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Rosa confetto

Stiamo bollendo. Il pianeta tra poco si accenderà, parola di chi già ha messo le mani avanti “predicendo” che il 2010 (siamo solo a metà) sarà probabilmente l’anno più caldo di sempre. Del resto lo sono stati almeno sin qui gli ultimi due mesi se paragonati con i loro pari degli anni passati.

Chi lo dice? Il database del GISS (Goddard Institute for Space Studies) di cui è responsabile l’attivista-climatologo James Hansen. Bene, la maggior parte dell’anomalia positiva di temperatura pare sia nell’Artico, la stessa zona che ha retto al riscaldamento mentre lo scorso inverno le terre emerse dell’emisfero settentrionale erano sotto la neve. E quant’è la copertura spaziale di questo dataset da quelle parti? Meno del 10%. Si considerano “rappresentative” delle interpolazioni tra stazioni lontane anche 1200km. Praticamente è come misurare la temperatura di Milano a Mazara del Vallo. Del resto non è che per il resto del pianeta le cose vadano molto meglio.

Vedere per credere, nel video qui sotto sono colorate di rosa shocking tutte le aree per le quali quel dataset è privo di copertura. Così si capisce meglio no?

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23 Comments

  1. Alessio, visto che insisti sul ritenere valida l’estrapolazione di una temperatura o di una sua anomalia dalla terraferma all’oceano a 1200 km di “vicinanza”, permettimi di dubitare che tu sappia come funziona la temperatura dell’aria sopra l’oceano.
    Io, nel mio post l’ho spiegato, tu ancora non ce l’hai detto.
    Potresti farci una piccola lezioncina, due righe bastano.
    Così se la mia e la tua conoscenza coincidono, almeno riusciamo a trovare un punto comune e di lì proseguiamo.
    Il link cui facevo riferimento nel mio commento precedente non era a Tisdale, era alle temperature dell’IFS dell’ECMWF (conosci?) in zona artica:
    http://ocean.dmi.dk/arctic/meant80n.uk.php

    ma qualunque altra stima andrebbe uguale.

    E riguardo ad Hansen, il mio non è sarcasmo, è un giudizio bello e buono di stupidità o, se preferisci, d’ignoranza dei concetti basilari.

    • Alessio

      Paolo, non si tratta di estrarre temperature o anomalie. Si tratta di anomalie e basta. E fa una bella differenza. Non devo fare lezioni: ho riportato il paper originale: sono riportati gli studi di correlazione delle anomalie di temperatura su diversi raggi e diverse parti del globo con le stime associate degli errori derivanti dalle assunzioni e il tipo di smoothing adottato.
      Chiunque sia interessato se lo puo’ leggere per bene

    • Ammazza…non sapevo che ci fossero delle stazioni nel bel mezzo dell’oceano artico! Chi li ha istallate, un alieno? Hansen?

      Vedo che non vuoi usare la tua testa.
      Io contesto il lavoro di Hansen e quello che sai fare e riproporre Hansen. Non c’è da andare lontano.

    • Hai detto: “Si tratta di anomalie e basta. E fa una bella differenza.”

      Errato!
      E indovina perché?

  2. Alessio, scusa se insisto, ma conoscere il comportamento della temperatura superficiale è una nozione così di base che mi pare da sprovveduti cercare un paper che te la racconti per filo e per segno.
    Hai mai avuto a che fare con i modelli numerici e come questi trattano la temperatura dell’aria sopra l’acqua?

    Se leggevi il commento che segue il mio pezzo su Hansen, trovavi un riferimento ai dati del Centro Europeo che ti fanno vedere subito qual è la T sopra l’oceano Artico in estate anno dopo anno.

    Tuttavia, non per te che hai studiato fisica dell’atmosfera e che dovresti già sapere, ma se qualcuno ha ancora dubbi sulla relazione tra T dell’aria e superficie dell’oceano Artico, bastava curiosare tra le stesse pagine dell’NSIDC, che Alessio medesimo ha avuto premura di suggerirci, in cui spiegano tutto quello che c’è da sapere per un profano:
    http://nsidc.org/arcticmet/factors/temperature.html

    Hansen, nel fare la sua stima della temperatura artica, ha fatto la cosa più stupida e degna di ritiro del diploma di laurea, qualunque esso sia.
    E stiamo parlando del grande Hansen, qui difeso da Alessio.
    Se il buongiorno si vede dal mattino, chissà gli altri!

