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Ghiaccio antartico, giusto per informazione

Che strano, nella blogosfera non si parla d’altro, ma i media chissà perché disertano la notizia. Forse perché non è una novità, nel senso che l’estensione del ghiaccio marino antartico cresce praticamente da quando lo si misura in modo più o meno oggettivo, esattamente l’opposto di quello che accade nell’Artico, dove il ghiaccio è invece diminuito.

E così, mentre nel pacifico si prepara un El Niño che forse tornerà a far salire le temperature medie superficiali globali, o forse si spegnerà prima di riuscirci, l’estensione del ghiaccio marino antartico ha fatto segnare un record assoluto. Oltre 2 mln di Kmin più della media di riferimento, comunque calcolata durante tutto il periodo di crescita.

In molti hanno provato a fornire delle spiegazioni a queste dinamiche così diverse. Dall’aumento delle precipitazioni solide, all’intensificazione dei venti che circondano il continente ghiacciato e lo isolerebbero ancora più di quanto non accada già dal resto del contesto climatico, alle dinamiche di circolazione indotte dal depauperamento dello strato di ozono stratosferico. Tutte ipotesi in attesa di conferma. Mentre è già confermato che in un pianeta che sarebbe sotto l’attacco di una forzante esterna generata dalle attività dei suoi abitanti e dovrebbe scaldarsi sempre di più, non solo la temperatura media ha smesso di aumentare da più di tre lustri, ma il ghiaccio dell’emisferi sud aumenta invece di diminuire.

Con riferimento ai ghiacci artici, abbiamo spesso sentito parlare degli effetti che una loro diminuzione potrebbe avere. Meno ghiaccio significa meno albedo, perché la superficie marina esposta assorbe l’energia che sarebbe diversamente riflessa dalla superficie ghiacciata. E questo maggiore assorbimento può dare origine ad un feedback positivo, perché quell’energia è successivamente riemessa nella forma di radiazione infrarossa o attraverso l’evaporazione. Ma al Polo Sud e dintorni, su di una superficie sempre maggiore, accade esattamente il contrario. Aumenta il ghiaccio, aumenta la superficie riflettente, aumenta l’albedo, diminuisce l’assorbimento. E il feedback è negativo.

Cosa potrebbe significare questo nel computo totale? Questo ha qualcosa a che fare con l’arresto dell’aumento delle temperature globali?

Per adesso, nella letteratura scientifica sono state avanzate le ipotesi appena accennate più su, sebbene siano ipotesi basate su simulazioni che invece prevederebbero una diminuzione dei ghiacci anche nell’emisfero sud, quindi abbastanza deficitarie e, chi più chi meno, tutti quelli che si sono cimentati si aspettano che prima o poi l’emisfero sud si adegui. Cosa che non sta accadendo, e nessuno sa perché.

Nemmeno quelli che sono convinti di aver capito tutto e vorrebbero discutere dei dettagli. Del resto, cosa volete che siano 13 mln e passa di Km2 coperti di ghiaccio.

NB: qui, su The Cryosphere Today per tutti i numeri.

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Published inAttualità

7 Comments

  1. Salve,
    non c’è mai da dimenticare che si parla di riscaldamento “globale”, quindi la temperatura mediata su tutta la superficie terrestre sta gradualmente aumentando.
    Tuttavia, l’andamento locale è piuttosto disomogeneo, infatti sono tante le regioni (delle dimensioni dell’Australia per capirci) che invece si stanno lentamente e gradualmente raffreddando, e guarda caso concentrate nell’emisfero meridionale. Questo lo rivelano le misure di temperatura da satellite degli ultimi due decenni (ad esempio quelle fatte da AIRS sul satellite AQUA) .
    Tuttavia, questo raffreddamento è compensato e superato dal riscaldamento, per cui globalmente il pianeta si sta riscaldando.
    Tuttavia sarebbe opportuno non tacere questi raffreddamento “locali”.

  2. luca

    Un saluto…X correttezza tralasciando la fuga dell’antartide, anche il polo nord ha registrato un miglioramento rispetto alle annate precedenti non tanto in estensione quanto in spessore…le cause della “confusione climatica” che stiamo vivendo non sono ancora chiare e da appassianato meteo cerco di scovare fra tante teorie anche contrapposte qualche indizio(compito non facile)ma ad oggi credo di poter affermare che la direzione del clima sia verso un raffreddamento, poichè cominciano ad incastrarsi parecchi tasselli in tal senso…desidero aggiungere un pensiero,liberissimi di non condividere,riguardo alle operazioni in merito ai precedentemente citati furti di terra.Poichè ritengo che le sorti delle economie globali siano in mano ai capitalisti e non ai politici,tali operazioni compiute soprattutto in territori tropicali e subtropicali,devono secondo me far riflettere….

