizione. E’ il paese che per primo ha messo al bando l’energia nucleare dopo i fatti di Fukushima. Insomma, la Germania è la Germania, ma…è anche il paese che produce e consuma carbone più di tutti gli altri paesi europei ed è anche il paese della Volkswagen, dell’Audi, della Mercedes e della BMW. La prima solo in parte, le altre tre dichiarate icone dell’auto di lusso.

 

Sicché, leggete qui sotto, da LaStampa.it di qualche giorno fa:

 

 

Tedeschi contro tedeschi sul Co2
Berlino cerca di salvare l’industria del lusso a motore e chiede di riaprire un accordo europeo già chiuso.  La resistenza al colpo della Merkel si annuncia sostanziosa..

Strano davvero. Un tedesco che contesta Berlino. Socialdemocratico, per di più. Matthias Groote, presidente della Commissione ambiente dell’Europarlamento ha detto che “Il governo tedesco deve smettere di bloccare la legislazione sulle emissioni delle auto: è inaccettabile che il più grande Stato e la maggiore economia dell’Ue abbia ancora rinviato la conferma di un’intesa raggiunta mesi fa”.

Cos’è successo?

Venerdì scorso è passato il testo sulla riduzione delle emissioni dei van, ma è rimasto al palo quello più sostanzioso sulle auto private.

Costretti a uno spacchettamento normativo dalla veemente offensiva che la Germania ha lanciato in difesa delle sue lussuose e grandi cilindrate, i rappresentati permanenti dei ventotto governi dell’Ue hanno approvato la modifica del regolamento europeo che stabilisce i nuovi limiti di inquinamento per i veicoli commerciali leggeri.

Una minoranza di blocco orchestrata dai tedeschi ha impedito un voto sui veicoli privati e la decisione è stata rinviata ai ministri del Consiglio Ambiente, il 14 a Lussemburgo. Berlino vuole norme più comode per Audi & Co e sta ritardando tutto, ma non è ancora detto che la spunti. Non sino in fondo, almeno.

E’ una sfida di potere industriale come non se ne ricordano. In giugno il trilogo formato da Europarlamento, Consiglio (i governi) e Commissione ha approvato la strategia per la lotta contro i «gas serra». Secondo l’intesa, per i commerciali si tracciava il percorso necessari per giungere a 147 grammi/km di emissioni nel 2020. Per le auto mossa analoga, con riferimento di 95 grammi. Oltre la data limite, tutto è demandato a normative future.

La cancelliera Merkel ha cercato prima di annacquare la difficile intesa e poi di riaprirla, attirando consensi per scongiurare un voto sfavorevole agli interessi delle sue case. Alla riunione di ieri dei rappresentanti nazionali, i tedeschi hanno trovato sette sostenitori (ungheresi, britannici, cechi, polacchi, slovacchi, portoghesi, estoni), messo sul tavolo una proposta alternativa e fatto capire che l’accordo auto non sarebbe passato. L’Italia ha chiesto di avanzare almeno coi commerciali. Nessuno si è opposto.

All’ordine Consiglio Ambiente andrà comunque il pacchetto di giugno, così tutto diventa tattica. Cosa faranno i ministri verdi? E quanto duri saranno i francesi, vero riferimento incerto in questa storia? La Commissione Ue rileva che il testo del rilancio tedesco crea nuovo inquinamento, però spiega che – fermi i parametri – l’ipotesi di una gradualità potrebbe essere digerita. Berlino incassa un punto perché con l’enorme peso specifico ha protetto i campioni nazionali, cosa su cui Greenpeace ha molto da ridire: «Nuove regole aiuterebbero società spregiudicate come Gazprom a saccheggiare l’Artico per alimentare auto inefficienti come Bmw e Mercedes». L’esito è aperto. Nessuno, però, scommette su un finale che lasci i tedeschi a secco.

 

Andiamoci pure a salvare il pianeta, purché il viaggio sia comodo però, magari in Audi o Mercedes.

____________________________

Addendum 

A volte scrivere i post con qualche giorno di anticipo sulla pubblicazione torna utile. Mercoledì scorso sono usciti un paio di articoli interessanti su questo tema su La Repubblica, uno sul cartaceo e l’altro sul web. In sostanza la BMW ringrazia e dona per mano dei suoi azionisti principali 660.000 Euro alla CDU. Il tutto nella più assoluta legalità e nel rispetto delle pratiche di lobbysmo palese. Mah…

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Published inAttualità

8 Comments

  1. “Quello che mi dispiace però è che la Germania si accorga di come sia non essenziale per il pianeta questa lotta estrema alle emissioni, solo quando le conviene economicamente. Questo non mi piace e non è coerente.”

