Salta al contenuto

Risorse Salvavita

Vi riporto una breve interessante riflessione di Fabio Malaspina sul freddo che sta flagellando la Gran Bretagna e gran parte dell’Europa in questi giorni.

(AGI) – Londra, 8 gen. – La Gran Bretagna ha vissuto la notte piu’ fredda dell’inverno, con temperature che praticamente in tutto il Paese sono scese sotto le zero e in alcune parti della Scozia sono arrivate a – 20 gradi C. Le gelate hanno causato gravi difficolta’ ai trasporti, alle scuole e alle industrie; e decine di grandi aziende si sono viste razionare la somministrazione di gas in seguito alla richiesta-record per l’uso domestico (attualmente la richiesta e’ al 28 per cento sopra la media stagionale)1.

Visto che indicativamente nel Regno Unito quasi il 20% del fabbisogno elettrico è generato dall’energia atomica (36% da gas e 38% da carbone), sarebbe interessante sapere quanto stanno producendo in questo periodo con il solare ed eolico. Altrimenti si potrebbe affermare che “la vita” degli inglesi è stata garantita proprio dalle energie ritenute da eliminare: nucleare, petrolio e carbone.

Non è che l’innalzamento dei costi dei carburanti di questi giorni, inspiegabile per alcuni quotidiani, è dovuto proprio al maggior consumo dovuto al freddo di questi giorni su Europa ed USA?

Neanche il tempo di pensare a pubblicare questa notiziola e Maurizio Morabito mi segnala che la BBC ha pronta la sua spiegazione. L’ondata di freddo più intensa di questa generazione (così la definiscono) è colpa dei cambiamenti climatici causati dal riscaldamento globale.

 

 

Altra breve riflessione. In tempi tiepidi o addirittura caldi, ci hanno raccontato che le nevicate sarebbero diventate un ricordo, addirittura episodi strani ed affascinanti. Queste le loro previsioni. Neanche a farlo apposta il freddo torna e ci raccontano che è colpa del global warming. Direi che l’unica previsione con probabilità di occorrenza del 100% che si può fare è che vada come vada, avranno comunque una previsione che si adatti alle loro teorie. Che questa poi si verifichi è puramente accessorio. Anche per quello ci sarà una spiegazione. Avanspettacolo.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
  1. http://www.newclear.it/?p=699#more-699 []
Published inIn breve

5 Comments

  1. davide bertozzi

    BBC fuck off

    Per cortesia!
    Admin

    • davide bertozzi

      OK scusatemi!ma certi personaggi sono indecenti(colpa del GW)

  2. Duepassi

    errata corrige
    20*36+38 = 94
    voleva essere, naturalmente
    20+36+38 = 94
    (damned typing error)

  3. Duepassi

    Non so quanto sia l’apporto dell’eolico, del solare (nelle sue varie forme) e delle altri fonti di eneegia, ma, basandomi sui dati dati (scusate il bisticcio di parole), va beh, diciamo sui dati “forniti” nell’articolo, basta farsi un conto da massaia
    20*36+38 = 94
    100-94 = 6
    Vuol dire che tutte le altre produzioni di energia, quali che esse siano, nella Nazione che è fondamento per l’IPCC, assommano ad un misero 6 %
    Mi pare che la strada del fotovoltaico sia ancora lunga assai.
    Qualcuno suggerisce che attualmente starebbe sullo zero virgola qualcosina. Non lo so. Chissà se anche in UK goda di incentivi, ma credo proprio di si.
    Come la giri, come la volti, questa storia ti lascia per lo meno perplesso.
    Riuscirà il fotovoltaico (che attualmente è piccino piccino) a compensare il 38% del carbone ?
    (Tenendo conto che non è sempre mezzogiorno e che il cielo non è sempre sereno…)
    Ho i miei dubbi.
    Secondo me.
    Guido Botteri

  4. favalumaca

    …sarò breve…”the day after tomorrow” docet…

    mah…

    Saluti

    Sandro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »