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Il calore di Roma

Ebbene sì, sappiamo che Roma è una città  calda e che i suoi abitanti sono molto calorosi, ma qui vorremmo occuparci di quanto la città  per antonomasia, l’Urbs, abbia a che fare con l’isola di calore urbano. In realtà, per il momento, andiamo un po’ fuori porta, dalle parti di Ciampino, presso l’aeroporto militare dove si trova la stazione sinottica che rileva i dati meteorologici con continuità  almeno dal 1951. Roma/Ciampino è la terza stazione di cui ci occupiamo per il nostro progetto per una rete di riferimento per la climatologia dell’Italia.

L’aeroporto di Ciampino, ad un’altezza sul livello del mare di 129 metri, è stretto tra l’abitato stesso e il parco dell’Appia Antica, non molto al di fuori del Grande Raccordo Anulare.

Per decidere se questo è un sito da includere nella nostra rete di riferimento, diamo un’occhiata alle immagini satellitari messe a disposizione da Google Maps, da Pagine Gialle, e, soprattutto, alle foto dell’osservatorio disponibili con la “vista ravvicinata” di Bing, di cui se ne riporta un esempio.

Come si vede dalla figura, l’osservatorio e la capannina hanno, verso sud, un ampio spiazzo per il parcheggio degli aeromobili, mentre sul lato opposto, oltre la strada, vi è un’ampia area asfaltata, adibita a parcheggio per automobili e camion. Tutta l’area intorno all’aeroporto è visibile in questa unica foto aerea.

Seguendo la classificazione adoperata dalla NOAA per stimare i possibili errori nella misura delle temperature, poiché la capannina à posta a circa 20 metri dall’edificio che ospita l’osservatorio, Roma/Ciampino sarebbe classificata come CRN 3. Per quanto riguarda la nostra classificazione, volta a valutare le modifiche nel tempo, l’aeroporto militare di Ciampino è da tempo aperto anche ai voli civili ed ha assistito al notevole incremento di traffico aereo tipico di un aeroporto così strategico per una grande città  come è Roma. Considerando anche lo sviluppo dell’area urbana di Ciampino, facilmente immaginabile nel corso dei decenni passati, delle aree di parcheggio nelle immediate vicinanze, si ritiene che tutti questi elementi facciano sì che il sito appartenga pienamente alla categoria degli aeroporti civili e, per questo motivo, si propone di assegnarlo alla classe 4. La discussione è aperta.

Passiamo adesso ai dati, mostrati nella seguente figura che riporta il grafico delle medie annuali dal 1951 al 2009 per la temperatura minima, Tn, la massima, Tx, la temperatura media, Tmean, e il DTR (Diurnal Temperature Range), cioè lo scarto tra massima e minima (Tx – Tn).

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Il DTR (curva lilla) nel corso dei decenni oscilla all’incirca tra 11 e 10 gradi, con una lieve tendenza alla diminuzione. Nel grafico sono evidenti anche alcuni periodi “anomali”: il primo negli anni sessanta, quando una consistente diminuzione delle temperature minime non ha riscontro nei valori massimi; si colgono altre brevi anomalie verso il 1994 ed il 2004. Le temperature massime di Ciampino registrate tra il ’51 ed il ’67 (linea sottile rossa, più media mobile su 5 anni – linea grossa) non sarebbero molto dissimili da quelle odierne, mentre si ha un aumento di circa un grado negli ultimi tre decenni, periodo in cui le minime, invece, aumentano di oltre un grado e mezzo. L’incremento delle minime, durante gli ultimi trent’anni, di circa mezzo grado in più rispetto alle massime potrebbe essere un segnale di inquinamento termico. Tale ipotesi trovo riscontro anche nel trend maggiore della temperatura media rispetto alla temperatura troposferica (dati da Climate Explorer), 0.49°/decennio e 0.35°/decennio, rispettivamente. L’anno più caldo a Ciampino è il 1994 per il satellite, il 2003 per l’osservatorio a terra; il 1980 ed il 1984 sarebbero due degli anni più freddi.