    E’ coerente, eccome: con l’obiettivo del proprio benessere economico. Come dice Donato, l’energia nucleare tornerà al momento opportuno, ora è stata abbandonata per disinnescare i Verdi. Lo dico senza ironie né moralismi, perché lo scopo di un governo è garantire il benessere e la prosperità al proprio paese: i tedeschi lo fanno bene, gli altri un po’ meno e noi in particolare non ne siamo minimamente capaci. Se poi possono cavalcare qualche moda a proprio vantaggio – peraltro non messa in moto da loro, ma da altri – lo fanno, è solo uno dei mezzi per raggiungere lo scopo. Per questo non ce l’ho con loro… ce l’ho con noi.

  2. donato

    Qualche tempo fa, in piena bufera finanziaria, parlando con l’amico Alberto, pontificavo (a volte mi capita 🙂 ) circa la necessità di tenere duro e, al limite, boicottare i tedeschi per costringerli a soddisfare le nostre richieste o, riducendo le importazioni, metterli un po’ (più di un po’ non credevo che potessimo 🙂 ) in difficoltà. Alberto, sornione, mi rispose che io parlavo a vanvera in quanto non avevo idea di che cosa fossero capaci i tedeschi: lui che aveva avuto modo di conoscerli abbastanza bene, era convinto che mai saremmo riusciti a metterli in difficoltà.
    A distanza di tempo devo ammettere che Alberto aveva perfettamente ragione: hanno realizzato un sacco di fotovoltaico fino a che conveniva alle loro industrie, hanno soddisfatto la richiesta popolare e, soprattutto, radical-ambientalista-chic chiudendo le centrali nucleari e hanno incrementato fortemente la produzione di energia elettrica da carbone (alla faccia del controllo delle emissioni di CO2). Sono convinto che, passata la buriana, riapriranno qualche centrale nucleare e, nel frattempo, chiederanno a tutti noi altri di ridurre le nostre emissioni di CO2 (le loro le copriranno con i certificati verdi del fotovoltaico e dell’eolico o con qualche certificato acquistato alla borsa del carbonio, tanto mica hanno problemi economici).
    Noi, nel frattempo, ci faremo impiccare alle nostre manie NO-TUTTO e, come scrive G. Botteri, ci avvieremo tutti baldanzosi verso il baratro.
    P.S.: Non è necessario preoccuparsi troppo, però, perchè, per mal che vada, vivremo felici lo stesso: con il baratto. 🙂
    http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/lifestyle/2013/10/08/Vite-essenziali-famiglia-prova-vivere-il-baratto_9486722.html
    Ciao, Donato

    • Guido Botteri

      Caro Donato,
      non ho dubbi che si possa vivere ottimamente, bucolicamente e georgicamente, di baratto….nei film, ma anche nei romanzi, nei discorsi della gente e in tutti i luoghi dove non si impatta con la realtà.
      La cosa cambia un tantinello quando si va nel reale…ah, quest’asse del reale così duro ed ostinato, dove non esistono i super-poteri che consentirebbero di vivere di baratto, come nel film che ti propongo

      dove potrai vedere che i problemi effettivamente si risolvono, e si possa vivere di baratto…. basta avere, però, i super-poteri, senza i quali nemmeno in un film può funzionare la vita con il solo baratto 😀
      Ti ho linkato il primo spezzone, ma basta seguire la storia e vedrai come più volte il regista sia costretto a far uso dei super-poteri per risolvere situazioni che noi mortali, ahimè, non siamo in grado di fare con i poteri che abbiamo finora ricevuto.
      Personalmente ho avuto, mio malgrado, frequenti contatti con il mondo del baratto, e in particolare con le fiere del baratto, dove la base di scambio per qualsiasi “baratto” sono, ahimè, i soldi.
      Prova ad andare alla prossima fiera del baratto, e te ne renderai conto.
      Questo perché il baratto non può funzionare… cosa porterò a De Laurentis per vedere la partita del Napoli ? E se anche io riuscissi a trovare qualcosa che gli piaccia, come faranno gli altri 60 mila spettatori a portare oggetti da barattare per vedere la partita ?
      E tutti i clienti di un ristorante, cosa porteranno al gestore, per mangiare una cena ?
      Potrei moltiplicare gli esempi, ma mi sembra già evidente che il baratto non può funzionare, tranne nel rarissimo caso che due persone abbiano poco interesse per un loro oggetto, e maggiore interesse per l’oggetto dell’altro.
      In questo rarissimo caso, il baratto è un ottimo sistema che uso anch’io. Ma pensarlo come alternativa alla moneta è semplicemente fuori dalla realtà.
      Secondo me.
      ps
      mi sembra significativo che i promotori della fiera del baratto, non barattano con i loro espositori altro che vil carta moneta… 😀

