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Suicidi e contenti

La prima Rassegna Straccia del 2018 di CM è dedicata ad un articolo pubblicato il 27 Dicembre scorso sul Fatto Quotidiano: una pietra miliare dell’infotainment catastrofista climatico, infarcita di affermazioni che vanno dall’allusivo all’opinabile al palesemente falso.

Titolo: Clima, come l’uomo rischia di sconvolgere il mondo: dall’isola che non c’è più alle Alpi senza più ghiaccio (e stambecchi). Si tratta di un articolo in 11 capitoli, come il Libro della Genesi, con la differenza che qui non si spiega come è iniziato tutto ma come finirà: malissimo ovviamente, per mano dell’uomo e della terribile CO2.

Il primo capitolo ha carattere introduttivo ed è un fritto misto in cui si chiamano in causa l’ormai famoso orso moribondo (che col global warming non c’entrava nulla), l’uragano Irma, la “bomba d’acqua di Livorno”, il leopardo delle nevi, lo stambecco delle Alpi e gli abitanti di Kiribati. Poi la siccità in Africa, i poli che si sciolgono e infine le previsioni del tempo dell’IPCC per il 2100.

Il secondo capitolo profetizza la scomparsa del ghiaccio dal Polo Nord citando come pistola fumante la famigerata apertura della “nuova rotta commerciale” tra Europa e Cina “fino a pochi anni fa percorribile solo con rompighiaccio”. È l’ennesimo tributo alla fake news del 2017 sulla gasiera rompighiaccio russa spacciata per petroliera convenzionale. Qualcuno informi il Fatto che la rotta in questione è tuttora percorribile solo con rompighiaccio, con l’eccezione di qualche settimana all’anno. Per inciso, ad oggi la quantità di ghiaccio lungo il tragitto in questione è notevolmente superiore alla media, con spessori di ghiaccio marino che superano i 3 metri (PIOMAS, DMI).

Fig.1. La “nuova rotta commerciale” scoperta dal Fatto. Intasata di ghiaccio pluriennale.

Il terzo capitolo ci regala una bufala climatica gigantesca e ridicola: si parla di un continente antartico che si sarebbe scaldato di “3 gradi in 50 anni”, e del “ritiro dell’87% dei ghiacciai antartici”. La rivelazione è talmente assurda (l’Antartide ha inanellato tra il 2011 e il 2015 una serie di record di estensione dei ghiacci marini e secondo la NASA la massa ghiacciata è addirittura in crescita) che tocca pensar male per capire da dove viene.

Ebbene, pensando male si deduce che al Fatto hanno qualche problema con la geografia. I dati riportati, infatti, si riferiscono alla sola Penisola Antartica: una piccola appendice di terra e ghiaccio che copre appena l’1.5% della superficie totale del continente antartico (IPCC, Researchgate). Da una quindicina d’anni, tra l’altro, ha preso a raffreddarsi anche la stessa Penisola. Evidentemente al Fatto sono rimasti un po’ indietro, tant’è che nello stesso capitolo si cita il distacco di Larsen B avvenuto 15 anni fa, piuttosto che quello recentissimo di Larsen C, il cui collegamento col Global Warming rappresenta una ennesima fake news climatica dell’anno appena trascorso.

Segue nel quarto capitolo il de profundis dei ghiacciai alpini, con annessa immancabile previsione catastrofica dell’IPCC per il 2100. Gioverebbe ricordare che i ghiacciai alpini si sono ritirati più volte in passato fino alla scomparsa quasi totale già 4000 e 2000 anni fa, quando Annibale attraversò le Alpi con l’inverno alle porte raggiungendo i 3000 metri di quota forte di un esercito di 25,000 uomini e…37 elefanti.

Segue lacrimevole riferimento alle isole che (non) scompaiono, soggetto a dir poco controverso nell’attribuzione frettolosa al Climate Change. E poi un lungo elenco di fatti recenti, dalle alluvioni alle siccità agli incendi: tutti, si intende, attribuibili al Global Warming per il noto mantra che quando fa freddo è “tempo” e quando fa caldo è “clima”. E se proprio butta male (troppo freddo, troppa neve) allora è “fenomeno estremo” ovvero, in ultima analisi, sempre colpa della CO2.

