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Batterie domestiche da Tesla: un lusso per pochi o la soluzione del futuro?

L’energia da fonti rinnovabili, che sta facendo grandi progressi in termini di produzione, continua però a soffrire dei problemi di sempre, ossia dell’impossibilità tecnologica attuale di immagazzinare efficacemente quanto reso disponibile anche in eccesso nelle fasi produttive allo scopo di impiegarlo di notte, se si parla di fotovoltaico o quando non soffia il vento per quel che riguarda l’eolico. E questo è vero sia per i piccoli impianti, quelli domestici, sia per quelli più grandi.

Qualche giorno fa però la Tesla ha presentato un prodotto che nelle parole del CEO dell’azienda si propone di risolvere il problema nel settore della produzione domestica. Si tratta di una batteria al litio di dimensioni relativamente piccole, quindi utilizzabile nelle abitazioni, che dovrebbe avere la capacità di immagazzinare una quantità di energia sufficiente a consentire ai piccoli impianti di diventare quasi interamente autonomi e quindi non dover più contare sulla rete elettrica tradizionale, sempre a patto di disporre di una produzione sufficiente al proprio fabbisogno.

Se così dovesse essere, si assisterebbe ad un ulteriore sviluppo della produzione domestica che però andrebbe probabilmente a danno di quella a larga scala, che è ‘sostenibile’ in termini di prezzi di produzione solo grazie agli incentivi ed alla priorità di dispacciamento. Le compagnie sarebbero infatti costrette ad abbassare i prezzi per competere con questa nuova forma di produzione propria e quel che sin qui è stato sostenibile forzosamente cesserebbe di esserlo.

Non tutti però concordano sul fatto che questo ingresso di Tesla nel mercato possa avere gli effetti sperati. Anzi, i più critici bollano l’iniziativa come un ‘lusso per verdi molto ricchi’ piuttosto che una speranza per il futuro. I costi iniziali dell’impianto, delle batterie e dell’inverter comunque necessario, divisi per i cicli di ricarica dichiarati da Tesla, porterebbero comunque il Kwh di produzione propria a un costo che non potrebbe competere con quello offerto dalle reti. Di fronte alla scelta, perché chi possiede un impianto domestico dovrebbe decidere di comprarsi una costosa batteria se può ottenere energia dalla rete quando ne ha bisogno ad un prezzo più conveniente? E, inoltre, non è detto però che anche per gli impianti residenziali l’uso della Powerwall, così pare si chiamerà il dispositivo, possa essere appetibile. Molti, da noi praticamente tutti, stanno ammortizzando il costo degli impianti vendendo alla rete l’energia inutilizzata a caro prezzo grazie ai provvedimenti di Conto Energia che si sono succeduti negli ultimi anni; e così sarà almeno fino al 2020, quando inizieranno a scadere i contratti più convenienti. Smettere di vendere quel surplus per impiegarlo privatamente avrebbe un costo da sommare al suo acquisto e impiego. A patto, ancora una volta, che quanto prodotto quando l’impianto è in funzione basti sia per i consumi sia per la ricarica delle batterie.

Difficile dire come andrà, anche se l’ingresso di un marchio come Tesla in questo settore potrebbe dare un impulso non banale, perché forse nessuno si era ancora accorto che pacchi batterie convertibili ad uso domestico che fanno le stesse cose a prezzi anche inferiori proposti da Tesla esistono già da un po’. Vedremo.

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Published inAttualitàEnergia

3 Comments

  1. Ogni volta che c’è un incidente aereo “inspiegabile” viene ricordata la pericolosità delle batterie al litio. Nel concreto, riportando notizie pubblicate subito dopo l’ultimo episodio della Germanwings, ci sarebbero stati 170 casi di esplosioni di pile al litio su aerei di linea. I vapori di litio, al chiuso, sarebbero letali.

    Queste informazioni sono corrette o sono palle giornalistiche? Peraltro penso che non ci siano dubbi sul fatto che le batterie al litio possono generare incendi.

    Perché se è vero che in questo caso non parliamo di ambienti chiusi (leggo che l’installazione andrebbe effettuata sui muri esterni), però parliamo, credo, di qualche chilo di litio, non di pochi grammi. Mi piacerebbe quindi vedere uno studio sulla pericolosità di questo aggeggio, confrontata con quella di altre cose che abbiamo in casa (dalle calderine all’acido muriatico).

  2. Non sono a conoscenza di come funzioni la tariffazione domestica in California, però sono convinto che al momento questa batteria sia un accessorio certamente utile ma di sicuro un po’ “caricato” dal marchio Tesla e dal carisma di Elon Musk. La sua idea è quella di venderlo ai possessori di auto elettriche e di impianti fotovoltaici i quali potranno finalmente dire che l’energia che sospinge le loro automobili è veramente pulita. Di certo se si crea un (nuovo) bisogno di mercato ci potrebbe essere una piacevole spinta nella ricerca di tecnologie più sostenibili e più efficienti per la costruzione di batterie…

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