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Promemoria

E così, alla fine del solito estenuante logorio stagionale e dell’altrettanto solito tira e molla, finalmente l’estensione dei ghiacci artici ha girato l’angolo attestandosi su valori molto simili a quelli del 2008, ben lontano dal minimo del 2007, ma anche ben al di sotto della media 1979-2000. A giorni l’NSIDC tirerà le somme definitive e fornirà i numeri ufficiali, dopo esser caduto -come quasi tutti, del resto- nel tranello meteorologico che aveva dato l’impressione che la minima estensione di quest’anno fosse stata raggiunta alla fine della prima decade di questo mese.

Soltanto pochi giorni fa l’Amico Tore Cocco ha richiamato la nostra attenzione sulle difficoltà che queste misurazioni stanno incontrando ultimamente nel fornire dei dati affidabili, sta di fatto che anche per quest’anno pare che la “death spyral” in cui il ghiaccio marino artico dicevano fosse entrato segna il passo. Anzi, considerato il fatto che le condizioni bariche ed anemologiche dell’estate artica appena trascorsa hanno ricalcato piuttosto bene quelle del 2007, credo si possa convenire che la banchisa abbia resistito meglio delle aspettative.

A conferma del fatto che la temperatura in valore assoluto c’entra molto poco rileviamo anche, con l’unica eccezione proprio dei primi giorni si settembre, le temperature lassù sono state quasi sempre sotto la media climatica.

Ad aprile scorso, uno dei nostri più attenti lettori aveva “suggerito” di rivederci a settembre, poi qualche altro lettore meno attento ma parecchio più critico ci ha dato serenamente degli imbecilli (il link non ve lo do, perché non se lo merita neanche) perché a metà estate c’è stato un periodo in cui il ghiaccio sembrava letteralmente in caduta libera. Bontà sua.

Sicché, mentre il pericolo incombe, il nemico è alle porte e il forcing antropico pressa più che mai, il ghiaccio artico, celebre evidenza che evidenza non è, continua a non collaborare.

Ora arriva la stagione invernale e qualcuno ha già azzardato delle previsioni che per l’emisfero nord non sono molto tenere. Chissà se avrà ragione, ma non è un problema, se farà freddo, sicuramente da qualche altra parte farà caldo e, altrettanto sicuramente, gli eventuali fenomeni che in genere accompagnano il freddo saranno comunque strettamente attinenti al tempo atmosferico e non al clima, né più, né meno come è accaduto questa estate per il caldo in Russia. Ah, no, scusate, quando c’è il segno più è sempre clima!

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Published inIn breve

2 Comments

  1. Alessio

    Beh ben trovati. Il tempo vola mannaggia.
    Guido, riprendo il senso del post dalle ultime tue righe: “Chissà se avrà ragione, ma non è un problema, se farà freddo, sicuramente da qualche altra parte farà caldo e, altrettanto sicuramente, gli eventuali fenomeni che in genere accompagnano il freddo saranno comunque strettamente attinenti al tempo atmosferico e non al clima, né più, né meno come è accaduto questa estate per il caldo in Russia. Ah, no, scusate, quando c’è il segno più è sempre clima!”

    e le rovescio riprendendo queste altre tue parole del 24 aprile: “Se le cose continueranno ad andare così, registreremo il terzo anno consecutivo di recupero rispetto all’annus horribilis del 2007. A questo punto propongo che i profeti di sventura producano numerose altre proiezioni di scomparsa totale dei ghiacci dall’Artico, sembra che questa terapia porti giovamento al malato.”

    Quando in aprile era ancora tutto bianco ela linea dentro le 2sigma, vial al sarcasmo allegro. Ora, la notizia la riporti coi termini per cui “…credo si possa convenire che la banchisa abbia resistito meglio delle aspettative.”.

