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Mese: Maggio 2012

Il clima è fatto a scale

Dal blog di Jo Nova, l’accento va su un paper di Ross McKitrick pubblicato poco meno di un anno fa. Alcuni tra i nostri lettori/autori saranno probabilmente interessati all’argomento.

Multivariate trend comparisons  between autocorrelated climate series with general trend regressors

Già parecchie volte in passato abbiamo parlato di come l’aumento della temperatura media del Pianeta sia avvenuto a balzi molto più che seguendo un trend lineare. Il più alto di questi salti è senz’altro quello della seconda metà degli anni ’70, quando in coincidenza con una serie di cambiamenti di indici climatici è avvenuto un significativo shift verso l’alto delle temperature.

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Michael Mann su Le Scienze: L’AMO spiega i cambiamenti del clima!

Uno scoop? Forse, ci arriviamo tra un po’. Andiamo con ordine.

La capacità di misurare il proprio atteggiamento, di non prendersi troppo sul serio, di concedere al prossimo una opportunità. Mancano del tutto a Michael Mann, intervistato da David Biello sull’ultimo numero di Le Scienze.

A colpi di mazza da hockey (solo per abbonati)

Una intervista a senso unico, un tributo incondizionato alle idee e, soprattutto, alle opinioni di uno tra i più controversi scienziati che il panorama climatico abbia offerto negli ultimi due decenni. Idee condivisibili o meno dal punto di vista scientifico, opinioni delle quali invece non ce ne potrebbe importare di meno, se non fosse chiaro come il Sole che sono le seconde a fornire carburante alle prime, con il placet e la condiscendenza di chi dovrebbe fare divulgazione scientifica e invece fa il supporter.

Come indicato accanto al titolo ed al link, il pezzo non è consultabile liberamente, ma cercherò di darvene conto comunque.

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Co2 e ghiaccio: Oggi me la aggiusto così

Ghiaccio artico, gas serra, Max Plank Institute. Ci sono tutti gli ingredienti necessari. Il primo diminuisce, i secondi aumentano, il terzo tira le somme.

Non è la solita simulazione modellistica a individuare nell’accresciuto effetto serra l’origine della diminuzione dell’estensione del ghiaccio marino al Polo Nord. No, il ragionamento è più complesso, si va infatti per esclusione.
Dall’analisi delle oscillazioni annuali e pluriennali del periodo 1950-1970, evidentemente naturali, hanno desunto che quanto accaduto dopo naturale non può essere. Il fatto che 20 anni di dati non oggettivi difficilmente si possano mettere a confronto con altrettanti anni di dati oggettivi evidentemente dal punto di vista scientifico non e’ limitante. Quindi, fuori uno. Leggendo poi i dati sulla radiazione solare, che nelle ultime decadi sarebbe stata stabile o in lieve diminuzione, hanno desunto che neanche il Sole può averci messo lo zampino. Quindi, fuori due.

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Super Luna e super bagno

Oggi la Luna sarà al Perigeo, cioè al punto più vicino alla Terra della sua orbita. Una super Luna, che apparirà il 14% più grande e il 30% più luminosa. Sarà quindi massimo anche l’effetto sulla marea.

Nell’ormai annosa diatriba sugli effetti negativi dell’innalzamento del livello dei mari, c’è qualcuno che sta interpretando questo evento, che si ripete 3/4 volte l’anno, come una prova generale di tragedia per gli abitanti degli atolli del Pacifico e con loro sicuramente i cittadini di Tuvalu, un lembo di terra il cui punto più alto è appena a 4,6mt sul livello del mare.

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La scoperta dell’acqua calda

Che non suoni ironico o peggio canzonatorio, non ho fatto ricorso al più classico dei modi di dire, si tratta letteralmente di acqua calda che è stata scoperta. Mi spiego meglio. La British Antartic Survey (BAS) è un gruppo di studio permamente che si occupa di ricerca in Antartide. Nei giorni scorsi hanno pubblicato un paper su Nature con il titolo che segue:

Antarctic ice-sheet loss driven by basal melting of ice shelves

In breve. Dalle loro analisi, basate su dati satellitari e modellistica del comportamento della superficie ghiacciata, hanno desunto che la perdita di massa cui sono soggette alcune aree del continente antartico, più precisamente zone costiere ovviamente, sarebbe imputabile non tanto al riscaldamento atmosferico, per’altro assente su gran parte del continente, quanto piuttosto all’azione di correnti marine più temperate. A questo scioglimento, si dovrebbe poi imputare l’accelerazione dei ghiacciai che dall’entroterra si gettano in mare lungo la costa che è stata riscontrata nelle zone soggette a diminuzione di massa. L’arrivo di correnti più calde poi, gli autori lo attribuiscono ad un cambiamento del regime dei venti che sarebbe stato osservato nei tempi recenti.

