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Prossimo inverno, le valutazioni del gruppo di ricerca sull’OPI -PARTE II – Possibile fase fredda sotto le feste natalizie

[box type=”info”] Alessandro Pizzuti, Riccardo Valente e Andrea Zamboni, del gruppo di ricerca sull’indice OPI, hanno aggiornato il loro punto di vista sulla stagione in arrivo (qui, il primo articolo). Buona lettura a tutti gli appassionati dell’inveno![/box]

Come promesso eccoci con il secondo appuntamento per discutere con maggior dettaglio l’evoluzione meteo climatica futura. La scorsa volta avevamo parlato di un incipit invernale abbastanza movimentato, caratterizzato da un discreto dinamismo in sede artica. Ed in effetti abbiamo assistito ad una nascita precoce di una buona wave 1 (Fig.1) che, alle basse quote, ci ha regalato, e ci sta regalando, un fine autunno-inizio inverno degno di nota. Ma, cosa più importante, alle quote maggiori, la suddetta wave 1 sarà causa di un movimento che potrebbe regalarci un bel mese di dicembre, soprattutto verso il periodo natalizio/inizio nuovo anno. Andiamo ad analizzare insieme questo movimento.

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Fig.1 Si nota una wave 1 che per la stagione presenta una elevata lunghezza d’onda e discreta stazionarietà con vortice ellitticizzato.

La spinta della wave 1 comporterà un progressivo spostamento delle masse artiche verso il settore eurasiatico (displacement), il quale innescherá la nascita di una nuova e ancor più vigorosa onda pacifica (wave 1). Durante questa fase di migrazione del core del vortice polare dal nord America/Groenlandia verso l’Eurasia, si assisterà senz’altro ad un rafforzamento del vortice polare troposferico, il che dovrebbe favorire un espansione dell’anticiclone delle Azzorre verso l’Europa (che a limite potrebbe essere interessata da una circolazione retrograda a carattere freddo innescata dal movimento del vortice polare).

Tuttavia, come detto, dovrebbe trattarsi di una fase relativamente breve, in quanto il vp sarà comunque sottoposto ad una spinta dinamica che lo porterà ad impattare il continente euroasiatico, favorendo l’innesco di una nuova ondata planetaria, la quale avrà un’ importanza cruciale per il tempo sotto le feste natalizie e forse anche per l’intero inverno. A tal proposito in seguito alla nascita della nuova onda anticiclonica pacifica (wave 1) potremmo avere 2  differenti sviluppi.

Caso 1

L’onda pacifica ha caratteristiche di elevata lunghezza e stazionarietá da bloccare la circolazione del vortice a tutte le quote. In questo frangente, soprattutto se la posizione dell’onda risulta tale da indurre il vortice polare a posizionarsi secondo un asse favorevole, riuscirebbe a nascere anche una vigorosa onda sull’opposto Atlantico (wave 2), il che indurrebbe il vortice polare verso un movimento di split accompagnato da un forte riscaldamento stratosferico a partire dalle alte quote.

In questo frangente i risvolti a livello troposferico sarebbero spostati più in avanti (grossomodo metà gennaio) ma sarebbero più duraturi (condizionamento da AO– per l’intera seconda metà invernale).

Caso 2

La wave 1 di metà dicembre, non avendo elevata capacità stazionaria, tenderebbe a traslare nuovamente verso il nord America, favorendo una nuova fase di displacement (Fig.2). In questo caso si potrebbe avere anche più di una rotazione, ciascuna delle quali causerebbe un veloce warming stratosferico sul settore euroasiatico ed un progressivo indebolimento del vortice polare a tutte le quote. Il processo si arresterebbe quando il progressivo rallentamento delle velocità zonali sarebbe tale da consentire una forte spinta dinamica dell”onda Atlantica (Anticiclone delle Azzorre) a cui sarebbe associata una forte discesa fredda sull’Europa, con successive caratteristiche di retrogressione molto fredda dal nord-est dell’Europa/Russia.

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Fig. 2 Si nota una wave 1 che verso la metà dicembre tenderebbe a traslare verso l’il nord America favorendo il displacement del vortice.

In riferimento a questa seconda casistica, a nostro parere la più probabile, è doveroso fare due importanti considerazioni. La prima è che, ciascuna delle suddette rotazioni, potrebbe favorire un avvicinamento delle masse artiche sull’Europa, con possibile coinvolgimento dell’Italia (da valutare). La seconda considerazione riguarda il numero di rotazioni necessarie ad indebolire il vortice polare a sufficienza, fattore da cui dipende la tempistica dell’evento freddo (forse gelido) finale.

A tal proposito l’evoluzione dell’andamento del vortice polare durante il mese di ottobre ci suggerisce che il culmine si potrebbe avere già verso Natale/inizio anno nuovo.

Fig. 3 Anomalia  geopotenziale a 500 hpa dei primi giorni della prima metà del mese di Ottobre 2015. Possiamo notare un displacement del vortice polare sul continente euroasiatico.
Fig. 3 Anomalia  geopotenziale a 500 hpa dei primi giorni della prima metà del mese di Ottobre 2015. Possiamo notare un displacement del vortice polare sul continente euroasiatico.
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Fig. 3a Media del geopotenziale a 500 hpa dei primi giorni della prima metà del mese di Ottobre 2015. Possiamo notare un displacement del vortice polare sul continente euroasiatico preceduto dall’accorpamento del vortice polare dapprima sul settore atlantico-goenlandese.
Fig. 4 Anomalia  geopotenziale a 500 hpa degli ultimi giorni della prima metà del mese di Ottobre 2015. Possiamo notare una forte anomalia polare dovuta ad una elevata attività ed intrusività dell’onda atlantica.
Fig. 4 Anomalia  geopotenziale a 500 hpa degli ultimi giorni della prima metà del mese di Ottobre 2015. Possiamo notare una forte anomalia polare dovuta ad una elevata attività ed intrusività dell’onda atlantica.
Fig. 4a Media del geopotenziale a 500 hpa degli ultimi giorni della prima metà del mese di Ottobre 2015. Possiamo notare anche in questa immagine come successivamente alla fase di displacement l’onda atlantica riesca ad essere intrusiva fino alle zone polari.
Fig. 4a Media del geopotenziale a 500 hpa degli ultimi giorni della prima metà del mese di Ottobre 2015. Possiamo notare anche in questa immagine come successivamente alla fase di displacement l’onda atlantica riesca ad essere intrusiva fino alle zone polari.

 

Al contrario però l’elevato livello iniziale delle velocità zonali potrebbe suggerire un numero di rotazioni più elevato e dunque una tempistica più lunga, arrivando anche a metà gennaio.

Fig.5  Stato attuale delle velocità zonali. Dalla carta si denota una condizione di elevate velocità zonali in area polare.
Fig.5  Stato attuale delle velocità zonali. Dalla carta si denota una condizione di elevate velocità zonali in area polare.

Al prossimo appuntamento saremo sicuramente in grado di stabilire quali delle 2 strade l'”atmosfera” deciderà di percorrere e dunque di decifrare con maggiore certezza l’evoluzione meteo climatica per le feste natalizie e per il prosieguo dell’inverno.

Un cordiale saluto a tutti, Alessandro Pizzuti, Riccardo Valente e Andrea Zamboni.

 

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Published inAttualitàMeteorologia

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