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La parete scricchiola

In una delle scene più esilaranti della saga dell’Era Glaciale, il paleo-scoiattolo Scrat tenta disperatamente di tappare i buchi che vanno formandosi in una immensa parete di ghiaccio che contiene quella che poi sarà inevitabilmente l’inondazione del disgelo.

E’ una metafora interessante, e si attaglia perfettamente a quanto sta accadendo da un po’ di tempo a questa parte al monolite dell’AGW.

E’ uscito su Nature Geoscience un articolo a firma (Joyce E. Penner et al.) che affronta il tema del contributo al riscaldamento di alcune sostanze inquinanti diverse dalla CO2 (che NON è un inquinante) con a fattor comune tanto il fatto di essere comunque di origini antropiche, quanto di avere dei tempi di permanenza in atmosfera decisamente molto brevi, quindi anche capaci di produrre un forcing estremamente mutevole.

Quanto trattato in questo articolo non è affatto una rivoluzione copernicana, come ad esempio si vorrebbe far credere nel commento uscito su “The resilient Earth”, dove si commettono (e poi rivedono) degli errori abbastanza grossolani nell’interpretazione dei numeri.

E’ però un fatto che nello studio si identifichi il contributo del forcing antropogenico di natura atmosferica e diverso dalla CO2 in un consistente CO2 equivalente 65%, che ridurrebbe del 39% il forcing attribuito alla CO2 stessa. Tutto questo, inoltre, senza tenere in conto –ma non è una novità- di eventuali fattori naturali che comunque devono avere avuto un ruolo importante, mitigando o amplificando il riscaldamento a seconda dei casi.

Più che nei numeri comunque, la rilevanza di questo articolo risiede nelle considerazioni a carattere generale. E’ importante anche il fatto che oltre ad aver ovviamente passato il processo di referaggio, non è certo stato scritto da una banda di scettici impenitenti, dato che nell’incipt si assume comunque che il clima della Terra possa essere stabilizzato (a sapere cosa voglia dire poi…) riducendo le emissioni di anidride carbonica.

Leggiamo:

It is at present impossible to accurately determine climate sensitivity (defined as the equilibrium warming in response to a doubling of atmospheric carbon dioxide concentrations) from past records, partly because carbon dioxide and short-lived species have increased together over the industrial era. Warming over the past 100 years is consistent with high climate sensitivity to atmospheric carbon dioxide combined with a large cooling effect from short-lived aerosol pollutants, but it could equally be attributed to a low climate sensitivity coupled with a small effect from aerosols. These two possibilities lead to very different projections for future climate change.

E’ attualmente impossibile determinare accuratamente la sensibilità climatica (definite come riscaldamento in risposta ad un raddoppio della concentrazione di anidride carbonica) dai dati relative al passato, in parte perché la CO2 e le specie di più breve persistenza sono aumentate contemporaneamente nel corso dell’era industriale. Il riscaldamento occorso negli ultimi cento anni è consistente con una elevata sensibilità climatica combinata con un importante effetto mitigante da inquinanti di breve persistenza, ma potrebbe parimenti essere attribuito ad una bassa sensibilità climatica accoppiata con un effetto mitigante di minore entità dagli aerosol. Queste due possibilità conducono a proiezioni molto differenti per il clima del futuro.

Quale l’insegnamento dunque, oltre l’ovvia necessità di approfondire l’argomento onde arrivare finalmente alla definizione di una sensibilità climatica che riproduca fedelmente il comportamento del sistema?

Piuttosto scontato: se questi conti sono esatti, tutte le proiezioni dei GCM, interamente orientati a considerare dominante l’unico forcing della CO2 in un sistema altamente sensibile a queste perturbazioni, devono necessariamente essere riviste.

Il problema però, è che solo una policy di continua e drastica riduzione di questi inquinanti può far emergere nettamente il segnale della CO2 o di qualunque altro fattore dovesse essere significativo per il comportamento del sistema. Questo significa che presto vedremo delle serie iniziative globali di abbattimento dell’inquinamento propriamente detto e si spegnerà qualche riflettore sulla CO2 e mercati finanziari affini? Magari!

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Published inAttualità

6 Comments

  1. luigi mariani

    Riassumendo, la CO2 non è un inquinante (in quanto è un gas inerte ed inoltre è il mattone della vita sul nostro pianeta).

    Se poi qualcuno (nè i due Guidi e nemmeno Fabio) volesse creare la categoria degli “inquinanti in quanto gas serra”, il primo da mettere della lista come inquinante sarebbe l’acqua, che ha un’immagine pubblica assai migliore di CO2 pur essendo un gas serra terribile (è responsabile di quasi l’80% dell’effetto serra planetario terrestre).

    Invece quella che si è creata grazie alla teoria AGW è la categoria “inquinante in quanto CO2) il che è gravissimo sul piano morale, trattandosi di menzogna.

