Salta al contenuto

Punto primo: dimenticare Durban.

Quanti giorni sono passati dalla chiusura della CoP17 di Durban? Hum…dodici credo, forse qualcuno in più se si considerano i tempi prestabiliti, ma poi sono arrivate le classiche ‘decisioni storiche dell’ultimo momento’, al termine di estenuanti negoziati.

Dopodiché, tutti a casa, dove si deve necessariamente abbandonare il politichese ad usum Nazioni Unite e fare i conti con i propri elettori, pratica invece sconosciuta alla burocrazia internazionale. Sicché, a due giorni dalla chiusura, quando il comunicato finale della conferenza non era ancora stato tradotto e diffuso, ma si sapeva che conteneva il prolungamento del Protocollo di Kyoto fino alo 2015 e la firma di un documento separato che prometteva la nascita di un accordo globale con forza legale per la riduzione delle emissioni per il 2020, il Canada annunciava di voler esercitare il diritto di ritirarsi dal suddetto protocollo. Della serie, continuate voi che a me scappa da ridere.

Ora, come sottolineato qualche riga fa i giorni trascorsi sono dodici, il 2020 è piuttosto lontano, ma il Ministro dell’Ambiente indiano, intervenuto nel parlamento della sua nazione, ha tenuto a sottolineare un piccolo particolare:

[blockquote]Devo chiarificare che questa decisione [di sottoscrivere un accordo con forza legale] non implica che l’India nel 2020 dovrà intraprendere azioni coercitive per ridurre le proprie emissioni in termini assoluti.[/blockquote]

Se ne deduce che il terzo emettitore mondiale, l’India appunto, è disponibile a firmare un accordo globale con forza legale per la riduzione delle emissioni…degli altri. Chissà se Cina e USA sono d’accordo.

NB: dal blog di Roger Pielke jr.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

3 Comments

  1. Guido Botteri

    Sintetizzando in maniera brutale:
    L’europa punta decisamente al proprio suicidio economico, sperando di invogliare gli altri a suicidarsi anche loro
    ma
    Cina e India accettano qualsiasi sacrificio o qualsiasi suicidio, purché fatto (solo) dagli altri…
    l’America ha al suo interno un folto e agguerrito gruppo favorevole al suicidio dell’Occidente, ma ancora si sente la presenza di qualcuno che ha ancora la testa sulle spalle e non nelle nuvole…
    il terzo mondo spera che l’AGW si traduca nell’arrivo di consistenti “aiuti ambientali”, ma deve starsi attento, perché l’accettazione della logica ambientalista sarebbe la sua fine, e la fine del suo sviluppo, e deve starsi attenta ai cavalli di troia che riceve in regalo.
    Secondo me.

    • Fergus McGee

      Egr. Botteri, il problema è proprio questo, lei ha colto (brutalmente, dice, in modo onesto e trasparente, dico io) l’essenza del problema.

    • donato

      Ottima sintesi.
      Ciao, Donato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »