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Ventidue anni, quattro report, un’immagine

Ventidue anni, quattro report, un’immagine, quella qui sopra. Più naturalmente centinaia di migliaia di pagine a contorno.

 

Dal primo al quarto report IPCC a nulla sono serviti gli aggiustamenti alle proiezioni. Il Pianeta continua a rifiutare di adeguarsi al disastro. Non è dato sapere se sta difendendosi dai nostri tentativi di distruggerlo o dai tentativi dei profeti di sventura di distruggerci i…

 

Vabbè, godetevi l’animazione che è meglio.

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Published inAttualitàClimatologia

24 Comments

    • Non è che ci sia molto da sapere se si accetta di valutare la “ripresa” di un trend in base ai dati di un mese. Anche perché vista la distribuzione spaziale dell’evento, la risposta è nello stesso articolo, ossia c’entra molto probabilmente la dinamica stratosferica e troposferica recente. Ancora, sempre in base alla distribuzione dell’evento, parlare di global warming e rilevare che il dato è molto regionale mi pare in contraddizione. Comunque vedremo.
      gg

    • Gianni

      Grazie Guido, la contraddizione mi sembrava evidente e tu mi hai confortato.

  1. Guido Botteri

    Alessio, sai qual è il tuo problema ?
    E’ che tu ti preoccupi solo di “chi” ti dice una cosa, se Bombolo o chi altri,

    e NON se la cosa sia “vera” o “falsa”,

    cosa che invece preoccupa molto di più me.
    Per te è una questione di autorità, e da ciò conseguirebbe che uno che occupa un posto in alto e ha pubblicato una miriade di lavori sia da prendere per oro colato, rispetto a chi dice qualcosa magari vero, ma da un posto in graduatoria meno importante…
    (ma quanto tempo gli ha dedicato, l’autorevole autore, ad ogni problema, e con quale profondità e serietà ? Se la relatività di Einstein conta per uno – come direbbe il nano del Signore degli Anelli – conta quanto uno studio magari scopiazzato, o fatto fare dagli alunni da parte di qualche professore ?)
    Alessio, tu ti lasci condizionare dalla “forma”,
    io penso alla “sostanza”
    questa è la differenza tra me e te.
    Secondo me.

    • No, Guido, è anche peggio. Si preoccupa che la fonte non sia Bombolo, solo per cercare come fonte Gianni&Pinotto. Quindi non solo è schiavo dell’Autorità, ma pure incapace di vedere come le sue accuse gli si ritorcano contro.

  2. Ennò…uno che mi va a citare Rahmstorf e Foster, noti manipolatori e insultatori seriali, non mi può venire a insegnare come si calcola alcun trend.

  3. Uberto Crescenti

    Gianni mi ha chiamato in causa. Lo scorso 12 giugno ho organizzato presso la Università di Chieti un Convegno dal titolo: “Clima, quale futuro?” Gli atti del Convegno, cui hanno patecipato numerosi relatori, sono in stampa prtesso 21Secolo. Tra le numerose relazioni ricordo qui la mia, in cui ho sostenuto che non è possibile fare previsini sul clima futuro, in quanto non sono note tutte le cause che loi controllano, In particolare ricordavo, con pubblicazioni di riferimento, che il clima dipende dalla attività del sole, dalla nutazione della Luna, dal movimento delle placche continentali, da fenomeni geomagnetici, dalla attività degli oceani e dei raggi cosmici, da fattori astronomici. Si tratta di una serie di fattori tutti difficili da controillare e quantizzare. Lo stesso Matt Ridley nella lectio magistralis tenuta il 311.10.2011 presso la Royal Society of Arts di Edimburgo afferma: ” Mai contare sul consenso di esperti riguardo al futuro. Gli esperti sono degni di essere ascoltati sul passato. La futurologia è pseudoscienza.” Analoghe conclusioni si leggono nella nota prtesentata al Convegno da parte del prof. Antonio Praturlon, geologo.

