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Le Previsioni di CM – 26 / 31 Dicembre 2023

Questa rubrica è a cura di Flavio

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Analisi sinottica

Il flusso principale scorre alle alte latitudini del quadrante europeo dove dominano condizioni depressionarie sostenute dall’incessante azione del getto. Più a sud prevale il flusso secondario con associate condizioni anticicloniche. Domina la mitezza su gran parte dell’Europa per la prevalenza di correnti occidentali di origine subtropicale che dal medio Atlantico scorrono fin sull’Europa orientale per poi alimentare una vasta circolazione depressionaria tra la Scandinavia e la Russia che distribuisce nevicate estese su tutto il settore (Fig.1).

Poche novità dal punto di vista sinottico nel corso della settimana, con l’Europa settentrionale sempre sotto l’azione del flusso principale, e quella meridionale interessata dal secondario con prevalenza di condizioni di stabilità. Sul finire della settimana una ondulazione del flusso interesserà l’Italia interrompendo il lungo periodo di stabilità con il passaggio di una perturbazione atlantica.

Si nota anche la formazione di un anticiclone polare tra il bacino centrale dell’Artico e le coste siberiane che convoglierà aria molto fredda in senso retrogrado in direzione della Scandinavia. Potrebbero essere i prodromi di un cambiamento sinottico importante che porterebbe ad una redistribuzione sostanziale del campo di massa sul quadrante europeo intorno alla metà di Gennaio. Ne riparleremo.

Consigli per il Rescue Team

Rescue Team impegnatissimo a presentare il favonio degli ultimi giorni sull’Italia settentrionale come un “fatto straordinario”. Mentre noti intrattenitori televisivi specializzati in clima-catastrofismo distribuivano pillole di insipienza climatica a reti unificate, il mio barbiere Gigi nel tagliarmi i capelli discettava di venti di caduta dalle Alpi con sorprendente competenza e pacatezza. Gli ho suggerito di andare in TV a spiegarle lui queste cose, e mi ha risposto che preferisce tagliare capelli.

Buon Natale a Gigi e ai tanti Gigi che non si guadagnano il pane spaventando la gente. A questi ultimi, invece, solo carbone.

Previsioni per la settimana

Martedì – Santo Stefano e Mercoledì generali condizioni di stabilità su tutta l’Italia con foschie e nebbie diffuse sulla Val Padana e, sparse, sulle valli e zone pianeggianti del resto del Paese.

Temperature in lieve diminuzione. Venti deboli.

Giovedì e Venerdì nuvolosità diffusa al Nord ma in assenza di precipitazioni significative, salvo deboli fenomeni sparsi sulla Liguria. Persistono nebbie e foschie sulla Val Padana. Molto nuvoloso anche sulle regioni centrali tirreniche con qualche debole isolata pioggia sulle coste toscane.  Cieli nuvolosi anche sulle regioni meridionali tirreniche. Prevalenza di schiarite sulle regioni centrali adriatiche, sulle regioni ioniche e del basso Adriatico e sulle isole maggiori, con locali addensamenti nebbiosi nelle ore più fredde sulle zone pianeggianti.

Temperature in diminuzione, più sensibile al Nord. Venti deboli.

Sabato peggiora al Nord e al Centro con precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio e nevicate sulle Alpi alle quote medie e sulle cime appenniniche, con quota neve in rapido calo nella seconda parte della giornata. Nord-ovest in ombra pluviometrica. Sud in attesa.

Temperature in diminuzione al Nord. Ventilazione vivace dai quadranti meridionali.

Domenica San Silvestro migliora al Nord con ampie schiarite, in estensione alle regioni centrali. Molte nubi al Meridione con precipitazioni diffuse anche a carattere di rovescio, più probabili e intense sulle regioni meridionali tirreniche. Nevicate sull’Appennino meridionale al di sopra dei 1500-1800 metri.

Temperature in diminuzione anche al Centro-Sud. Venti sostenuti dai quadranti settentrionali.

