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COP23: Un “clima” salvifico

Con l’ultimo atto della nostra cronaca quasi quotidiana, abbiamo avuto modo di “toccare con mano” l’ennesimo nulla di fatto dell’ennesima Conferenza delle Parti dell’UNFCCC. Il clima del resto era noto, altrimenti non sarebbe stato annunciato un nuovo incontro a ranghi ristretti di un club ristretto ad appena due mesi da ora. E, altrimenti, non ci sarebbe stata la lettera aperta di Papa Francesco al presidente delle Isole Fiji, che presiedeva i lavori della COP23. In quella missiva, di cui raccomando la lettura, il pontefice definisce perversa la cocciutaggine di chi vorrebbe che il dibattito scientifico sul tema clima che cambia fosse un po’ più aperto. Cocciutaggine che, ahimè, anche il Papa qualifica come negazione.

Sicché, il prof. Benedetto Rocchi, dell’Università degli Studi di Firenze, ha mandato a sua volta una lettera al quotidiano Avvenire definendosi (sic!) negazionista impenitente in quanto ancora convinto che il metodo scientifico sia altra cosa. Il direttore del quotidiano ha accolto la lettera nella rubrica “Il direttore risponde”, ovviamente poi rispondendo. Trovate tutto qui e, ancora, prima di proseguire, vi pregherei di leggerle entrambe.

Qui di seguito, invece, trovate la controreplica che il prof. Rocchi ha scelto di affidare alle nostre pagine, cosa di cui lo ringrazio pubblicamente.

La risposta di Tarquinio mi sembra un esempio paradigmatico, con modulazione un po’ clericale, del vento ideologico che ancora soffia sul clima. Notate la successione degli argomenti.

1. L’impatto dell’uomo moderno e contemporaneo (ultimi tre secoli) sul clima è un crimine come il nazismo. Il direttore di Avvenire dichiara di voler “maneggiare con cura” l’esempio ma non mi sembra ci riesca molto. Decisamente notevole è il parallelo tra l’antisemitismo latente in Europa prima della Shoah e i cicli di riscaldamento e raffreddamento della Terra: credo che sia una novità assoluta nel dibattito sul clima. Un po’ inquietante però: a forza di dare del “negazionista” agli scettici sulle cause antropiche nel cambiamento climatico non vorrei che si finisse per attribuire loro anche altri cattivi pensieri…

2. Che l’azione dell’uomo stia accelerando il riscaldamento globale è “sempre più evidente” e quindi chi nega non è saggio (e magari, aggiungo io, è pure fesso). La mia predica popperiana sulle ipotesi scientifiche che devono essere vagliate dalla critica viene respinta al mittente. E io che mi preoccupavo della commistione tra fede e scienza che in passato ha creato così tanti equivoci nella storia della Chiesa!

3. Dobbiamo tutti diventare più buoni. Con un “serio eppure felice cambiamento degli stili di vita” riscaldare il mondo non con un “uso perverso della creazione” ma con il “fuoco dell’amore, della giustizia, della responsabilità, della solidarietà”. Un po’ di moralismo non guasta mai. Ovviamente su amore, giustizia, responsabilità e solidarietà sono completamente d’accordo: e immagino lo siano anche tutti i più biechi negazionisti climatici. Anche sull’adozione di stili di vita buoni e ambientalmente corretti (a parte il vegetarianesimo, perché da fiorentino mi mancherebbe troppo la bistecca) Marco Tarquinio con me sfonda una porta aperta: per merito dei miei genitori e di tutti gli educatori che ho incontrato non ho bisogno di sentirmi in colpa per il cambiamento climatico per evitare lo spreco di acqua o di energia o per fare la raccolta differenziata. Mi basterebbero le mie ragioni da economista (risparmio, efficienza) ma lo faccio anche perché il creato mi sembra un dono meraviglioso. Detto questo rimane però la domanda: cosa c’entra con la scienza?

“Discutiamo pure ma diamoci da fare” conclude il direttore di Avvenire. Come se la critica scientifica sulle cause dei cambiamenti climatici non fosse un “darsi da fare”. Invece no: “mentre gli scienziati discutono” dobbiamo “vivere e lavorare in modo giusto”, visto che abbiamo già capito tutto.