    • donato

      Caro Guido, credo che tu non immagini fino a che punto condivida la tua analisi.
      .
      Spesso mi chiedo se siamo noi (io e te, per esempio) a non essere in grado di capire o a capire troppo del mondo che ci circonda. 🙂
      Molte volte ho l’impressione di peccare di superbia e di presunzione in quanto sostengo che certe cose sono impossibili. Il baratto o, per essere più precisi, un’economia basata sul baratto è la cosa più illogica ed irrazionale che si possa immaginare, eppure ci sono fior di studiosi, sociologi, filosofi e pensatori vari che sostengono il contrario.
      Non so tu, ma io ricordo ancora i tempi (ahimé lontani 🙂 ) del sussidiario della scuola elementare in cui era scritto a chiare lettere che nel medioevo l’economia era di pura sussistenza in quanto basata sul baratto. Parlo di scuola elementare, del livello base dell’istruzione, del periodo in cui, in quinta elementare, si faceva l’esame di licenza elementare e da pochi anni era diventato obbligatorio frequentare la scuola media (1970/1971, per la precisione). O ci insegnavano delle sciocchezze allora o dicono, e scrivono, delle sciocchezze quelli che oggi sostengono che l’economia del baratto è la panacea di tutti i nostri mali. Io propendo per la seconda ipotesi (lo dico a scanso di equivoci, non si sa mai 🙂 ).
      Siamo noi ad essere fuori dal mondo o il resto? Possibile che l’involuzione della nostra società abbia raggiunto livelli tanto elevati? Onestamente mi meraviglio e mi stupisco che il baratto sia diventato oggetto di discussione e, a volte, di polemica: dovrebbe essere un dato di fatto, universalmente acquisito, che il baratto non è altro che l’estremo ripiego, l’ultima speranza prima della fine. Invece c’è chi vaneggia di baratto e di decrescita “felice”. Mah, che Dio ce la mandi buona!
      Ciao, Donato.

    • Guido Botteri

      Condivido le tue considerazioni.
      Volevo chiederti se hai poi visto il film, facendo attenzione a quante volte il regista sia costretto a far uso dei super-poteri per risolvere i problemi…
      Mi sembra un punto importante, da sottoporre all’attenzione di tutti, perché molte di queste economie alternative, e le loro fonti di pensiero di riferimento (i cartoni animati, e il pensiero fantasioso di persone non legate al confronto con il buonsenso e la realtà) sembrano appunto appoggiarsi a questa soluzione facile, così frequente nei cartoni animati: la magia o i super-poteri.
      Oh, è chiaro che se ho la bacchetta magica, o un corpo che può diventare tutto (come barbapapà), allora anche il baratto, l’autoproduzione e qualsiasi altro fanta-modello di fanta-economia può diventare realizzabile. Perfino una Società basata sulle rinnovabili 😀 (intendo, nel breve periodo, o perfino oggi)
      C’è dunque gente che “vuole” che le cose stiano così, che l’uomo sia colpa di tutti i mali, che un topo sia considerato uguale ad un uomo, e magari anche altri insetti, che la Natura produce a milioni…
      Questa è la scienza sottoposta all’ideologia e alla politica, che però è quella vincente perché è quella che viene finanziata a profusione.
      Ogni tanto però le contraddizioni diventano così evidenti, che c’è qualche ripensamento, anche se, dalle nostre parti (e capirai a chi mi riferisco senza che debba far nomi), i ripensamenti sono rari nonostante e contro ogni evidenza.
      Secondo me.