    Per concludere, stimare un’anomalia di temperatura sopra l’oceano usando una stazione sulla terraferma “vicina” 1200 km non ha basi scientifiche.

    • Alessio

      Paolo, provo ad insistere pur io (anche se poi stacco chè è venerdì sera e gli occhi torvi della mia fanciulla mi invitano a chudere): non ho linkato alcun paper che spiega come funziona la temperatura al suolo che sia io che te sappiamo bene come funzia (Riguardo alla tua domanda:ho bazzicato con modelli meteo e fo girare quotidianamente HadGEM e HadCM. Ho lavorato un po’ anche nel trasferimento radiativo e in metodi di retrieval giocando anche con la SST..penso di sapere come funziano le stime di temperatura sull’acqua). Ne ho linkato uno che ha le referenze necessarei per comprendere il metodo utilizzato. Più nello specifico, linko questo (perdonatemi se lo avete già letto) http://pubs.giss.nasa.gov/docs/1987/1987_Hansen_Lebedeff.pdf
      E’ la referenza in cui il metodo è spiegato nel dettaglio. E’ vecchio, dell’87 tuttavia non è ancora stato provato errato e ben venga se qualcuno lo prova. Nel link al tuo post citi l’intervento di Tisdale che si limita a mostrare (ancora una volta) le differenze tra GISS e HadCRUT. Cosa ritrita. Ma non viene provato in alcun modo il perchè sarebbe errato un’estrapolazione di un’anomalia (e non temperatura assoluta) su un raggio come quello usato da Hansen. Hansen invece impiega 30 pagine per spiegare le ragioni della scelta e la stima degli errori associati. Finchè non si vede una disamina altrettanto dettagliata e convincente del fatto che l’estrapolazione a 1200km è una stupidata, io personalmente non trovo il battibecco interessante e trovo fuori luogo il sarcasmo con cui si suppone la presunta stupiditaà del metodo.

      Buon we!

  3. Alessio

    Ok. Io non posso essere sarcastico ma si puo’ scrivere che il metodo di Hansen è ” solo un sistema stupido, al di fuori delle conoscenze di base della meteorologia “. La cosa a me sembra presuntuosa soprattutto perchè non è circostanziata scientificamente (Paolo…fornire le basi elementari non è sufficiente per smontare il metodo. Un articolo sarebbe opportuno per suffragare l’inconsistenza del sistema stupido)
    Suggerisco la lettura delle fonti ufficiali (non un paper ma una completa bibliografia) e viene fuori che mi barrico dietro l’ipse dixit e dietro chi mi piace di più.

    Lavoro nell’ambiente della fisica dell’atmosfera (e ho dovuto andarmene dall’Italia per farlo) da un po’ e mi considero umilmente ignorante da non dare per dogma tutti i risultati scientifici, ma nemmeno da dare dello stupido a qualcuno che lavora su un certo problema da 30 anni.

    Slainte!

    • duepassi

      cin cin ! 🙂

  4. Alessio,
    visto che sei così interessato a cosa succede nell’Artico, perché non sei intervenuto quando si parlava di come calcolano le anomalie lassù al GISS?
    Forse te lo sei solo perso?
    Non ti preoccupare, eccoti il link:
    http://www.climatemonitor.it/?p=10834

    In ogni caso perché non consideri il punto di vista GLOBALE. Perché ti limiti ad una sola parte?
    Ah , già, tanto un articolo che spieghi tutto ed il suo contrario lo si trova sempre.
    In ogni caso quando hai letto, poi riprendiamo il discorso, basta che non continui a fare previsioni con i trend, che di tali visioni semplicistiche ce ne sono già troppe.

    • Alessio

      Ah le visioni simplicistiche. Con tutto il rispetto, preferisco leggere l’articolo di Hansen. And references therein. Il post era sui confetti artici. Io ho risposto sui confetti artici. Sono molto ignorante. Per quello preferisco leggere le fonti dirette…tendo a prendere con le pinze blog che ripetono blog che ripetono blog. Suggerisco anche a te di leggere l’articolo di Hansen. Il paragrafo 7 (7. Comparison of GISS, NCDC and HadCRUT Analyses) fornisce qualche insight sulla faccenda.
      E poi c’è sempre l’e-mail Paolo: se giudichi Hansen così smanettone ed ignorante delle più basilari ozioni di meteorologia artica, beh chiedi chiarimenti. Ha messo liberamente il report 2010 sulle analisi GISS perchè la gente lo veda e ne discuta. O scrivi un commento circostanziato che metta in luce i punti deboli del suo lavoro….ah, dimenticavo: la maledetta peer review pilotata….
      Scommetto ci sono molte altre persone che sono molto più preparate sulla meteorologia artica da suggerirgli che il suo lavoro è carta straccia, no?

    • Per prima cosa, questo è uno dei pochissimi siti che oltre a riportare la cronaca sull’argomento, scrive articoli ex novo (che vengono sì, questi, pubblicati a cascata su altri n siti). Gli esempi sono numerosi, in alto a destra trovi la casellina per effettuare le ricerche. Seconda cosa, su questo sito scrivono alcuni appassionati della materia e tanti professionisti appartenenti a diverse categorie. I consigli sono sempre ben accetti, ma il sarcasmo è davvero fuori luogo. Credo che qui nessuno, e ripeto *nessuno*, ignori la letteratura della propria materia. Caro Alessio, infine, come sempre ripeto a tutti, da amministratore di questo sito, invito anche te a palesarti. E’ la nostra piccola regola di netiquette, soprattutto alla luce del fatto che il tuo intervento non è spot ma stai imbastendo un comizio.

      Ringraziando per la collaborazione,
      distinti saluti.

      CG

    • Alessio,
      molto gentile a suggerire la lettura della bozza dell’articolo di Hansen ma, come ti scrive Claudio, è un po’ presuntuoso da parte tua pensare che già non si conosca il suo metodo.

      Tu dici di essere molto ignorante in meteorologia ma, invece di usare il tuo ragionamento per capire se la mia critica (mia e non di qualcun altro e quindi non da me solo riportata, come tu affermi scorrettamente) sia corretta o meno.
      Mi pare di aver fornito le nozioni elementari per poter comprendere la questione, ma tu preferisci l’ipse dixit e sei contento.

      Io ti ho invitato a discutere della cosa, ma vedo che ti rifugi dietro alla tua ignoranza e a quanto dice chi ti piace di più.
      Libero di fare, ma è davvero poco!

  5. Alessio

    Per te è una tarantella noiosa (lo era anche il passato inverno?), per me un indicatore interessante per verificare quello che inenarrabili orrori di estrapolazione nasconterebbero. Consiglio di lettura 1, se non già affrontata (ma se si, mi pare fuori luogo la suscettibilità sull’argomento): http://imb.crrel.usace.army.mil/pdfs/annurev.marine.010908.pdf
    Che gusto ci prova Mamma Watts a sottolineare continuamente che non ci sono stazioni a nord del 70 parallelo quando ci sono altri indicatori per monitorare la situazione lassu’ e che osservano la stessa cosa, proprio non capisco.
    Ci sono 2 pagine di bibliografia nella review che ho indicato e che a sua volta rimandano ad x (con x>>1) lavori sui molteplici aspetti che riguardano il riscaldamento del rosa confetto. Sono sicuro che Mamma Watts non si è limitata a guardare dal buco della serratura ma abbia aperto la porta e si sia studiato bene l’argomento…

    Consiglio 2:http://data.giss.nasa.gov/gistemp/paper/gistemp2010_draft0601.pdf Puo’ essere istruttivo leggere con calma le ragioni delle scelte nel database GISS (è in fase di sottomissione ad un giornale, ma vale la pena di darci un’occhiata).

    Il fatto che si tratti di meteo (preferisco parlare di segnali ad alta frequenza) me lo dice il fatto che fin’ora, per quanto se ne dibatta, non sono riuscite a venire fuori soluzioni convincenti per dirimere la questione se la circolazione generale mostri o meno dei trend: pare che la temperatura media non risenta delle fasi alternate di indici come NAO/AO. Come nel passato inverno. http://journals.ametsoc.org/doi/abs/10.1175/JCLI3530.1

    ‘notte.

