Salta al contenuto

Un Pianeta che oscilla…tra pianeti

Quello di Nicola Scafetta, amico di lunga data delle nostre pagine, è un filone di ricerca particolarmente interessante e per molti aspetti intrigante: l’influenza che i moti gravitazionali dei pianeti del sistema solare possano avere ed abbiano potuto avere nelle oscillazioni climatiche passate e recenti, anche a scala temporale relativamente breve qual è quella su cui si discute in termini di cambiamenti climatici antropici.

Abbiamo riportato e discusso praticamente tutte le sue pubblicazioni su questo argomento, quindi non può che farmi piacere il fatto che Nicola abbia voluto condividere con CM anche la sua fatica più recente.

High resolution coherence analysis between planetary and climate oscillations

Abstract

Questo studio investiga l’esistenza di coerenza spettrale a multi-frequenza tra le oscillazioni delle temperature globali e quelle planetarie, utilizzando delle tecniche avanzate di analisi di coerenza e test di significatività statistica. La performance degli algoritmi standard Matlab mscohere è messa in comparazione con metodologie di analisi di coerenza ad alta risoluzione come l’analisi di correlazione canonica. La funzione Matlab mscohere mette in risalto degli ampi picchi di coerenza con periodo di 20 e 60 anni sebbene, a causa della brevità delle serie storiche della temperatura superficiale (1850-2014), la significatività statistica dei risultati dipende dalla specifica finestra adottata nella funzione per il pre-processing dei dati. Infatti, le finestre delle funzioni distruggono la componente a bassa frequenza dello spettro. Diversamente, utilizzando l’analisi di correlazione canonica si trovano almeno cinque frequenze con significatività statistica al 95% ai seguenti periodi: 6.6, 7.4, 14, 20 e 60 anni. Per cui, l’analisi di coerenza ad alta risoluzione conferma che il sistema climatico può essere in parte modulato da forze astronomiche di origine gravitazionale, elettromagnetica e solare. Si discute brevemente una possibile catena delle cause fisiche che spiegano questa coerenza.

Scafetta Fig_2
(A) Annually resolved HadCRUT global surface temperature. (B) Power spectra (MEM and MTM) of the temperature record against the 99% and 95% statistical confidence levels. Note the quasi 20- and 60-year period spectral peaks. (From Scafetta, 2014a).

Immagino che più di qualche lettore sarà interessato alle analisi spettrali, alle quali dedichiamo parecchia attenzione su CM. Da Meteorologo, la parte più intrigante ritengo però sia quella relativa all’ultimo breve periodo dell’abstract (che comunque senza le conferme del corpo dello studio non potrebbe certo sussistere). La troviamo esplicitata nell’introduzione:

Un accoppiamento tra le oscillazioni planetarie e il cambiamento climatico deve necessariamente prevedere una lunga e complessa catena di meccanismi fisici che sono analizzati nella letetratura scientifica. In primis, le forze planetarie gravitazionali ed elettromagnetiche devono esse parzialmente modulare l’attività solare: alcun autori hanno proposto come questo possa accadere (per esempio Abreu et al., 2012, Scafetta, 2012b e Wolff and Patrone, 2010). Le variazioni dell’attività solare modulerebbero poi sia la radiazione solare totale che, probabilmente in modo più importante, l’intensità e le dinamiche del vento solare e del flusso dei raggi cosmici. Questi ultimi influenzano il livello di ionizzazione dell’atmosfera (Svensmark, 1998 and Kirby, 2007) e il circuito elettrico della Terra e, di conseguenza, modulano la formazione delle nubi regolando l’albedo della Terra (Tinsley, 2008, Svensmark et al., 2009 and Svensmark et al., 2012). Infine, una variazione dell’albedo indotta astronomicamente potrebbe facilmente indurre variazioni climatiche. Infatti, se l’albedo della terra oscilla di pochi punti percentuali per effetto di forcing astronomici, le oscillazioni risultanti dovrebbero essere sufficienti a indurre le oscillazioni climatiche osservate perché queste sono dell’ordine di una frazione di grado Celsius. L’ipotesi che, insieme al più tradizionalmente accettato forcing della radiazione solare (Hoyt and Schatten, 1997), deve esserci un forcing astronomico della chimica atmosferica basato sulle particelle e modulato parzialmente da oscillazioni coerenti con quelle planetarie, è confermata dal fatto che le oscillazioni planetarie sono state osservate anche nelle serie delle aurore sin dal 1600 (Scafetta and Willson, 2013a).

Affascinante!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàClimatologia

3 Comments

  1. Fabio Vomiero

    Concordo con Guidi, certamente affascinante. Personalmente seguo con un certo interesse le teorie del prof.Scafetta tanto che ho anche assistito on-line alla sua conferenza di Padova proprio su questi argomenti. Quello che comunque mi piace in particolare del prof.Scafetta è il suo atteggiamento: egli propone un modello, matematico e concettuale, che potrebbe aiutare a spiegare in parte certe dinamiche climatiche, rispettando comunque contemporaneamente anche il pensiero dominante della scienza del clima e quindi senza negare in maniera ideologica i risultati che arrivano dalla maggior parte della ricerca… e questo gli fa certamente onore. Le mie considerazioni-domande si potrebbero così riassumere:
    -del sole conosciamo molto ma non conosciamo tutto, quindi di conseguenza non si può escludere a priori che i movimenti planetari e i fenomeni gravitazionali possano in qualche modo influenzare l’attività solare e avere effettivamente una qualche ripercussione sul sistema climatico terrestre.
    -esisterebbero molti cicli solari identificabili a diverse scale temporali, 9, 11, 20, 61, 115, 983 anni, tuttavia lasciando per il momento perdere le scale paleoclimatiche a mio avviso troppo arbitrarie, non riesco a vedere una reale corrispondenza ciclica anche nelle temperature dell’ultimo secolo per esempio, se non forse per il modello che prende in considerazione la somma delle varie armoniche.
    -ad esempio, il più importante di questi cicli, potrebbe essere il ciclo sessantennale associato ai movimenti dei pianeti Giove e Saturno e che potrebbe essere correlato ad una dinamica climatica effettivamente riscontrabile a grandi linee nelle temperature globali degli ultimi 150 anni. Dopo un massimo relativo di fine ottocento, infatti, si sarebbe registrato un altro picco massimo delle temperature intorno all’anno 1944, prima di un leggera flessione della durata di circa trent’anni e una successiva ripresa. Tuttavia, il picco successivo, che avrebbe dovuto verificarsi intorno al 2004, si è invece verificato (al momento) soltanto nel 2015, per cui diversi anni più in là.
    -nel modello completo del prof.Scafetta mi sembra di aver capito che si tiene in considerazione il forcing antropico, con un impatto ci circa il 50% rispetto a quanto sostenuto dall’IPCC, ma non trovo riferimento di altre importanti forzanti quali indici climatici o concentrazione di aerosol, oltre che dell’impredicibile attività vulcanica.
    -chiedo se oltre al gruppo del prof.Scafetta esistono altri gruppi di ricerca internazionali che si stanno occupando dello stesso problema scientifico e con eventuali quali risultati, parlo quindi specificatamente di moti solari e planetari e non di teoria dei raggi cosmici in generale.
    -mi rimane il dubbio di quanto, in termini percentuali, queste dinamiche, anche se fossero confermate, potrebbero realmente incidere sull’attuale riscaldamento globale in proporzione alle altre cause riconosciute.
    Ringrazio per le eventuali risposte.
    Fabio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »