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L’immagine del giorno: Il peso della conoscenza

Si parlava di clima al peso qualche giorno fa. L’immagine qui sopra rappresenta, o vorrebbe rappresentare, quanto sia cresciuta la messe di prove a nostro carico nel neanche tanto immaginario processo che si sta celebrando sui temi climatici.

Dal numero delle pagine e dal peso dei tomi si direbbe che le prove siano schiaccianti.

Qui sotto, invece, la realtà.

 giss-vs-observations

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Published inAttualità

4 Comments

  1. Sandro1

    ”C” ad un primo sguardo, sovrappone proprio l’osservazione. E comunque C, se non ci mettiamo nella testa che il gas CO2 è un indicatore, e non la forzante di riscaldamento. Non contando questo, non andiamo da nessuna parte.
    Non contando il vapor acqueo atmosferico come maggior elemento di forcing, ma singolarmente la CO2, e le emissioni antropiche anziché CH4, intrappolato nel circolo polare artico. Direi che C non ci dice nulla e conseguentemente non andiamo da nessuna parte.
    Fino il 2100 continuando il grafico, un futuro osservatore noterà tra le decadi 2000 e 2020 due eventi importanti:

    Si noterà un picco delle curve A B C tra il 2015 e 2020.
    1) A seguire questo secondo greenhouse effect , noterà che l’osservazione ”D curva nera”, salirà e scenderà, seguendo esattamente come il valore di C.
    ”C” Chiamata correttamente non ”Impatto 0 o zero Emissioni”, ma piuttosto curva C di valore globale atmosferico di effetto serra.

    Si noterà che i gas serra nel tempo diminuiscono in atmosfera, l’atmosfera terrestre diventa sempre più secca, e ciò si vede nei picchi di C intradecennali. tra le decadi. che rispecchiano le osservazioni curva ”D”.
    Infatti la temperature medie terrestri!! 😐 !! (vedo tutto e di più!!) sono diminuite non aumentate, la precedente fase di riscaldamento del secolo scorso. (Il grafico va bene ma è più lungo il periodo da prendere in esame)
    2) La CO2 è un indicatore, molto comodo, come si vede in figura:
    http://www.climatedata.info/Proxy/Proxy/icecores_files/BIGw03-epica-temperature-and-co2.gif.gif
    A seguire il picco di CO2 segue un rapido raffreddamento, in ogni caso su entrambe le proiezioni A e B.
    Ovvero infine, semplicemente rileggendo o verificando le proiezioni: verificherà o A , oppure B. Le vedrà rispecchiate su C e ”D’, noterà la correlazione tra queste ultime curve, capirà quale andamento seguire nel secolo 2200. Mettiamo che sia meglio seminare a fine estate e raccogliere a giugno, oppure si debbano capire quali aree europee: francesi, inglesi, olandesi, belghe, siano maggiormente esposte ad effetto Doggerland!
    Cioè ”C’, nel complessivo, seguire perfettamente, le forzanti naturali nel sistema: all’aumento di greenhouse effect valore massimo sulla curva C, vi è una conseguente discesa repentina, diminuzione del valore sulla curva di osservazione D. Probabilmente tutto ciò, è correlato sul comparto europeo, anche al ciclo AMO.
    Saluti

  2. Mario

    Ma non avete ancora capito che non sono le proiezioni dei modelli che sono sbagliate? 🙁
    È la realtà che è sbagliata, è il clima che non si comporta come dovrebbe .Elementare. 🙂

  3. donato

    “Le emissioni hanno continuato a crescere, non sono zero !”
    .
    Ti sbagli, caro Guido, le emissioni hanno continuato a crescere, ma qualcuno si è fregata la CO2 atmosferica in eccesso, per cui la curva C DEVE esistere per forza. Parola di ….scenario! 🙂 🙂 🙂
    Ciao, Donato.

  4. Guido Botteri

    A, B e C sono scenari; uno scenario si immagina perché non si sa cosa succederà.
    Poi passano gli anni, e qualcosa succede; quindi gli scenari che non si sono verificati (come quello C, la curva verde, che corrispondeva ad emissioni zero – cosa che NON si è verificata) sono da considerarsi falsità. Semplicemente non si sono verificati.
    Quindi non ha senso confrontare una curva inesistente, come quella verde, lo scenario C, come se la previsione non si fosse poi tanto allontanata dalla realtà.
    La curva C NON ESISTE.
    Le emissioni hanno continuato a crescere, non sono zero !
    Secondo me.

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