    • Gianni

      Grazie Uberto. Ho già manifestato su questo blog il mio disagio dovuto al fatto che il posto che occupo mi impone di lavorare con il mainstream. Sono allibito di vedere come tutti continuino a essere cosi’ convinti del riscaldamento che verrà perché lo dicono i modelli (che certamente non possono tenere conto di tutti i fattori che tu hai menzionato e di tutte le interazioni). Siamo alla follia. Per questo sarei curioso di vedere come abbiano fatto gli autori di Nature Climate Change a far quadrare i conti tra ke previsioni del primo rapporto IPCC e le temperature osservate. Ma sembra che nessuno di noi abbia accesso alla rivista.

    • Tranquillo Gianni che ci arriviamo.
      gg

  4. Gianni

    Su Nature Climate Change di dicembre 2012, un articolo dal titolo “Assessment of the first consensus prediction on climate change” (http://www.nature.com/nclimate/journal/vaop/ncurrent/full/nclimate1763.html) recita che la previsione della temepratura globale contenuta nel primo report IPCC “halfway through that period, seems accurate” e conclude che “the greenhouse-gas-induced warming is largely overwhelming the other forcings, which are only of secondary importance on the 20-year timescale”.
    Sono perplesso da queste affermazioni ma purtroppo non ho accesso alla pubblicazione. Le mie precedenti segnalazioni su questo sito dell’articolo in questione non hanno trovato risposta. Lo ripropongo qui. Forse Costa e Crescenti hanno qualcosa da dire al riguardo.

    • Gianni, sono in difetto. La mia sottoscrizione a NCC è scaduta e non posso procurarmi il paper. Se qualcuno tra i lettori può recuperarlo lo leggerò e ti darò la mia opinione.
      gg

  5. Claudio Costa

    siamo già oltre la frutta siamo all’ammazza caffè dell’IPCC

  6. crescenti uberto

    Le previsioni dell’IPCC che col tempo si dimostrano sempre più “fasulle”, rispondono ad una logica riflessione del prof. Franco Prodi (2011, atti convegno sul clima della Associazione Galileo 2001) : ” E’ chiaro che adesso abbiamo dei modelli che producono scenari ma non sono nella condizione di rispondere alla richiesta della conoscenza del clima futuro. Quindi abbiamo degli anelli molto importanti che mancano nella catena della conoscenza del clima. Già perchè si può dire che la scienza ha fatto il suo dovere quando può portare la spiegazione e la previsione. In materia della scienza del clima non abbiamo la spiegazione e non abbiamo la previsione”. Personalmente, da geologo abituato a studiare il passato del nostro Pianeta, ho sempre ritenuto l’applicazione dei modedlli matematici alla previsione del clima una sorta di “masturbazione” scientifica di garnde impegno ed abilità, ma ben distante dalla realtà del comportamento naturale del nostro pianeta. Noin ha alcun senso fare previsioni su intervalli di tempo così brevi, quando sappiamo che il clima è sempre cambiato non in modo ciclico regolare ma con oscillazioni irregolari e difficili da spiegare.

  7. Alessio

    anni di roba scritta su ‘sto sito, e ancora, Guido, non ha capito come si calcolano i trends. Niente di nuovo.

    • Scusa Alessio, ma vorrei farti presente quanto è irritante lo stile della tua risposta. Uno che ti legge dovrebbe pensare che Guido ha sbagliato, non perché hai fatto presente dove ha sbagliato, ma solo perché lo dici tu. L’ironia va bene se è corredata da spiegazioni. Senza spiegazioni è faccenda da venditori di tappeti (con tutto i rispetto per i venditori di tappeti).

    • Mario

      Tanto l’unico trend che conosce Alessio e quello negativo del Michele Apicella morettiano 😉

    • Alessio

      ha il mio commento e’ irritante. Quei grafici vaccata(ennesimo di una sfliza) + i commenti elogiativi a corredo invece sono melliflui. Vuoi davvero che perda tempo, come ingenuamente facevo all’inizio del mio commentare qui nella speranza servisse a qualcosa, e continui a postare e ripostare i vari paperi che trattano come si calcolano e che significano i confronti tra i trend delle proiezioni e quelli calcolati sulle temperature osservate? Siete diventati cosi’ bravi qui dentro a commentare articoli che non vi sara’ difficile cercarvi un po’ di letteratura in materia.
      Se non vi fa schifo, partite pure da qui http://iopscience.iop.org/1748-9326/7/4/044035/article

