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Alla ricerca della bozza filosofale

E’ introvabile, la bozza del Syntesis Report che l’IPCC ha distribuito ai governi dei paesi membri dell’ONU per la sessione di revisione che va dal 25 agosto al 10 ottobre. Introvabile ma largamente commentata sui media. Che non saranno i soli a commentare, giacché procedura vuole che la bozza venga letta dai governi e poi discussa in una delle tipiche adunate a porte chiuse dove voleranno stracci e sedie per decidere di virgole, commi e dichiarazioni varie.

Poi, il 2 novembre, il tutto sarà rilasciato alla stampa pubblicamente, solo dopo che la stessa avrà già ampiamente goduto delle notizie trapelate o lasciate trapelare che generino il giusto livello di attesa e preoccupazione nell’opinione pubblica. Già, perché pare che questo ennesimo riassunto del riassunto del riassunto, che sarà a sua volta riassunto in un Summary For Policy Makers scritto a quadret…ehm, scritto in modo che tutti possano comprendere anche i decisori, sarà il più spaventevole di tutti i report rilasciati negli anni dal panel della lotta al clima che cambia. Da questo probabilmente la scelta del 2 novembre come data di rilascio, potere del marketing, nulla va lasciato al caso. Qui, il comunicato stampa dell’IPCC.

Dicevamo spaventevole. Infatti leggiamo dal NYT, poi seguito da vari media nostrani, che in questo report sarebbe stata raggiunta la certezza dell’irreversibilità del cambiamento climatico, ovviamente di accertata origine antropica e già in atto attraverso terribili modifiche ad eventi estremi di vario genere, tra cui caldo ma anche freddo, pioggia ma anche siccità etc etc.

Ora, si tratta di una sintesi, cioè di una riduzione di quanto già espresso con le pubblicazioni dei tre gruppi di lavoro che compongono il panel, più le informazioni di altri due Special Report, tra cui l’SREX, cioè quello specificatamente rivolto agli eventi estremi ed al loro impatto. Ecco, dall’SREX avevamo letto che per la maggior parte degli eventi estremi non ci sono informazioni sufficienti ad affermare che siano cambiati, sia per frequenza che per intensità. Dal lavoro del Working Group 1 per il 5AR, che si occupa delle basi scientifiche del problema, avevamo letto che, in effetti, a ben vedere, con un po’ più di attenzione si nota il fatto che la temperatura media del pianeta ha smesso di crescere da un bel po’ e che forse questo potrebbe voler dire che la sensibilità del clima all’aumento della CO2 è più bassa di quanto si pensava precedentemente.

Se la sintesi di tutto questo è che dobbiamo avere più paura di prima, quella cui abbiamo a che fare è una bozza filosofale, possiede cioè i poteri magici di cambiare il contenuto di ciò che riassume. Vedremo, abbiamo tempo fino al 2 novembre e, soprattutto, ne hanno i vari rappresentanti politici dei paesi membri per litigare sul linguaggio con cui dovranno far sapere al mondo che l’IPCC ha detto che i modelli climatici hanno detto che il riscaldamento globale c’è e ci sarà anche se per adesso non si vede più.

Tutto questo, tra le esagerazioni dei media, l’inopportuno attivismo di organizzazioni con mandato politico che dovrebbero comunicare la scienza e, soprattutto, con la prossima sessione di negoziati climatici alle porte.

PS: se qualcuno trova la bozza la leggiamo volentieri.

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Published inAttualità

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