Formula Magica

L’undicesimo capitolo, finalmente, ci svela con fare vagamente esoterico la formula magica che salverà il mondo, ovvero le “Tre R: Risparmio-Riuso-Rinnovabili” da contrapporre al “dogma Strade-Cemento-Idrocarburi”. Perché dovete sapere che ai bei tempi, quando l’Europa si ricostruiva dal cumulo di macerie fumanti in cui l’aveva ridotta la seconda guerra mondiale, si consumavano solo 2kilowatt per persona, invece dei 6kW odierni. Quei 2kW, secondo “una ventina tra i maggiori studiosi italiani di cambiamenti climatici … (sono) una quantità di energia sufficiente per soddisfare tutte le necessità”.

Un’ambizione singolare, quella di tagliare del 65% il consumo energetico pro-capite, visto che questo parametro è uno dei principali indici di benessere e di progresso sociale che si conoscano (Fig.2). Solo per fare qualche esempio, 2kW nel 2013 era il consumo pro-capite di potenze economiche e modelli di sviluppo sociale come il Gabon, l’Uzbekistan o l’Iraq. E la fatidica soglia in questione altro non è che un residuato frusto e ridicolo della narrativa ambientalista di una quindicina di anni fa, quando l’ambizione di una “società da 2kW a personaveniva venduta come un ideale utopistico su cui fondare una “nuova Atlantide” all’insegna dell’efficienza e della sostenibilità energetica.

Fig. 2. Fonte: Wikipedia

…E decrescita (in)felice

In attesa di scoprire quali siano le “necessità” che “i maggiori studiosi” ci consentirebbero di soddisfare con quei fatidici 2kW residui, rimane una via crucis giornalistica fatta di 11 stazioni infarcite di fake news e illazioni indimostrabili usate come pezza giustificativa per proporre un bel programma di decrescita (in)felice che porti il nostro fabbisogno energetico indietro di 50 anni e faccia dell’Italia un Gabon europeo.

Ed è supefluo sottolineare che questo pensiero fondamentalista, pauperista e nemico del benessere gioverebbe solamente ai competitors di chi sceglie di suicidarsi deliberatamente con una agenda di decrescita. Qualcuno ci chiede di correre una gara olimpica contro avversari fortissimi facendoci scattare dai blocchi in direzione opposta rispetto ai concorrenti. Verremmo squalificati all’istante e ci riderebbe dietro il mondo intero, ma vuoi mettere la soddisfazione di essere (solo noi) nel giusto?

 

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Published inAttualità

22 Comments

  1. Giusto Buroni

    Cari Guido Guidi e Lupicino. Tutti noi “del mestiere” sappiamo che cosa sia una “potenza media equivalente” e che qui ci sta come i cavoli a merenda. O Lupicino! Avresti speso meglio il tuo prezioso tempo gratuito (forse che quello di altri viene compensato?) confutando, se ne sei capace, le mie affermazioni sul fatto che se non si distingue chiaramente fra potenza e energia (qualunque liceale dovrebbe saperlo, se non venisse corrotto dai sapienti) si troverà sempre l’ambientalista che con un fare mellifluo come il tuo vorrà farti credere che con una pala eolica (fattore “potenza”) e un po’ di pazienza (fattore “tempo”) puoi far funzionare un altoforno (fattore “energia”), magari con la forza del pensiero (e cambiando stile di vita, ovviamente). Mercalli, Tozzi, Albertini e compagnia potrebbero scrivere decine di libri di successo su queste poche semplici frasi. E questa non è buona scienza, e soprattutto è pessima divulgazione, e il signor AleD potrebbe uscirne sconvolto, specialmente dopo le conferme ricevute da RobertoKO6 (ma che, giochiamo a Guerre Stellari?) mentre per ora è, spero, solo indignato. Ne approfitto per ripetere che la campagna degli pseudoambientalisti ha un immeritato successo proprio perché lascia che la saccenteria di certi “scienziati ortodossi” sommerga il buon senso, in questo caso con una valanga di unità di misura energetiche fuori luogo, che fanno perdere il filo del discorso. Per favore, ditemi che l’obiettivo principale di Climatemonitor non è la divulgazione (a fini anticatastrofisti), ma l’esibizione di raffinati grafici e acronimi, e allora smetterò di sfogliarlo, avvertendo anche AleD (se mi fa sapere chi è) che perde il suo tempo. Grazie.
    Giusto Buroni, Milano
    giustoburoni@libero.it

