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Un Final Warming non fa primavera

Il tweet qui sotto l’ho intercettato ormai due settimane fa:

 

I segnali dell’arrivo di una nuova fase di repentino riscaldamento della stratosfera erano appena visibili. Ora, con una precisione quasi cronometrica, stando almeno al testo del tweet, siamo alle prese con una bella discesa di aria fredda sull’Europa occidentale. Ma questa è cronaca meteorologica, per cui passiamo oltre.

E oltre c’è il probabile Final Warming, ossia la morte (stagionale ovviamente) del Vortice Polare Stratosferico. Come molti tra quelli che ci seguono forse sapranno, gli eventi di rapido riscaldamento e inversione della circolazione in stratosfera (Sudden Stratospheric Warming), rientrano tra le dinamiche ad impatto potenzialmente molto rilevante per la circolazione atmosferica nel piano sottostante, la troposfera, cioè quello con il quale siamo a contatto diretto.

Quando questi eventi arrivano nel pieno della stagione invernale, sono poi seguiti ovviamente da una fase di recupero per la stratosfera polare, sia della temperatura, che torna ad essere molto più bassa, sia della circolazione, che torna ad assumere delle velocità zonali (ovest-est) molto elevate. Durante l’inverno che abbiamo appena salutato, siamo andati più volte vicini alla realizzazione di un evento SSW vero e proprio, ma il Vortice Polare Stratosferico era nato nello scorso autunno con delle premesse di solidità che in quanto mantenute hanno sempre impedito che il processo si completasse. I risultati li abbiamo visti e soprattutto sentiti. Freddo polare per quasi due mesi tra Canada e USA, per la permanenza proprio di un lobo del Vortice Polare sulla loro verticale e miti correnti atlantiche apportatrici di piovosità da record sull’Europa occidentale, Italia compresa.

Quando invece questi eventi arrivano a fine stagione si definiscono Final Warming, cioè riscaldamento finale; si realizza infatti l’inversione della circolazione sulla stratosfera polare (da ciclonica ad anticiclonica), una situazione che resta tale fino all’insorgere della successiva stagione fredda. Gli effetti in troposfera, pur variabili, sono comunque simili a quelli di un SSW invernale, con la differenza non banale di avvenire comunque ben dopo l’equinozio, cioè con il sistema che sta tornando rapidamente a guadagnare energia e che ha smesso di subire l’inerzia del raffreddamento occorso durante l’autunno e l’inverno. Inoltre, come per gli eventi invernali, anche i Final Warming sono seguiti da un certo raffreddamento, che non si concretizza in un ritorno alla circolazione ciclonica, ma produce comunque i suoi effetti.

E, in questa settimana, si sta concretizzando il Final Warming del 2014. Nell’animazione qui sotto, infatti, c’è la corsa del modello stratosferico GFS della NOAA di ieri l’altro 24 marzo, alla quota di 10hPa. L’insorgere di una circolazione anticiclonica sulla verticale del Polo è ben evidente.

Final

Alla fine dell’animazione, cioè alla scadenza di 240 ore (10gg), si vede anche piuttosto bene come uno dei due minimi in cui viene diviso il VP vada a posizionarsi tra la Siberia e l’Europa nordorientale, mentre un’estensione dell’alta pressione va a posizionarsi tra Groenlandia e Islanda. E queste per noi non sono buone notizie, anzi, sono un segnale importante di circolazione troposferica lenta e sviluppata lungo i meridiani, che potrebbero vederci sia sulla cresta che nel cavo dell’onda, con tutto quello che ne consegue e che in poche parole potremmo tradurre in una primavera molto disturbata e presumibilmente non mite. Allo stesso tempo però, l’evolvere della stagione dovrebbe essere puntuale, così come dovrebbe esserlo quello della prossima stagione estiva.

Prima che tutto questo accada però, l’eventuale propensione della circolazione a svilupparsi lungo i meridiani, dovrà fare i conti con l’aumento dell’energia in gioco. Le irruzioni di aria fredda – cavo d’onda – troveranno infatti una sempre maggiore propensione al riscaldamento tipico del ciclo diurno, con conseguente messe abbondante di temporali. Il loro opposto – cresta dell’onda o fase ascendente – innescheranno potenti sciroccate. Insomma, ci attende probabilmente una primavera ballerina, che senza dubbio non è una novità, la cui variabilità però farà parlare di tempo pazzo tutti quelli che non si sono presi mai la briga di andare a vedere come funzionano queste cose.

Per finire, mi scuso per l’abbondante uso del condizionale ma, sapete com’è, sempre di previsioni si tratta! 🙂

 

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