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Aggiornamento Outlook inverno 2019-2020

Nel precedente Outlook abbiamo molto velocemente analizzato la situazione e avanzato una previsione di MMW tra la fine di dicembre e i primi di gennaio che ormai, lo dico subito, è del tutto tramontata. In verità scrivo questo articolo quale approfondimento alla risposta al commento di FabioDue che suggerisco di leggere prima di inoltrarsi nella lettura di questo articolo.

Vorrei prima di tutto rivolgermi ai tanti appassionati di meteorologia e degli inverni rigidi e magari nevosi per sfatare, spero una volta per tutte, la leggenda metropolitana secondo la quale gli eventi estremi stratosferici di riscaldamenti improvvisi contraddistinti dalla scissione del vortice, offrono la possibilità quasi matematica di imponenti invasioni di aria artica continentale sul bacino centrale del Mediterraneo. Se si guardano le statistiche si scopre tutt’altra realtà, ma fatto sta che il mito dell’evento a cavallo tra la fine di  dicembre del 1984 e i primi del gennaio 1985 sopravvive oltre ogni oggettività e si tramanda ormai di generazione in generazione. Gli eventi estremi stratosferici sono sempre conseguenza di circolazioni e forzanti troposferiche che finiscono per condizionare la stratosfera e, come in un gioco di sponda, di intensificare o meglio estremizzare per un breve periodo di tempo, amplificandoli, gli effetti in troposfera per poi riprendere le condizioni di pre-evento.  Chiusa questa parentesi veniamo alla situazione attuale in chiave di possibile lettura dell’evoluzione futura.

Come prima cosa possiamo vedere in figura 1 la posizione assunta del centro di massa e dell’asse del vortice polare stratosferico segnatamente alla quota isobarica di 10hPa nei primi venti giorni del mese corrente.

Sia l’asse che il centro di massa sono stati favorevoli allo scivolamento della prima onda verso il continente nord americano, instaurando un continuo tira e molla tra repentini riscaldamenti stratosferici sul lato siberiano con aumento dell’eccentricità del vortice e relativa flessione delle velocità zonali e successivo nuovo approfondimento e nuova accelerazione, dovuto allo scivolamento dell’alta pressione stratosferica delle Aleutine, innescando lo schema spiegato nel precedente articolo. A mancare è la stazionarietà della prima onda e, quindi, una efficace partenza in risonanza della seconda onda. Nella realtà i flussi di calore sono stati quasi sempre divergenti o meglio identificati come equatoward e quasi mai convergenti o meglio poleward. Inoltre, l’attività dei flussi di calore come visibile nelle figure 2, 3 e 4 rispettivamente dei flussi di calore, degli eventi calcolati su un intervallo di 40 giorni e della loro previsione tendenziale a 30 giorni, escludono una qualsivoglia imminente possibilità di evento stratosferico estremo di tipo warm sancito dal raggiungimento e/o superamento della soglia di +5,5K m/s.

A testimonianza di quanto descritto vediamo le figure 5 e 6 rispettivamente del vento zonale alla quota isobarica di 10hPa a 60°N di latitudine e la temperatura alla stessa quota tra 60°N e 90°N. Più interessante è il grafico in figura 7 inerente il tipo di circolazione.

Come è possibile notare, ad eccezione della terza decade di novembre, alla quota isobarica di 10hPa la circolazione prevalente è stato di tipo barotropico, cosa che ha favorito l’approfondimento e il raffreddamento del vortice. Dalla fine della prima decade di dicembre la circolazione è divenuta baroclina ma secondo le attese di tipo climatologico e anche nei prossimi giorni, oscillerà lungo la curva climatologica. Questo ci indica che difficilmente si potrà avere un ESE cold. In figura 8 notiamo che ad oggi il modello GFS prevede il superamento della soglia di +1,5 del NAM, ma tale dato non è supportato né dall’indice SEI (Stratospheric Event Index) e neppure dai singoli dati dei flussi di calore, quindi credo che nei prossimi giorni assisteremo ad un cambio di direzione del modello americano.