    • Una sola volta per tutte: smetti di chiedere, suggerire, esigere, quale sia la ragione dell’esistenza o “mission” di CM. Questo posto esiste perché esistiamo, te compreso, e facciamo quello che ci va e piace fare. Sono stufo marcio di sentirmi dire come dovrebbe essere per fare meglio quello che c’è da fare. Ma che cosa c’è da fare? Se lo sai fallo e buona fortuna. Questo, per me, è il mio blog, che ho la fortuna di condividere con amici che hanno piacere di venire qui a confrontarsi. Amici che stimo, rispetto e difendo, sempre. Come ho sempre detto, se hai qualcosa da dire porte aperte, altrimenti stiamo bene così. Buona serata.
      gg

  2. Fabrizio Giudici

    La decarbonizzazione la vogliono fare per via legale:

    New York fa causa ai giganti del petrolio sulle emissioni di gas serra. Nel mirino delle autorità newyorkesi finiscono Exxon, Chevron, Bp, Royal Dutch Shell e ConocoPhillips, accusate di promuovere i loro prodotti minimizzando quanto questi minaccino il clima. Secondo quanto riportano i media americani, New York punta il dito contro i colossi ritenendoli responsabili del surriscaldamento climatico.

    Fonte: Corriere della Sera.

    • Massimo Lupicino

      Sono gli stessi che vogliono chiedere i danni alla exxon perché ha venduto energia al pianeta senza avvertirci che ci stava uccidendo, tipo pacco di sigarette. Ci ritroveremo col teschio sul contatore che appare e scompare a seconda che l’elettrone del caso sia verde o fossile. Oppure con i teschi sui lunotti posteriori se non abbiamo comprato l’ibbbbrida. Come se fumare una sigaretta o dare energia ad un sistema-Paese e ai suoi abitanti fossero due cose paragonabili.

      Del resto l’amministrazione precedente non ha mai fatto mistero di voler utilizzare “reti di attivisti” (sic) in campo legale per portare avanti l’agenda liberal a prescindere dal processo democratico e dall’espressione della volontá dell’elettore. Basti vedere come e’ stata usata l’EPA, vero e proprio sostituto del Congresso nell’approvare legislazioni “verdi” che il Congresso stesso si rifiutava di far passare, il tutto attraverso cause legali organizzate ad hoc da gruppi di pressione ambientalisti. Speriamo che gli “attivisti” newyorkesi l’abbiano vinta, così finalmente gli americani pagheranno bollette elettriche senza senso e se ne gioverà la nostra competitività.

  3. alessandrobarbolini

    Signor massimo Lupicino…ma l,iceberg Larsen c che fino ha fatto ?? Scusi la domanda …..ma da questa risposta ce la chiave che smaschererebbe i guru e fanatici del agw ..

