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Tag: RInnovabili

Rinnovabili: vietato toccare

C’è poco da fare, ci sono alcuni argomenti sui quali proprio non si può discutere, figuriamoci sollevare qualche dubbio. L’argomento, l’avrete capito, è quello delle risorse energetiche rinnovabili, ovvero dello sviluppo siderale che hanno avuto recentemente nel nostro Paese. Non è mia intenzione però affrontare il tema in prima persona, piuttosto, un po’ perché è domenica, un po’ perché non si tratta esattamente del mio settore di applicazione, preferisco segnalarvi due articoli usciti recentemente.

 

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La ‘Passione’ delle rinnovabili

Finalmente si sta capendo perché le fonti energetiche alternative a quelle tradizionali siano definite rinnovabili oltre al fatto di non essere derivate da materie prime ‘finite’. Si chiamano così perché rinnovano per l’ennesima volta un problema. Il mercato ha le sue regole, prima tra tutte quella della domanda e dell’offerta. Spesso ci si arriva attraverso percorsi tortuosi e tutt’altro che privi di furbi nascosti dietro l’angolo, ma alla fine il conto deve tornare, non si può pretendere di imporre al mercato di assorbire qualcosa che è diversamente disponibile a costi inferiori e che, per di più, non garantisce il risultato finale. Se si contravviene a questa regola c’è un problema.

 

Questa regola è stata – ed è – largamente disattesa nel settore delle rinnovabili e nelle norme di legge che ne hanno incoraggiato e sostenuto l’esplosione. E ora il mercato si riprende il maltolto. Qualche giorno fa dalle pagine della GWPF è stato rilanciato un commento uscito sul Financial Post:

 

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Il cadmio è rinnovabile?

Questo potrebbe essere un gol facile, ma non intendo segnarlo. Leggo da Meteoweb: Quando le fonti rinnovabili uccidono più di quelle tradizionali: 26 morti avvelenati dal cadmio in Cina. Si tratta di un classico esempio di danni provocati da processi produttivi, che punta per l’ennesima volta i riflettori sulla scarsa attenzione all’ambiente che li caratterizza. Nella fattispecie sembra che si parli di cadmio, sostanza tossica altamente pericolosa. Non che ci sia bisogno di andare fino in Cina per accorgersene, le cronache anche recenti di casa nostra lo testimoniano ampiamente. Ma non è questo il punto, che inoltre innescherebbe una discussione infinita oltretutto ben fuori dalle nostre solite discussioni.

 

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A.A.A. Chillo è ‘o paese d’ ‘ove s’accattano o’ pannello solare.

Si sgonfia l’utopia di Desertec: all’Europa l’elettricità del Sahara non serve più. L’esportazione di energia pulita dal Maghreb al Vecchio Continente non è più l’obiettivo primario del progetto. Questa in sintesi l’intervista a Paul van Son, amministratore delegato di Desertec Industrial Initiative, che ha dovuto ammettere il ridimensionamento totale del programma, che era stato pensato per soddisfare il 20% dei consumi elettrici europei entro il 2050.

 

Dopo che la crisi economica ha smesso di permettere cospicui investimenti pagati dai cittadini europei sotto forma di incentivi caricati in bolletta o aumento sotto la forma di qualche nuova tassa, erano aumentati i sospetti che il progetto fosse tecnicamente affascinante ma economicamente insostenibile. Su CM abbiamo pubblicato un post in proposito il 12dicembre 2012.

 

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Eolico tra maxi-sequestri e progressi

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato questo breve commento all’uscita di un instant book in materia di fonti rinnovabili:

 

Chi ha ucciso le rinnovabili?

 

 

Il libro, che punta decisamente il dito verso le disinvolte politiche di incentivazione del settore dell’energia cosiddetta pulita e individua nel settore del fotovoltaico la fonte di una buona parte dei problemi che stanno via via materializzandosi, ha suscitato non poche polemiche, compresa una veemente reazione del presidente di Assosolare, che ha voluto giustamente far sentire anche la sua voce.

 

Ora pare sia il turno dell’energia eolica.

 

 

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L’energia si rinnova, la pecunia no

I lettori più attenti ricorderanno che qualche settimana fa abbiamo pubblicato un breve post che riprendeva quanto diffuso da Assoelettrica, l’associazione che riunisce la quasi totalità dei produttori di energia elettrica in Italia, circa il costo stimato per gli incentivi alle fonti rinnovabili per i prossimi venti anni. Un conto salato, circa 220 miliardi di Euro.

 

Ieri mi è capitato per la rete un articolo pubblicato da IlSole24Ore contenente queste stesse informazioni arricchite con la replica dell’APER, associazione che invece riunisce i soli produttori di energia rinnovabile. Il conto, secondo loro, sarà tutt’altro che salato, perché Assoelettrica non avrebbe tenuto conto dei benefici derivanti dall’impiego delle fonti rinnovabili in termini aumento dell’indipendenza energetica nazionale, diminuzione dei costi che dovranno sostenere gli impianti termoelettrici nell’ambito del sistema europeo Ets sui diritti d’emissione (costi che pesano sulle bollette), incremento del Pil (le energie rinnovabili generano più ricchezza delle fossili per il Paese) e crescita occupazionale non solo quantitativa, ma anche qualitativa. Insomma, alla fine secondo APER il saldo dovrebbe essere in attivo, con le stime più prudenti che vedrebbero ammontare il surplus a 30 miliardi di Euro e quelle più ottimistiche addirittura a 76.

 

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