    • “Rare le punte sotto i -70. Solo -78.9 a Dome C. Di questo passo non si potrà più mangiare il gelato da quelle parti. Comunque, se con le temperature di quest’anno al MTG sono in grado di capire “quello che sta succedendo” e di collegarlo al “trend del pianeta”, anche se a loro sfugge che esso è piatto da oltre 15 anni, spero che presto vorranno spiegarlo anche a noi.
      gg

  3. Guido Botteri

    Qualcuno sostiene che l’Antartide sarebbe un clima a sé, che non andrebbe quindi conteggiato…chissà, forse pensano che l’Antartide appartenga a qualche altro pianeta… salvo poi a conteggiare immediatamente quello che succede nella penisola antartica (che rispetto al continente, che è compatto, si trova a latitudini più moderate, è stretta, ed è circondata da due oceani), perché quello sì che conta, ma solo quando va in un certo verso.
    A me tutto questo sembra giocare, barare.
    Se state parlando di clima “globale” non potete non conteggiare tutto.
    E se da qualche parte aumenta, e da altre parti diminuisce, mi vien da pensare che ci sia “anche” un problema di “distribuzione”.
    L’aumento eventuale “globale” uscirà fuori dal conteggio dopo che si è tenuto conto di tutto, e non di quello che fa comodo sì, e di quello che non fa comodo no.
    Altrimenti, potrà andar bene nel momento che lo si dice… ma poi, passano gli anni, e se qualcuno va a veder la differenza tra quello che si era detto che sarebbe accaduto, e quello che invece è accaduto davvero, potrebbe capitare che qualcuno si accorga che questa science non sia poi così settled come si andava dicendo anni fa.
    Ed io penso che questo si dovrebbe fare…ogni tanto ricordare cosa si era detto, e chi lo aveva detto, nel passato…tanto per verificare l’attendibilità degli allarmi.
    Secondo me.

  4. Piccola corrige: al punto “2” si legga “il TERZO articolo”, cioè quello su GreenStyle.

  5. I giornali non hanno parlato del record di estensione dei ghiacci, però hanno pubblicato meste previsioni sul destino dei pinguini imperatore:

    http://www.lastampa.it/2014/07/01/societa/lazampa/entro-il-ci-sar-un-crollo-demografico-dei-pinguini-imperatore-FValRNtDFp4WSG2n55DxgM/pagina.html

    http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Scienza_e_salute/rischio-estinzione-pinguino-imperatore/30-06-2014/1-A_013271414.shtml

    Ora, vediamo di leggere attentamente quanto hanno scritto. Notare la finezza: il sottotitolo su La Stampa riporta:

    “Poco ghiaccio in Antartide riduce la disponibilità di cibo, impattando negativamente sulla rete alimentare”.

    Nell’articolo, però, c’è anche un’altra frase:

    “mentre molto ghiaccio costringe gli adulti a viaggiare più a lungo per riportare il cibo ai «cuccioli»”.

    Ecco, io non sono certo in grado di giudicare la qualità dell’articolo di Nature, non l’ho neanche letto in originale, però sembrerebbe dire una cosa del tipo: lo stato attuale dell’estensione del ghiaccio antartico è un “optimum” per la specie, qualsiasi variazione in un senso o nell’altro provocherà una riduzione della popolazione. Ora, siccome chiunque mi insegna che il clima non è mai costante, se una specie si trova in un dato momento nello stato ottimale in relazione al clima, è inevitabile che subisca un declino, perché ogni modifica la allontanerà dallo stato ottimale. Quindi il senso dell’articolo non andrebbe necessariamente a corroborare l’idea che il ghiaccio antartico declina; invece così è stato fatto passare.

    Va detto che qualcun altro ha recentemente pubblicato paper sui pinguini imperatore:

    http://www.greenstyle.it/pinguino-imperatore-adatta-cambiamenti-climatici-95812.html

    In questo caso è contraddittorio il fatto che si citi solo il danno dovuto allo scioglimento del ghiaccio, ma è interessante il riferimento all’adattabilità della specie:

    “La scoperta è particolarmente importante poiché, non essendo realmente legati a un luogo specifico per l’accoppiamento e la crescita dei cuccioli, le chances di sopravvivenza anche a temperature innalzate aumentano.”

    Ora, la cosa paradossale è che qui si parla di una strategia di compensazione per il rischio “viaggiare più a lungo”, che però il paper di Nature Climate Change associa a “più ghiaccio”, non a “meno ghiaccio” come il riferimento a “temperature innalzate” farebbe presumere. Da tutte queste letture si deduce che:

    1. Nessun articolo sta corroborando l’ipotesi che il ghiaccio antartico sia in diminuzione, nonostante sia questo il senso che gli autori stanno tentando di comunicare
    2. Il secondo articolo semmai si riferisce solo all’ipotesi di ghiaccio in espansione
    3. E comunque, alla fine, questi animali potrebbero essere benissimo in grado di adattarsi.

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