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Anche il Sole ha le sue anomalie

Il sole e il ciclo solare 24 non smettono di regalare agli studiosi della materia nuovi spunti per la ricerca e quesiti sulle conoscenze finora raggiunte. L’ultimo in serie cronologica di questi spunti può venire da alcuni dati che descrivono l’andamento del ciclo solare. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un graduale aumento del numero delle macchie solari e del flusso solare sulla lunghezza d’onda dei 10,7 cm. Nei cicli passati tale incremento andava di pari passo con un aumento di un indice geomagnetico l’indice AP.

Questa volta invece così non è, almeno per il momento. Riassumiamo un attimo la situazione presente del ciclo solare.

Sia il numero di macchie solari che il flusso solare sono cresciuti in modo costante e aderente alle ultime previsioni della NASA. Potete trovarne un riassunto in veste grafica in queste tabelle.

 

Come potete osservare l’andamento è in linea con le previsioni anche se la crescita è di fatto più repentina di quanto atteso. Stesso discorso per il flusso solare sui 10,7 cm.

Altro discorso merita l’indice AP che misura gli effetti del magnetismo solare sul sistema solare ed in particolare sul nostro pianeta. Infatti nonostante il discreto numero di macchie solari i report NOAA riferiscono costantemente di una attività solare bassa, in quanto  rimangono rari i flare e le eruzioni solari, che sono gli elementi che maggiormente influenzano il campo magnetico terrestre e la propagazione dei raggi cosmici nel sistema solare. Ecco la tabella riepilogativa.

Come potete vedere l’indice AP ha subito un netto calo e non segue, oggi, l’andamento del conteggio delle macchie solari. Questo perchè in questo ciclo solare latitano brillamenti ed espulsioni di massa coronale. Il motivo di questa discrepanza va oltre la mia capacità di comprensione.

Comunque possiamo fare una piccola deduzione: gli effetti del sole sul nostro pianeta possono essere in massima parte ascritti agli effetti diretti sul campo magnetico, agli effetti indiretti sugli alti strati della ionosfera (dovuti principalmente ai raggi ultravioletti) e alla quantità di raggi cosmici incidenti. Bene, un basso indice AP è indicatore diretto di scarsi effetti sul campo magnetico terrestre e indirettamente di bassa presenza di raggi UV che riscaldano ed espandono la ionosfera. Inoltre una bassa attività magnetica solare determina una maggior quantità di raggi cosmici che possono raggiungere il nostro pianeta. Queste variabili dell’attività solare possono avere importanti effetti sul clima del pianeta e forse, dico forse, perchè di prove concrete non ne abbiamo, aver avuto una quota di responsabilità sulla doppia Ninã che sta interessando l’oceano pacifico. Il picco di attività solare del ciclo 24 è atteso per la fine del 2012 ed allora potremo avere una idea concreta dell’evoluzione nei prossimi 5-7 anni.

Chiudo questo articolo con un’altra curiosità.

Storicamente le macchie solari sull’emisfero nord e sud del Sole non hanno un picco di attività sincrono, ma hanno una latenza di 4-7 mesi. In questo ciclo solare la latenza appare molto più lunga, intorno ai 12 mesi e l’ emisfero sud appare molto ma molto meno attivo. Anche questo aspetto è dovuto a cause ancora non completamente conosciute. Tutto ciò per dire che, nonostante tutto, questo ciclo solare è anomalo, strano, fuori dagli schemi classici; definitelo un pò come volete ma non è certo lo schema di attività e di andamento che il sole ci ha proposto negli ultimo 70 anni.

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Published inAttualitàSole

5 Comments

  1. Mauro

    ..si aggiunga a quello che Lei ha detto, che sembra che il sole non abbia nessuna intenzione di invertire la polarità, come dovrebbe succedere, di solito, a tre anni circa dall’inizio del ciclo. http://wso.stanford.edu/gifs/Polar.gif A cosa potrebbe portare questo?

    • Mauro, come Lei sa, il sole inverte la polarità del campo magnetico circa a metà del ciclo undecennale, durante il ciclo 24, come mostra il diagramma nel Suo link, l’ intensità del campo magnetico solare è decisamente bassa e non abbiamo ancora assistito all’inversione di polarità. Questo perchè i cicli a bassa intensità di solito hanno durate superiori ai canonici undici anni; probabilmente, ma la mia è solo una ipotesi di un appassionato come Lei, non siamo ancora giunti alla metà del ciclo solare 24. Grazie per il link a quella fonte la inserirò nei miei prossimi articoli.

    • donato

      Grafico veramente molto interessante che avvalora sempre più l’ipotesi di un ciclo solare del tutto atipico (almeno rispetto agli ultimi tre).
      Ciao, Donato.

  2. donato

    Sulla base di alcuni diagrammi “artigianali” che cerco di tener aggiornati in maniera piuttosto costante, mi sembra che il diagramma delle SN (smoothed) segua la curva “low prediction” elaborata dal NOAA nel 2007 (http://www.swpc.noaa.gov/SolarCycle/SC24/index.html).
    Essa, infatti, rientra nel margine di errore di tali previsioni. Effettivamente bisogna complimentarsi con chi fece quelle previsioni.
    Molto interessante l’ipotesi circa l’influenza solare sui cicli ENSO. Se provata avvalorerebbe le tesi di coloro che sostengono un prossimo periodo di riduzione delle temperature. Considerando i minimi che si sono succeduti nel passato (Maunder, Dalton e via cantando) si potrebbe individuare la causa fisica di quelle oscillazioni secolari che diversi studiosi (tra cui il prof. N. Scafetta) hanno individuato nell’evoluzione climatica. In tal modo perderebbero notevolmente forza le critiche mosse a tali teorie (bollate come “numerologia” da coloro che attribuiscono al forcing radiativo l’aumento di temperatura globale che è stato misurato.
    Ciao, Donato.

    • Donato i tuoi commenti sono sempre puntuali e attenti, che dirti se non grazie! Effettivamente siamo esattamente sulla low prediction, ancora 8 o 9 mesi e sapremo la tendenza di tutto il ciclo!
      Ciao Giorgio

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