    Ora, ignorare che:
    1)stiamo parlando oramai di un contesto in cui, anche a fronte di un inverno con copertura di ghiaccio che ha raggiunto valori elevati, si finisce nuovamente ben al di sotto di 2 sigma
    2)l’anno in corso prosegue su un trend che non voler vedere è oramai un esercizio un po’ sterile http://tamino.wordpress.com/2010/09/22/i-got-lucky/
    3)che a guardare bene il ghiaccio pare faccia cose strane sbrindellandosi proprio come i cattivi catastrofisti suggeriscono http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20100406_Figure6.png

    porta all’ovvia conclusione che ” il ghiaccio artico, celebre evidenza che evidenza non è, continua a non collaborare.”

    Anche a me piace credere ai Gray Men quando vo in montagna (http://en.wikipedia.org/wiki/Fear_liath). E’ che quando poi vedo chiaramente che ho a che fare con un pietrone, non continuo a sostenere la presenza di Yeti nelle Highlands.

    A meno che non abbia ancora del Caol Ila avanzato nello zaino, chiaramente 🙂

    • Alessio, temevo non venissi a leggere. Meno male.
      Una premessa, credo tu lo sappia bene ma lo ripeto a beneficio altrui: quando dico “evidenza che evidenza non è” parlo sempre del fatto che il comportamento del ghiaccio segue secondo dinamiche molto complesse e poco note lo stato termico del pianeta, ma non dice assolutamente nulla sulle origini delle variazioni di quest’ultimo. Che la faccenda si sia scaldata è indubbio, quanto e come invece lo abbia fatto è soggetto ad incertezza (e pare che ultimamente non siamo più soli a dirlo). Sulle origini di tale riscaldamento poi ci sono molti dubbi e scarsissime evidenze. Il ghiaccio marino non è una di queste.

      Come ho scritto, attraverso quel poco che si è compreso circa il forcing che le dinamiche atmosferiche impongono al ghiaccio marino, il fatto che la situazione barica e anemologica di questa estate abbia prodotto un ex-aequo con il 2008 è una bella notizia, perché da come si erano messe le cose (sempre in termini barici etc) poteva andare molto peggio. Probabile che abbiano influito proprio i due recenti anni di breve recupero. Questo il ragionamento riferito alle aspettative, ora spero sia più chiaro.

      Il trend è ovviamente di lungo periodo, anche volendo, e non sarebbe un esercizio corretto, questi ultimi tre anni non possono essere estratti dal trend, ma neanche si può dire che il rateo di diminuzione dell’estensione non abbia subito un rallentamento o addirittura un arresto. Se questo possa preludere a un’inversione lo sapremo tra qualche anno. Se dovesse tornare a picchiare pure.

      Quanto alla granita, se hai seguito le vicende dei sensori questa estate, avrai anche visto che il ghiaccio oggi è granita, domani è monolite e dopodomani è sorbetto, salvo poi tornare ad una di queste tre condizioni in modo più o meno randomico. Questo però attiene al periodo breve e più che altro denuncia qualche problemino non banale sull’affidabilità della misura. la media di 3/5 giorni che molti fanno nell’aggiornare i dati infatti, non serve a fare la curva più bella, serve a sperare di mangiarsi l’errore di oggi con quello di domani, ammesso e non concesso che abbiano segno diverso, altrimenti si sommano.
      Nel medio periodo (granita in figura) mi pare che si ripeta la diatriba dell’anno scorso. Dopo l’annus horribilis del 2007 è logico che ci sia stato nel 2008 meno ghiaccio più “datato” (del resto si era sciolto). Dopodichè nel 2009 e poi nel 2010 (nonostante quest’anno il minimo sia più basso dell’anno scorso) il ghiaccio con più di un anno di vita (cioè a ciclo continuo si potrebbe dire) è in percentuale diminuito a beneficio di quello con 1-2 anni di vita o più di due anni di vita. Vuol dire che quel ghiaccio viene dagli anni prima, cioè si è riformato senza sciogliersi dal 2007. Anche qui, però, non è dato sapere cosa faranno le curve che delimitano l’area verde e quella celeste della figura. Si vedrà.

      Per finire una battuta a beneficio dell Yeti che evidentemente è in te 🙂
      Ma se non faccio il promemoria sbajo, se lo faccio sbajo, dimme che me voi menà, diceva Bombolo!
      Ciao.
      gg

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