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Il Clima? Uno Scambio di Amorosi Sensi

La carta non è bollata ma ci manca poco. Il mondo dell’AGW si agita, scalpita, fa quadrato, sono tempi duri. Il consenso vacilla, i policy maker nicchiano, il clima non collabora, sono tempi duri. A vederla da qui, è una fase interessante. A chi nell’angolo ci ha messo le radici, vedere il campione del mondo sulla difensiva non fa impressione. Cosa volete che sia, è solo iniziato un altro round.

Qualche settimana fa Enrico Bellone, direttore di Le Scienze aveva dato inizio alle schermaglie pubblicando un editoriale in cui faceva sue le tesi espresse su l’Avvenire e su Svipop, ma anche qui, riguardo il ruolo della CO2 e le oscillazioni della temperatura negli ultimi secoli. Apriti cielo, come si permette di dar corpo alle tesi della minoranza? Scatta prestamente il rimbrotto, sotto forma di una lettera firmata da un intero collettivo di esperti del settore.

La lettera viene subito al dunque: pur riconoscendo l’importante lavoro di divulgazione scientifica svolta in passato, questa volta, cioè al presente, il prof. Bellone ha sbagliato. Abbeverarsi alla fonte dei cattivi non è consentito. Se poi quei cattivi sono quelli che scrivono su Svipop.org il peccato è mortale. E giù una bella tesi denigratoria sulle suddette fonti utilizzate nell’editoriale. Prima di questo però, la critica nel merito. Che va letta, ovviamente. In chiusura un bel consiglio sulla policy da adottare, nel perfetto stile del climatologo dei giorni nostri, cui, si sa, è stato affidato il destino del mondo.

Bellone risponde in calce alla stessa lettera, reclamando il suo diritto a ricorrere alle fonti che ritiene più opportune, specie perché secondo lui hanno ragione e cita Visconti per richiamare l’attenzione sulla impredicibilità dell’evoluzione del clima a lungo termine, nonostante l’IPCC, difeso a spada tratta nella lettera di protesta, quella predicibilità l’abbia sbandierata impropriamente “[…] Questa apparente capacità previsionale, è la stessa che ha dato notorietà, e quindi assicurato fondi, a un’intera classe scientifica negli ultimi venti anni“. Chi vuole intendere intenda.

Ora chi legge non può sapere che il prof. Bellone di lettere ne ha in realtà ricevute due, la seconda, è anch’essa a firma collettiva. Non la ritrovate su Le Scienze, perchè non è una critica, è un ringraziamento, e la buona creanza vuole che uno gli elogi non se li pubblichi da solo, mentre le critiche sì, perché aprono la strada al diritto di replica. E replica è stata. Tra l’altro, ambo le parti erano a conoscenza di queste iniziative, dal momento che la discussione su cosa e come dirlo si è sviluppata su almeno un paio di mailing list con partecipanti in comune.

Dal momento che su CM pensiamo che ognuno abbia il diritto di formare come crede la propria opinione, vi propongo in serie l’editoriale di Bellone che ha aperto la questione, la lettera di protesta con annessa replica (qui e qui) e la lettera di apprezzamento. Giudicate voi i contenuti e la forma. La mia opinione non è un segreto, ma, qualora lo fosse, per questa volta rimarrà tale.

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Published inAttualitàNews

10 Comments

  1. MeteoGeek

    Puro nonnismo. Sono un pinco pallino qualsiasi, ma se me l’avessero chiesto, avrei firmato anche io la lettera di sostegno al Prof. Bellone.

    M.G.

  2. Claudio Costa

    anche la storiella dei solfati che hanno determinato il raffreddamento degli anni 1945 1975 è poco credibile

    e le variazioni climatiche naturali? quando si scalda il pianeta è antropogenico se raffredda o se non si scalda come stimato è invece variabilità naturale. Eh no secondo l’IPCC la forzante naturale è solo quella solare di 0,12 w mq solo il 4% delle forzanti riscaldanti il che vuol dire che può essere al massimi il 4% dei raffreddanti nel caso fosse 0

  3. Crescenti Uberto

    Sono tra i firmatari della lettera di consenso al prof. Bellone. Pertanto è chiaro come la penso. Delle proteste non condivido pertanto sia il contenuto ma soprattutto la forma. Devo testimoniare che tale modo arrogante ed offensivo di comportarsi, è tipico dei catastrofisti, nei confronti di chi non ritiene l’Uomo responsabile del riscaldamento globale. Una prova? Lo scorso autunno con Franco Ortolani mettemmo a punto un documento contro il Protocollo di Kyoto, in occasione di un workshop organizzato nell’ambito del congresso della Federazione Italiana di Scienze della Terra. Il nostro documento ebbe circa 60 adesioni, mentre da parte di un catastrofista ci fu una reazione rabbiosa ed offensiva, come si può rilevare in internet sul sito Geoitalia, voce forum.