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Auguri di buon Natale ai lettori di CM

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Published inAttualità

8 Comments

  1. ivan

    Buongiorno Dottor Guidi,

    Una curiosità.
    E’ pensar comune ,scientificamente e non, che nel tempo passato il vortice polare fosse più esteso di oggi.
    E tale estensione la si misura con l’Indice AO.
    Più l’AO è negativa e più il Vortice Polare è esteso verso sud.
    Ma l’AO negativa significa letteralmente pressione atmosferica più livellata, con anomalie positive nell’artico e negative alle medie latitudini.
    Gradiente lasco, westerlies deboli e flusso zonale medio basso.
    Anomalie della T positive nell’artico e negative alle medie latitudini.
    Artico in riscaldamento e medie latitudini con più pioggia, neve e freddo.
    L’annata 2010 è stata da record, sia nell’AO che nella NAO.
    Una ricerca datata Ispra mette in correlazione la NAO e a ruota l’AO con il numero di acque alte a Venezia e il livello del medio mare nella città.
    Più la NAO e l’AO sono negative e maggiori sono le acque alte a Venezia e più elevato il livello del medio mare si fa a Venezia.
    Cioè, a dire, questa ricerca e dataset va contro alla teoria di un Vortice Polare più esteso di oggi nel passato, se si guarda bene ai dati dell’AO e del numero di acque alte a Venezia e il livello del medio mare.
    Quando l’AO è in fase calante, il numero delle acque alte e il medio mare a Venezia si alzano e quando l’AO è in crescita, il numero delle acque alte e il livello del medio mare a Venezia calano.
    Ciò significa che in realtà il clima più freddo di una volta e per una volta intendo decenni addietro e secoli addietro era un AO e NAO positiva ?

    https://www.venezia.isprambiente.it/index.php?action=download&upload_id=128016

    Immagine allegata

    • Ivan

      Allego una spiegazione e richiesta più specifica.
      Se le acque alte a venezia sono in crescita e con loro il livello del medio mare , ed essi, sono direttamente correlati ad AO e NAO negative ( pressione al suolo in calo/ maggiori sciroccali ) e dai dati del centro maree di VE e da Ispra appaiono come causa prevalente rispetto ad eustatismo e subsidenza, come mai sono anti correlati con la teoria del GW che vuole un AO e NAO in crescita ?
      Anzi, al contrario, son proprio AO e NAO in crescita
      o positive prevalenti a ridurre numero di acque alte e livello del medio mare , basti guardar ai dati.
      Pressione al suolo in aumento/riduzione dei sciroccali.
      Se teoria vuole nel passato il fronte polare fosse più basso che oggi, come mai aumentano le acque alte e il livello del medio mare in associazione ad AO e NAO in calo o negative ?
      Abbinata ad essa c’è un altra correlazione.
      Teoria del GW vuole che l’anticiclone russo siberiano sia sempre meno esteso.
      In AO e NAO in calo o negative l’anticiclone russo siberiano cresce indisturbato e viceversa in AO e NAO in aumento o positive.
      Ed infatti le cose stanno proprio così.
      A conti fatti abbiamo una teoria che ci dice che l’Ao e Nao son sempre più in crescita con un russo siberiano sempre meno esteso e con più acque alte e livello del medio mare più elevato.
      Ma i dati dicono l’esatto contrario.
      Se cresce il russo siberiano aumentano di pari passo le acque alte e medio mare ( ao e nao in calo ) e viceversa.
      In un mare di contraddizioni, chi avrà ragione ?

      Foto allegata, trend crescita calo russo siberiano in alto a sinistra, AO a destra e sotto acque alte e medio mare a venezia.

      Immagine allegata

  2. Andrea D

    A Natale sono stato nella nativa Brescia.