Per quanto riguarda le stagioni e i mesi, l’inverno è tale e quale rispetto al passato, anzi forse un po’ più freddo nelle massime, mentre le minime estive ed autunnali degli ultimi trent’anni sono in aumento rilevante di circa un paio di gradi, o poco più, in particolare durante gli anni ’80. In questi ultimi decenni le massime, invece, sono aumentate in maniera più modesta (un grado circa) durante l’estate e la primavera, in particolare durante i mesi di maggio e giugno. Pur nella confusione dei dettagli mensili, l’aumento consistente delle temperature minime nel periodo più caldo, tra maggio e ottobre (e novembre), potrebbe puntare verso una causa del tutto antropogenica, cioè di contaminazione urbana. Infatti, per quella che è la mia esperienza, l’isola di calore è, dalle nostre parti, più una caratteristica estiva che invernale. Questo è, almeno, quello che mi suggeriscono i dati di Modena città  e di un sito rurale alla periferia del suo territorio comunale. La prevalenza di alta pressione e di cieli sereni potrebbe essere una corretta spiegazione per la maggior forza dell’isola di calore durante l’estate. Certo, un approfondimento dei dati di Roma e della sua climatologia sarebbe consigliabile. Sarà  molto interessante l’analisi delle numerose stazioni del Lazio e di Roma, dal Collegio Romano in pieno centro storico, a Vigna di Valle, zona quasi rurale nei pressi del lago di Bracciano, agli aeroporti lungo la costa (Fiumicino, Pratica di Mare e Latina), fino ai dati del Terminillo, che potrebbero validare i dati troposferici.

Sul sito di Mille anni di clima trovate la scheda completa di Roma/Ciampino, i valori climatici e gli estremi, i dati giornalieri, i grafici e la discussione.

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Published inAttualitàClimatologiaNews

2 Comments

  1. agrimensore g

    Perdonate la franchezza, ma credo che pochi posti al mondo siano meno adatti per confrontare il trend delle temperature rispetto al passato. Non c’è solo lo sviluppo urbano di Ciampino, con il suo annesso di traffico e condizionatori, non ci sono solo le compagnie low-cost che ne hanno fatto un aereoporto civile estremamente importante (da notare che gli abitanti di Ciampino si lamentano del rumore dei reattori costantemente accesi), ove prima partivano al più, pochi voli charter. Anche il traffico sull’adiacente via Appia è molto cambiato, si formano sempre più code e incolonnamenti a causa dei pendolari che arrivano sempre più numerosi dalla zona dei Castelli. Anche la vegetazione nella zona ovest, verso il mare, è diminuita a seguito dell’urbanizzazione. Senza contare che poco distante c’è la zona del GRA più trafficata e densa di Tir, diretti verso la Roma-Napoli.

    • Agrimensore,
      perché chiede di perdonarle la franchezza?
      Non credo che non ci dovessimo occupare di Ciampino.
      Queste sono le stazioni e di queste dobbiamo parlare, almeno credo.
      La sua franchezza, in ogni caso, mi dà modo di parlare delle temperature.
      Ciampino, se i dati sono fedeli, non mostra niente di sconveniente o di assurdo, a meno di alcune incongruenze.
      L’inquinamento termico dovuto alle attività umane e ai cambiamenti del suolo, se c’è, dovrebbe più che altro vedersi nelle temperature minime.
      Durante il dì, infatti, la forzante solare è tale che di solito la differenza tra città e campagna circostante è trascurabile o minima.
      L’aria al suolo è direttamente in contatto con l’aria che si trova più in quota grazie alla turbolenza generata dal surriscaldamento del suolo. E, quindi, a determinare il valore della Tmax saranno essenzialmente la temperatura in quota e la radiazione solare. Se in una città il sensore è posto ad un’altezza simile a quella degli ostacoli intorno, è difficile trovare una massima più alta dei dintorni non urbanizzati, anzi spesso può essere più bassa. Ovvio che se il sensore è messo ad ovest di un edificio, magari in un cortile, sotto il sole estivo, forse la Tmax nel cortile sarà molto più alta. Qui, però, ci occupiamo di misure che seguono un certo standard minimo.
      Il problema di solito nasce quando l’aria è stratificata, quando quella a contatto col suolo si disaccoppia da quella in quota. In questo caso le caratteristiche radiative del suolo e dell’ambiente circostante fanno la differenza e la Tmin è molto più alta in aree urbane in una nottata serena.
      Ci sono anche ampie evidenze che quando una vasta zona arida è trasformata in campi irrigati, ci siano variazioni significative anche nella Tmax o, viceversa, una foresta umida è trasformata in pascolo o coltivazione. Questi sono casi che, però, non riguardano in genere il nostro territorio che ha perduto le caratteristiche naturali già molti secoli fa.
      Con questo discorso non voglio dire che Ciampino sia perfetta come sito, ma nell’analizzare una per una le stazioni sto scoprendo situazioni inattese e che mi sbalordiscono.
      Nel prossimo viaggio, si torna in montagna.

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