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La Natura come l’Enterprise di Star Trek

Un paio di mesi fa abbiamo pubblicato un breve post dove si parlava di distrails (l’opposto di contrails) e di fallstreak holes, due curiose formazioni nuvolose in cui è significativo il processo di dissipazione più che quello di condensazione.

In particolare le fallstreak holes sono nubi alte, in genere cirrocumuli, in cui un disturbo alla massa d’aria che le genera, le cui condizioni di equilibrio sono spesso molto precarie, innesca un processo di accrescimento della condensazione e conseguente precipitazione che “consuma” il vapore acqueo e dissipa la nube al suo interno generando degli strani e suggestivi buchi nella coltre nuvolosa. Quel disturbo è spesso esogeno, cioè provocato per esempio dal passaggio di un aeroplano, proprio come accade per la formazione delle scie di condensazione (contrails) e appunto per il loro opposto (distrails).

Nella foto in testa a questo post, a dir poco spettacolare, si nota un processo analogo occorso ad una tipologia di nubi di per se già molto particolare, le nubi lenticolari. Le nubi lenticolari si formano generalmente in aria stabile sottovento ad una catena montuosa, con un flusso intenso che si ondula lungo l’asse verticale per impatto con quest’ultima. Tecnicamente si parla di onde orografiche. Le ondulazioni del flusso portano la massa d’aria trasportata dal vento a salire di quota e poi a fermarsi e scendere per effetto della stabilità. Alla sommità di ogni ondulazione si forma una nube a forma di lente nella direzione del flusso.

Ma perché quel buco in mezzo alla nube della foto? Cercando in rete sul blog dell’autore della foto ho trovato una spiegazione che mi sembra molto plausibile. Per una volta non dovrebbe esserci alcun contributo esogeno. Le nubi lenticolari hanno al centro la loro parte più alta e quindi più fredda. L’altezza raggiunta dalla parte centrale in condizioni di adeguato contenuto di umidità, potrebbe aver dato luogo ad un processo di accrescimento della condensazione e quindi ad una precipitazione. Questa, a sua volta, produce una discendenza e un riscaldamento per compressione adiabatica, cioè restituisce allo strato inferiore la capacità di contenere una maggiore quantità di vapore acqueo allo stato gassoso. Così la parte inferiore della nube si dissipa ed ecco che si forma quella specie di buco, che poi tale non è perché non interessa tutto lo strato.

Fantastico. Irriproducibile. E tanto di cappello a chi è riuscito a cogliere con un obbiettivo l’attimo in cui la Natura ha disegnato in cielo l’astronave di Star Trek con un buco in mezzo :-).

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Published inAttualità

2 Comments

  1. Luigi Mariani

    Caro Guido,
    grazie per la splendida foto. Noto anzitutto che un altro buco si osserva anche nel piccolo Ac lenticolare in basso a destra. Inoltre colpisce quel che sta accadendo sulla cima dell’AC lenticolare più grande e cioè lo sviluppo convettivo con formazione di cumuli castellani. Dal post si ricava che la foto è stata scattata all’alba, alle 7.02 am, quando il bilancio energetico della cima delle nubi è molto negativo (in quanto domina l’irraggiamento verso lo spazio) e dunque favorevole alla genesi dei castellani. Penso siano tali nubi ad aver prodotto la precipitazione occulta con la conseguente genesi dei buchi, secondo il meccanismo da te descritto.

    • Luigi Mariani

      Ripensandoci, però, a me l’idea del dissolvimento delle nubi con il meccanismo che descrivi (dissolvimento da riscaldamento) non mi convince perchè il buco è al centro del “disco” della nube e ciò, guardando le foto sul sito originale, accade in ben tre nubi lenticolari.
      Il “buco” negli altocumuli mi ricorda (con un salto di scala che sarà fin che si vuole “pindarico” ma che la frattalità dei sistemi in esame ci concede a volte di fare) i “buchi” che si vede al centro delle aree nuvolose in alcuni cicloni tropicali o in alcuni vortici mediterranei o atlantici. Ignoro le ragoni di tali “buchi” ma penso siano legate alla dinamica del sistema.

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