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Tag: Bilancio radiativo

L’AGW fa camminare i treni

Domanda: c’è più energia nel riscaldamento globale antropogenico o nelle fesserie che si raccontano per sostenerlo? Quando sono veramente troppo grosse, delle seconde si dice che facciano camminare i treni, per cui l’analogia con l’energia disponibile regge bene.

 

Piccolo esercizio, leggete il paragrafo qui sotto cronometrando il tempo che impiegate (viene da qui):

 

…il nostro pianeta sta attualmente accumulando calore al ritmo incredibile di circa tre bombe atomiche di Hiroshima al secondo…. i dati per le temperature vanno su e giù, anno dopo anno, con il risultato che è possibile trovare sempre dei brevi periodi parte di una tendenza al riscaldamento a lungo termine in cui si notano brevi periodi di diminuzione delle temperature. Nel frattempo, il pianeta continua ad accumulare calore: equivalente a circa 250 bombe atomiche di Hiroshima dal momento in cui avete cominciato a leggere questo articolo.

 

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Tempi di deficit, anche nel clima

Qualche giorno fa, girovagando come al solito per il web, sono ‘atterrato’ sul blog di Judith Curry, dove ho trovato un post curioso e credo anche interessante, che fornisce delle informazioni insolite, del tipo che ti fa pensare “ma perché non ci hanno pensato prima?”

 

Ve le riassumo, forse potrà essere utile condividerle con i lettori di CM.

 

Come abbiamo letto, scritto e discusso tante volte, l’aumento della concentrazione di gas serra in atmosfera, si traduce nei modelli di simulazione climatica in un surplus di energia, cioè la Terra disperde nello spazio meno energia di quanta ne riceve dal Sole. Questo surplus, naturalmente, si è all’origine dell’aumento delle temperature medie superficiali globali. Dal momento che il sistema evolve in continuazione per ristabilire l’equilibrio, in ragione di questo aumento deve aumentare anche la quantità di energia dispersa verso lo spazio. Però, se lo sbilanciamento persiste e le temperature non aumentano, si pone il problema del cosiddetto ‘calore scomparso’, problema che ha portato il dibattito sul clima ad interrogarsi sul luogo dove questo sarebbe dovuto finire. Il candidato numero uno, forse per la semplice ragione che non c’è ancora la possibilità di andare a controllare e nonostante le poche osservazioni disponibili non confermino questa eventualità, è l’oceano profondo. I modelli di simulazione climatica, più nello specifico il modello della NASA, prevedono un aumento progressivo del surplus di energia, specie se accoppiato con lo scenario A1B dell’IPCC, quello più peggiorativo in termini di emissioni antropiche.

 

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Suv e temporali, il mondo è più caldo.

la prossima volta che un temporale estivo vi rovina la giornata di ferie, non prendetevela con Giove Pluvio, ma piuttosto con la vostra auto. E dopo il temporale, se invece di una serata più fresca l’afa vi accoppa, sarà proprio il caso di buttare via le chiavi del Suv e tornare a casa in bibicletta.

Queste, a spanne, le riflessioni di una domenica pomeriggio di maggio moderatamente afosa causa scirocco, con il Suv spento e senza ombra di temporali in giro. Riflessioni suscitate dalla lettura di un nuovo paper uscito sul GRL:

Potential aerosol indirect effects on atmospheric circulation and radiative forcing through deep convection – Fan et al., 2012.

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Il sistema climatico in un unico diagramma

Mi è venuto in mente di scrivere un pezzo per CM dedicato al diagramma della radiazione entrante e uscente in funzione della latitudine poiché tempo fa, in occasione di una conferenza, ebbi l’occasione di commentarlo ed un amico fisico mi fece osservare che era un grafico bellissimo perché riassumeva in modo estremamente compatto tutti gli elementi chiave del sistema climatico.

Già, per gente come me che vive affogata nei diagrammi non capita spesso di riflettere sulla “bellezza” di uno di questi per cui le parole dell’amico fisico mi hanno fra l’altro spinto a meditare sul significato del lavoro che facciamo, poiché produrre un grafico o una carta belli e cioè in grado di appagare al contempo la nostra curiosità scientifica e il nostro senso estetico è un obiettivo costante, almeno per quel che mi riguarda.

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I conti tornano, basta farli in casa

Alcuni giorni fa abbiamo parlato di uno studio di recente pubblicazione in cui sono state riviste le misurazioni dellla radiazione totale uscente dal top dell’atmosfera (TOA) e i dati provenienti dalla rete osservativa oceanica ARGO, stabilendo che l’incertezza delle misure di fatto autorizza a credere che il mare abbia stabilmente continuato ad immagazzinare quella quantità di calore che necessariamente deve essere nel sistema in base all’alterazione del bilancio radiativo causata dal forcing antropico.

Climate change e oceani, niente ‘calore scomparso’ o niente calore?CM 30 gennaio 2012

L’assorbimento consisterebbe in 0,50 ± 0,43Wm2. Nonostante l’incertezza sia pari quasi alla misura, aspetto questo che dovrebbe di per se invalidare le conclusioni, questa quantità di calore riporterebbe la situazione in pareggio, giustificando l’assenza di riscaldamento misurato negli ultimi 10/15 anni nonostante la forzante antropica non abbia perso un colpo.

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