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Indovina cos’è

Piccolo test di dottrina climatica. Leggete il periodo che segue.

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La problematica ambientale comunemente nota come “effetto serra” consiste nel surriscaldamento del Pianeta per effetto dell’azione dei cosiddetti “gas serra” emessi (climalteranti). L’effetto serra è un fenomeno naturale che assicura il mantenimento degli equilibri termici del pianeta attraverso la funzione svolta da alcuni gas presenti nell’atmosfera che trattengono in essa l’energia irradiata dal sole, ma risente delle attività umane, le quali contribuiscono fortemente all’emissione di tali gas, determinando un rapido aumento della loro concentrazione in atmosfera, con conseguente aumento della temperatura media su scala globale. A sua volta, il cambiamento climatico in atto ha forti implicazioni sulla salute dell’uomo, sul funzionamento degli ecosistemi e sulla produzione di beni e servizi, con conseguenze sia sul benessere individuale sia sull’economia.

 

Fatto? Bentornati, poche solide certezze che di questi tempi aiutano.

 

Secondo voi da dove viene? Una pagina di Wikipedia? Un libro di scuola? Una pubblicazione scientifica di materia climatica?

 

Niente di tutto questo, non ci arriverete mai, a meno di non aver già inciampato sul bes, il nuovo indice di valutazione dello stato di salute del Paese messo a punto dal Cnel e dall’Istat. Il rapporto bes 2013 è appena stato pubblicato. Non più PIL quindi, ma Benessere Equo e Sostenibile. Naturalmente nel rapporto c’è una sezione ambiente e dentro quella un paragrafo dedicato a energia, materia e cambiamenti climatici. Le poche righe che avete appena letto ne costituiscono l’incipit. Nell’introduzione del rapporto, si legge anche che si tratta di un documento di elevato contenuto scientifico. Non ho ragione di dubitarne, soprattutto perché di valutazioni statistiche socio-economiche ne so veramente poco o nulla. Se quello espresso nel descrivere la “problematica ambientale comunemente nota come effetto serra”, che problematica non è e ambientale nemmeno, è lo standard del suddetto contenuto rivoglio indietro il PIL.

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Published inAmbienteAttualità

10 Comments

  1. Giancarlo

    Scusate, forse è OT, ma io avrei una domanda. L’uomo, con le sue attività, di quanto aumenta, percentualmente, la presenza dei gas serra in atmosfera?

    • Giancarlo, non è semplice. Lo sarebbe se si considerasse l’aumento della concentrazione di CO2 tutto ascivibile alle attività antropiche. ma dato che la capacità del sistema di “gestire” la CO2 varia in funzione alle condizioni in cui il sistema si trova (circa la metà di quanto emesso annualmente infatti manca all’appello quando si valuta l’aumento della concentrazione anno per anno e quindi vuol dire che viene assorbito/gestito) il conto è comunque impreciso.
      gg

    • max pagano

      a quanto detto da Guido aggiungo solo una cosa: è sufficiente un evento naturale di grossa entità, come un’eruzione vulcanica di tipo pliniano, per sballare completamente qualunque conto, qualunque statistica; e dato che sono eventi che non hanno nessuna regolarità né periodicità, ma che comunque solo negli ultimi 250 anni si sono verificati decine di volte, va da se che ogni velleità di quantificare il dato che tu richiedi necessiti più della sfera magica di cristallo, che di calcolatori; per altro mi sembra di ricordare che quando si è tentato di calcolare le emissioni antropiche, ci si basava sui dati forniti dai governi di ogni paese, e a quanto mi ricordi pare che alcuni paesi (soprattutto dell’ex cortina di ferro) barassero un po’…. 🙂

  2. max pagano

    condivido quello che dici ma quelle poche righe da te riportate sono solo considerazioni generiche poste in chiusura di un capitolo che dice molto altro e su argomenti più seri e tangibili, per altro non ci sono direttive o “indicazioni culturali”, ma solo una (efficace e realistica) tabella della distribuzione regionale delle attività industriali a più alto tasso di emissione, tanto è vero che nel riquadro “appunti per il futuro” si dice chiaramente “Per il calcolo delle emissioni di CO2 e altri gas climalteranti risulta di notevole importanza la
    produzione dei dati a livello regionale con una maggior frequenza temporale”, senza aggiungere nessuna considerazione o conclusione “terroristica”;
    ma il rapporto in questione merita una attenta e approfondita lettura nel suo complesso, sia nelle pagine introduttive, che finalmente (e lo sottolineo) spostano l’indice di “benessere” di un paese dal PIL alle varie questioni più complesse sulla DISTRIBUZIONE delle ricchezze prodotte (ed è solo un esempio), ma soprattutto, e lo dico con grande amarezza, per i dati e le analisi che sono riportate nei capitoli riguardanti la scolarizzazione e l’istruzione (il paragone con i paesi UE è impietoso), le considerazioni e le analisi su ” Lavoro e conciliazione dei tempi di vita” (cap. 03), l’analisi sul “Benessere economico” (cap 04), e ancora, peggio che mai, “Paesaggio e del patrimonio culturale” ;
    🙂

