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La piscina di Babbo Natale

A questa storia, di per se piuttosto ridicola, ci aveva già introdotto l’amico Donato Barone qualche giorno fa. Una serie di immagini provenienti dal polo, una pioggia di articoli dai toni catastrofici. Al Polo Nord si è formato un lago! Non c’è voluto molto per capire che si trattava della solita bufala mediatica, per la quale la vignetta qui sopra, ideata e pubblicata da Giannelli sul Corriere della Sera di giovedì scorso per tutt’altre ragioni, direi calzi decisamente a pennello.

 

Dopo aver letto sulle pagine dei media di mezzo mondo che Babbo Natale si era “fatto la piscina”, i ricercatori dell’università di Washington che temp0 avevano piazzato gli apparati di ripresa sono tornati da un viaggio di lavoro trovando la cassetta della posta piena di richieste di chiarimenti. E così hanno pubblicato una pagina di spiegazione con tanto di FAQ sul sito web del loro progetto di ricerca. Alla spiegazione si sono aggiunte le loro dichiarazioni sull’articolo che Science Daily non ha mancato di dedicare alla faccenda.

 

In sostanza, come già avevamo letto abbondantemente anche sulle nostre pagine nei giorni scorsi, il “lago” del Polo Nordera tecnicamente una “pond”, ossia una grossa pozzanghera profonda una cinquantina di centimentri e larga poche decine di metri. Acqua dolce derivata dallo scioglimento della neve sovrastante il ghiaccio, neve abbondante caduta su di un’area leggermente depressa, fatti che avevano fatto prediligere quella zona per la posa degli strumenti, in modo da ridurre al minimo il rischio di perderli nella stagione dello scioglimento dei ghiacci.

 

Fatti normali insomma, di cui i ricercatori non si dicono affatt meravigliati, né particolarmente preoccupati. Domanda: qualcuno dei blasonatissimi media avventatisi sulla questione ci tornerà su per correggere il tiro? Chissà…

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Published inAttualità

4 Comments

  1. donato

    Effettivamente nell’Artico sta accadendo qualcosa di strano:
    http://arctic-roos.org/observations/satellite-data/sea-ice/observation_images/ssmi1_ice_area.png
    .
    Si tratta del solo grafico che mostra questa netta inversione del trend (che, francamente, mi lascia alquanto perplesso), ma anche i grafici degli altri Istituti di ricerca evidenziano una variazione della pendenza della curva dell’estensione e dell’area. Secondo i dati SIDC, comunque, l’estensione e l’aea dei ghiacci artici sono sotto la media trentennale anche se contenuti nella fascia di incertezza.
    Mah, vedremo cosa succederà nei prossimi giorni.
    Ciao, Donato.

    • Bah, la curva del 2010 è molto simile, c’è solo un lag di qualche settimana. Sono risposte di breve periodo alle modalità della circolazione atmosferica. Come una polar stom può accentuare lo scioglimento, altre condizioni lo possono frenare. Certo che se la pendenza della curva fosse stata di segno opposto sarebbe stata colpa dell’AGW, su questo ci puoi contare!
      gg

  2. Fabio Spina

    Forse la notizia della pozza serviva ad anticiparne un altra:
    “L’Artico sta vivendo l’estate più breve degli ultimi decenni: freddo senza precedenti e ghiaccio intatto! ”
    http://www.meteoweb.eu/2013/08/lartico-sta-vivendo-lestate-piu-breve-degli-ultimi-decenni-freddo-senza-precedenti-e-ghiaccio-intatto/218540/

    all’articolo sono allegati anche i grafici che è possibile vedere aggiornati su http://nsidc.org/arcticseaicenews/ e http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/IMAGES/seaice.recent.arctic.png .
    Straordinariamente quest’estate l’Artico ha smesso di diminuire l’estensione in anticipo rispetto a quanto accade da anni……vedremo cosa accade i prossimi giorni. Nulla di cui spaventarsi ma vedrete che diranno che anche questo fenomeno è colpa dei cambiamenti climatici. Buona domenica

  3. donato

    Domanda: qualcuno dei blasonatissimi media avventatisi sulla questione ci tornerà su per correggere il tiro? Chissà…
    .
    Neanche sotto tortura ammetteranno l’errore. Anzi, se non la finiamo qui, credo che a breve qualcuno “ben informato” ci avvertirà che, come al solito, non sappiamo leggere o, sempre come al solito, che sappiamo leggere, ma non capiamo: i ricercatori dell’Università di Washington hanno si scritto che non si preoccupano per la pozzanghera dell’Artico (non del polo perché sta a circa 300 km di distanza), ma del lago dell’Alaska che si è fuso e delle acque calde marine che minano, dal basso, la stabilità dei ghiacci artici. 🙂
    Sempre peggio di quanto credevamo, quindi! 🙂
    Ciao, Donato.
    .
    p.s.: sto partendo alla ricerca del lago dell’Alaska che si è fuso peggio di quanto pensassimo.
    p.p.s. ricerca virtuale, ovviamente 🙂

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