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A proposito d mele e pere

Ieri abbiamo pubblicato un breve post in tema di rinnovabili, o meglio, sui problemi delle rinnovabili. La bacchettata non si è fatta attendere. “Sono problemi normali nell’evoluzione dei sistemi complessi, questo è il prezzo del progresso”. Come non essere d’accordo?

Semplice, perché normalmente l’informazione su questi temi, che si tratti di media, di divulgazione scientifica o di comunicazione istituzionale è fatta ignorando questi problemi e, ancora peggio, attribuendo alle fonti rinnovabili virtù che non hanno.

Un esempio dal blog di Roger Pielke jr.

Esce un report del Dipartimento per l’Ambiente e il Cambiamento Climatico inglese (sì, loro ne hanno fatto un ministero), in cui tra tante interessantissime cose in termini di politica energetica, sono descritti quattro scenari. Il solito Business as Usual, un mix tra biomasse e fonti fossili, un’opzione nucleare e, dulcis in fundo, lo scenario delle rinnovabili. Fatti due conti, pare che al 2050 (questo è il range temporale del ‘calcolatore’) le fonti rinnovabili saranno più convenienti di tutte le altre.

Una buona notizia no? Beh, sì, salvo il fatto che per arrivare a questo risultato nel report si presume che l’uso delle rinnovabili sarebbe accompagnato da un 54% di risparmio in efficienza energetica, mentre per gli altri scenari i virtuosismi sarebbero molto inferiori (43% per il mix e 31% per il nucleare). Rimesse le mele e le pere nei rispettivi cesti, cioè considerando costi uguali per la distribuzione del 50% del fabbisogno di energia proveniente da ogni tipo di fonte (pari virtuosismo o pari inefficienza) salta fuori che le rinnovabili avrebbero un costo doppio delle altre.

Attendo ansiosamente che il bacchettatore di ieri si faccia vivo con il governo inglese, reo di aver deliberatamente scelto quali dati presentare per dimostrare la sua tesi.

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Published inAttualitàEnergia

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