    • Alè, mi pare ovvio che non ne risenta nel breve periodo, altrimenti che media sarebbe? Io credo che il segreto sia proprio nei pattern atmosferici. L’esempio del passato inverno è calzante, l’anomalia totale è stata ancora una volta positiva, ma la maggior parte del contributo è venuto proprio da lassù, sottoforma di stima. Che cmq, come dici tu, ha anche altre conferme. Il punto è che questa media non credo sia molto rappresentativa del sistema, nel senso che una anomalia totale positiva non è associabile al caldo in senso stretto, ma ad alcuni tipi di pattern, o se si preferisce modalità di circolazione, mentre una negativa non è associabile al freddo (sempre in senso stretto) ma ad altre modalità di circolazione. Nel trentennio osservato oggettivamente, si è avuta la possibilità di vedere solo la prima, per cui considerare queste dinamiche tutte “unprecedented” mi sembra azzardato.
      Quanto al rosa confetto, è noto che le dinamiche di redistribuzione del calore sul pianeta generino un riscaldamento molto più consistente alle alte latitudini, ma questo non dice granché né sulla reale quantità di quel riscaldamento, né sulle sue origini, fattori questi che forse sarebe necessario conoscere sempre in chiave “unprecedented”. Le stime provano a farlo, ma non sono misure, e soprattutto non sono evidenze, malgrado si cerchi di farle passare per tali. Mettiamola così, se i comunicati stampa recitassero così, “Il 2010 è stato l’anno più caldo di sempre, con riferimento al nostro sistema di misura che è imperfetto, non paragonabile al passato e per questo scarsamente rappresentativo”, li leggeremmo con maggiore interesse. 🙂
      gg

  6. Alessio

    Bah se il mio frigo ha un problema e tende ad avere mediamente temperature piu’ alte di quelle previste per un corretto funzionamento, succede che ogni volta che apro la porta ho maggiori chances che la roba mi si scongeli.
    Ho riportato quella frase proprio per rimarcare l’importanza delle condizioni sinottiche nel determinare particolari configurazioni regionali un un annata specifica. Come ricordano anche all’NSIDC parlando di quello che potra’ essere a settembre. Tuttavia mi stupisce che la tromba “e’ solo meteo e non clima” vada bene ora e non andasse bene quando si esultava per la linea rientrata nelle 2sigma qualche mese fa.
    Quello che si continua ad ignorare a mio avviso e’ la pendenza negativa continua dal 1978. Li gli scambi meridiani c’entrano poco, a meno che non si siano modificati notevolmente negli ultimi 30 anni (cosa peraltro dibattuta plausibile in uno scenario di modifica del bilancio energetico globale considerandone l’effetto sulla circolazione globale.).
    Sinceramente degli scalini in su o in giu’ nell’arco di 5 anni mi interessa il giusto: finche’ quel maledatto trend non tornera’ col segno +, l’estensione dei ghiacci marini artici continuera’ ad assottigliarsi. Non ci sono ardite estrapolazioni che lo possano mascherare.

    • Alessio, la pendenza negativa risale al 1978 per la semplice ragione che è da quell’anno (anzi 1979) che si fanno misurazioni oggettive. Esistono testimonianze storiche degli anni ’30 che ripetono la stessa litania attuale. la differenza è che quelle non sono modellabili, quindi, secondo l’approccio relativistico attuale, semplicemente non sono. Se il pianeta varia in positivo il suo stato termico, e questo è in scena da circa due secoli o giù di lì, è ovvio che nel lungo periodo ne faccia le spese la criosfera, sia essa sul mare o sulla terraferma. Quanto al fatto che si tratti di meteo e non di clima, questo lo dici tu. Io penso invece che si tratti proprio di clima, la cui definizione spazio-temporale la puoi stiracchiare quanto vuoi, ma alla fine è sempre una sommatoria di tipi di tempo che si ripetono più o meno frequentemente. La forte componente meridiana che ha padroneggiato la circolazione emisferica negli ultimi due anni non è tempo, è clima, e come pattern caldo non vuol dire aiuto moriremo tutti fritti, pattern freddo non vuol dire moriremo tutti congelati. Finché si continuerà a guardare il sistema dal buco della serratura, difficilmente si riuscirà a vedere più della proiezione dell’ombra della chiave, e quell’ombra continuerà ad essere considerata evidenza di ciò che non è.
      Perdonami lo sfogo, ma questa tarantella del ghiaccio è veramente insopportabile. 🙂
      gg