    • Alè, hai perso il buon umore?
      Il grafico sarà pure una vaccata, come quello postato nel mio commento del resto, ma il messaggio che lascia è chiaro. La realtà, nella fattispecie delle temperature medie superficiali, è ben al di sotto dell’immaginazione. Se mi trovi uno dei fantastici paperi che sempre ci consigli che dice il contrario senza raccontare frottole mi rapo a zero, e mi bastano delle pinzette per farlo! Sarà mica che quel messaggio è fastidioso?
      gg

      PS: aggiungo anche che la vaccata è reiterata, perché ogni volta che sono stati aggiornati gli scenari ci si è allontanati di più dalla realtà. Ma del resto spiegare le cose come sono è difficile, molto più comodo vaticinare come saranno.

    • Alessio

      un papero l’ho linkato sopra, dagli un’occhiata. Il problema Guido e’ che te vuoi sapere le cose da Bombolo mentre Angela te le spiegherebbe meglio. Me spiego: metti che una sera sono preso dall’ardente desiderio di sapere tutto della gerarchia sociale del licaone. Da una parte c’e’ superquark nel Ngoro Ngoro, dall’altra Bombolo in vacanza safari. Se voglio farmi 2 risate con un licaone che passa sullo sfondo, mi guardo Bombolo. Se voglio capirci qualcosa, del licaone, mi guardo Angela. Te mi pare cerchi ancora di studiare le cose con Bombolo.

