Comunque vada pioverà, così si potrebbe riassumere l’articolo uscito sul web della BBC per commentare un nuovo paper di Nature Geoscience. Del resto c’è da capirli, in Gran Bretagna piove a prescindere, questo è un fatto assodato.
Ad ogni modo il paper è questo:
Sicché, riecco la variabilità naturale. Ne parliamo praticamente tutti i giorni, mica male per qualcosa che fino a poco tempo fa ci raccontavano che non esistesse e fosse praticamente azzerata dal bollente futuro che ci attende.
Il contesto è di quelli ‘meteorologicamente’ interessanti, perché si parla della storm track, ovvero della direttrice lungo la quale si muovono le perturbazioni atlantiche, una traiettoria (più precisamente un insieme di traiettorie) definita dalla posizione dei centri di massa atmosferici permanenti, come l’anticiclone delle Azzorre, e semipermamenti, come la bassa d’Islanda. In pratica il segno della NAO, sebbene quello della North Atlantic Oscillation sia un indice al quale è più corretto far riferimento nei mesi invernali che in quelli estivi per individuare le caratteristiche delle stagioni, almeno per la nostra latitudine.
E in questo paper, lo capiamo dal titolo, si parla invece dell’estate. A quanto pare però, nonostante il global warming e i suoi derivati, il carattere secco o piovoso, fresco o bollente delle estati del Nord Atlantico, lo deciderà comunque la casualità con cui si muove lungo la latitudine appunto la traiettoria della storm track. Quindi la posizione dei centri di massa atmosferici, quindi la posizione della corrente a getto e così via. Il tutto senza trovar traccia nell’analisi effettuata di segnali di particolare corrispondenza tra l’aumento delle temperature medie globali dei tempi recenti e la posizione della storm track, che pare pascoli attraverso l’Atlantico senza schemi riconducibili ad alcunché di identificabile.
Uhm…ma con l’AGW che ruggisce alle nostre spalle, non doveva piovere sempre di più o di meno, fare sempre più caldo o più freddo etc etc? Ora dipende dal caso? Ma va?
[…] è solo di qualche giorno fa il nostro commento ad un altro articolo, uscito sempre su Nature (geoscience), in cui è stata analizzata proprio la posizione della storm […]
L’interazione sole e oceani è PURTROPPO ignorata dalla scienza climatica politicamente corretta. Eppure modestamente ritengo che gran parte del segreto climatico sia nascosto in questo legame, comprese tutte le variabilità degli indici conosciuti (AMO,PDO,ENSO,BDC,NAO,CDG….) Curioso a mio parere notare anche come tra le due superpotenze mondiali USA e RUSSIA, divergano nettamente le opinioni sulle cause a riguardo: per la prima AGW per la seconda SOLE. Chissà..