 

Anche il grafico di figura 9 delle anomalie del geopotenziale alle basse e alte latitudini ci conferma una prossima tendenza ad nuovo approfondimento del vortice, ma l’aspetto più interessante è l’anomalia delle basse latitudini che permane debolmente negativa. Lo sviluppo di un ESE cold è rilevabile da un sensibile aumento dell’anomalia del geopotenziale alle basse latitudini e una altrettanto sensibile diminuzione alle alte latitudini tale da terminare una forte chiusura del vortice a cui segue un sensibile raffreddamento e intensificazione della circolazione zonale.

L’evoluzione che ha avuto sin qui il vortice polare stratosferico è a mio avviso da attribuirsi alla quasi totale assenza della MJO, con deficit di ampiezza e posizionamento che si prevedono perdurare anche nelle prossime settimane, come ben visibile nelle figure 10a e 10b rispettivamente del modello GFS-GEFS e ECMWF. Per questo motivo dalla stratosfera non dovremmo aspettarci grosse novità nel medio periodo. Faccio presente che tale situazione è sovrapponibile con il grafico d’onda dell’IZE pubblicato nell’articolo precedente, pur in presenza allora di una errata interpretazione. Infatti l’attività d’onda prevista proseguirà lungo quel grafico ma, senza una buona presenza dell’attività convettiva equatoriale tra le zone 5-6-7, non potrà produrre disturbi efficaci a minare l’equilibrio del vortice polare stratosferico.

 

Dunque lo sguardo deve rimanere in troposfera e la dinamica da ottobre a questa parte indurrebbe a ritenere che nel proseguo della stagione invernale – già a partire dalla prima decade di gennaio – dovrebbe manifestarsi un cambio di circolazione che dovrebbe portare gradualmente alla formazione di anticicloni alle alte latitudini europee e porre in fase depressionaria il Mediterraneo centrale. Se ciò troverà riscontro le regioni maggiormente colpite saranno quelle settentrionali, che potrebbero trovarsi nella zona di confluenza tra aria fredda continentale e aria più mite e umida proveniente dall’Atlantico. Vedremo nelle prossime settimane se quanto ipotizzato troverà riscontro o meno.

Colgo l’occasione per augurare a tutti Buon Natale e felice Anno Nuovo.

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Published inAttualitàMeteorologiaOutlook

22 Comments

  1. paolo

    salve signor colarieti sono un tifoso della natura e volevo sapere come la pensa per il proseguio dell inverno!lasci stare fulvio che parla di pancia e di questi tempi è meglio far andare la testa pur sbagliando ma ci si prova!è facile giudicare ma difficile proporre!

  2. Fulvio

    Sig. Tosti, cosa vuole che le dica?
    Ha ragione lei.
    Buona serata.

  3. Vedi Fulvio questo inverno ci ha fornito molte informazioni e spunti di riflessioni, più di quante tu possa immaginare.
    In base a ciò che scrivi si evidenzia che per te quello che conta è il risultato di un inverno così uguale a tanti altri con lo stesso identikit, mentre per me è molto diverso dai precedenti che hanno apparentemente fornito lo stesso risultato. Ma la tua interpretazione si ferma solo a questo aspetto assolutamente superficiale. Io non sono amante né degli inverni freddi e umidi e neppure di quelli secchi e miti; io sono amante della conoscenza e cerco attraverso lo studio, quale faro che ci distingue dagli altri esseri viventi, di avvicinarla. Hai idea di cosa comporti in termini fisici un ESE? Per darti una risposta rapidissima ti suggerisco di leggerti il mio pensiero in risposta al commento di Simone. Non ho cambiato idea, anzi le dinamiche in atto e previste dai modelli deterministici mi danno già ragione. In scena non c’è un Evento Stratosferico Estremo ma un Low Heat Flux Event (vedi sempre letteratura) che differisce sia nella dinamica che nella durata rispetto ad un ESE. Sono altresì convinto che ciò che per me è completamente diverso per te è assolutamente uguale poiché convengo con te che nel medio-lungo termine le cose in troposfera non cambieranno molto.
    CarloCT

