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Il ghiaccio marino e l’albedo, conta più l’Artico o l’Antartico?

Appena qualche giorno fa, abbiamo pubblicato un post elencando una serie di argomenti in ordine alle vicende del clima per i quali nel recente report dell’IPCC sussiste maggiore incertezza di quanta non ce ne fosse nel report precedente, quello del 2007. Tra questi, quello che viene normalmente definito il ‘puzzle’ più complesso per chi si occupa di scienza del clima, ovvero il fatto che, pur in presenza di un forcing tuttora persistente e di un pianeta che si è scaldato, il ghiaccio marino artico sia diminuito e quello antartico sia invece aumentato.

 

Nelle estremamente complesse dinamiche del clima, il ghiaccio marino è importante perché regola la quantità di calore che può essere assorbita – e dunque riemessa ed eventualmente intercettata e nuovamente riemessa dai gas serra – alle alte latitudini. Una copertura glaciale estesa limita molto questo assorbimento, perché riflette la gran parte della radiazione luminosa ricevuta. Viceversa, acque libere dai ghiacci, assorbono una grande quantità di energia. La restituzione all’atmosfera di questa energia attiva il feedback dell’albedo (la quantità di radiazione totale riflessa, dal ghiaccio, dalla sommità delle nubi etc etc.). Se questa quantità aumenta c’è meno energia disponibile per il riscaldamento, se invece diminuisce l’energia ritenuta aumenta e con essa aumentano le temperature.

 

 

Si capisce quindi come l’incomprensione che regna sovrana sulle vicende del ghiaccio marino – specialmente sull’aumento di quello antartico, sia molto più di un puzzle, direi piuttosto l’assenza di un pezzo fondamentale nella conoscenza del funzionamento del sistema. Ora, normalmente, quel che succede sull’Artico desta molta più attenzione di quello che succede in Antartide, però, con riferimento al tema dell’albedo, questo è profondamente sbagliato, sia in termini di comunicazione che di numeri veri e propri.

 

Visto che stiamo parlando di radiazione riflessa o assorbita, è bene ricordare che questo discorso ha senso solo quando c’è della radiazione, ovvero, trattandosi dei poli, solo per metà dell’anno, quello appunto in cui il sole è sopra l’orizzonte. Ora, benché il minimo dell’estensione del ghiaccio arrivi comunque a stagione inoltrata, verso l’equinozio d’autunno, e sia allora che si raggiunge quindi la massima estensione di superficia liquida e scura esposta, si deve anche ricordare che all’equinozio il sole è già molto basso alle alte latitudini, per cui la radiazione incidente disponibile per essere riflessa o assorbita in funzione della quantià di ghiaccio esistente è già molto ridotta. Diverso il discorso per il solstizio d’estate, quando invece il sole è allo zenit. Sarà in quel periodo quindi che, in presenza di trend ben definiti di diminuzione o aumento del ghiaccio, si potrà eventualmente verificare una significativa variazione del trend dell’albedo, capace a sua volta di innescare un feedback più significativo, a prescindere dal suo segno.

 

La situazione al solstizio d’estate, ovvero il paragone tra la media dell’estensione del ghiaccio e quella dell’ultimo anno, rende l’idea del segno della variazione dell’albedo, per cui anche del feedback. Vediamo la tabella qui sotto.

 

Mln-Km2 Giugno 2013 Mln-Km2 Media 1981-2010 Mln-Km2 Differenza
Solstizio d’estate Artico (21/6) 11.202 11.490 -0.290
Solstizio d’estate Antartico 21/12 10.922 9.232 +1.690
Differenza totale +1.400

 

Cioè, quando la radiazione incidente è massima e quindi massimo può essere il feedback dell’albedo, il ghiaccio è in eccesso rispetto alla media, nonostante il valore negativo in Artico e grazie al valore positivo in Antartide. Per cui c’è stata più radiazione riflessa della media e il feedback dell’albedo ha semmai subito una variazione in negativo.

 

Questo in valore assoluto. Con specifico riferimento alle due situazioni Polo nord/Polo sud, inoltre, c’è da considerare che l’estensione del ghiaccio Artico, anche quando in media, è comunque molto a nord, cioè intorno a 80° di latitudine. Lassù, anche nel periodo estivo, il sole è davvero basso. Il ghiaccio antartico, di contro, poiché circonda un continente, arriva molto più a nord, ben oltre il Circolo Polare, fin quasi a 60° di latitudine. Nel periodo di minima estensione quindi, conta di più in termini di radiazione riflessa o assorbita il ghiaccio antartico, perché arrivando normalmente più a sud, se dovesse diminuire esporrebbe la superficie dell’oceano per periodi più lunghi a maggiori quantità di radiazioni. In questi anni, con l’estensione del ghiaccio antartico in aumento, è accaduto esattamente il contrario.

 

Ora, può darsi che un giorno il comportamento opposto delle due distese glaciali si riconcili con il riscaldamento globale di origine antropica, ad oggi non è così. Ad oggi, in termini globali – ricordiamo che la CO2 è un gas ‘well mixed’ ed esercita un forcing globale – se l’albedo sta cambiando, lo sta facendo in positivo, dubito quindi che possa attivare un feedback anch’esso positivo, in grado cioè di accentuare il riscaldamento.

 

__________________________

 

NB: da qui.

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Published inAttualità

5 Comments

  1. Conta di piu l’ Antartico per il riscaldamento o raffreddamento globale di origine naturale , almeno i ghiacciai antartici sono anni che raggiungono record di estensione , eppure , secondo gli scienziati siamo in un riscaldamento di origine tutto Antropogenico . Ecco in questo caso l ‘Artico conta di piu per il AGW . Se il Clima nei prossimi decenni decidesse di riscaldarsi o raffreddarsi , probabilmente non lo sanno nemmeno gli scienziati . La temperatura , secondo rapporti di autorevoli enti del clima avrebbe dovuto aumentare di circa mezzo grado dal 1998 , invece come da stesse e piu fonti autorevoli del clima la temperatura media globale è rimasta stabile, se non addirittura in leggera diminuzione dal 2005.

  2. renato

    Buongiorno,
    nella tabellina si tratta di “milioni” di Kilometri quadrati, vero?
    Grazie a Climatemonitor per esistere. Quì la scienza non sembra prezzolata, saccente e presuntuosa come troppo spesso accade.
    renato

    • Guido Botteri

      Renato, giusto per avere un riferimento di confronto, sono valori dell’ordine di grandezza dell’Europa (geografica) che è 10.832.312 km²
      ( nella tabella sarebbe scritta 10.832 )
      Naturalmente, l’Italia è molto più piccola con i suoi soli 301.340 km²
      ( nella tabella sarebbe scritta 0.301 )
      poi volevo fare una domanda:
      ma, ai fini dell’albedo, non dovremmo contare anche il ghiaccio del continente antartico ?
      ( altri 14 milioni di km² )

    • Guido Botteri

      ps
      ai fini della differenza, ovviamente no,
      ma
      mi pare che 14 milioni di km² di ghiaccio contino qualcosa a livello di albedo

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