    • Max, è la ragione per cui ho riportato solo quello. Sul resto non ho le competenze per valutare. Ma un rapporto scientifico che usa le parole gas climalteranti per me non è tale, almeno con riferimento ai temi del clima.
      gg

    • max pagano

      non ci vedo nulla di male nell’usare i termini ” gas climalteranti”, di fatto lo sono, sia se provengono da manifestazioni naturali che non….. comunque, come ti dicevo, condivido le tue osservazioni di cui sopra, ma prendiamo il documento nel suo complesso;
      è un documento che presenta una vasta indagine statistica (non climatologica o ecologica) su molteplici aspetti socio-economici del nostro paese…. pertanto a mio modestissimo parere gli si può perdonare qualche piccola “svista”…. 🙂

    • Max, il clima ha le sue dinamiche tutt’altro che note. Per cui non si altera ma evolve. Se si usa quel termine vuol dire che si accetta come scientificamente acquisita un’evoluzione diversa da quella attesa (che non si conosce e questo è già un paradosso) e questo non è vero. Per cui più che una svista è un appiattirsi sul pensiero di gruppo che, ove non scientificamente acquisito, oltre ad essere ideologico mina le analisi che seguono. Ripeto, non avendo capacità di entrare nel merito del resto, spero che questo atteggiamento non si ritrovi anche in altri settori.
      gg

    • max pagano

      lo stesso termine da te incriminato è usato (pag 9 ) nell’ articolo a firma CHICCO TESTA e G. Bettanini “Chi ha ucciso le rinnovabili”;
      se tanto mi da tanto allora anche quel testo è privo di fondamenti….. o no? 🙂

    • Dal punto di vista climatico vale esattamente la stessa cosa.
      gg

  3. La crisi di Cipro degli ultimi giorni ha riattirato l’attenzione su altri stati europei in gravi difficoltà. Ora, chiaramente qui i problemi sono multipli e c’è una generale incapacità europea di gestirli. Tuttavia, questo pezzo mi ha incuriosito [1]. Notare che il sito, già dal nome, pare collocarsi su posizioni decisamente non mainstream, e una intera sezione sul nucleare è piena di pezzi critici; inoltre, una fonte come al solito non basta e bisognerà cercarne altre (l’ho fatto, finora senza successo).

    La premessa è che la Bulgaria di suo è già il paese più povero dell’Unione; negli ultimi tempi la popolazione è scesa in piazza, anche con manifestazioni estreme (quattro persone si sono date fuoco in piazza) per protestare contro il rincaro dei prezzi, specialmente quelli dell’energia elettrica, necessaria in un paese freddo per riscaldarsi. Il passaggio interessante è:

    ****
    “Prima di entrare a far parte dell’UE, la Bulgaria esportava il 14% della propria elettricità in Macedonia, Serbia e Grecia, ma come requisito per entrare a far parte dell’Unione è stata costretta a chiudere i blocchi 3 e 4 della centrale nucleare di Kozlouduy, che produceva la metà dell’energia elettrica.
    ****

    ndr, non so per quale motivo, mi pare di aver già sentito la notizia e la causa dovrebbero essere questioni di sicurezza.

    ****
    Per compensare la perdita di energia, si avviarono i lavori per una nuova centrale nucleare a Belene, con reattori russi di terza generazione. Il progetto di Belene era stato approvato sia dall’Agenzia Atomica Internazionale che dall’UE, e la tecnologia era considerata tra le più sicure al mondo. Ma poi, nel marzo 2012, il partito GERB, nel mezzo di una campagna di Greenpeace, Friends of the Earth ed altre ONG ha chiuso il progetto, benché la maggioranza della popolazione avesse votato a suo favore in gennaio in un referendum non vincolante organizzato dal Partito Socialista. Il reattore 1 sarà completato e trasferito a Kozlouduy.

    L’ex ministro socialista dell’Economia e dell’Energia Petar Dimitrov ha ammonito che la cancellazione del progetto della centrale di Belene provocherà un aumento dei prezzi ad un livello “intollerabile” e costringerà la Bulgaria a diventare importatrice netta di energia. Inoltre l’UE ha imposto che il 16% dell’energia del paese provenga da fonti rinnovabili molto costose. E sia l’UE che l’amministrazione Obama pretendono che il paese riduca i propri rapporti con la russa Gazprom.
    ****

    Se è corretta, un’ottima sintesi: fregatevene del PIL, ascoltate le prediche di Greenpeace, buttate a mare l’unica ricchezza che avete (la produzione di energia) e soprattutto usate le rinnovabili. A giudicare dai risultati, il benessere e la felicità sono precipitati.

    [1] http://www.informarexresistere.fr/2013/03/18/anche-slovenia-e-bulgaria-sono-vittime-della-strategia-dellue-della-terra-bruciatae-in-bulgaria-si-danno-fuoco/

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