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Tag: Energia rinnovabile

Pali eolici o spine nel fianco ?

Tra tutte le forme di generazione di energia rinnovabile, quella eolica è sicuramente la più contestata. E i motivi sono molteplici: innanzitutto, diciamocelo, sono orribili. E’ apprezzabile il lavoro di marketing svolto dalle lobby verdi che hanno convertito le centrali eoliche in “Campi eolici”. Direste mai di un campo di girasoli che sia brutto? No, mai. Anzi, è un perfetto capolavoro della natura. E allora ecco qui, ti servo un campo di bellissimi steli d’acciaio (e pale rotanti). In pochi istanti, incredibilmente, questa operazione di marketing fa sì che i più accaniti ambientalisti e paesaggisti dimentichino, ma solo per le pale eoliche, ogni tipo di lotta portata avanti nei decenni precedenti per qualsiasi cosa andasse a cozzare con il loro concetto di ambiente a misura di… ambiente (l’uomo è una virgola da non considerare). Tuttavia gli aspetti estetici e le contraddizioni palesi con cui devono confrontarsi gli ambientalisti sono solo alcuni dei motivi che rendono così odiose le pale eoliche.

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Mirror posting – Fotovoltaico, il grande inganno

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Questo articolo è uscito in originale su “La Nuova Bussola Quotidiana“.

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di Fabio Spina

La notizia di questi giorni è che il progetto faraonico dei pannelli solari nel deserto nord africano, detto Desertec, deve far fronte a sempre maggiori difficoltà e le illusioni dell’esordio sembrano dover cominciare a fare i conti con la realtà. A gelare l’entusiasmo dei suoi partecipanti sono la crisi economica mondiale, i cambiamenti politici seguiti alle rivoluzioni della ex-“primavera araba” ed il mercato dell’anidride carbonica in agonia.

Si è ritirata per prima la Spagna, lo stato delle casse sembra non permettere l’assorbimento dei costi derivanti dal passaggio di ulteriore capacità sull’elettrodotto sottomarino esistente (capacità tra 400 e 1000 MW) che collega Marocco e Spagna, attraverso lo stretto di Gibilterra.  Su tale elettrodotto avrebbe dovuto passare tutta l’energia prodotta da Desertec. Più recentemente si è ritirato il gruppo industriale tedesco Bosch, seguendo di qualche settimana l’uscita di scena del conglomerato Siemens, tedesco pure lui, che ha previsto di mettere in liquidazione tutte le sue attività legate al settore solare. “Abbiamo deciso di non portare avanti la nostra partecipazione in Desertec l’anno prossimo (…) a causa di una situazione economica più difficile”, ha spiegato un portavoce del gruppo Bosch. Desertec ora si ferma e sta cercando nuovi soci, spera che i cinesi si facciano avanti.

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Incentivi che Passione

Notare la P maiuscola. Trattasi di analogia con la Passione pasquale, non di innamoramento con la politica degli incentivi. Innamoramento che in effetti c’è stato, ma che sembra giunto ad una crisi tipo quella del settimo anno nelle relazioni coniugali.

La notizia arriva dalla Global Warming Policy Foundation, sebbene almeno sin qui non abbia trovato conferme. Non che queste fossero attese così, nell’immediato, perché in effetti si tratta di un articolo che parla della bozza di un documento della Commissione Europea che dovrebbe essere reso pubblico dal Commissario per l’energia il mese prossimo.

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Mirror posting: La repubblica Verde tende al fallimento

Questo post di Vito Punzi è uscito ieri l’altro su La Bussola Quotidiana.

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La realtà industriale tedesca legata alla produzione di energia solare sta vivendo una situazione per certi versi drammatica: appena qualche giorno fa ha annunciato l’avvio della procedura d’insolvenza il gruppo Q-Cells e si tratta del quarto grande fallimento nel giro di pochi mesi in Germania, dopo Solarhybrid, Solar Millennium e Solon. Per provare a capire cosa stia succedendo nel contesto della politica energetica tedesca occorre ripartire da Fukushima, dalle ripercussioni che quell’evento ha avuto in Germania. Va detto subito: l’avaria subita da quella centrale nucleare, l’anno scorso, non ha provocato alcun cambiamento nel contesto delle centrali nucleari tedesche.

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I data center alimentati da centrali solari sono veramente verdi?

Sin dalla sua prima introduzione nel mondo dell’informatica, avvenuta anni fa con termini differenti, la tecnologia delle “cloud” ha promesso, tra le altre cose, un minor impatto ambientale. Il concetto è che qualche grande multinazionale crea grossi “data center”, cioè centri operativi con un gran numero di computer, e “ospita” a pagamento il software che un cliente (un privato o un’azienda) vuol far girare. A parte enormi problemi di privacy, sotto certi punti di vista è un vantaggio per i clienti, i quali possono evitare di comprare dei PC da tenere “in casa”, visto che questi dispositivi notoriamente perdono valore molto velocemente. Ma l’economia di scala di un grande data center permetterebbe anche un grande risparmio energetico: consumerebbero meno dell’equivalente in PC “sparsi” per aziende e case.

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Comanda, regola e imponi

Che il mercato delle energie alternative sia un cosiddetto mercato drogato, è fuori di dubbio. Pesantemente sussidiato, ha portato ad una distorsione del mercato non indifferente anche nella percezione delle misure da adottare o meno. Per esempio la green economy avrebbe dovuto creare milioni di posti lavoro (davvero, milioni) perchè ci hanno sempre detto essere la panacea. Tuttavia, le scelte sono sottoposte come dicevamo ad una tale distorsione ideologica, che nessuno ha finora voluto affrontare la realtà di un mondo in recessione un su tutti: Barack Obama, che espresse parole di immensa fiducia nella green economy, durante il suo famoso discorso di insediamento alla Casa Bianca. Da lì a poco la crisi avrebbe cominciato a mordere fortissimo, ma non importa: la green economy avrebbe salvato tutti.

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Se tutto va bene sono rovinati (e noi con loro) – Aggiornato

Non si può certo dire che agli inglesi manchi il senso dell’umorismo, magari noi facciamo fatica a capirlo, ma in effetti ne hanno un bel…

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