  4. alessandro69

    Buona sera.
    Bell’articolo Massimo 🙂
    Un pò di giorni fa segnalai nel post di Guido (sull’uso coerente dei modelli climatici),con tanto di link, proprio l’oggetto di cui tu Massimo smonti capitolo dopo capitolo ora! Non nego che leggere certi articoli, come quello apparso sul “Il fatto quotidiano”, di primo acchito mi innervosiscono, se non altro perchè traspare molta superficialità ( me la prendevo con l’autrice..) e soprattutto emerge tutto l’egoismo, seppur in chiave semantica, di voler far credere che le verità “climatiche” siano inequivocabilmente orientate solo verso quelle soluzioni dettate dalle istituzioni internazionali del caso. Qualcuno mi rispose, e mi confortò in un certo senso leggerne i contenuti. Ma non mi confortò la polemica a me indirizzata di qualcun’altro poichè ebbe il solo scopo di fare della critica mirata e quindi distruttiva. Pace, lasciai perdere. Ad ogni modo, Massimo, nel tuo articolo mi hai fatto venire in mente un episodio capitatomi qualche anno fa in compagnia di una mia carissima amica che da due mesi non c’è più. Stavamo salendo con l’ovovia dal passo Sella al rifugio Demetz, quest’ultimo incastonato nella forcella fra il Sassolungo e il Sassopiatto. Sotto di noi scorreva uno dei più belli paesaggi mai visti. Le Dolomiti.. di fronte a noi, oltre il massiccio del Sella, appena al di là del Piz Boè, si stagliava, in tutta la sua eleganza, la Marmolada. :-).. a quel punto la mia carissima amica disse- Ale!guarda! Ricordo che una volta il ghiacciaio arrivava fin laggiù, invece ora…- Io le dissi- Barbara carissima, è probabile che tra qualche millennio quel ghiacciaio non ci sarà più, ma poi ritornerà , e poi scomparirà e poi ritornerà..credimi, noi uomini non ne abbiamo colpa. La Terra ha tutto il diritto di cambiare il proprio clima come noi facciamo con i nostri abiti, lo farà esattamente quando lo dovrà fare, senza chiederci il permesso- L’ovovia arrivò in cima, il sole spledente, un venticello fresco e carezzevole.. e poi lontano lontano, le Pale di San Martino, Le Tofane, Le Odle, Il Civetta , Il Pelmo, Il Cristallo, il Catinaccio… -Barbara!- dissi infine- ..godiamoci questo momento-
    Buona notte a tutti :-). Ale.

    • Massimo Lupicino

      “Godiamoci questo momento”. Proprio cosi’ Ale, e’ quello che penso sempre anche io: nell’ansia di vedere i ghiacci artici sparire o le temperature salire, o l’erba ingiallirsi, il catastrofista si perde l’ora e l’oggi: il bello del presente. Vive nella continua ricerca di conferme alle sue teorie catastrofiche e finemondiste, e vive male. Il catastrofista e’ arrabbiato, livido, rancoroso, perche’ pensa male e inevitabilmente vive male. Lo si intuisce nei toni di certi articoli, di certi interventi sui forum. Invece di tracciare il profilo psicanalitico del “negazionista”, cosa che certa gente fa per davvero (ci hanno costruito su anche cattedre universitarie), dovrebbero fare il contrario: troverebbero cose molto piu’ interessanti. Ma chi li pagherebbe per farlo? Sempre li’ si va a parare… 😉

