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Desertificazione in Italia: dati vecchi ma allarmi nuovi – aggiornamento

Dal 10 al 21 ottobre si svolgerà in Corea la decima conferenza internazionale della United Nations Convention to Combat Desertification (UNCCD), organizzata per la prima volta in Asia dai Paesi firmatari della Convenzione per fare il punto su una grave minaccia globale, la desertificazione.

Nei giorni scorsi per lanciare l’evento ‘mediaticamente’ si è puntato sull’allarme. In Europa pare che ben 12 stati ‘soffrano’ per tale fenomeno.  Su molti quotidiani e siti internet non si è persa l’occasione per descrivere ‘scientificamente’ la pessima situazione italiana ricorrendo a informazioni che possono essere ben sintetizzate dal pezzo sotto riportato (il neretto è del sottoscritto):

L’ultima analisi del centro ricerche agricoltura (Cra), sviluppata poi dal centro di meteorologia applicata e pubblicata dall’Ispra rileva un netto peggioramento delle condizioni del suolo in tutt’Italia. ”Secondo i dati – ha spiegato Anna Luise dell’Ispra – i fenomeni di vulnerabilita’ del suolo non si limitano alle cinque regioni gia’ note (Sicilia, Puglia, Calabria, Basilicata e Sardegna), ma anche ad altre come Piemonte, Liguria, Toscana e Abruzzo”. Dall’analisi, che esamina il periodo fra 1990 e 2000, emerge che circa il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado medio-alto di vulnerabilita’ ambientale. Seguono Molise (58%), Puglia (57%) e Basilicata (55%). Sei regioni (Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania) presentano una percentuale del territorio compresa fra il 30% e il 50%, sette fra il 10% e il 25% (Calabria, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Veneto e Piemonte), mentre per tre regioni (Liguria, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige), le percentuali variano dal 2% al 6%.”

Ma come, per l’ennesima volta ‘l’ultima analisi’ è quella del decennio 1990-2000, finito ben 11 anni fa?  Se un economista per descrivere lo stato economico attuale del paese presentasse dati del decennio 1990-2000 sarebbe ricoperto da pernacchie, perché su tematiche climatologiche-ambientali questo non accade? La situazione delle precipitazioni non è cambiata? Peccato che i dati relativi non siano aggiornati, perché la quantità d’acqua caduta, guarda la fatalità, nel decennio 2000-2010 è aumentata.

Della ricorrente presentazione degli stessi dati per la desertificazione ne avevamo già scritto su CM il 4 giugno 2010 in un post dal titolo “Desertificazione in Italia: dati vecchi ma allarmi nuovi”. Dopo un anno la situazione si ripete, la cartina pubblicata il 3 ottobre 2011 su ecologiae.com è la stessa pubblicata nel 2007 su agriregionieuropa e della quale avevamo parlato nel post su CM prima indicato.

Per favore, se proprio dovete sempre ricordarci le azioni per curare il pianeta malato, fate almeno lo sforzo di aggiornare la diagnosi sulle condizioni reali, altrimenti  le azioni proposte potrebbero apparire più guidate dall’ideologia che dalla conoscenza.

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Published inAttualitàNews

2 Comments

  1. Arrigo

    Siamo alle solite: il catastrofismo fa “audience”. non importa se i dati sono reali o aggiornati, è la sindrome di chi le spara più grosse.
    Continuate così, necessita una voce fuori dal coro.

  2. antonio

    Bellisssimo!!!! E’ sempre una cosa meravigliosa riuscire a smascherare questo atteggiamento catastrofista ed imbroglione.
    Grazie, continuate così!

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