Che dire? Perché sussista una negazione, deve esserci una fede dall’altra parte, questo è ovvio. Si sperava, evidentemente sbagliando, che i temi scientifici non dovessero più passare dalla lente della fede per essere accreditati, ma, evidentemente, l’AGW e i suoi derivati hanno bisogno di una mano ultimamente…

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Published inAmbienteAttualitàCOP23

18 Comments

  1. Rinaldo Sorgenti

    Ringrazio il Prof. Benedetto Brocchi per avere avuto la lucidità di mettere in evidenza il deprecabile enorme danno che l’adesione alle teorie climatiche ha prodotto e continua a produrre, davvero incurante di quelli che sono i veri problemi dell’umanità.

    Mi ha nuovamente sorpreso e rammaricato (dopo l’enciclica) leggere le parole di Papa Francesco al Presidente della CoP23, perché chiaramente fanno un parallelo tra i supposti cambiamenti climatici (da costoro ritenuti antropici) e la povertà!

    Molto più opportuno ed apprezzabile sarebbe stato se il sommo Pontefice avesse voluto ricordare le miserevoli condizioni in cui vive oltre un terzo della popolazione mondiale e dove una delle principali cause è il mancato accesso di costoro a moderne e davvero razionali forme di Energia (quelle ben conosciute ed ampiamente disponibili: Fossili), ovviamente con l’impiego delle moderne tecnologie, per consentire a queste popolazioni di avere accesso allo sviluppo e superare le loro miserevoli condizioni di vita.

    Occorrerebbe quindi un “Piano Marshall” dell’Energia, finanziato dai Paesi OCSE, Anziché continuare a sperperare un’enormità di risorse economiche per cavalcare tali fuorvianti teorie climatiche.

    Ne trarrebbero un grande beneficio e noi tutti con loro!

  2. Andrea G.

    Grazie a Guido Guidi per avermi fatto leggere le iperbole terzomondiste e buoniste di chi non ha voce in capitolo.

  3. Massimo Lupicino

    In generale, continuo ad attenermi volentieri al proposito di non commentare certe enormità. Dico solo che sono sinceramente stupito dall’ostinatezza con cui il dibattito nella Chiesa cattolica si attorciglia oggi su temi ultra-laici e globalisti già ampiamente rappresentati da settori che vedono nella Chiesa stessa un nemico da abbattere, meritevole solo di scherno e di ribrezzo.

    Ci sono millemila ong di ispirazione dichiaratamente anticlericale e sostenute da forze politiche e gruppi di potere lontanissimi dalla sensibilità cattolica che gridano a gran voce le stesse cose. Mettersi sul loro stesso piano è una scelta per me francamente incomprensibile, non solo da un punto di vista religioso ma anche e soprattutto da quello comunicativo. A chi intende rivolgersi oggi questa Chiesa? Ai suoi fedeli? Usando le stesse argomentazioni di quei settori che ritengono il cristianesimo una ridicola reliquia medioevale?

    Evidentemente qualcosa mi sfugge, ma mi consolo col pensiero che la fede, così come la stessa etica laica, nascono da una esigenza interiore di spiritualità e di convivenza pacifica con i nostri simili, piuttosto che da un diktat dall’alto. Sono tempi difficili, e terribilmente confusi. Ognuno si aggrappi alla sua fede o al suo sistema personale di valori, fintanto che questi sono compatibili con gli elementi basilari di una sana convivenza civile tra esseri umani. Il rispetto per opinioni differenti dalle proprie è proprio uno di quegli elementi.

