Finalmente un accordo? Il Pianeta è salvo? Da domani tutti in bibicletta? Macché, niente del genere, questi sarebbero miracoli di poco conto in confronto a quello che sta per succedere a Doha, sede della 18esima conferenza delle parti dell’UNFCCC.
Curiosi? Ecco qua, da Ansamed (neretto nostro):
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(ANSAmed) – DOHA, 28 NOV – Migliaia di attivisti di tutto il mondo scenderanno in piazza sabato 1 dicembre a Doha per richiedere un’azione concreta per l’ambiente durante i negoziati della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP18) in corso nella capitale, nella prima manifestazione con rivendicazioni che il Qatar abbia mai visto nella sua storia.
Organizzata da diverse Ong la manifestazione si svolgerà lungo la Corniche, la principale baia di Doha, e verrà la partecipazione di migliaia di attivisti provenienti da una quindicina di Paesi arabi tra cui gli Emirati Arabi Uniti, l’Iraq, l’Oman, l’Egitto, il Bahrein e la Libia per richiedere di ridurre le emissioni di CO2 entro il 2020.
Il presidente della COP18, Abdullah bin Hamad al-Attiyah, aveva invitato le Ong a far sentire la loro voce e a manifestare. In un primo tempo Greenpeace aveva fatto sapere che non avrebbe protestato a causa di problemi logistici.
L’organizzazione aveva infatti preso in considerazione la possibilità di organizzare una protesta ma non era riuscita a trovare una soluzione che avesse un impatto sufficiente a costi ragionevoli. Osservatori ritengono invece che molte Ong avessero deciso di non protestare per non mettere a rischio i propri membri in un Paese non democratico in cui associazioni e forme di dissenso non sono ammesse.(ANSAmed).
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Ricordiamo a tutti i lettori la schizofrenica clima-politica di organizzare un evento ad elevatissimo impatto in termini di emissioni nel paese che non ne ha mai voluto sapere, né di Kyoto né di nient’altro che non fosse cavar petrolio dal sottosuolo (e ci credo!).
Ma, siccome la faccia va salvata da qualunque parte si trovi dell’anatomia dei soggetti in questione, assisteremo al primo caso della storia di una protesta di piazza contro le politiche dei governi inquinanti/inquinatori, cioè soprattutto i loro, promossa dallo stesso governo inquinante inquinatore.
La ciliegina sulla torta, di assoluto valore teatrale, saranno gli arabi che finalmente protestano contro l’estrazione del petrolio. Che spettacolo!
In effetti questo corteo sembra un po’ una carnevalata… però non è detto che venga male, anzi, magari da ora in poi alle varie conferenze sarà un appuntamento fisso la sfilata di carri allegorici, ballerine, ecc. O la sfilata esiste già?
Costi ragionevoli, eh? Evidentemente chi protesta a pagamento vuole più soldi se rischia manganellate.