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Brutti sogni

C’è una scena di un film di qualche anno fa che mi ha colpito in modo particolare. La pellicola era “L’uomo bicenternario” e la scena rappresentava una bella assise mondiale composta da genti di tutte le etnie chiamata a pronunciarsi su questioni etiche. Un sogno per l’umanità, non a caso ripreso più volte dalle arti dello spettacolo e dell’intrattenimento, forse al pari del desiderio di conquista dello spazio.

Beh, oggi quel sogno sta per diventare realtà. Ne abbiamo già parlato qui , in tempi per così dire non sospetti, nel post “Dal Global Warming alla Global Governance”, sottolineando come la lotta al cambiamento climatico, animata da presunte ragioni di necessità ed urgenza, fosse di fatto un grimaldello per obbiettivi ben più alti. Il percorso è lineare. Per esercitare il controllo occorre controllare le risorse finanziarie che arrivano dai cittadini per mezzo delle attività produttive e della tassazione. Scrivere norme che regolino le prime e impongano le seconde per poi raccoglierne i frutti assicura il risultato. Questo è quello che fanno gli stati. Nell’occidente e nel resto del mondo libero, per assicurare il massimo della partecipazione alle decisioni e la salvguardia degli interessi di tutti, queste regole le scrivono delle assemblee elettive, nel rispetto del principio che ha visto le forme di governo evolversi dalla democrazia partecipativa dell’antica Grecia a quella rappresentativa degli stati moderni.

Dare a questa forma un respiro globale e transnazionale è appunto un sogno. Peccato che rischi di trasformarsi in un incubo, perchè gli organi che ci si propone di creare perchè siano investiti di questo gravossissimo compito non sono elettivi, ma sono piuttosto espressione di élite, associazioni e movimenti, che con specifico riferimento ai temi del clima e dell’ambiente saranno pure in buona fede, ma sono lontani anni luce dal rappresentare tutti i cittadini, essendo fondati sull’ideologia e su basi scientifiche traballanti e largamente incomplete.

Nella bozza del trattato che si cercherà di siglare nel prossimo dicembre a Copenhagen, c’è esattamente questo, la generazione di un governo globale che indichi e regoli le azioni da intraprendere per combattere un nemico che non c’è, sanzionando adeguatamente gli inadempienti. La firma sarà certo solo il primo passo, poi arriveranno le ratifiche, per le quali ricomincerà il balletto di Kyoto. Pochi però saranno i leader o i governi interni che vorranno, potranno o sapranno resistere alla gogna mediatica imposta dai salvatori del mondo, e quindi alla fine la sovranità sarà ceduta.

A chi? A gruppi non democraticamente eletti che non sostengono e non sentono il peso della delega ricevuta in sede rappresentativa, e agiscono per ideologia, nel qual caso, ripeto, senz’altro in buona fede, oppure sono efficacemente sostenuti da lobby finanziarie come quella del Carbon Trading, cioè in questo caso un po’ meno.

L’Europa insegue questo sogno da un cinquantennio, nel corso del quale abbiamo più volte compreso quanto sia comunque impervia la strada che conduce alla formazione di organismi sovranazionali pur se democraticamente eletti, che agiscano in nome e per conto dei cittadini dei singoli stati. E’ opportuno sapere che le norme emanate da questi organismi entrano nell’ordinamento giuridico interno con il rango di leggi Costituzionali, perchè così è scritto nelle Costituzioni di molti paesi, compreso il nostro, ed assumono quindi importanza fondamentale. Agli stati non resta che adeguarsi, pagando spesso a caro prezzo la ricerca dell’interesse comune.

E questo è giusto, ma quale sarebbe nella fattispecie l’interesse comune? Porre un freno alle origini antropiche del cambiamento climatico che sono scientificamente lontane dall’essere provate, scongiurare che si realizzino previsioni di catastrofi che nessuno ha mai validato e che già ora mostrano chiari segni di inattendibilità, ignorare che il problema è locale e non globale e dunque deve essere affrontato sul suo terreno, non nelle austere sale di mastodontici apparati burocratici autoreferenziali ed elitari e ancor meno nei piani alti della City o di Wall Street.