    Mi sono quasi “sopreso”, anzi, no, dato che sapevo che la Vigilia avrei incontrato Foehn, oltre al consueto circa-Garbino da noi e finchè ho costeggiato l’Adriatico.
    Mi sono “sopreso” nel vedere durante il viaggio panorami bellissimi, la zona di Anita/Longastrino (piccola deviazione di percorso che spesso prendo, che una volta uscito dal casello di Cesena proseguo in SS16) come un’immensa sconfinata piana.

    “Non è normale”, dice il nipote. “Si chiama Foehn. Goditelo questo ‘anormale’, che domani tornerai al solito grigiore spento con foschia e freddo malaticcio al seguito.”, fu la mia risposta. E infatti, allontanatosi il furente getto in quota l’aria si è subito fermata: stratocumuli che si aprono appena a mezzogiorno e foschia.

    E con questo do il buon 2024 al Villaggio, in attesa che la p.ma signora Befana mi appioppi -regalo indesiderato- un anno in più al fardello della mia età. Oltre a una bella saccatura che almeno per qualche gg romperà la relativa mitezza.

  3. Franco Caracciolo

    Nessun commento ma solo un auspicio:
    che il nostro Villaggio riprenda vigore e vivacità, probabilmente depressi da questo autunno senza fine che inizia a instillare dubbi anche nelle nostre menti.
    E d’altra parte, che dire, il futuro è incerto, ma non credo che veramente nessuno di noi sappia con precisione in che direzione evolverà il meteo, figuriamoci il clima!
    Buon 2024, nonostante tutto e per tutto il Villaggio ed i suoi animatori.

    Franco (da Pescara dove siamo sotto “garbino” e che te lo dico a fare…)

  4. Fabio

    Buonasera dott. Guidi, sono un suo estimatore e apprezzo molto i suoi articoli.
    Non credo come lei afferma che l’uomo possa aver inciso sul cambiamenti del clima.
    Vorrei però capire una cosa.. io ho 40 anni..ricordo la mia infanzia con estati calde senza eccessi e inverni con neve molto frequente e abbondante anche in collina..questi scenari non si vedono ormai da molti anni e sembra sempre peggio.. lei come spiega questo? Secondo lei cosa determina questi inverni così miti?
    Grazie e spero di poter ricevere una sua risposta
    Buon lavoro

    • Buonasera Fabio,
      senza entrare troppo sul tema delle origini antropiche delle dinamiche climatiche in corso, è innegabile che ci sia stato e sia in corso un aumento delle temperature medie superficiali, praticamente quasi ovunque. Questo comporta per l’Italia – che sugli eventi nevosi è sempre al limite – una fase in cui questi ultimi sono decisamente più infrequenti. Su tutto questo però domina la circolazione atmosferica a sua volta condizionata dalle dinamiche di redistribuzione del calore operate anche dagli oceani. Il combinato disposto di questi fattori genera il clima attuale. Torneranno condizioni diverse? E’ possibile, ma queste cose occupano spazi temporali molto ampi e non è detto che questi coincidano con la nostra memoria e la nostra percezione.
      GG

  5. Volevo fornire alcuni spunti di discussione/riflessione in questo forum che mi sembra uno dei più indicati in rete per pacatezza, professionalità ed onestà comunicativa per quanto riguardano alcuni dubbi che mi perseguitano da tempo. Premetto che sono un appassionato del clima da quando avevo 6 anni (oggi sono a 61), ma anche un sostenitore della scienza in purezza e cerco sempre in chi la rappresenta dando spiegazioni razionali a riguardo.
    Ad esempio sono andato ad una conferenza sul clima poco tempo fa nel mio paese dove a commentarla era stato chiamato il premio Nobel Giorgi. Alla fine della fiera si è parlato di CO2 in maniera tale che i presenti sono usciti a mio avviso sentendosi in colpa della loro sopravvivenza. Personalmente non ho avuto coraggio di ribattere per non essere aggredito o umiliato, ma mi sarebbe piaciuto molto che ci fosse stato qualcuno di voi come contraddittorio.
    Tornando al discorso iniziale vorrei porvi dei quesiti partendo dal fatto che in qualità di appassionato seguo la meteorologia in maniera diretta e quindi gestisco, in compagnia di un amico anche lui appassionato di meteo, 5 stazioni meteo (Davis) poste in posizione tale che monitoriamo nella nostra area prealpina-cranica un profilo verticale che va dai 200 mt della città di Sacile ai 2000 mt del rifugio Semenza al monte Cavallo posto sopra la stazione sciistica del Piancavallo. 10 anni di archivi meteo (non molti) ma sufficienti per delineare una linea di tendenza che per il momento mi fa capire che le temperature medie si stanno alzando, sopratutto in questi ultimi 2,3 anni.( Il tutto è liberamente a disposizione nel mio sito : http://www.meteomasarlada.altervista.org )
    Non credo assolutamente alla favola della CO2, ma sono continuamente alla ricerca delle motivazioni che spingono il clima a delinearsi in questo modo.
    Alcuni dubbi che mi pervadono ve li voglio sottoporre alla vostra critica e sono i seguenti:

