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Mese: Dicembre 2011

Compiti per le vacanze: Nuovo articolo di Nicola Scafetta

Un paio di mesi fa, per l’esattezza in ottobre, abbiamo ospitato sulle nostre pagine la prosecuzione di un dibattito tenutosi sul Bollettino della Normale di Pisa tra Stefano Caserini e Nicola Scafetta. Nella fattispecie, il primo dei due ha pubblicato un post sul blog climalteranti.it, mentre il secondo ha pubblicato questo post su CM.

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Desiderio di fine d’anno

Esprimere desideri il primo dell’anno è troppo scontato. Facciamolo un giorno prima, anzi due. Un desiderio semplice semplice:

Alla prossima adunata oceanica di clima-responsabili, vorrei che fosse messo all’ordine del giorno di occuparsi per un giorno solo di un problema reale. Per tutto il resto della kermesse si potrà poi continuare tranquillamente a disquisire di aria fritta o, nella fattispecie, tassata.

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Il clima non è tutto, neanche nelle previsioni.

Alcuni anni fa ho letto il capolavoro di Jared Diamond ‘Armi Acciaio e Malattie’. Quel che mi aveva portato ad interessarmi a quel libro, oltre che una generica curiosità per un trattato di storia dell’evoluzione della razza umana, era il ruolo che pur brevemente l’autore assegnava, nell’ambito delle dinamiche dell’evoluzione, alle caratteristiche geografiche  e quindi climatiche delle zone del mondo che hanno cullato i primi passi della nostra specie in quella che si potrebbe definire non senza una generose dose di approssimazione l’era moderna.

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Un piccolo promemoria

Beh, com’è andato il 2011? Avete avuto freddo o caldo? Presumo entrambe le cose. Strano però che in un mondo misurato a colpi di medie si debba ancora fare i conti con la realtà delle variazioni. E in tutti i sensi poi!

Capirei se almeno facesse sempre più caldo. Che so, se almeno le temperature medie superficiali rispettassero le previsioni. Che diavolo, tutta quella fatica, tutti quei summit, tutti quei soldi spesi e poi dobbiamo scoprire che il mondo va come gli pare, e se ne frega di noi e della CO2.

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Global warming: era più freddo prima o è più caldo adesso?

C3 Headlines è un sito di scettici climatici. Ma non solo, è anche un sito dove troppo spesso i pur giusti argomenti che sostengono lo scetticismo sono confusi con dissertazioni di carattere smaccatamente politico e ideologico. Per questa ragione è molto raro che si possa leggere sulle nostre pagine di argomenti tirati fuori e/o approfonditi da quel sito.

Quanto vi racconterò brevemente non fa eccezione, ma l’argomento è forse troppo importante per essere trascurato. Sulle nostre pagine abbiamo spesso affrontato il tema della precisione della misura, della cura del dato, dell’approssimazione inevitabile delle misure strumentali e della conseguente inutilità di compilare classifiche annuali in termini di freddo o caldo sulla base di differenze dell’ordine di centesimi, quando non millesimi di grado.

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Darfur, la prima guerra climatica – Mirror posting

Ospitiamo oggi un articolo apparso su Geopoliticalcenter.com . Come i nostri lettori ormai sanno, Climatemonitor parla principalmente di climatologia, tuttavia ad oggi il campo è diventato talmente vasto da essere prettamente interdisciplinare. Clima, società, ambiente, economia sembrano argomenti separati all’apparenza, tuttavia un sottile filo rosso li lega tutti insieme. Quali che siano le cause dei cambiamenti climatici (ma sapete bene come la pensiamo qui su CM), nel mondo e in particolare in Africa si sono consumate e si stanno consumando delle tragedie di proporzioni devastanti. Più che riflettere sui cambiamenti climatici, con questo mirror posting, vorremmo riflettere su questioni troppo spesso accantonate in angoli remoti della nostra memoria.

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L’apprendista stregone

Merlino era un principiante. Altro che scope che puliscono da sole, fabbricare il caldo dal freddo è meglio della scoperta della pietra filosofale. E se nel farlo si nega gran parte di quello che si è sostenuto in passato la capriola è ancora più spettacolare.

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Le serie di temperatura si ostinano a non salire? Niente paura, basta correggerle opportunamente. Vediamo, cosa può avere disturbato il loro incedere sospinte da un inarrestabile forcing antropico? Ma certo, il Sole e le basse temperature di superficie dell’Oceano Pacifico, cioè indice ENSO frequentemente positivo, con in aggiunta un po’ di attività vulcanica.

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Cosa significa non voler capire che la musica è cambiata

Il 2011 è agli sgoccioli, un anno che non si è certo risparmiato dal punto di vista meteorologico, anche nel recentissimo passato. All’inizio dell’autunno piogge torrenziali, perturbazioni atlantiche entrate nel Mediterraneo come un coltello nel burro, territorio flagellato da una tipica circolazione meridiana, con il Paese è flagellato da eventi che non si vedevano dagli anni ’60 e ’70. Se sei sotto l’aria calda sub-tropicale ti viene voglia di andare al mare e aspetti le rondini. Se sei sul bordo discendente del flusso corri a controllare l’attrezzatura invernale. Per gli ottimisti gli sci, per tutti gli altri pneumatici invernali.

E ti dicono che è colpa del riscaldamento globale.

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Hu ho…fare verde costa troppi verdoni…

Questi non sono segnali positivi. Se da un lato l’impegno delle multinazionali dell’energia nelle fonti alternative rientra spesso nella categoria del greenwashing, è pur vero che le enormi risorse che queste hanno a disposizione sono un sostegno di cui il settore delle rinnovabili proprio non può fare a meno.

Il problema però, è che questa benedetta green economy continua a fare una fatica enorme a sottostare alla regola base del mercato, quella cioè che giustifica gli investimenti solo se sono remunerativi.

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Il Santo Graal della Climatologia

Negli ultimi anni l’universo della scienza del clima è diventato così vasto da aver richiesto una sempre maggiore specializzazione. Sono nati così tantissimi centri di ricerca che hanno deciso di massimizzare i propri sforzi in settori specifici. Tra questi, l’Università di Huntsville in Alabama, è quello che si occupa delle misurazioni della temperatura provenienti dai sensori a bordo dei satelliti e, più precisamente, dalle Advanced Microwave Sounding Units del satelliti NOAA e NASA.

Nel novembre scorso, più precisamente il giorno 16, le serie di dati disponibili per questo parametro hanno compiuto 33 anni, cioè circa un terzo di secolo.

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