    • Guido Botteri

      Riporto l’abstract del tuo papero (ma non sarà del livello dell’Oca, per caso ? 🙂 ):
      “Abstract
      We analyse global temperature and sea-level data for the past few decades and compare them to projections published in the third and fourth assessment reports of the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). The results show that global temperature continues to increase in good agreement with the best estimates of the IPCC, especially if we account for the effects of short-term variability due to the El Niño/Southern Oscillation, volcanic activity and solar variability. The rate of sea-level rise of the past few decades, on the other hand, is greater than projected by the IPCC models. This suggests that IPCC sea-level projections for the future may also be biased low.”
      Sinceramente a me queste affermazioni sembrano fantascienza, non scienza. Vorrei capire quale pianeta abbiano studiato questi signori, che tra l’altro invocano la “volcanic activity and solar variability”…. Vorrei proprio vedere come abbiano usato l’attività vulcanica per “correggere” dati che non concordano con le previsioni allarmistiche… e trovo INSOPPORTABILE che si invochi la “solar variability” per aggiustare i dati, quando si sa che il Sole, nei modelli climatici, è considerato una costante. Ma quando fa comodo, ecco che si estrae dal cilindro del mago del clima la solar variability…complimenti.
      Poi vorrei sapere quali dati confermerebbero che il livello dei mari sarebbe addirittura cresciuto di più delle previsioni IPCC, quando Nils-Axel Mörner afferma esattamente il contrario:
      http://www.21stcenturysciencetech.com/Articles_2011/Winter-2010/Morner.pdf
      L’IPCC propose con grande evidenza l’hockey stick, in cui si voleva evidenziare una sostanziale bassissima variabilità della temperatura, che, a causa dell’uomo, sarebbe schizzata in alto, come la parte finale di una mazza da hockey. Nel 2001 All Gore ci fece un premiatissimo film, nobel premiato, che plagiò miriadi di ragazzi ingenui, in cui, per seguire l’aumento delle temperature il (per fortuna) mancato presidente degli Stati Uniti era costretto ad usare un ascensore per seguire l’andamento delle temperature.
      Ora io ti chiedo come mai quell’ascensore non si sia mosso da dove stava…
      potete giocare con le correzioni, i bias, togliere qua, aggiungere là… per trovare alla fine quel che vi fa comodo, ma la realtà è lì fuori, Alessio, e non c’è bisogno di ascensori per misurare le temperature attuali.
      Questo è il punto, vero.
      Poi, tu puoi ricorrere a tutti gli argumenta ad verecundiam che ti pare, il consenso, il numero degli studi, l’autorità di chi ti pare… ma non bastò tutto questo perché il consenso sulla Terra piatta si imponesse su chi la pensava una sfera… né bastò il consenso di tutta la scienza sul flogisto per impedire al solo Lavoisier di dimostrare che il flogisto non esisteva…
      La questione della luce, se fosse onda o fosse particella non fu risolta a votazione (“volete che la luce sia un’onda o no ? Chi è perché sia un’onda, alzi la mano e dica -onda!- ” 🙂 )
      La scienza, se non te ne fossi accorto, NON è politica, non la decidono gli attivisti o i politici.
      La scienza ci viene raccontata dai dati, che però sono soggetti a manipolazioni, a bias, e a tutto quel che vuoi.
      Forse tu, e i tuoi amici dell’abstract, non vi siete accorti che le cose, in natura, non stanno andando come vorreste (voglio sperare nella vostra buona fede), e già più voci un tempo allarmistiche (come James Lovelock, per citarne uno) stanno facendo discorsi diversi.
      Per giustificare la non-rispondenza delle previsioni IPCC (proprio quello che negano i tuoi amici) ecco che si tirano in mezzo argomenti che appartenevano agli scettici.
      Il mantra degli allarmisti era che la CO2 governasse il clima, e bisognasse combattere le emissioni di CO2 (obiettivo apparentemente scientifico che in realtà nasconde un preciso obiettivo politico).
      Ma in questi anni la CO2 è aumentata, e non si possono invocare “scenari” ma un solo “scenario” è in gioco, quello che James Hansen etichettò come “business as usual”, perché, che le emissioni di CO2 fossero azzerate, NON è semplicemente successo…non è successo, punto !
      Quindi i dati odierni vanno confrontati con quell’unico scenario, in cui le temperature aumentavano in maniera preoccupante.
      Avevamo voglia di dire che la sensibilità climatica fosse data troppo alta… ora ci vengono a dire che sarebbe più bassa, per giustificare le loro previsioni sbagliate, e pretendere che fossero giuste, ma allora, a chi parlava di una sensibilità climatica più bassa, si diceva che era un “negazionista”.
      Avevamo voglia di dire che non c’era solo la CO2, ma anche altri fattori, come la variabilità solare, gli aerosol, i raggi cosmici e via dicendo… ed ora ci dicono che, tenendo conto dell’attività vulcanica, di El Niño e della variabilità solare le previsioni andrebbero bene… ma quando noi mettevamo in mezzo questi stessi fattori ci chiamavate “negazionisti”.
      E non vedo nell’abstract i raggi cosmici…sarà per la prossima volta, eh ? E le variazioni dovute ai moti della Terra ? Ancora non li vedo citati… Né si parla degli oceani, almeno nell’abstract, e di tutti gli altri fattori che influenzano il clima di questo pianeta.
      Un clima influenzato da tanti fattori (tutti in continuo cambiamento) che si vuole pensare immutabile (basta pensare al nome stesso dell’IPCC, in cui “CC” sta per “Climate Change”), mentre in realtà cambia continuamente, con fattori contrastanti. Ogni fattore o quasi dà effetti di segno opposto (è questa la mia impressione) ed è difficile calcolarne l’effettivo peso e la sua variazione nel tempo, proprio per questa caratteristica di contributi di segno opposto variabili nel tempo.
      Vedremo, caro Alessio, che fine farà il tuo papero al passare degli anni, ma già da ora esso dice cose diverse, sostanzialmente, da quelle che si dicevano quando furono fatte quelle previsioni. E si vorrebbe, cambiando le regole, far combaciare comunque le previsioni, con qualche aggiustatina qui e qualcun’altra là. Ma non puoi salvare INSIEME le conclusioni e le regole in base alle quali si sono trovate.
      Questa è la mia umile e non autorevole impressione.
      Sì, non mi hanno ancora dato il premio nobel, a me, ad All Gore invece sì.
      Quindi, io non sono nessuno.

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