  4. Fulvio

    Visti le dinamiche in atto, Sig. Tosti, continua a negare l’ESE di tipo cold? No, perchè ci siamo dentro da 2 giorni ormai, Nam o no Nam, l’evento stratosferico estremo si è concretizzato. Ora saranno da vedere le conseguenze che produrrà nei piani inferiori, anche se il danno ormai è stato fatto da settimane, la breve parentesi di artico marittima prevista per questo fine settimana non intaccherà poi l’evoluzione successiva con VPT nuovamente ben compatto con alle latitudini inferiori cinture di alte pressioni coricate sui paralleli.
    Da vedere poi cosa potrebbe accadere a febbraio, ma se tanto mi da tanto, questo inverno è l’ennesimo insuccesso in fatto di configurazioni propense a portare un clima non dico freddo, ma almeno da media 71/00. Ormai è un classico, indici favorevoli o contro, l’inverno su 3/4 d’Europa è solo un ricordo.
    Era prevedibile tutto ciò? Secondo me si, con un clima ormai destinato a scaldarsi sempre più, inutile puntare sul cavallo perdente ogni anno… anche se lodevole l’impegno che uno ci può mettere.
    Saluti.

  5. Fulvio

    Sig. Guidi, io capisco benissimo la conoscenza, la professionalità, il tempo che il Sig. Tosti mette ogni volta che pubblica qui un suo outlook, su questo non si discute nemmeno 1 secondo, sia ben chiaro, la persona e la sua professionalità non sono in dubbio. Questo non toglie, che come ogni professionista che mette a disposizione di tutti il proprio lavoro non possa essere diciamo criticato, uso questa parola anche se risulta essere un pò pesante. E non si critica il lavoro svolto, la sua conoscenza infinita della materia, ma come ho già scritto varie volte, il fatto che ogni anno dovrebbe verificarsi un MMW, uno split, circolazioni che portino freddo e comunque periodi di sotto media per quanto riguarda le temperature. Non ho mai letto un outlook che potesse in qualche modo predire un clima mite, anticiclonico o autunnale. In questi ultimi anni, non può negarlo nemmeno lei, gli inverni italiani sono ormai diventati delle propaggini dell’autunno o degli anticipi di primavera, con qualche sparuto periodo freddo, che quasi sempre va a coinvolgere il centro sud, come in questi giorni, come nel 2014 ecc. Se, come ho letto, le regole dello sfondamento Nam non valgono più come prima, allo stesso tempo tutto il resto non vale più come prima, visto l’enorme cambiamento climatico in atto. Non serve avere un termometro per misurarlo, basta vedere le lumache che girano ancora al nord la sera nonostante faccia freddino la notte, oppure alle mosche che continuano a posizionarsi sui muri al sole nel pomeriggio. Cose che fino a qualche anno fa erano impensabili.
    Bene, spero di essermi spiegato, io ho la conoscenza zero in materia rispetto a Voi, ma osservo il clima da quasi mezzo secolo e in questo mezzo secolo purtroppo, ho visto cambiamenti considerevoli, a senso unico. E visto come stanno le cose, a me sembrano molto più realistiche le proiezioni del modello Ecmwf, del Met Office, della Nasa, del Ncep piuttosto di questo.
    Perdoni la schiettezza.