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Le ultime parole famose

Sembra una barzelletta ma non lo è. Alla fine di marzo, cioè al culmine di un periodo decisamente siccitoso per gran parte del comparto europeo, belpaese e albione inclusi, più o meno tutti, aventi diritto e non, si sono cimentati nelle previsioni stagionali.

Obbiettivo, capire se la primavera, notoriamente stagione piovosa, avrebbe confermato il suo carattere sanando almeno in parte il deficit idrico oppure no. Secondo obbiettivo, gettare il cuore oltre l’ostacolo e farsi un’idea per la prima parte della stagione estiva.

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Il Contrapasso di Eolo

Su Nature Climate Change è apparso un nuovo paper:

Impacts of wind farms on land surface temperature – Zhou et al., 2012-04-30

Si legge nell’abstract (neretto aggiunto):

[info]

L’industria eolica ha sperimentato una considerevolmente rapida espensione di capacità negli anni recenti e questa veloce crescita si prevede continui in futuro. Nel convertire l’energia cinetica del vento in elettricità, le turbine eoliche modificano gli scambi superficie-atmosfera e il trasferimento di energia, di momento, di massa e di umidità all’interno dell’atmosfera. Tali cambiamenti, se sufficientemente ampi dal punto di vista spaziale, potrebbero avere un impatto notevole sul tempo e sul clima a livello locale e regionale. Si presenta qui una evidenza osservativa di tale impatto, basandosi su analisi di dati satellitari per il periodo 2003-2011 su di una regione nel Texas centro-occidentale, dove sono quattro tra le più grandi centrali eoliche del mondo. I nostri risultati mostrano un significativo trend di riscaldamento di 0,72°C per decade, con particolare riferimento alle ore notturne sulle aree delle centrali rispetto alle zone limitrofe prive di installazioni. Si attribuisce principalmente tale trend alle centrali eoliche dal momento che la sua diimensione spaziale coincide molto bene con la distribuzione geografica delle installazioni.

[/info]

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Il giorno (o giornale?) dell’Apocalisse

Erano i tempi di Martin Lutero e della riforma anglicana quando si parlava di apocalisse. Contestualmente si affermava la prima grande rivoluzione tecnologica in termini di comunicazione: l’invenzione della stampa. Ora siamo sicuramente in un nuovo periodo di rivoluzione tecnologica nel campo dell’informazione e si torna a parlare di apocalisse in tutte le salse. Ci sono canali tv dedicati, laddove sui canali a tema più generalista non manca mai in palinsesto un programma opportunamente apocalittico. Sulla rete non ne parliamo, si formano addirittura delle comunità sconfinate, nascono siti web all’upo nominati, si rilancia il tam tam a più non posso. Un caso banale ma esplicativo per tutti il presunto terremoto di Roma del maggio dell’anno scorso o, se preferite, l’assurda isteria del 21 dicembre 2012.

Sicché la maggior parte della gente ci avrebbe fatto il callo e non ci farebbe più caso, anzi, ogni nuova presunta apocalisse sarebbe occasione per fare spallucce, ove invece i pochi che restano vivrebbero una vita di fobie. Questa abitudine sarebbe all’origine della scarsa propensione dei più – e quindi di chi li rappresenta in sede decisionale – a prendere sul serio il rischio global warmig, la cui derivata apocalisse, ovviamente, sarebbe da annoverare tra quelle reali.

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Un Raggio di Luce nelle Scatole Nere: il Clima diventa Open Source?

Da GWPF, era ora. Non sapremo mai se sia dovuto al climategate, alla tenacia di gente come Steve McIntyre o al semplice buon senso, che…

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