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Siccità 2022 – Aggiornamento al 31 Marzo

di Luigi mariani e Franco Zavatti

Il mese di marzo vede di norma il riattivarsi della circolazione atlantica dopo la stasi invernale il che si traduce in un aumento della piovosità. Questo non si è verificato nel marzo 2022. Infatti, come emerge dal commento mensile al mese di marzo 2022 che è in corso di pubblicazione su Climatemonitor, al Nord nel 2022 sono mediamente piovuti 24 mm (5,4% del totale dell’anno normale) contro una norma di 67 mm (6,8% del totale annuo normale), al Centro nel 2022 sono mediamente piovuti 44 mm (5,4% del totale annuo normale) contro una norma di 65 mm (8% del totale annuo normale) e infine al Sud nel 2022 sono mediamente piovuti 50 mm (7,1% del totale annuo normale) contro una norma di 60 mm (8,5% del totale annuo normale). Come anno normale si è considerata la media del periodo 1973-2021.

L’anomalia valutata per 18 stazioni con serie storiche lunghe

Per comprendere il livello di anomalia pluviometrica è utile analizzare per alcuni osservatori storici le precipitazioni cumulate dal 1° ottobre, data che è considerata l’inizio dell’anno idrologico e cioè la data in cui per convenzione ha inizio la ricarica autunnale delle falde dopo la fine della fase siccitosa estiva. Partire da tale data è particolarmente importante negli ambienti a siccità estiva pronunciata.

In tabella 1 si riportano i dati di sintesi per 18 stazioni storiche che coprono l’intero paese mentre in tabella 2 si riportano per le 5 stazioni con anomalie negative superiori al 40% le sequenze dei 20 anni meno piovosi reperite nelle serie storiche, con il 2022 indicato in rosso.  Emerge che Mantova fa segnare un’anomalia negativa record con il 2022 al 1° posto, seguito dal 1922 (270 mm) e dal 1982 (295 mm) mentre ad esempio per Torino il 2022 è all’11° posto a partire dal meno piovoso in assoluto che è stato il 1990 (38 mm), seguito da 1884 (70 mm).

 

 

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Published inAttualitàClimatologiaMeteorologia

9 Comments

  1. FabioDue

    La tabella evidenzia un diffuso sottomedia precipitativo, persistente anche se non presente nè ugualmente grave ovunque.

    Ma il vero guaio, a mio avviso è che nè le proiezioni stagionali, nè quelle mensili (ECMWF ad esempio) nè le previsioni a 5, 10, 15 giorni prospettano una svolta: anzi, si prospetta un progressivo avvio dell’estate, pur senza particolari eccessi in campo termico, e nessuna opportunità di recupero del deficit precipitativo.

    Solo per dare l’idea, molte stazioni meteo in Provincia di Milano registrano al 7 maggio precipitazioni annue di poco superiori ai 100 millimetri e in qualche caso persino inferiori ai 100 millimetri! Se continuassimo così, la media annua si attesterebbe attorno ai 300 millimetri…….quantità da clima arido semidesertico!

    Se ne uscirà? Come? E quando?

  2. Brigante

    Analisi comne sempre approfondita e interessante, soprattutto quando spazia sul passato e rende giustizia di un presente che è tutt’altro che apocalittico. Concordo però con Rocco e Shadok e sulle loro perplessità, ed in particolare vorrei soffermarmi sulla coppia Padova – Rovigo, divise da appena 30 km, e appartenenti a un regime geo-climatico pressoché identico.
    Salta subito all’occhio una certa discordanza nel 2022 di ben 100 mm, ma qui non si può certo negare l’affidabilità della strumentazione. Il fatto è che la differenza a favore di Padova è sempre elevata, ma ci sono diverse annate, soprattutto fra il 1950 e il 1980, che non c’è nessuna concordanza, nemmeno con Venezia, e nemmeno tra Venezia e Rovigo.
    Sono pochi gli anni in cui le 3 località hanno periodi fortemente siccitosi paragonabili, eppure dove le annate coincidono, i valori sono piuttosto in linea. Mi viene difficile pensare che ad un’annata come il 1913 o il 1975, siccitose per Rovigo e Padova, al pari di altri anni, non vi sia corrispondenza su Venezia e nemmeno su Mantova; e viceversa, quando ci sono annate fortemente siccitose su Venezia, come il 1938, il 1968, 1971 e soprattutto il 1981, non corrisponde altrettanta siccità nelle località vicine.
    Eppure il semestre freddo non è caratterizzato in genere da precipitazioni localizzate, soprattutto se non ci sono effetti orografici, come appunto nel Polesine e nel basso Veneto.
    Ad ogni modo, resta il fatto che si tratta di una siccità importante, ma non estrema, e comunque tipica, soprattutto nel trimestre invernale, per buona parte del nord.

