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Inverno, ci siamo.

Il 29 dicembre scorso abbiamo pubblicato una dettagliata descrizione delle dinamiche evolutive della circolazione atmosferica sul nostro emisfero, al fine di segnalare la possibilità – piuttosto concreta – che si fosse prossimi ad una svolta decisiva del carattere di questa stagione invernale, sin qui mite e piuttosto arida per l’area mediterranea, d’ora in avanti probabilmente piuttosto fredda e umida.

Di seguito, il punto di situazione di Carlo Colarieti Tosti, autore dei nostri outlook, che ho pensato di elevare da commento a post vero e proprio.

Buona lettura.

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La situazione, e soprattutto quanto previsto per i prossimi giorni dai deterministici, conferma quanto è stato indicato nel corso dei vari outlook elaborati negli ultimi mesi, ovvero che l’inverno 2015-2016 sarebbe stato a due velocità.

Nella fattispecie sta dando degli ottimi risultati il modello alla base dell’indice IZE. Nel particolare il quadro sinottico troposferico e anche stratosferico è completamente mutato rispetto ai mesi precedenti (novembre e dicembre), testimoniando in maniera esemplare che quanto avvenuto in stratosfera non è stato un ESE cold ma un precondizionamento. I fenomeni di evento estremo o precondizionamento sono simili ma si differenziano sia per durata che per risultati finali. Se fosse stato un ESE cold il condizionamento troposferico con intensa circolazione zonale e temperature superiori alla norma nelle medie latitudini avrebbe dovuto prolungarsi fino almeno la fine di gennaio (60 giorni come da letteratura) per poi iniziare una graduale modifica della circolazione nel mese di febbraio senza necessariamente passare per un evento estremo di tipo warm.

Il precondizionamento ha una dinamica e una tempistica di avvio e di evoluzione ben precisa e si esaurisce in un tempo medio più breve, circa 40-45 giorni, a cui segue l’innesco di un ESE di segno opposto. Ecco che al raggiungimento del valore di soglia di +1,5 al 28 novembre 2015 dopo 32 giorni sono iniziate le grandi manovre per un radicale cambio del pattern con l’avvio di un intenso impulso troposferico che propagandosi nella bassa stratosfera verso quote più alte ha determinato un consistente deposito di quantità di moto anticiclonica alle alte latitudini provocando un netto rallentamento delle velocità zonali e una buona presenza delle due onde principali con netto aumento dell’eccentricità del vortice per schiacciamento prodotto proprio dalle due onde principali. Inoltre nei bassi livelli stratosferici si è attivata anche una circolazione con la presenza di tre onde, pattern favorevole ad ulteriori propagazioni d’onda verticale.

A livello troposferico l’effetto è stato un aumento del geopotenziale in zona polare con relativo calo dell’indice AO. Seguendo la dinamica media evolutiva di questi eventi di precondizionamento si sarebbe dovuto attivare l’innesco dell’SSW nella seconda decade di gennaio, cosa che però non avverrà. In terza decade il modello GFS intravede un possibile incipit di un riscaldamento consistente sul lato siberiano a partire dalle quote più elevate e potrebbe essere l’avvio dell’SSW ma come è ovvio in questi casi sono necessarie e doverose ulteriori conferme. Se quanto detto non dovesse avvenire dovremmo interrogarci sui motivi visto che sarebbe una evoluzione fuori dalla media.

Quindi la dinamica in corso è favorevole alla terza ipotesi descritta nell’articolo con lo sviluppo di un improvviso riscaldamento stratosferico nel corso della terza decade del mese ma, come detto, bisognerà attendere conferme e seguire passo passo l’evoluzione. La dinamica avvenuta è quindi riconducibile ad un precondizionamento e sinteticamente avvalorata da queste impronte caratteristiche:

  1. A circa un mese dal raggiungimento del valore di soglia di +1,5 la troposfera ha prodotto una serie di impulsi in grado di propagarsi verticalmente in stratosfera e produrre due minor warming e un altro previsto a breve termine tra la Russia europea e la Siberia centro-occidentale.
  2. Forte destabilizzazione del vortice polare basso stratosferico con pattern a tre onde ed elevata eccentricità in media stratosfera con buona presenza delle due onde planetarie principali.
  3. A circa un mese dal raggiungimento del valore di soglia di +1,5 stiamo assistendo ad un cambio radicale del pattern troposferico dalle dimensioni incompatibili con un ESE cold nel pieno della sua maturità, con indice AO in fase negativa e vortice polare troposferico frammentato almeno fino a metà del mese corrente.
  4. Accentuati scambi meridiani con probabile blocco della circolazione zonale in atlantico che causerà un raffreddamento sensibile in gran parte dell’Europa segnatamente settentrionale ed orientale (i deterministici dipaneranno nei prossimi giorni l’eventuale interessano più o meno diretto della nostra Penisola).

A onor del vero quanto descritto ai punti 3 e 4 sarebbe più compatibile con un evento SSW già avvenuto e non ancora da avvenire, motivo ulteriore per il quale la situazione andrà monitorata attentamente nelle prossime settimane. Infatti, come detto, se non vi sarà alcun stratwarming (del quale dubito) bisognerà approfondirne le cause visto che vi sono stati ripetuti forcing troposferici con buona propagazione d’onda verticale, anche se fino ad ora con flussi di calore mai stati ben convergenti in area polare.

La previsione dell’indice AO secondo le uscite dell’IZE pone una circolazione ad AO neutra o lievemente negativa per gennaio e negativa per febbraio (probabilmente anche per parte di marzo). Tale evoluzione non è propriamente compatibile per durata ed intensità a pattern non riconducibili a fenomeni di disturbo importanti che non abbiano coinvolto l’intera colonna atmosferica. Per quanto concerne gennaio dando sempre credito all’indice IZE che lo pone in media mensile tra il neutro o il lievemente negativo (il calcolo esatto lo pone a -0,1), possiamo immaginare che alla fase negativa che contraddistinguerà la prima parte del mese potrà seguire una seconda metà con valori oscillanti attorno alla neutralità o lievemente positivi.

In questo contesto, visto il mutato schema di circolazione generale, bisognerà fare attenzione ad eventuali ad oggi poco prevedibili retrogressioni. Come scritto in un commento precedente molto deve ancora accadere. E’ una convinzione dettata dalla conoscenza, dall’esperienza e da quanto suggerito dall’indice IZE che quest’anno appare notevolmente performante. Quindi continuiamo a monitorare con molta attenzione, la staticità dei mesi precedenti appare lontana.

CarloCT

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Published inAttualitàMeteorologia

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