  4. Uberto Crescenti

    Non condivido ovviamente la risposta del direttore di Avvenire. Non è possibile ammettere che la Chiesa si occupi di Scienza senza averne la preparazione su temi scientifici di particolare importanza. L’uso della parola negazionismo non è affatto elegante, e tantomeno ritenere perverso chi la sostiene. Sarebbe stato più elegante usare la parola scetticismo, e soprattutto ancora più elegante se il santo Padre non si fosse occupato di questo tema, in cui ha sposato totalmente la ideologia catastrofista senza porsi il problema dell’orientamento della Scienza sul tema del clima. Nel mio ramo di scienze geologiche, ci sono state in passato varie occasioni di dibattito scientifico su argomenti di perticolare importanza. Così la comunità scientifica ha dibattuto anche aspramente la teoria della deriva dei continenti pervenendo dopo anni di accesi dibattiti alla verità. Così, per restare nel nostro Paese, per decenni si è dibattutto sulla cosiddetta autoctonia delle nostre catene montuose o sulla loro costituzione a falde di ricoprimento. E così via. Mai la Chiesa è intervenuta su questi dibattiti e ha avuto così un ruolo di guida religiosa non scientifica. Gli errori ricordati del caso Galilei testimoniano che la Chiesa non può uscire dal suo seminato senza provocare danni. Come purtroppo sta ancora avvenendo in fatto di clima. Una scelta veramente perversa.
    Uberto Crescenti

  5. donato b.

    Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
    Potrebbe essere il titolo di un post, ma preferisco che sia quello di un commento. Ho letto la lettera di Rocchi all’Avvenire e la replica del Direttore del giornale.
    Ho cambiato pagina ed argomento, ho cercato di riflettere, ma alla fine è stato più forte di me.
    .
    Nel 415 dC Ipazia fu uccisa da fanatici integralisti cattolici che vollero mettere fine alle “preoccupazioni” che la “libera pensatrice” alessandrina procurava al loro vescovo Cirillo e che lui esternava nelle sue omelie.
    Questo per dire che esistono persone più realiste del re, in questo caso più integraliste del Papa.
    Tanti potevano essere gli accostamenti, ma guarda caso, il dott. Tarquinio va a pescare proprio la Shoah e il negazionismo della stessa. Sarà veramente un caso?
    Neanche per sogno. Il pensiero di Tarquinio che emerge dal contesto di tutta la sua risposta, è del tutto coerente con gli integralismi laici di J. Hansen che invita ad intentare cause legali contro tutti coloro che si oppongono all’azione dei salvatori del mondo, riuniti nelle COP. E’ del tutto in linea con l’integralismo di Cook, Nuccitelli e tutta la schiera delle vestali del clima (i cui epigoni italici ogni tanto ci affliggono con le loro lamentazioni) che sostengono la diversità antropologica degli scettici.
    Il dott. Tarquinio dovrebbe stare molto attento nel fare paragoni con il passato. Probabilmente ha dimenticato i roghi degli eretici e delle streghe, i processi a G. Galilei ed il rogo di G. Bruno.
    In fatto di antisemitismo non credo che Tarquinio ed il suo giornale che è unanimemente riconosciuto come l’organo di stampa dei vescovi cattolici italiani, possa dare lezioni a nessuno. Le vicende di Torquemada e dell’Inquisizione, i circa centomila processi istruiti contro i marrani spagnoli e le circa duemila condanne a morte con cui molti di essi si conclusero, dovrebbero far riflettere circa l’atteggiamento dei cattolicissimi spagnoli nei riguardi degli ebrei convertiti al cristianesimo per forza e/o per opportunismo o che si rifiutarono di farlo. E che dire dei periodici pogrom che cli altrettanto cattolicissimi polacchi o i cristiani ortodossi russi hanno scatenato contro cli ebrei?
    .
    E se qualcuno avesse dubbi circa la considerazione che la chiesa cattolica aveva degli ebrei, andasse a leggersi la preghiera “Oremus et pro perfidis Judaeis” che è stata espunta dai messali cattolici solo da pochi decenni. Mi si dirà che “perfidis” significa “senza fede”, ma vallo a spiegare a chi, anche nella gerarchia, ha interpretato la locuzione con il più pragmatico “perfidi” e, lavorando di fioretto, ha legittimato le ancestrali pulsioni anti ebraiche che da sempre alimentano buona parte del genere umano. Ed è proprio sfruttando queste pulsioni che coloro che progettarono ed attuarono la Shoah, riuscirono ad avere l’appoggio esplicito e/o implicito di milioni di cristiani che, stranamente non sapevano, non vedevano e non parlavano.
    E mi fermo qui, altrimenti potrei fare molti più danni di quelli che ho già fatto. 🙂
    Ciao, Donato.

