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Earth Day 2020, celebriamo pure, ma dicendo la verità…

Ci voleva una bella ricorrenza, da troppi giorni il tema del clima e tutte le scorie che vi si sono agganciate non tornava ad avere un po’ di attenzione. Certo, molti hanno continuato a lanciare i soliti anatemi sui soliti canali, ma il bagno di realtà in termini di emergenza reale in cui siamo immersi da un paio di mesi aveva effettivamente passare la questione climatica in secondo piano. Tuttavia, se volete aggiornarvi sull’argomento sapete bene che non è dal villaggio di Asterix che dovete passare. Qui tendiamo ad andare un po’ in controtendenza, per cui piuttosto che celebrare la terra, oggi celebriamo il ritorno della ragione. Troppo vero? Può darsi, ma questa è l’interpretazione che credo sia giusto dare alla serie piuttosto recente di pubblicazioni che stanno ultimamente aggiungendosi all’enorme mole di lavori che orbitano intorno alla sfera del clima.

Non si tratta dell’ennesima rivisitazione delle serie storiche della temperatura, né di un altro lavoro di simulazione del clima dell’anno 3000. E, incredibilmente, non è neanche un altro scoperta in tema di, “è peggio del previsto”. Niente di tutto questo. L’argomento, già affrontato anche qualche mese fa, è quello della totale, assoluta inutilità dell’uso che è stato fatto da buona parte della letteratura, da gran parte della divulgazione e da tutta la comunicazione, degli scenari climatici o, come si chiamano da qualche tempo, percorsi rappresentativi della concentrazione, naturalmente di CO2.

Comunità scientifica e media, assetata di attenzione la prima e affamati di click i secondi, negli ultimi anni, hanno continuato a rappresentare in via quasi del tutto esclusiva le cosiddette conseguenze in termini di clima disfatto dello scenario peggiore, tal RCP8.5, descrivendolo inoltre come quello più rappresentativo dell’attualità in assenza di provvedimenti di mitigazione (Business As Usual). Questo è stato e continua ad essere un errore, sia perché lo ha detto chi quello scenario lo ha creato, sia perché così facendo si assegna una patente di attendibilità ad uno strumento che non ne ha alcuna, fornendo indicazioni ai decisori che sono con ogni probabilità fuori bersaglio.

Roger Pieke Junior, che si occupa da tempo di queste cose e che non perde occasione per sottolineare comunque l’importanza della questione climatica, ha appena pubblicato un nuovo corposo lavoro su questo tema, argomentando in modo esteso quanto sia necessario che la comunità scientifica e chi fa divulgaizone e comunicazione si affrettino a correggere il tiro, anche alla luce del fatto che, indubitabilmente, sin qui, il ricorso incessante ad allarmismo non sufficientemente sostenuto da robusta evidenza scientifica, non ha certamente pagato in termini di ricerca delle soluzioni ed implementazione delle stesse.

Qui di seguito vi riporto l’abstract (neretto mio); il resto, come si confà a chi ha come unico obbiettivo quello di far sapere a tutti come stanno le cose, lo potete leggere gratuitamente a questo link.

Systemic Misuse of Scenarios in Climate Research and Assessment

Climate science research and assessments have misused scenarios for more than a decade. Symptoms of this misuse include the treatment of an unrealistic, extreme scenario as the world’s most likely future in the absence of climate policy and the illogical comparison of climate projections across inconsistent global development trajectories. Reasons why this misuse arose include (a) competing demands for scenarios from users in diverse academic disciplines that ultimately conflated exploratory and policy relevant pathways, (b) the evolving role of the Intergovernmental Panel on Climate Change – which effectively extended its mandate from literature assessment to literature coordination, (c) unforeseen consequences of employing a nuanced temporary approach to scenario development, (d) maintaining research practices that normalize careless use of scenarios in a vacuum of plausibility, and (e) the inherent complexity and technicality of scenarios in model-based research and in support of policy. As a consequence, the climate research community is presently off-track. Attempts to address scenario misuse within the community have thus far not worked. The result has been the widespread production of myopic or misleading perspectives on future climate change and climate policy. Until reform is implemented, we can expect the production of such perspectives to continue. However, because many aspects of climate change discourse are contingent on scenarios, there is considerable momentum that will make such a course correction difficult and contested – even as efforts to improve scenarios have informed research that will be included in the IPCC 6th Assessment.

Enjoy.