  5. Giusto Buroni

    Tutto l’articolo è basato sul comunissimo svarione dei superscienziati, che porta a fare calcoli di potenza o energia con le unità di misura sbagliate. In questi casi (che purtroppo sono la maggior parte di quelli che trattano energia+ambiente in modo pseudoprofessionale) è doveroso avvertire l’autore dell’articolo di ripensarci su, perché l’energia (o il consumo energetico, e quindi anche il clima) non è evidentemente la sua materia e, se mai ha frequentato una scuola, deve tornare sui suoi passi e ricominciare da zero. Il sig. Lupicino e i suoi spalleggiatori non possono e non devono liquidare i timidi critici con la banale risposta: “esatto: kW e’ una misura di potenza, kWh di energia. Puoi passare da uno all’altro parametro moltiplicando/dividendo per il tempo relativo. La stessa informazione sui comsumi pro-capite puo’ essere resa in molti modi diversi, da barili di petrolio equivalente a kWh, a GJ e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, passando ovviamente attraverso i fattori di conversione del caso.” Il signor Lupicino cambia furbescamente discorso elencando una serie di fattori di conversione (adimensionali) che riguardano il consumo pro capite, ma non ammette l’errore madornale di quando usa delle unità di potenza per misurare i consumi energetici, errore che annulla letteralmente il valore di tutto il suo articolo e di quelli contenenti la medesima cantonata. Prego cortesemente il responsabile della pubblicazione di prendere i dovuti provvedimenti per conservare la fiducia di quanti, come me, hanno individuato in Climatemonitor il giornale che sconfiggerà i fanfaroni delle catastrofi di origine antropica: non è lecito opporre a una fanfaronata un’altra fanfaronata , per di più nascosta. Una rettifica di questo errore fondamentale è assolutamente dovuta.
    Grazie a nome di tutti quanti hanno studiato e capito la differenza non banale tra energia e potenza. Per esempio gli ambientalisti fanatici ne hanno approfittato per far trascurare il fatto che con le potenze ridicole (qualche decina di MW) dei mulini a vento e dei pannelli solari non riusciranno mai a competere con le centrali nucleari o comunque termoelettriche (qualche migliaio di megawatt). Insomma: se una enorme potenza ti serve subito, non puoi lasciarti raccontare di avere pazienza, che è solo questione di tempo e la stessa quantità di energia di cui hai bisogno diventerà disponibile. Rimanendo in tema climatico, sarebbe un’asinata tremenda trascurare la differenza dei danni prodotti da un ciclone di grande potenza rispetto a quelli di un lunghissimo temporale estivo. Personalmente sono molto deluso di avere individuato in pochi mesi da quando conosco Climatemonitor errori gravi (non tutti ugualmente dannosi) riguardanti l’uso delle unità di misura.
    Cordialmente
    Giusto Buroni
    giustoburoni@libero.it

    • Massimo Lupicino

      Caro Giusto, si tratta di una potenza media equivalente. Si parte da un’energia consumata nell’anno, calcolata tipicamente in barili di olio eqivalente, o tonnellate di olio equivalente, BTU o piu’ semplicemente Joule se ti piace di piu’ l’MKS. Meglio GJ, visto che se ci riferiamo ai consumi nell’anno di zeri ne servono tanti. Dato che si parla di un consumo di energia nell’anno, converrai che tale consumo puo’ essere reso attraverso una potenza media equivalente, ovvero facendo l’ipotesi che l’energia in questione sia associata ad una potenza che si mantiene costante nel tempo. In altri termini, e con gli opportuni fattori di conversione, si possono convertire i GJ/a in kJ/s ovvero in kW equivalenti, appunto. La conversione si fa banalmente considerando che in un anno ci sono 3600*24*365 secondi, e quindi 1 GJ/a corrisponde a 0.0317 kW ovvero 31.7 W. Ecco svelato l’arcano della scandalosa conversione da energia a potenza media equivalente.

      Se lo vuoi descritto piu’ elegantemente e con riferimento al calcolo differenziale, intendendo l’energia come area sottesa alla curva che rappresenta l’andamento della funzione “potenza” nel tempo, il concetto di potenza media equivalente altro non fa che trasformare quella curva in una linea retta sulla base dell’equivalenza tra l’area sottesa alla curva stessa, e l’area del rettangolo identificato dal valore della potenza media equivalente sulle ordinate e quello del tempo associato sulle ascisse. Siamo tutti d’accordo che la potenza reale e istantanea e’ descritta puntualmente dalla curva in questione, ma l’uso della potenza media equivalente ha l’indubbio vantaggio di rendere piu’ immediato e comprensibile il concetto, ed e’ il motivo per cui sulla bolletta elettrica le compagnie energetiche usano il kWh come unita’ di calcolo dell’energia: per il fatto che il kW e’ una unita’ di potenza familiare per l’utente medio.

      Un consumo di energia pari a 24 kWh si puo’ spiegare facilmente anche ad un “non-scienziato” dicendogli che e’ l’equivalente del tenere acceso un phon da 1 kW di potenza per 24 ore. Allo stesso tempo, una potenza media equivalente di 6 kW (come nel caso in questione) si intende come l’equivalente energetico annuale del tenere accesi 6 di quei phon per tutto l’anno. Non trovi che sia un concetto piu’ immediato, per quanto poco rappresentativo dell’attivita’ che svolgi in un istante ben preciso di quell’anno?