  6. Ciao Simone,
    infatti è proprio questo il problema di cui ho accennato alla risposta a Fulvio indicando come la situazione non più complessa di tante altre ma che possiede diverse contraddizioni.
    Se hai un po’ di pazienza ho appena iniziato a scrivere un altro aggiornamento che spero, compatibilmente con il tempo che posso dedicarci, di riuscire a pubblicare verso la fine della settimana o al più tardi l’inizio della prossima. Posso però anticiparti che a mio modesto avviso non si avrà l’ESE cold se non evidenziato nel numero del NAM10hPa.
    Ormai è qualche anno che vado scrivendo che il valore del NAM non è di per sé esaustivo nell’interezza dei casi a descrivere sempre e comunque il conclamarsi di un evento stratosferico estremo. Ricordo che un evento stratosferico estremo trae origine da un’anomalia dell’attività d’onda troposferica che si evidenzia attraverso il tracciante dei flussi di calore traendo spesso origine da un’alterata attività convettiva tropicale a sua volta indice di alterazioni della quantità di calore latente e sensibile (vedi anche l’ENSO). Il vortice circumpolare è assai sensibile a queste variazioni di energia disponibile con mutamenti sia nel numero delle onde che nella loro estensione meridiana. Tale dinamiche acquisiscono le caratteristiche di vero e proprio impulso in grado di trasferirsi verso l’alto e raggiunta la stratopausa venire riflesso di nuovo verso il basso. Nel moto di ritorno l’impulso diviene maggiore di quello in partenza finendo per esacerbare ancora di più la circolazione zonale o antizonale. Questa è brevemente, e forse fin troppo sbrigativamente, la dinamica T-S-T.
    Dunque un ESE, come da letteratura, non si risolve in breve tempo e meno che meno non può partire cold e divenire warm o viceversa nello spazio di una o due settimane o poco più ma è un vero e proprio terremoto atmosferico che per tornare a condizioni pre-evento impiega un tempo non inferiore ai 50-60 giorni (tempo medio di condizionamento troposferico) con fenomenologia che può evidenziarsi, a seconda del periodo stagionale, anche fino a 90 giorni.
    Una interessante novità, che forse meriterebbe più di una semplice annotazione andando ad aggiungersi ai vari indizi troposferici secondo un graduale cambio di massa, sta nel fatto che la dinamica in atto, con il senno di poi a ben vedere originata dagli eventi a cavallo tra la fine di novembre e i primi di dicembre, fosse stata compiuta diciamo anche solo un tre anni fa, avrebbe quasi sicuramente conclamato un vero e proprio ESE cold. Come ho già scritto il modello IZE con la previsione dell’attività d’onda ha funzionato e sta funzionando perfettamente, nell’articolo lo evidenzierò meglio. Il problema vero o per meglio dire la difficoltà sta nel riuscire a dare giusta interpretazione a quei dati trasformandoli nell’esercizio di una previsione stagionale.
    CarloCT

  7. Simone

    Grazie infinite Dott. Tosti per gli aggiornamenti dell’outlook che seguo sempre con interesse.
    Lasciando da parte la previsione e ragionando su quanto è già avvenuto, possiamo affermare in base alla letteratura che ci sia stato un evento ESE cold? Capisco di no, come ben spiegato nell’outlook del 2018, in cui non basta superare la soglia del NAM a10hp ma occorre che nei giorni antecedenti ci sia stata una specifica dinamica T-S-T originata da una anomalia nei flussi di calore .

    Grazie
    Simone

  8. Fulvio

    Sig. Tosti, io non faccio proiezioni a lungo termine, queste le fa lei, constato solo il fallimento di queste tendenze, ogni santo anno o quasi. Nonostante il suo bagaglio tecnico non indifferente, la sua professionalità ineccepibile, il suo impegno.
    Come ho già detto in un altro commento, tende sempre a fare proiezioni verso MMW e split, facendo un paragone sarebbe come puntare ogni anno sulla vittoria della Lazio nel campionato di serie A di calcio, fattibile ma improbabile. Invece di analizzare bene il cambiamento di circolazione in atto nord emisferico ormai da decenni e in particolar modo dopo il 2013, mi ritrovo a leggere sempre di MMW, split, alte pressioni nordiche ecc… ma tutti gli outlook grosso modo che si trovano in rete sono così, poi i centri di calcolo mondiali, non sto qui ad elencarli tutti, prospettano tendenze di tutt’altro avviso, addirittura contrarie alle vostre. Sarà mai possibile?
    Che la meteorologia possa stupire in qualsiasi momento può essere, ma ormai credo sempre meno in questa fetta di globo, ormai è un ciclostile quasi costante e questo dovrebbe far riflettere quando vengono stesi gli outlook. Invece si parte da una base come fossimo negli anni 50 o 60, un clima ormai giurassico potremmo dire come quello degli anni 80 o anche primi anni 2000.
    E’ un dato di fatto, non le pare? E’ chiaro che puntare su un evoluzione contraria alle tendenze attira molti utenti, visto la fame di freddo, neve e meteo ormai in naftalina, però da la sensazione di un qualcosa per l’ennesima volta di non possibile.
    Di sicuro il meteo fino al 15-20 possiamo ormai immaginarlo, quello che avverrà dopo nessuno può dirlo, possiamo solo guardare alla statistica, funziona molto meglio dei vari outlook…
    La saluto, buona serata.