Che il clima cambi per causa nostra o meno, siamo sicuri di volere che a decidere cosa e come fare siano dei signori che si sono presa la delega senza che un adeguato processo democratico l’abbia loro concessa?

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Published inAttualitàNews

10 Comments

  1. Cari tutti,
    su queste pagine ci siamo già inutilmente accapigliati sulle attribuzioni di responsabilità in ordine alle problematiche ambientali. Non è questo l’oggetto di questo post e, soprattutto, non è comunque il caso di generalizzare. Avrete notato che non ho usato la parola “ambientalisti” e l’ho fatto volutamente, perchè preferirei che non si finisse con la solita battaglia tra pro e contro questa o quell’altra cosa, nella quale qualcuno potrebbe sentirsi chiamato ingiustamente in causa. Il discorso, se mi permettete, è parecchio più ampio, ed attiene alle modalità con cui per ragioni ancora da accertare, si progetta di definire regole cui tutti dovranno attenersi. Il fatto che qualcuno possa trovare queste regole rispondenti alle proprie convinzioni non è comunque una buona ragione per accettarle, qualora il processo che si dovesse attivare per giungervi fosse poco chiaro. Forse per le pagine di CM è uno sconfinamento eccessivo, me ne rendo conto, ma l’argomento ha suscitato la mia curiosità e questa mi sembra una buona ragione per discuterne. Evitiamo però di puntare il dito contro qualcuno, non credo che questo ci porterebbe comunque molto lontano.
    gg

  2. Daniele Gamma

    Ma, infatti io l’ ho detto che si tratta di episodi, anche se un episodio durante il quale vengono superati 4258 record di freddo, credo sia degno di nota.

    Io, per adesso, ho freddo. Aspettiamo….

  3. Caro Giordano, nessun rimbrotto, l’ironia è il sale della comunicazione. Direi che si può considerare peggiorativo il fatto che tutto ciò avvenga per pressione esterna e non interna, se così fosse infatti, significherebbe che comunque la decisione è partecipata, almeno da qualcuno. Se poi decidessero qui e fuori da qui di occuparsi sul serio dei temi ambientali, piuttosto che appiattirsi sulla questione climatica forse si raggiungerebbe anche qualche risultato. Da tutto ciò, vanno rigorosamente tenuti fuori tutti quelli che per l’ambiente fanno tanto, ovvero la gran massa di volontari che per fortuna esistono anche da noi.
    Mi permetto di rispondere anche per Daniele. Questi episodi di freddo, come quelli di caldo, non mi fanno nè caldo nè freddo :-), proprio perchè attengono al tempo e non al clima. Ad ogni modo, sarà interessante vedere, nel lungo periodo, se tali eventi sono riconducibili ad una tendenza della circolazione generale atmosferica ad orientarsi verso l’accentuazione della zonalità o dei moti meridiani. Quello sì, potrà essere riconducibile al clima. Sino ad allora, solo previsioni del tempo.
    gg

  4. giordano monti

    Guidi, se ha fatto brutti sogni, non può essere perchè ieri sera ha mangiato troppo pesante?
    Battute a parte, ma lei in che nazione vive? Qua gli ambientalisti (e simili) non riescono non dico a fermare, ma neppure a mitigare gli scempi dell’ambiente più clamorosi (parlo per esperienza), e lei mi dice che stanno per imporci nientepopodimeno che il nuovo ordine mondiale? Suvvia, siamo realistici. E stasera, a cena, provi con un brodino.

    @daniele gamma. Non si è sempre detto, anche in questo blog, che per parlare di tendenza del clima bisogna esaminare periodi di molti anni e dati globali?