    • Benedetto Rocchi

      Caro Donato comprendo le sue motivazioni ma non vorrei che facendo di tutte le erbe un unico fascio si finisca per fare lo stesso errore di Tarquinio. Del resto anche la scienza storica ha le sue regole di metodo e non penso sia corretto mettere sullo stesso piano il caso Galileo, il caso Bruno, l’inquisizione spagnola, i pogrom contro gli ebrei nell’Europa orientale e l’evoluzione della liturgia cattolica… il discorso sarebbe troppo lungo e forse Climate Monitor non sarebbe il luogo adatto.
      Io non contesto in alcun modo il diritto dovere della Chiesa Cattolica di definire una dottrina sociale, anche sui temi ambientali: semmai la mia preoccupzione è che questo avvenga in un corretto rapporto tra fede e ragione. Che francamente faccio fatica a trovare nella risposta di Tarquinio. Cordialmente BR

    • Gianni

      Grazie al professor Rocchi di avermi anticipato. il commento di cui sopra è sbagliato nel tono e nei contenuti, mettendo insieme cose diverse tratte dal passato (anche remoto) e ripetendo consolidati luoghi comuni. I fatti del passato andrebbero valutati con obiettività, nel contesto in cui si sono verificati, un contesto che spesso ci sfugge (come nel caso dell’uccisione di Ipazia: http://www.ilgiornale.it/news/ipazia-martire-usata-clava-contro-i-cristiani-barba-storia.html).
      Come dice giustamente lei, Climate Monitor non è il luogo adatto per approfondire i fatti che sono stati evocati, quindi mi fermo qui.
      Ma visto il riferimento fatto all’antisemitismo, mi piace terminare con un ricordo dell’emblema stesso della scienza (che è cio’ che ci interessa qui), l’ebreo Albert Einstein: “Soltanto la Chiesa si oppose decisamente alla campagna di Hitler per sopprimere la verità. Non mi ero mai interessato alla Chiesa prima di allora, ma adesso provo ammirazione e stima per la Chiesa, poiché sola ebbe il coraggio e la perseveranza di difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Sono costretto ad ammettere che quel che una volta disprezzavo ora ammiro incondizionatamente” (https://it.wikiquote.org/wiki/Albert_Einstein)

    • Alex

      ” potrei fare molti più danni di quelli che ho già fatto”

      Da qundo la verita’ storica, seppure scomoda per qualcuno, fa danni?

      Il termine “negazionista” riferito alle questioni climatiche e’ stato volutamente introdotto per suggerire a quelli a corto di argomenti, come il Sig. Tarquinio, un facile, ma fuori luogo ed offensivo accostamento alla Shoah.

    • robertok06

      ‘In fatto di antisemitismo non credo che Tarquinio ed il suo giornale che è unanimemente riconosciuto come l’organo di stampa dei vescovi cattolici italiani, possa dare lezioni a nessuno.’

      Senza tornare a Torquemada e la Santa Inquisizione basterebbe ricordare la testa girata dall’altra parte di papa Pio XII durante la guerra.
      Non noto’ nulla di strano nel trattamento degli ebrei abitanti nel III Reich…

    • Gianni

      Che tristezza leggere ancora queste accuse infamanti su Pio XII, accuse totalmente false e ampiamente smentite. Tanto per dirne una: “Quando Pio XII morì, tutte le comunità ebraiche nel mondo e le autorità di Israele onorarono la memoria di quel grande pontefice” (http://www.lanuovabq.it/it/messori-pio-xii-non-fu-uno-schindler-e-un-santo).
      Ma la parola dell’ebreo Albert Einstein che ho riportato in un precedente commento dovrebbe da sola bastare a dissipare ogni dubbio.