    • Fulvio,
      fermo restando che non hai affatto spiegato da dove vengano le tue certezze – spero non dal fatto che tu possa aver sentito freddo o caldo ultimamente – vorrei sapere quali centri di calcolo fanno analisi e proiezioni come queste, indici di teleconnessione compresi. Intendiamoci, ho grande fiducia nella capacità modellistica, ma anche una certa esperienza con lo skill dei modelli a lungo termine e credo di poter dire che non basti colorare di Toni sul rosso mezzo mondo e Toni sul celeste l’altro mezzo per dichiarare palla in buca. È vero, quest’anno tutti i modelli davano NAO+ e AO+ quindi W/lies al massimo ma… lo fanno sempre, da anni. È non è affatto vero che da anni va così. Vedi, quel che mostri di non capire è che a dispetto delle legittime ma un po’ comiche aspirazioni di molti, qui non si parla mai di effetti sul piano del tempo, si cerca di applicare la conoscenza è, soprattutto, la letteratura, a quello che succede sul piano della circolazione emisferica. Questo implica sbagliare, cosa che ci sta e serve anche per imparare, mentre parlare a vanvera di assetti ormai consolidati senza sapere realmente – numeri – se sia così o meno rientra appunto tra le aspirazioni legittime ma comiche. In poche parole e per finire, non aggiunge un grammo di comprensione e conoscenza alla discussione, avvicinandola pericolosamente ad una indebita perdita di tempo.
      gg

  9. Ciao Fulvio,
    poiché non fai che sentenziare vorrei capire se a monte possiedi o meno l’arte del giudicare.
    Su quali basi scientifiche si basano i tuoi verdetti? Illuminami poiché la situazione non è più complessa di tante altre ma possiede diverse contraddizioni che portano a più di qualche incertezza e interpretazione.
    Per aiutarti ti allego delle immagini e prima di esprimere il mio parere gradirei leggere la tua opinione in merito da cui capirò, per l’appunto, se possiedi l’arte del giudicare.
    CarloCT

    P.S.: ovviamente i dati da consultare sono molto più numerosi e tra questi spicca la MJO.

    Immagine allegata

  10. Fulvio

    Se questi sono gli HP nordici e le LP mediterranee da fine prima decade… diciamo che è l’ennesimo tentativo di prevedere uno strappo freddo andato a male, in un contesto ormai danneggiato da anni.
    Con un ese cold quasi conclamato direi anche dal prestigioso modello Ecmwf nella mattinata odierna. Siamo ai titoli di coda di questo inverno mai iniziato e che mai inizierà, andiamo verso un probabile condizionamento di 40-60 giorni, dopo i 20 giorni di VP chiuso dal 20 dicembre in poi.
    Ennesimo inverno da Nao ++ con svariate combinazioni delle Tlc, in pratica, il risultato è sempre lo stesso ormai, indice Ize ininfluente, amen.