  3. shadok

    Uhm, i dati di Bologna mi lasciano molto molto perplesso, anche perché “a sentimento” è stato uno degli autunno inverno più secchi che io ricordi.
    Ho scaricato da Arpae i dati di Bologna Urbana e Bologna Servizio Idrografico e (tenuto conto di alcuni buchi) indicano precipitazioni cumulate sui 280 mm da ottobre 2021 a marzo 2022.
    Forse è opportuna una verifica?

    • Gentile Shadok,
      moltissime grazie per averci segnalato l’errore e le confermiamo che per noi il totale da 1 ottobre a 31 marzo è ora di 271,8 mm.
      Abbiamo provveduto a modificare gli archivi di conseguenza e le alleghiamo in anteprima la nuova versione della tabella che abbiamo inviato a Guido Guidi perché modifichi il post.
      In giallo abbiamo evidenziato le modifiche introdotte (compresa una piccola variazione all’intestazione per renderne più immediata la comprensione).
      Un cordiale saluto.
      Franco e Luigi

      Immagine allegata

    • Gentile Shadok, la tabella è stata aggiornata nel post in seguito alla sua segnalazione.
      Grazie,
      GG

  4. rocco

    il passaggio da sistemi di rilevamento analogici, basati sull’osservazione umana e con tutti gli errori ivi compresa la parallasse, a sistemi digitali, in cui l’osservatore si limita a leggere i valori sullo schermo di un computer, non influisce sulla corretta rilevazione e interpretazione dei dati?

    • Sui sistemi a lettura diretta (pluviometri, barometri, termometri, ecc.) esistono certamente i problemi da lei segnalati.
      A tali sistemi da oltre un secolo si sono tuttavia affiancati gli strumenti registratori di tipo meccanico e a questi si sono più di recente affiancati gli strumenti registratori di tipo elettronico
      Ognuna di queste tre tipologie (lettura diretta, registrazione meccanica e elettronica) ha pregi e difetti che vanno analizzati caso per caso.
      Ad esempio il pluviometro totalizzatore è costituito da un semplice imbuto di area nota e che attraverso un tubo scarica l’acqua in un raccoglitore -> la quantità raccolta viene trasformata in un dato in mm tenendo conto che 1 mm è pari a 1 litro per m2. Il metodo è semplicissimo e l’accuratezza elevata; tuttavia occorre che qualcuno legga ogni giorno.
      Nel pluviometro registratore l’imbuto alimenta un sensore a bascula che si ribalta ogni 0,2 (o 0,1) mm di pioggia caduta. Nel caso meccanico il ribaltamento genera uno “scatto” registrato da un pennino scrivente mentre nel caso dell’elettronica chiude un circuito generando un segnale che viene registrato da un datalogger.
      Il sistema a bascula ha una serie di crucialità (ad esempio la bascula può bloccarsi per problemi meccanici o il suo volume può esser alterato se si accumula polvere o vi si possono annidare insetti o il sistema di trasduzione meccanica o elettronica può presentare malfunzionamenti).
      In sostanza quel che si legge sullo schermo del computer è frutto di una catena lunga e esposta ad errori di vario tipo…

  5. Una statistica che indica che le uniche “anomalie” sono rappresentate dell’ignoranza del main stream, ovvero quelle notizie che servono a riempire i palinsesti ma che rendono un idea fuorviante della situazione. Giornalisti che gridano “al lupo” e che sensibilizzano in modo errato. Oggi questo tipo d’informazione purtroppo va di moda ed in questo blog lo segnaliamo quotidianamente. Ma come possiamo fare un reset e ricondurci ad una informazione più equilibrata e dunque scientifica, tanto che lo richiede l’argomento?

    • Credo che l’unico modo sia quello di considerare la lezione di umiltà di Galileo e attenersi ai dati, interpretandoli poi con gli “occhi della mente”.
      Purtroppo i media, la politica e sempre più spesso la stessa “comunità scientifica” mostrano di aver scordato una tale rivoluzionaria lezione.

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