    – Anticiclone africano: L’ hot spot del mediterraneo lo ha creato lui. negli ultimi 30 anni la sua invasività si è fatta pressante al punto tale che abbiamo imparato a conviverci. La speranza di togliercelo di dosso si affievolisce anno dopo anno in quanto non si intravvede uno sbocco, una via d’uscita. La domanda che sorge spontanea è la seguente: “qual’è il nesso tra la persistenza dell’anticiclone africano e l’aumento della CO2”?

    – Secondo voi quanto incidono le scie di condensazione degli aerei all’effetto serra, adesso che il traffico aereo si è moltiplicato a dismisura nei nostri cieli. In certi giorni il cielo sereno si annuvola solo con la continua propagazione delle scie di condensazione degli aeroplani sopra di noi. Essendo il vapore acqueo il maggio gas serra penso che la domanda sia pertinente.

    – Abbiamo risolto o quasi il problema del particolato prodotto dalla combustione di stufe a carbone, caldaie a gasolio, auto ecc…, sopratutto nella nostra val Padana, ma anche in altre pianure europee e non solo. Sono contemporaneamente sparite anche le nebbie, secondo me in gran parte alimentate dal particolato stesso che ne determinava il punto di condensazione. Nelle giornate autunno-invernali assistevamo ad una maggior persistenza della nebbia ma anche ad un maggior schermatura dei raggi solari e dunque ad un abbassamento delle temperature. Quanto incide tutto ciò al global warming?

    Un saluto ed un abbraccio a tutti ma sopratutto un augurio di un gran 2024

    • ivan

      Buongiorno Renato.

      Non credo serva una laurea per scoprire che il pianeta terra è ricoperto per il 71% da acqua e tal ha il peso maggiore quanto a cessione di calore latente e sensibile e con esso regola la circolazione atmosferica e la temperatura media globale.
      L’oceano pacifico è il gigante e come si nota è il trend della sua temperatura superficiale a determinare il trend delle temperature globali.
      Quanto all’anticiclone africano che in realtà tale non è dal momento che esso muove i suoi massimi sul Nord Africa, a differenza dei “nostri” , i quali muovono i loro massimi sul mediterraneo, sull’Europa centro occidentale od orientale o sui Balcani e in realtà sono dei promontori dal nord africa e basta, sicuro sia la sua presenza a determinarne l’hot spot sul mediterraneo ?
      Se guardi ai dati ISPRA e ISAC riguardo al territorio italiano vedo che con una circolazione estiva vecchio stile, con il blocco alto pressorio sull’UK , le T estive son andate aumentando , mentre con la comparsa della circolazione estiva prevalente a promontori dal Nord Africa le T estive son rimaste in stasi tra il 2000 e i primi anni dei dieci, seguendo il trend di pausa delle T globali.

      https://prodotticlimatici.blogspot.com/p/gli-indicatori-2011-della-temperatura.html

      https://www.isac.cnr.it/climstor/climate/mean_su_ita_TMM.html

      Immagine allegata

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