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Rinnovabili: vietato toccare

C’è poco da fare, ci sono alcuni argomenti sui quali proprio non si può discutere, figuriamoci sollevare qualche dubbio. L’argomento, l’avrete capito, è quello delle risorse energetiche rinnovabili, ovvero dello sviluppo siderale che hanno avuto recentemente nel nostro Paese. Non è mia intenzione però affrontare il tema in prima persona, piuttosto, un po’ perché è domenica, un po’ perché non si tratta esattamente del mio settore di applicazione, preferisco segnalarvi due articoli usciti recentemente.

 

 

Il primo è un pezzo di Sergio Rizzo, noto editorialista del Corriere della Sera, uno che in tema di malfunzionamenti, storture e pessimo impiego delle risorse, non risparmia nessuno.

 

Contraddizioni di una riforma

 

Si tratta della Puglia, dove è in atto un acceso dibattito di impatto ambientale sulla realizzazione di un gasdotto e dove sempre lo stesso dibattito ha già fatto tramontare un progetto di realizzazione di un rigassificatore, il tutto mentre ‘l’ambiente’ regionale è stato tappezzato di pannelli fotovoltaici interrotti solo da una selva di pale eoliche. Tutte installazioni che fanno della Puglia la regione più rinnovabile d’Italia.

 

Il secondo è una replica pubblicata su greenreport.it da Francesco Ferrante, parlamentare e responsabile per le politiche relative ai Cambiamenti climatici ed energia del Partito Democratico.

 

Il Corriere della Sera ci ricasca e per colpire l’immobilismo attacca… le rinnovabili

 

Commentate, se credete.

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Published inAttualità

Un commento

  1. donato

    Rizzo è citato ed additato come esempio di pubbliche virtù quando scrive contro sprechi, caste e similia, ma non può permettersi (nemmeno lui) di analizzare gli sprechi ed i costi causati dagli autoproclamati “salvatori del mondo”!
    I soliti doppiopesismi che caratterizzano la vita politica italiana e che ci hanno relegato al ruolo che stiamo svolgendo sullo scacchiere politico ed economico mondiale.
    Nel suo articolo Rizzo parla dell’Italia come la decima potenza economica mondiale: io credo che sia troppo ottimista e, ammesso che ciò sia vero, lo sarà ancora per poco in quanto i BRICS e non solo ci scalzeranno a breve (uno o due anni al massimo).
    Uno dei motivi è il costo eccessivo dell’energia, ma questo può interessare a chi ha come obiettivo la salvezza del mondo? Credo proprio di no e, difatti, i risultati sono davanti agli occhi di tutti. Nel frattempo c’è ancora chi conta di sollevare le sorti dell’Italia incentivando la green economy! Comunque le mie sono considerazioni di stampo conservatore, di destra, egoistiche, economiciste, big-oiliste e chi più ne ha, ne metta. 🙂
    .
    Sempre a proposito di energie rinnovabili oggi ho ascoltato su Radiouno Rai un programma in onda tra le 12,30 e le 13,00. Si discuteva di rinnovabili e, in particolare, di energia elettrica rinnovabile prodotta dai termovalorizzatori. Buona parte dei partecipanti criticava in modo esplicito il fatto che questo tipo di energia elettrica fosse classificata tra le rinnovabili ad eccezione del sindaco del Comune di Schio e di un esperto di Nomisma energia. Quest’ultimo si è affannato a dire per tutto il tempo che questo appellativo va bene in quanto, mediamente, il 50% del combustibile è costituito da carta, rifiuti organici essiccati e via cantando (biomasse, per intenderci). Egli sosteneva, inoltre, che la raccolta differenziata non riesce ad andare oltre il 70% del totale (neanche i tedeschi noti per il teutonico puntiglio con cui si applicano in tutto ciò che prevedono le norme, riescono a superare questo limite 🙂 ) e, infine, che non si può riciclare all’infinito per cui, ad un certo punto bisogna anche distruggere il rifiuto. Detto in soldoni l’esperto di Nomisma reputava necessari i termovalorizzatori per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti e che all’energia così generata fosse giusto applicare la definizione di rinnovabile e, quindi, incentivarne la produzione (a nostre spese, ovviamente 🙂 ).
    Come solitamente accade in questi casi ciò che pensa l’esperto non conta niente o, per ben che vada, conta quanto le opinioni del politico-ambientalista-salvatore del mondo di turno: nella fattispecie il presidente dei verdi nostrani Bonelli. Il quale, sempre ovviamente, ha detto che l’esperto non capiva nulla e che la termovalorizzazione inquina più delle discariche e va abolita. A suffragare la sua tesi ha sciorinato anche dei numeri: su una tonnellata di rifiuti bruciati si producono 300 kg di ceneri altamente tossiche e 650 kg di acque (anch’esse tossiche) oltre a fumi ed altre emissioni tossiche. Posto che una tonnellata è costituita da 1000 kg ho l’impressione che qualche conto non torni :-).
    .
    Viva l’Italia del no tutto! Nel frattempo buona parte degli italiani si dedicheranno all’espatrio per motivi di lavoro: gli industriali delocalizzeranno per ragioni economiche e non solo, gli operai per cercare lavoro altrove, i giovani perché per loro non vi è spazio, i cervelli perchè è consuetudine che lo facciano e, alla fine, in Italia resteranno gli ambientalisti, gli agricoltori biodinamici e quelli che credono nel baratto oltre ai seguaci della decrescita felice. Poveri noi, che fine di m…..!
    Ciao, Donato.

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