  7. Caro Alessio,
    intanto lassù, come si legge chiaramente dagli estratti, a governare il comportamento del ghiaccio sono le condizioni bariche e anemologiche, non le temperature, né più né meno come è accaduto per il 2007, che tra l’altro presenta molte analogie con quest’anno. Parliamone volentieri, ma smettiamola una buona volta di supportare il nesso di causa-effetto tra le anomalie termiche e quelle dell’estensione dei ghiacci, anche perché pur se in anomalia positiva (innescata dalla forte componente meridiana della circolazione emisferica che continua a persistere), le temperature sono ancora in territorio negativo, e non è dato sapere come potrebbe sciogliersi il ghiaccio con temperature negative. Succede così nel tuo frigorifero? 🙂
    gg

  8. Alessio

    mah, sara’ anche un artefatto frutto di ardite interpolazioni, ma intanto lassu’…..
    http://nsidc.org/data/seaice_index/images/daily_images/N_stddev_timeseries.png
    http://nsidc.org/arcticseaicenews/index.html

    Alcuni estratti:
    “At the end of the month, extent fell near the level recorded in 2006, the lowest in the satellite record for the end of May”

    “it is too soon to say whether Arctic ice extent will reach another record low this summer—that will depend on the weather and wind conditions over the next few months.”

    “The rate of ice extent decline for the month was -68,000 kilometers (-26,000 square miles) per day, almost 50% more than the average rate of -46,000 kilometers (18,000 square miles) per day. This rate of loss is the highest for the month of May during the satellite record.
    Ice extent remained slightly above average in the Bering Sea, and below average in the Barents Sea north of Scandinavia, and in Baffin Bay. ”

    “ice extent reached its seasonal maximum much later than average, and in turn the melt season began almost a month later than average. As ice began to decline in April, the rate was close to the average for that time of year.
    In sharp contrast, ice extent declined rapidly during the month of May”

    “A strong anticyclone centered over the Beaufort Sea produced southerly winds along the shores of Siberia (in the Laptev and East Siberian seas), resulting in warmer-than-average temperatures in this area. The Canadian Arctic Islands were an exception to the general trend, with temperatures slightly cooler than average over much of the region.”

    • Questo lo dicono tutti gli anni, da decenni ormai. Solo che adesso hanno aggiunto anche una seconda parte…

      “it is too soon to say whether Arctic ice extent will reach another record low this summer—that will depend on the weather and wind conditions over the next few months.

    • duepassi

      [ ironic mode on ]
      Ma non era il caldo che doveva farli estinguere ?
      Qui ci vuole un impianto di condizionamento che mantenga la temperatura fissa, altrimenti questi ti muoiono o per il caldo o per il freddo.
      Chissà come facevano prima che l’uomo emettesse tutta questa CO2, avevano forse una temperatura rigorosamente costante ? Se no come si spiega che non si siano ancora estinti ?
      Ah, giusto, c’erano i mammuth…
      [ ironic mode off ]
      parlando seriamente, ho l’impressione che il freddo uccida più del caldo, come dicono i grafici che ha mostrato Indur Goklany sulla mortalità a seconda dei mesi, alla quarta conferenza sui cambiamenti climatici, a Chicago.
      Secondo me.

  9. duepassi

    Colonnello, ammetterà che siamo bravi, stiamo bollendo di più proprio dove non abbiamo dati.
    La fantasia non ci manca. 🙂

  10. marco g.

    Mi sono perso qualcosa?Dalle mie parti(Lago Maggiore)primavera piovosissima (700 mm.) e t. assolutamente in media,giugno sottomedia e ulteriormente piovoso (180 mm.),c’è qualcosa che non riesco a capire…

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