      Capirai, caro Giusto, che il tempo e’ una risorsa preziosa per chi scrive gratuitamente su un Blog, e che quindi non e’ il caso di allegare ad un articolo gia’ di per se’ non brevissimo una spiegazione di 1500 parole per chiarire la differenza tra una potenza media equivalente e una reale istantanea. Quindi ti pregherei per la prossima volta di usare un tono diverso e di risparmiarti termini come “spalleggiatore” o “furbescamente” per non correre il rischio di incappare tu, in qualche aggettivo poco piacevole, e piu’ pertinente.
      Buona notte.

  6. virgilio

    Mi chiedo come pensare di ridurre i consumi energetici globali in un mondo in cui la crescita della popolazione prosegue senza tregua. Quando in Europa si consumavano circa 2kW altrove, come in Asia, si moriva di fame e/o epidemie e con popolazioni inferiori al presente. Ammettiamo che gli ambientalisti abbiano ragione e 2kW pro-capite siano sufficienti, come la mettiamo con questi 2kW ora e nel prossimo futuro moltiplicati per miliardi di cinesi, indiani e altre popolazioni viventi? L’apocalisse non verrebbe annullata ma solo ritardata qualche decennio. Dunque se gli AGW hanno ragione comunque il mondo è spacciato. Per fortuna finora tutti coloro che ne profetizzavano la fine, a partire dagli antichi millenaristi, mai azzeccarono la previsione. Sarà così pure per i millenaristi di quest’ultimissima religione del “riscaldamento eterno” da essi inventata e che ansiosamente predicano (voglio sperare in buona fede).

  7. AleD


    si consumavano solo 2kilowatt per persona, invece dei 6kW odierni.

    Prego? Scritto così non ha senso, quelle sono potenze.
    Io sapevo che in italia di media oggi si consumano un 1000 kWh elettrici/anno a persona.
    Quei 2 e 6 kW, oltre a non aver senso, da dove escono???

    • robertok06

      “Prego? Scritto così non ha senso, quelle sono potenze.”

      E’ giusto così: è la potenza media disponibile a ogni cittadino, ed include tutta l’energia, non solo l’elettricità.

    • Massimo Lupicino

      AleD, esatto: kW e’ una misura di potenza, kWh di energia. Puoi passare da uno all’altro parametro moltiplicando/dividendo per il tempo relativo. La stessa informazione sui comsumi pro-capite puo’ essere resa in molti modi diversi, da barili di petrolio equivalente a kWh, a GJ e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, passando ovviamente attraverso i fattori di conversione del caso.

    • AleD

      @robertok06: vuol dire che mediamente oguno consuma un 140 kWh al giorno cioè un 50M MWh all’anno? Un 40 volte il consumo della sola parte elettrica, gli altri 49MWh com’è che ce li si fumerebbe?

    • Massimo Lupicino

      Ale, si parla di Total Primary Energy Supply, ovvero tutta l’energia alimentata ad un sistema al netto di stoccaggi o export. Comprende non solo l’energia elettrica, ma anche (e soprattutto) quella derivante dall’uso diretto di combustibili. Ad esempio l’uso del gas per usi domestici (riscaldamento incluso) o di combustibili liquidi per autotrazione. La sola componente elettrica ha un peso minoritario sul totale del consumo (da un conto brutale dovrebbe essere nell’intorno degli 0.6 kW pro capite se non vado errato). Va da se’ che il consumo di energia in italia e’ diminuito negli ultimi 10 anni, in massima parte a causa del crollo della produzione industriale (e del PIL correlato), anche se ai soliti piace raccontare la favola dell’aumentata efficienza energetica.

