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Quanto siamo bravi a prevedere El Niño?

Quanto varia la predicibilità dell’indice ENSO, ossia dell’alternarsi di condizioni di El Niño, La Niña o neutrali nell’area del Pacifico equatoriale? Molto, si direbbe, in base ad un recente studio pubblicato sul GRL:

Modulation of Bjerknes feedback on the decadal variations in ENSO predictability

Con una sorpresa: nonostante il progresso della capacità di calcolo e del livello di conoscenza scientifica delle dinamiche che precorrono alle oscillazioni dell’accoppiamento oceano-atmosfera che portano alle diverse fasi dell’ENSO, la loro predicibilità, intesa come capacità di prevedere con anticipo significativo queste oscillazioni, è stata negli ultimi anni la più bassa delle ultime sei decadi.

Intendiamoci, sessanta anni fa i “modelli allo stato dell’arte” le cui performance sono state valutate da questo gruppo di ricerca non esistevano neanche nella mente di chi li ha creati. Si parla infatti di hindcast, ovvero di valutazione della capacità di questi modelli di “prevedere” quanto sappiamo che sia accaduto in passato. Ebbene, pare che anni fa, se avessimo avuto questi strumenti a disposizione, ci sarebbero stati più utili di quanto non lo siano oggi.

La chiave per superare quello che sembra un periodo nero nella capacità di prevedere una delle dinamiche climatiche di breve-medio più importanti del pianeta, sembra sia nella necessità di migliorare la capacità di prevedere i processi esterni all’area equatoriale che hanno ruoli significativi nell’instaurarsi di condizioni che portano alle oscillazioni dell’ENSO interne al settore di competenza. In sostanza, le modifiche alla circolazione tridimensionale innescata dal sollevamento dell’aria lungo la zona equatoriale, una circolazione nota come Walker Circulation, si riverserebbero attraverso un feedback positivo a sua volta noto come Bjerknes Feedback, sulle dinamiche del gradiente di pressione lungo l’equatore, ovvero sulla risposta atmosferica all’innesco delle diverse fasi dell’ENSO.

In poche parole, nel tentativo di sciogliere questa intricatissima matassa, questo studio propone di guardare fuori per capire cosa succede dentro. Nel frattempo, il benchmark sorprendente è che la predicibilità dell’ENSO non è mai stata così bassa come nei tempi recenti…

E, l’ENSO, è il pattern climatico che ha portato la temperatura media superficiale del pianeta a segnare quest’anno un altro record; è la dinamica climatica che nel passaggio dalla fase positiva a quella negativa scarica attraverso la pioggia le enormi quantità di energia che l’oceano ha trasferito all’atmosfera; è il fattore climatico che segna le sorti delle siccità e delle alluvioni tra le due sponde dell’Oceano Pacifico,,, Insomma, nel breve medio periodo, l’ENSO è gran parte del clima. Avoglia a far previsioni 😉

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Published inAttualitàClimatologia

3 Comments

  1. donato b

    “Ebbene, pare che anni fa, se avessimo avuto questi strumenti a disposizione, ci sarebbero stati più utili di quanto non lo siano oggi.”
    .
    Premesso che “prevedere” il passato è più semplice che prevedere il futuro 🙂 la cosa, a parte gli scherzi, è piuttosto inquietante.
    Le dinamiche esterne che influenzano l’innesco di El Nino e delle sue varie fasi, esistevano anche in passato per cui ho una certa difficoltà a credere che la spiegazione sia solo questa.
    I modelli sono stati elaborati sulla base di una certa idea della fisica che regola il funzionamento del sistema climatico. I dati di input del modello sono condizioni di temperatura, pressione, umidità e via cantando. Tali dati possono essere diversi tra oggi e ieri, ma gli algoritmi che ne simulano le variazioni, sono gli stessi per cui mi sembra strano che inserendo i dati del passato otteniamo risultati più aderenti alla realtà di quelli odierni. Delle due l’una: o i dati che utilizziamo oggi non sono realistici o sono cambiate le dinamiche interne al sistema e gli algoritmi di calcolo non riescono a simularle come accadeva nel passato. In entrambi i casi bisognerebbe preoccuparsi. Ben vengano, quindi, studi in grado di chiarire la problematica.
    Ciao, Donato.

    • Guido Botteri

      Donato, mi hai tolto le parole di bocca, anzi,dalla tastiera. E’ più facile prevedere il passato che il futuro.
      Sarà mica perché, conoscendo il passato, qualche aiutino glielo danno?
      Solo un maligno sospetto, ma io sono maligno e sospettoso, in queste cose.

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