  4. Claudio Costa

    La lista degli scienziati che hanno criticato Bellone è notevole ci sono anche il Cacciamani e la Stenni, però non è vero che :

    Il periodo caldo medioevale è stato limitato ed eterogeneo dal punto di vista geografico: ce lo dice Esper 2009

    http://www.climatemonitor.it/?p=3009

    Non è vero che le accuse scaturite dal climategate si siano rivelate inconsistenti: ancora Mann e Jones ci devono spiegare da chi hanno avuto le pressioni per appiattire il periodo caldo medioevale

  5. Volendo dirla in due parole, il gruppo d’illuminati colonne della scienza italiana ha fatto la figura dei…pivelli.

  6. Duepassi

    Ci risiamo coi toni arroganti di chi non sopporta pareri diversi (“l’evidenza sperimentale per il cambiamento climatico sia ampia e incontrovertibile”…”sia”, io lo correggeri in “sarebbe”).
    In altre parole ancora una volta si dice che non c’è discussione (“incontrovertibile”) e si bacchetta chi osa pubblicare tesi diverse, e si fa leva sulla “scienza democratica”, quella, per intenderci, che funziona a maggioranza. Come dire che in una classe, il parere del professore conterebbe quanto quello di un alunno. Lavoisier e tanti altri, che hanno avuto ragione contro la massa degli scienziati accreditati, contrari alle loro tesi, si dovrebbero rivoltare nelle loro tombe, a sentire tesi simili, portate avanti da gente di tanta autorità scientifica.
    Trovo d’altra parte deboli le argomentazioni portate da tanto rilevanti e tanto numerosi scienziati a sostegno della demonizzazione della CO2.
    Sono cose che abbiamo letto e riletto, e che non ci convincono affatto.
    Per esempio, scrivono questi irati studiosi
    [ Nel merito, le tre “verità sull’anidride carbonica” proposte da Bellone sono argomenti inconsistenti e rispondono ai miti e alle leggende metropolitane… ]
    Si, tanto “inconsistenti”, “miti” “leggende metropolitane” che, nelle parole degli stessi:
    [ dal punto di vista biologigo, la cosa è ovvia già agli studenti di scuola media. ]
    “Ovvio”… non mi sembra sinonimo di “inconsistente” o “leggenda metropolitana”.
    Come è ovvio che dicendo che la CO2 sia un gas essenziale alla vita, ci si riferisca principalmente al suo ruolo biologico.
    Il suo ruolo climatico è invece in discussione, in una discussione che secondo costoro sarebbe finita, “incontrovertibile”, e, per quanto i gas serra assicurino la vivibilità del pianeta, che altrimenti sarebbe gelato, è proprio sugli effetti di un suo paventato aumento che verte la questione, che quindi non può aprioristicamente essere liquidata come “inconsistente” o “leggenda metropolitana”.
    Quanto agli altri due punti, le “spiegazioni date” sono assai deboli, e non possono essere accettate come “verità rivelate” a cui tutti debbano essere sottomessi.
    Anzi, in esse c’è il germe della loro infondatezza, a mio parere.
    Tanto per dire della debolezza di questa difesa, che mi pare si arrampichi sugli specchi, per l’ottimo medioevale si parla infatti di “fenomeno limitato e di eterogeneo dal punto di vista geografico” mentre altre fonti affermano l’assoluto contrario.
    L’ultimo argomento mi sembra addirittura patetico. Ci hanno presentato la CO2 come il demone che, abbattuto, mitigherebbe il clima, come se abbia senso spendere l’ira di dio per abbattere un parametro (“uno” dei tanti). Avrebbe senso se esso “governasse” il clima,
    ma
    poi scopriamo, in questa lettera, che, se la CO2 è sempre cresciuta, pur con oscillazioni stagionali, mentre la temperatura è andata su in certi periodi, o giù in altri,
    sarebbe a causa delle “notevoli fluttuazioni interannuali causate dalla variabilità naturale” !
    E già, da quanto tempo gli scettici negano che l’influenza sulla temperatura sia tutta antropica, e che ci siano invece “notevoli fluttuazioni interannuali causate dalla variabilità naturale” ?
    Incomincino, dunque, a riconoscere che il contributo antropico non è quello che sono andati dicendo per anni,
    e vedremo se il dibattito si possa fare o no,
    o se il dibattito sarebbe già chiuso, e la loro teoria “incontrovertibile” !

    Ultima nota stonata è quel termine dispregiativo “negazionisti”, che sdogana il mio “arroganti”.

    Secondo me.

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