  8. Filippo Turturici

    Personalmente sono favorevole ad una decarbonizzazione dell’economia, per ragioni che vanno oltre (e, volendo, nemmeno considerano) il riscaldamento globale alias cambiamento climatico e le sue origini (perché non è in discussione l’ovvio del riscaldamento/cambiamento, ma la sua origine). Tuttavia la decarbonizzazione va fatta con attenzione, nei tempi e nei modi dettati nella realtà dalle tecnologie e dalla sostenibilità economica e sociale: non a mezzo di balzi in avanti e di voli pindarici, da parte di politici demagoghi e lobby interessate, che truffano cittadini benintenzionati ma poco consapevoli dei reali problemi dell’energia e delle sue fonti. La decrescita sarebbe assolutamente infelice, e probabilmente anche inutile: salvo portare avanti agende politiche e sociali che nulla hanno a che vedere con l’ambiente, e molto invece con alcune correnti ideologiche del XIX e XX secolo. Parafrasando Lenin, ambientalismo = rinnovabili + soviet.
    A margine noto dal grafico, che i “cattivi” USA non fanno peggio dei “buoni” Scandinavia e Canada, mentre la poco e mal considerata Ungheria appare come un modello di sviluppo sostenibile in ogni senso.

    • Massimo Lupicino

      Caro Filippo sono d’accordo con te. Il problema e’ l’inquinamento e l’impatto che certe tecnologie hanno sulle nostre vite. Si passa il tempo a parlare di CO2 che e’ il mattone della vita sulla Terra spacciandolo per veleno, nel momento stesso in cui il Pianeta e’ un immondezzaio, e da tanti punti di vista. Il progresso ci sara’ comunque, e un giorno si produrra’ energia in modo economico da altri tipi di fonti. Ma se oggi si investessero i trilioni di dollari che vanno a ingrassare il business dell’alternativo in cause piu’ giuste e piu’ utili all’umanita’, questo sarebbe un posto molto migliore. Il punto e’ proprio questo: la narrativa del “global warming” serve a spostare risorse immense dalle tasche del cittadino medio (e ignaro) in quelle di una elite, e in quanto tale e’ solo uno degli strumenti nelle mani di chi comanda oggi (ne parleremo). Il paragone con comunismo e’ soviet e’ pefettamente calzante: dicevano di amare “la gente” e di fare quello che facevano “per i poveri”, e invece grondavano odio da tutti gli artigli. Allora come oggi.

  9. Massimo Lupicino

    Caro Luigi, sono d’accordo con te, come al solito… Diciamo che certi miti in alcuni periodi vanno piu’ di moda di altri, perche’ le esigenze di chi comanda (per davvero) cambiano nel tempo. ..

    • Andrea Beretta

      La cosa buffa è che questi signori disprezzano le teorie che non possono essere scientificamente dimostrate: dal diluvio universale, ad Atlantide…e poi ce lo ripropongono in salsa postmoderna
      Mi spiace apprendere comunque che uno dei pochi quotidiani che ritenevo fuori dal coro sia caduto su una buccia di banana così grossa: e non saprei se attribuire quest’articolo alla malafede o semplicemente all’ignoranza. Per gli altri organi di informazione, in genere è una commistione delle due….qui, vista la simpatia che questo giornale mi ispira(va), lascerei il beneficio del dubbio

  10. Luigi Mariani

    Caro Massimo,
    non ti pare che queste sciagurate idee di palingenesi non siano altro che la riproposizione di vecchi miti (paradiso terrestre e relativa caduta, diluvio universale, ecc.) e dunque rispondano ad archetipi che stanno nel nostro profondo?
    Da questo dedurrei che è inutile combatter questi miti perché sono molto prima di noi e seguiranno ancora a lungo la nostra specie… D’altro canto il guaio è che un conto è se su questi miti ci fai marciare qualche migliaio di persone, altro conto se a marciare sono miliardi di persone… possono uscirne fior di decisioni sbagliate in grado di condannare un paese alla decadenza.
    Morale: non possiamo che continuare a denunciare coloro che ci vogliono far mettere “en marche”…
    Ciao.
    Luigi

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