    • Andrea Beretta

      Da cattolico mi permetto di dissentire…i luoghi comuni su quanto la Chiesa fosse stata cattiva in passato non li vorrei discutere qui, e non penso sia il luogo adatto. Ciò che vedo io non è però, oggi, l’eterno conflitto fede contro, ma qui si tratta di fede nella scienza. In sostanza una volta la Chiesa si opponeva a chi negava la fede (cioè Gesù Cristo)…oggi si oppone a chi nega il riscaldamento climatico. Quindi quello di
      Avvenire non lo definirei nemmeno clericalismo o oscurantismo, ma semplicemente banale conformismo alla moda imperante. E da cattolico, ciò mi dà molto fastidio. Non commento le parole del “papa” perché da cattolico se lo facessi rischierei la scomunica…

    • Fabrizio Giudici

      Mi associo ai commenti sopra: su streghe, Pio XII, antisemitismo, eccetera, senza voler passare da un eccesso all’altro, si verifica lo stesso schema di disinformazione a cui oggi assistiamo sul clima: basta andare a mettersi con calma a leggere i documenti dell'”altra campana” e ci si rende conto della cosa. Ma, certo, è difficile se non impossibile stare dietro a tutto.

      Tornando al nostro argomento, il problema è molto semplice: l’errore è associare il cattolicesimo ad Avvenire, che ormai non c’entra più con il cattolicesimo. Semplicemente è un giornale che, ridotto come quasi tutti gli altri, non fa altro che obbedire al suo editore, e l’editore è un gruppo di potere che si è installato in Santa Sede, gruppo di potere che – di nuovo – con il cattolicesimo poco c’entra, essendosi messo al rimorchio dei grandi poteri del Nuovo Ordine Mondiale, ONU in testa. Così come per l’AGW, bisogna solo avere pazienza – molta pazienza – e i castelli di bugie prima o poi verranno tutti giù fragorosamente.

      PS Aggiungo solo che una testata cattolica ha recentemente mostrato che Avvenire modifica tranquillamente i testi delle lettere che pubblica, per depotenziarli. Evidentemente non è capitato nel caso del prof. Rocchi, sennò ce l’avrebbe detto, ma questo basti per capire con chi abbiamo a che fare.

      PPS Vorrei aggiungere un ringraziamento personale al prof. Rocchi, non solo per la questione scientifica in sé, ma per la pacatezza dei suoi toni: cosa che mi dà un grande insegnamento (cattolico, in questo caso).

  6. Fabrizio Giudici

    D’altronde Avvenire usa lo stesso metodo (che, non essendo io un prof., definisco popolarmente “da supercazzole”) anche per le questioni religiose, che sono il suo “core business”, figuriamoci per il resto…

  7. Luigi Mariani

    Caro Guido,
    La teoria AGW ha svariate eccezioni (gli interglaciali precedenti al nostro molto più caldi dell’attuale, l’assenza dell’hot spot della media troposfera, le mancate evidenze sul’incremento di molte tipologie di eventi estremi, solo per citarne alcune) e su queste eccezioni è necessario dibattere, anche perché il dibattito non può che far del bene alla teoria stessa.
    Da ciò desumo che papa Francesco (che ho sentito recentemente sul tema anche in una sua intervista mentre tornava da un recente viaggio in sud America) sbaglia a intervenire a gamba tesa nel dibattito scientifico sul cambiamento climatico, e sbagliano di più i suoi esegeti come il direttore dell’Avvenire a tirare in ballo la Shoah, poiché il parallelismo fa negazionismo climatico e altri negazionismi è risibile per n motivi (e non volendo citare casi personali mi limito a richiamare la posizione del fisico israeliano Nir Shaviv).
    Non capisco poi cosa c’entri la morigeratezza con il dubbio scientifico. Vogliamo parlare di impatto ambientale di quei barnum che sono i 23 COP?
    Grazie di cuore al professor Rocchi per aver buttato il sasso in piccionaia!
    Luigi

    • Luigi Mariani

      … visto che il povero contadino peruviano accusa la multinazionale della CO2 in più, attibuendole di fatto tale responsabilità, mi domando se la multinazionale tedesca non possa far pesare al contadino peruviano la produzione in più che ha ottenuto “gratis” in questi anni grazie ai più elevati livelli atmoferici di CO2 (è grossomodo un +20% l’anno).

  8. MAXX

    3 secoli si dice … guarda un po’ da quando l’uomo si è liberato dalla schiavitù della povertà … una coincidenza ?
    In quanto alla shoah che dire, mi vengono i brividi per cotanto avvertimento.

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