 

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Published inAmbienteAttualitàClimatologia

4 Comments

  1. rocco

    Genesi 1,27-28

    27 Dio creò l’uomo a sua immagine;
    a immagine di Dio lo creò;
    maschio e femmina li creò.
    28 Dio li benedisse e disse loro:
    «Siate fecondi e moltiplicatevi,
    riempite la terra;
    soggiogatela e dominate
    sui pesci del mare
    e sugli uccelli del cielo
    e su ogni essere vivente,
    che striscia sulla terra».
    ora, quando un sommo pontefice, invece, si batte il pugno sul petto e si fa venire il senso di colpa per aver fatto proprio quello che il Creatore voleva… beh, vi è qualcosa che non funziona.
    Una nuova religione è sorta: si chiama Ambientalismo e vede scienza e religione di nuovo unite come lo erano prima dalla morte per rogo di Giordano Bruno.
    Sarà ciò a cui si riferisce la bambinetta ammaestrata quando afferma che la casa è in fiamme? Si vorrebbe far un rogo di tutti gli eretici, scettici e negazionisti?
    All’epoca si chiamavano eretici, coloro che non si chinavano al dogma imperante di fede, oggi si chiamano scettiti o peggio ancora negazionisti.
    E così oggi come ai tempi bui dell’inquisizione, chi si salva è colui che acquista le indulgenze, ossia paga di più qualsiasi ben di Dio con la scusa che ciò è bene per l’ambiente.
    E così scienza e religione celebrano il matrimonio di interessi con un fine ben dichiarato: ridurre in miseria la stragrande maggioranza dei cittadini e consentire solo ad un piccola elites di privilegiati l’accesso al benessere ed alla prosperità.
    E si benedice una epidemia che sta facendo del bene all’ambiente così martoriato da quel birbaccione di uomo che ha seguito i dettami dell’Antico Testamento; parola di gesuita: https://www.ilmessaggero.it/vaticano/coronavirus_vaticano_fa_bene_all_ambiente_gesuita_vatican_news-5145977.html
    Eggià, vale molto di più un presunto cielo pulito, che la vita delle persone, di quei inutili vecchietti che sono stati i primi artefici dell sfruttamento della natura e dell’inquinamento della Terra.
    Chissà perchè, poi, la CO2 non diminuisce nonostante il lockdown mondiale… misteri della fede ambientalista; il dogma vuole la CO2 prodotta dalla combustione del petrolio anche quando il petrolio non si comsuma ( la CO2 continua a salire ed il prezzo del petrolio è sottozero https://www.esrl.noaa.gov/gmd/ccgg/trends/gl_trend.html stranezze dei dogmi religiosi, ma attenzione a farlo notare, l’inquisizione vede tutto).
    La religione ci mette la fede e la scienza ci mette anch’essa la fede: la fede nel dogma imperante che la divinità Ambiente deve essere salvata (da chi poi, dall’uomo stesso?)
    Anche Einstein lo diceva:
    “La scienza senza la religione è zoppa. La religione senza la scienza è cieca. ”
    Ed oggi, grazie al potere di internet, scienza e religione si sono fuse nella stessa medaglia e rappresentano le sue due facce: abbiate fede nella scienza così come avete avuto fede nella Bibbia… tutte e due porteranno a benessere e progresso… soggiogando e dominando
    sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
    e su ogni essere vivente… uomini compresi grazie ai progressi tecnologici che produrranno un nuovo Homo Deus basato sul silicio e non più sul carbonio.
    Come soleva affermare Galileo Galilei nel Saggiatore, la scienza doveva servire a meglio interpretare quel libro della natura scritto in caratteri matematici, perchè il libro della natura (la Bibbia!) scritto in caratteri alfabetici aveva portato a molteplici interpretazioni; ma lo scrittore sia per i papi che per Galileo era sempre lo stesso: il Creatore.
    Creatore che, come la stessa scienza ha dimostrato, gioca a dadi, ma gli scienziati dogmatici continuano a cercare la formula del Tutto, ossia la causa prima dell’Universo.
    Scienziati-sacerdoti che credono con fede profonda nel determinismo e nella capacità umana di migliorare quel Creato evolutosi per caso e basato su “un piccolo numero di leggi, ma da un gran numero di eventi casuali” (Murray Gell-Mann).
    Ed eccoci, quindi alla nuova dottrina che vede insegnare il catechismo ambientalista sia nelle chiese che nelle università.
    Amen

    • Avevo letto e mi ero documentato sul fatto che il particolato non calava malgrado lo stop obbligato causa il coronavirus. Ma mi giunge nuova la notizia che anche la CO2 continua imperterrita la sua crescita. Potrei avere un riferimento a questo ultimo dato,?
      Grazie

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