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Tira una brutta aria

E già, tira proprio una brutta aria, e non va nemmeno bene per far girare le pale delle torri eoliche. Va bene però per far girare vorticosamente qualcosa di linguisticamente simile.

Come molti pare abbiano fatto nel corso delle recenti festività, anche io ho fatto qualche chilometro. E come tutti ho avuto modo di ammirare le foreste di torri eoliche che stanno allegramente crescendo su campi e colline del belpaese. Tutte o quasi inesorabilmente ferme per la maggior parte del tempo.

Ma non è importante, perché pare rendano anche senza girare. Non producono energia ma producono soldi, o meglio ne facilitano il trasferimento dalle nostre tasche a quelle di chi le installa e gestisce.

A quanto pare però la festa non durerà molto a lungo, almeno non con la musica -leggi incentivi- così alta.

Leggete qua.

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Published inIn breve

4 Comments

  1. Angelo

    Purtroppo se un parco è fermo non becca una lira! Mentre le pubbliche amministrazioni vogliono lo stesso i soldi in royalties dal gestore del parco.
    Viste dall’ottica dello sviluppatore/gestore le cose sono un po’ diverse. Anche i numeri esibiti nell’articolo relativi ai tempi e costi per l’ottenimento delle autorizzazioni sono del tutto irreali. Con 2500 euro non stampi nemmeno gli elaborati (ultimo costo della sola carta stampata per una integrazione al progetto è stata di 5.000 euro: e sto parlando di una delle 3 integrazioni richieste dopo aver presentato il progetto in 15 copie con circa 2 anni di studi anemologici e 1,5 anni di monitoraggio ambientale).

    Per darvi una idea ,la pubblica amministrazione competente ha incamerato in fase di presentazione
    -40 tavole/disegni a colori
    -2000 pagine di relazione e studi
    il tutto moltiplicato per 15 copie.
    Poi vi sono state 3 integrazioni con ristampa del progetto che hanno portato il tutto a
    -49 tavole di dimensione da A2 a A0
    -circa 2500 pagine di relazione
    il tutto da moltiplicare per il numero di copie.

    Anche il costo di 1,2 milioni di euro a torre andrebbe integrato con la potenza della torre, di solito si viaggia a 1,6-1,8 milioni di euro a MW, dipende molto dal parco.

    Insomma, voglio dire…non fidiamoci troppo delle informazioni “giornalistiche”!

    Reply
    C’è poco da fidarsi Angelo, mi pare che peggio di così non si potrebbe stare. O forse sì, potrebbe piovere! 🙂
    gg

  2. Questo però non deriva dall’eolico in sé, ma da come viene realizzato in Italia, senza i necessari controlli.

    Ci sono paesi dove il “giramento di pale” 🙂 funziona.
    In Germania il 7% dell’elettricità prodotta deriva dalle pale eoliche, in Spagna il 13%. Parlo di energia realmente prodotta, non della potenza installata che non significa nulla.

    • Fabio Spina

      Hai ragione, ma da noi storicamente le pale giravano con l’acqua ed in quei paesi a vento. La situazione se uno guarda la produzione effettiva di energia non è cambiata sensibilmente da ciò che accadeva qualche secolo fa, ed allora non c’erano i contributi statali.
      Ciao

    • È vero, non ci avevo pensato! Effettivamente quando si pensa ai mulini a vento vengono subito in mente l’Europa del Nord (Olanda, Germania, Danimarca…) e Don Chisciotte 🙂

      Invece in Italia una grossa tradizione di mulini a vento non c’è (il che non significa che non si possa iniziare).

      Reply
      Oh sì, specialmente se la climate disruption altera il regime dei venti.
      gg

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