    Ps: sì, lo so sono stato molto e inultilmente polemico! Attendo il meritato rimbrotto 🙂

    • Non so se lei abbia ragione, sig. Monti.
      Pensando a quello che è successo nel 1986 sul nucleare, al di là se uno è favorevole o meno, quel referendum fu vinto perché la campagna degli “ambientalisti” ha soffiato sulle paure degli italiani.
      Al momento giusto e soprattutto qui in Italia, gli “ambientalisti” riescono quindi a imporsi per scelte così fondamentali.
      Oppure guardi a dov’è il tunnel del Frejus.
      Oppure guardi alle pale eoliche in tutto il nostro meridione.
      Insomma, prima di scartare l’ipotesi della scarsa influenza degli “ambientalisti”, avrei bisogno di un altro po’ di tempo per pensarci.
      Sono d’accordo con lei che certi scempi non sono stati evitati, probabilmente perché alcuni eventi simbolo, non so…il clima o il ponte sullo stretto, prendono ogni loro energia. Chissà.

    • giordano monti

      Mezzasalma, in ossequio al suggerimento di Guidi, (non voglio accapigliarmi con nessuno nè andare troppo OT) mi limito solo a unna breve risposta. Personalmente non sono ideologicamente contrario al nucleare, anzi, ma non credo che l’abbiano davvero bloccato gli ambientalisti. Lo sviluppo delle centrali si è fermato in tutto il mondo, non solo in Italia. Credo sopratutto per colpa dei costi e del difficile smaltimento delle scorie. Quanto al resto, penso sopratutto alla cementificazione del territorio, le denunce e gli allarmi non hanno sortito quasi alcun effetto, e potrei continuare con altri esempi.

    • Luca Fava

      Mi spiace contraddirla; in Italia il Nucleare fu fermato da un referendum fatto sull’onda emotiva del disastro di Cernobyl.

    • Qualche tempo fa ne abbiamo parlato (http://www.climatemonitor.it/?p=29#more-29). Perdonate il lay out dell’articolo ma nel frattempo abbiamo cambiato parecchie cose. Ad ogni buon conto ci sono i famosi quesiti referendari ed una interessante discussione nei commenti.
      gg

  5. Daniele Gamma

    …. e in europa:

    11-17 Ottobre, scarti fino a -7°C

    Il freddo che per oltre due settimane ha insistito sugli estremi stati settentrionali ha allargato le proprie maglie anche ai settori centro meridionali del Vecchio Continente. Secondo i dati del CPC del NOAA tra l’11 e il 17 ottobre circa l’85% del territorio europeo ha registrato temperature al di sotto della media stagionale. Gli scari più marcati, compresi tra -5°C e -7°C hanno riguardato gli Stati Alpini, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia, gran parte del comparto baltico, la Finlandia meridionale e i Balcani centrali. Altrove anomalie oscillanti tra -1°C e -4°C. In Italia punte di -4°C/-6°C osservate al Centrosud.

    http://www.3bmeteo.com/ajax_img.php?F=/flashnews_images/1255943342-wctan1.gif&keepThis=true&TB_iframe=true&height=400&width=500

    D’ accordo, sono episodi, poi pero’ vedremo come chiuderà Ottobre a livello globale, e magari
    qualcuno ne’ terra conto?
    Non credo.

    DG

  6. Daniele Gamma

    E intanto……

    Battuti 6257 record giornalieri

    http://www.3bmeteo.com/flashnews_images/1255943522-clrtanom.gif

    Secondo il NOAA/NWS negli Stati Uniti tra il 10 e il 18 ottobre sono caduti 6257 record giornalieri. Di questi 859 riguardano cumulati di pioggia, 297 accumuli di neve, 369 temperature massime assolute, 785 minime assolute, 3473 massime più basse e 474 minime più alte. In definitiva, a livello termico, sono stati messi a segno 4258 record di freddo e 843 record di caldo. L’ago pende marcatamente verso le anonalie negative, come del resto possiamo notare osservando l’immagine che correda la flash. Scarti negativi così marcati ed estesi sono cosa rara, specie in tempi di global warming.

    Anche qui in Europa non è che faccia cosi’ tanto caldo…

    Saluti

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