    • donato

      Guido, ho visto la prima mezz’ora del film, poi ho lasciato perdere. Amo il genere fantasy, ma per ciò che è: pura e semplice evasione, non vado a cercare in Star Wars o in Star Trek messaggi antropologici (anche se i vari registi hanno cercato di ficcarceli in tutti i modi possibili ed immaginabili). In questi film mi piace l’atmosfera da favola, i mondi ben organizzati (o in disfacimento) che raccontano, anche le scene comiche od ironiche che si vengono a creare, così come mi piace il genere avventuroso, quello d’azione, quello di guerra (non perché sia un militarista o guerrafondaio) e, non lo nascondo, ogni tanto qualche commedia sdolcinata Pretty Woman, per esempio). Ad ogni buon conto vedo un po’ di tutto tranne l’horror che mi fa un poco senso. Questo film condensa un po’ tutto ciò che trovo nei film che seguo (fantasia, favola, mondi alieni, viaggi nello spazio a velocità superluminale, superpoteri e, in certi momenti, anche sdolcinature da soap-opera), ma confezionati in modo così banale e maldestro da farmi desistere dal guardare tutto il film: manca qualsiasi tensione narrativa e tutta l’opera si riduce ad un’accozzaglia di scene attaccate le une alle altre senza né capo, né coda (tipico non sense irritante di molti film d’oltralpe). Un polpettone intriso di velleità ambientaliste.
      .
      Molto interessante (si fa per dire) l’assemblea plenaria iniziale: se quelli inquadrati sono TUTTI gli abitanti del pianeta verde ci credo che vivono nel paradiso terrestre 🙂 . Poi una società di vegliardi che campano in perfetta salute oltre 250 anni sarebbe auspicabile per ognuno di noi, così come la possibilità di comunicare in tempo reale sventolando le mani nelle orecchie e mettendo i piedi a mollo nell’acqua oltre a quella di creare dal nulla mezzi semoventi idonei a consentire viaggi anche spaziali. Più che di bacchetta magica alla Harry Potter mi sembra che qui si parli di miracoli (non per niente Gesù Cristo e Bach erano dei loro 🙂 ).
      .
      Che succederebbe a noi poveri mortali se ci ammalassimo nel mondo del baratto? Senza medicine, medici e cure varie anche un semplice graffio potrebbe contribuire a ridurre l’età media degli abitanti del pianeta verde Terra 🙂 .
      Ciao, Donato.

  3. gbettanini

    Beh, i costruttori di auto non possono ridurre le emissioni di CO2 secondo i desideri della commissione europea, purtroppo i principi della termodinamica rifiutano pervicacemente di piegarsi ai diktat europei (il ciclo otto ed il ciclo diesel si ostinano a non aumentare il loro rendimento ideale nonostante le ripetute intimazioni) e per accelerare in un tempo ragionevole un’auto di 1500 kg di peso la potenza e l’energia che servono rimangono quelle…. Il peso specifico del ferro (e quindi dell’acciaio) non accenna a diminuire e quindi ci rimangono due opzioni: girare in superutilitarie o in auto di fibra di carbonio per super ricchi o auto elettriche (ibrida non basta).
    Immagino che i costruttori tedeschi saranno andati col cappello in mano dalla Merkel a chiedere di fare gli interessi del paese davanti alla commissione europea… la Merkel in sostanza cerca di far valere le ragioni del pragmatismo (in un paese che fa macchine belle e belle grosse).
    Noi intanto applaudiamo alla commissione e deindustrializziamo… clap…clap…clap…

    PS Poi certo, se non usciva la storia dei 690.000 euro facevano una figura migliore.

  4. Guido Botteri

    Nella sostanza sono d’accordo – per la prima volta – con la Merkel, perché non credo alla bontà della lotta alle emissioni. Credo che si possano ridurre le emissioni senza cadere in un fanatismo ideologico che non ha rispondenza scientifica se non nel (non scientifico) principio di precauzione, e che vediamo sempre più smentito dai fatti.
    Quello che mi dispiace però è che la Germania si accorga di come sia non essenziale per il pianeta questa lotta estrema alle emissioni, solo quando le conviene economicamente.
    Questo non mi piace e non è coerente.
    D’altra parte un Paese che si è buttato sul carbone, ed è l’emblema dell’ambientalismo anti-emissioni…. è una contraddizione all’ennesima potenza, inutile chiedere coerenza.
    Quello che mi dispiace è però che certe direttive (allegramente disattese quando conviene ai Tedeschi) siano invece applicate oltre il (non) necessario qui da noi, dove c’è un sacco di persone ansiose di chiudere fabbriche, industrie, attività, e determinare una disoccupazione mortale (si sono già suicidate moltissime, troppe, persone) che rischia di fare “veri” danni a questo Paese, forse ormai condannato.
    Secondo me.

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