    Immagine allegata

  11. Luca

    Una settimana di applausi! @Fulvio..
    Il vero problema nasce dal finale estivo precedente, con la sempre più grave crisi artica dei ghiacci marini, pregressa durante il minimo riscontrabile agli inizi autunnali di settembre.
    Da li il VP inizia a ricostruirsi debole e vulnerabile in Troposfera, con sbilanciamento verso il continente Euro-Asiatico, tanto da iniziare ogni anno in fase acerba, ad indirizzare disturbi con una serie crescente di iniezioni di PV in senso T-S fino in alta Stratosfera, dove per inerzia e forti squilibri termodinamici, il VPS cerca precocemente di colmare il gup termodinamico, approfondendosi e innescando un processo di raffreddamento radiativo sempre più precoce e forte.
    Questo, affinché possa recuperare quella forte e grave crisi artica, che inficia fortemente le dinamiche di ricostruzione appunto del VP a partir dalla Troposfera.. per cui mai dimenticare il più importante e primordiale concetto, che tutto nasce dal basso e si propaga verso l’alto e viceversa, in un unica dinamica di evoluzione dettata da una sola struttura verticale isobarica, chiamata appunto VP in tutta l’interezza della sua colonna isobarica.
    Ciò che accade in basso si ripercuote in alto, con una certa frequenza di risonanza termodinamica, che a sua volta si ripropaga in basso amplificandone gli effetti per cui gli equilibri dovranno colmarsi.
    E più c’è compromissione di tali equilibri, più sarà l’effetto risonante affinché il gup possa riequilibrarsi termodinamicamente.
    E gli effetti saranno quelli di eventi estremizzanti dell’atmosfera terrestre.

    Gli Inverni Europei sono compromessi ogni anno di più e lo saranno ancora finché gli effetti da feedback del GW non si saranno esauriti e regrediti.. le altre Stagioni hanno e avranno ancora estremizzazioni meteo molto contrastanti, con fenomeni sempre più intensi.. e le Estati sempre più intense e calde.

    Inutile ignorare il vero problema.. perché è davanti ai nostri occhi e lo sarà ancora per molto.. chissà se il Sole un futuro potrà riequilibrare questa situazione.

    Luca

  12. Fulvio

    Alessandro2, io non faccio previsioni, ma leggo da anni, molti anni, quelle fatte in rete nei cosiddetti “outlook” stagionali e, salvo rarissime eccezioni, ho sempre letto mirabolanti proiezioni verso gelo in enfasi scalare… non aggiungo altro in merito. Ovviamente, il resoconto finale, lo sappiamo bene qual’è da 25-30 anni a questa parte, dove possiamo salvare solo 2-4 episodi di una certa entità e in mezzo tutti a inverni fra il normale e miti.
    Detto questo, per gennaio c’è chi vede formazione di alte nordiche con LP Mediterranee, chi, come l’ex Coll Giuliacci, dopo il 6 gennaio correnti atlantiche… i centri di calcolo internazionali invece vedono solo un VPT forte con alte pressioni non nordiche ma centro meridionali europee… ad oggi darei molta più valenza a queste proiezioni.
    Come si dice, chi vivrà vedrà, ma se dovessi puntare 50 cent, li punterei su un prosieguo mite, anticiclonico, anonimo fino alla fine con qualche puntata balcanica del freddo e rientro centro meridionale. Al massimo perderei 50 cent…
    Il Sig. Tosti, a mio modesto modo di vedere le cose, pecca sempre di troppo “ottimismo” e ogni suo outlook annuale parte sempre con previsioni di MMW che puntualmente o vengono procrastinati a data da destinarsi o cancellati come in questo caso, ma punta ancora su un prosieguo degno di nota da parte della troposfera, visto che la strato ormai non avrebbe più nulla da dire.
    Quello che possiamo dire è che dopo il 2013, qualsiasi confronto col passato non regge più, ogni singola TLC lentamente sta smontando tutte le pseudo certezze che esistevano prima di quella data, all’appello manca solo il minimo solare, ormai in atto ma che dovrebbe protrarsi ancora per qualche anno, dove dovrebbe produrre inverni con NAO media negativa, ma passato pure questo, non ci sarà più trippa per gatti.
    Del doman non v’è certezza, non ci piove, ma del presente e del passato si e ad oggi, stiamo incamerando l’ennesimo lunghissimo periodo non mite, ma tremendamente mite, quasi in ogni dove…
    Concludo con “a buon intenditor poche parole” e con la fresca media 240h di Ecmwf… nessuna traccia di alte nordiche.

    Immagine allegata

  13. @Sergio
    Grazie Sergio sono contento che ci segui e della tua stima ma non mitizziamo nessuno. Piuttosto continuiamo a seguire l’evoluzione perché al momento sembra si vada secondo l’aggiornamento.
    CarloCT

  14. Sergio

    Grazie. Voglio dirle, dott. Colarietti, che lei per noi meteo appassionati è un mito. Buone feste.

  15. Fulvio

    Apprezzabile il fatto che abbia ammesso l’errore sulla previsione del MMW di fine dicembre, del resto la realtà è sotto gli occhi di tutti, siamo di fronte all’ennesimo inverno con una stratosfera freddissima con un VPS coriaceo e indistruttibile e con una troposfera che sta portando avanti lo stesso tipo di clima ormai da anni, salvo deboli varianti con incursioni atlantiche miti come in questo dicembre 2019 da record di caldo e con un novembre camuffato da ottobre termicamente parlando. Adesso che la strato non offrirebbe secondo lei alcuna possibilità di riscatto, si parla di troposfera che progressivamente in gennaio dovrebbe proporre scenari invernali con alte pressioni nordiche e basse pressioni mediterranee… tradotto freddo e neve a palate anche in pianura.
    Obiettivamente è una previsione, l’ennesima, ottimistica e trovo molto difficile credere ad una soluzione del genere, ma nella meteo, potremmo mai dire mai…
    Avrei preferito leggere un aggiornamento che prevedeva mitezza ad oltranza, senza soluzione di continuità, come tutti in centri di calcolo mondiali.
    Sarebbe stato molto più realista.
    Tanto per citarne uno, ECMWF.

    https://effis.jrc.ec.europa.eu/applications/monthly-forecast/

    • Alessandro2

      Fulvio, mi sono segnato il suo commento. Ci risentiamo a febbraio e vedremo chi dovrà cospargersi il capo di cenere.

      I modelli sbagliano, eccome. Da un noto sito meteo:
      “I modelli ECMWF mostrano infatti una anomalia positiva di precipitazione su alcune aree del paese nei primi dieci giorni del mese. In sostanza, pioverà di più. Le cose cambiano nella seconda parte del mese, quando i modelli mostrano una situazione di normalità, con precipitazioni che si allineano alla media del periodo. Il modello americano del NOAA mostra invece un quadro in cui in molte aree del paese, sia al nord che al sud, pioverà meno della media (anomalia negativa) mentre pioverà di più al centro.”
      Altri lidi davano piogge e neve novembrine ancor meno consistenti.

      Cosa è successo il mese scorso, lo sappiamo tutti (purtroppo): http://www.nimbus.it/clima/2019/191203NovembrePiovoso.htm

      Attendons.

  16. FabioDue

    Ringrazio sentitamente il Sig. Colarieti Tosti per l’aggiornamento dettagliato dell’Outlook.
    Vediamo dunque se la troposfera si comporterà come si aspetta, senza mai dimenticare che meteorologia e climatologia non sono scienze esatte.

    Nel frattempo, Buone Feste a tutti.

  17. Marco Cocci (Marca Fermana)

    Inizio con una sola parola: GRAZIE, Carlo. Come ogni anno, riceviamo da te Carlo, queste chicche meteorologiche che oltre ad appassionare i lettori nel leggere il Forecast e quindi nel tentare di sapere quello che ci possa riservare le dinamiche atmosferiche nella stagione più appassionante dell’anno, ebbene la particolarità più importante che ci offri, secondo il mio parere. è l’IMPARARE la complessità di questa scienza e i tuoi Outlook sono una didattica chiara, comprensibile e di facile fruizione per ogni meteo appassionato. Dopo questa dovuta premessa, mi preme precisare che nell’errore o meglio, nel l’indicazione sbagliata di un “possibile” MMW per fine anno, ci siamo caduti in molti. Io stesso dopo il CW, ponevo lo sguardo a delle possibili forzanti tropo/strato che ne poteva indirizzare la strada a quel tipo di Stratwarming, in particolare all’attività della Madden, ma già allora in novembre mi ponevo il rischio che quella forte amplificazione della positività dell’IPO di fine estate, ne poteva inficiare gli effetti in uscita dal continente Marittimo e così credo che sia stato. Ma ora è storia passata e guardiamo il futuro prossimo e basandomi su queste tue ultime indicazioni in particolare sulla tenuta baroclina del VPS, cosa fondamentale per non accelerare in ESE Cold la struttura di massa polarizzata del VPS , ebbene l’avanzamento del calendario e il riproporsi di disturbi (warm) ne potrebbe garantire l’eccentricità con un core di massa di vorticità positive delocallizzate rispetto ad un VPT temporaneamente polarizzato , insomma il tempo passa e si invecchia e cominciamo gli acciacchi (disturbi di riflesso) dal basso. Nell’arco di quest’anno (2019) spesso si è ripresentato una crisi in area Cape Farvel e da qui la positività del cosiddetto SGD (Scandinavia-Greenland Dipole ) e se mettiamo in conto anche una repentina discesa in esterlines della QBO, un AP Index ai minimi termini e allora ci sono già buoni indizi per una crisi artica (AO) con un stratosfera che potrebbe dare ogni tanto una mano , con trasmissioni di vorticità positive e quindi il lancio di profonde depressioni delocalizzate, invece di condizionare. Quindi restiamo collegati e attenti agli sviluppi dei deterministici troposferici e poi vediamo se ancora ha senso e valore quella mia proiezione del 6 novembre scorso, ottimista sulla seconda parte della stagione, a dispetto di una prima parte scialba, e che colgo oggi anche dalla tua sinottica di chiusura nel tuo ultimo aggiornamento . Un caro augurio di Buon Natale a te Carlo e agli amici che seguono Climatemonitor.
    PS: una gentilezza, dove si possono seguire i tuoi aggiornamenti degli indicici Strato riportati sull’aggiornamento? Grazie. (purtroppo non riesco a caricare la mia immagine di proiezione )

    • Ciao Marco, felice di rileggerti! Grazie per le parole spese ma non facciamo troppi complimenti, tutti diamo il massimo secondo le possibilità e le competenze acquisite dopodiché bisogna tenere presente che i possibili errori non sono eliminabili e quindi si può sbagliare. Devo dire che sono d’accordo con quanto hai indicato motivo per il quale persisto nell’idea che l’evoluzione successiva a questa fase debba nascere nel corso del mese di gennaio (attorno la metà?) con la formazione di anticicloni troposferici ad alte latitudini. La stratosfera fino a quasi la fine di gennaio credo avrà molto poco da dire (vedi il grafico dell’attività d’onda prevista dal modello IZE pubblicato nel precedente articolo nelle parti 6a e 6b) poi riprenderà gradualmente ad essere di interesse. Confermo che non vedo ESE all’orizzonte né warm e neppure cold, i dati dell’attività dei flussi di calore sono piuttosto chiari. Allego il grafico del NAM10hPa che è visto run dopo run in ribasso. Nell’articolo lo avevo già messo in dubbio con un valore previsto di 1,9 figurati oggi con una previsione di 1,54 per il 7 gennaio (distanza ancora siderale) e già a 1,43 il giorno seguente. Non ne parliamo del prezioso indice SEI che rimane distante anni luce dal raggiungere la soglia di 1,5 previsto ad oggi per il 5 gennaio a +0,17.
      P.S.: la pubblicazione di alcuni dei grafici prodotti al momento è sospesa perché sto lavorando al rinnovamento del sito.
      CarloCT

      Immagine allegata

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