  2. non ho ben capito il senso del messaggio ne se era solo una precisazione di quello da me scritto o per andarmi contro.
    io spero la prima perchè la 2° sarebbe sintomo che si è faziosi anche quando si leggono i messaggi degli altri e si trovano significati che non ci sono.
    sono un chimico e ho semplicemente constatato come questo articolo sia uno dei pochi che sottolinea il fatto che la CO2 non è inquinante.

    • Guido Botteri

      Caro Fabio,
      mi scuso se il mio post non è chiaro, evidentemente, e allora cercherò di essere più chiaro.
      Dai miei precedenti interventi dovrebbe risultarti chiaro, spero, e se no lo affermo in quest’occasione per evitare fraintesi, che io NON CREDO che la CO2 faccia male, ed anzi ho più volte dichiarato, andando oltre la posizione di molti scettici, che non solo non ritengo l’attuale percentuale di CO2 un danno, ma addirittura penso che un suo raddoppiamento non porterebbe che maggiore benessere.
      Penso che siamo ancora molto lontani da possibili concentrazioni dannose, e che ci sia spazio ancora per aumenti assolutamente positivi per le piante, che di essa si nutrono, e per chi, come l’uomo, di quelle piante si nutre.
      Naturalmente questa è una mia idea personale.
      Capirai dunque che il mio intervento intendeva sostenere quello che anche tu hai scritto, e non certo contrastarlo.
      Ritengo inoltre che ci sia un equivoco, non so quanto voluto, che andrebbe chiarito sulla parola “inquinamento”.
      La gente comune associa a tale parola l’idea di tossicità, di veleni.
      La CO2 invece, anche se si lascia che la gente cada in questo equivoco (e mi domando se questo sia voluto) non è chiamata “inquinante” per la sua eventuale “tossicità” (dalla quale è ben lontana, nella concentrazione attuale, e alla quale non arriverebbe nemmeno bruciando tutte le risorse attualmente conosciute di gas, petrolio e carbone), ma lo è in base al suo presunto (e non dimostrato !) effetto sulle temperature.
      Non si tratterebbe quindi di “inquinamento tossico”, ma di “inquinamento termico”.
      Solo che la gente pensa alla tossicità, vedono gli scarichi delle auto, che sono tossici, e ne concludono che bisogna diminuire la CO2, che invece NON c’entra niente.
      Ecco perché ho scritto che confondono il monossido di carbonio, CO, coll’anidride carbonica, CO2.
      Tu, come chimico, sai meglio di me come quello, il monossido, sia pericoloso per l’uomo, e come invece l’anidride sia innocente.
      Se riusciremo a far capire alla gente come stanno le cose, e di quale “inquinamento” stiamo parlando, riusciremo a strappare molti consensi attualmente ottenuti da loro sulla base di un equivoco.
      Goklany ha mostrato che la mortalità mensile è maggiore nei mesi freddi, che nei mesi caldi.
      Ha ucciso molte più persone il freddo, e le glaciazioni, che non il caldo.
      Quindi chiamare “inquinamento termico” l’aumento di temperatura è cosa arbitraria. Perché poi non chiamare così la sua diminuzione, che è cosa molto più temibile ?
      Ma perché poi usare la parola “inquinamento” per descrivere un “eventuale pericolo termico” ?
      Perché la gente l’associ alla tossicità, che non c’entra niente ?
      Ma di cosa stiamo parlando ?
      da:
      http://it.wikipedia.org/wiki/File:Instrumental_Temperature_Record.png
      stiamo parlando di un incremento di meno di un grado in 130 anni, che avrebbe già causato tutti questi danni:
      http://www.numberwatch.co.uk/warmlist.htm
      Bene, io credo che un’attenta analisi di quegli studi potrebbe tirar fuori un gran numero di arbitrarietà, se non vere e proprie magagne.
      Forse non vediamo gli effetti delle variazioni di temperatura in una stessa giornata, a volte di molti gradi, e tra inverno ed estate, e tra Lapponia ed Egitto ?, ed in Egitto la vita non è legata alla temperatura, ma alla disponibilità di acqua. Son tutte variabilità molto più forti. E che dire delle variabilità nel pleistocene ioniano, quando la temperatura più e più volte è andata su e giù di una dozzina di gradi, assai ripidamente ? eccone il grafico:
      http://www.foresight.org/nanodot/wp-content/uploads/2009/12/histo1.png
      Da dove uscirebbe dunque questa eccezionale vulnerabilità a meno di un grado in 130 anni ?
      Io credo che non ce la contino giusta.
      Credo che dunque l’uso della parola “inquinamento” (termico) non sia giustificata e sia fuorviante, mentre l’idea che la CO2 sia un inquinante tossico è assolutamente destituita di verità (alle concentrazioni attuali e anche a raddoppiamenti, triplicamenti, quadruplicamenti delle percentuali attuali…).
      Vorrei dunque appellarmi all’onestà intellettuale dei sostenitori dell’AGW per poter chiarire che NON ci sono dubbi che la CO2 NON sia un inquinante tossico.
      Su questo non credo che ci possano essere dubbi.
      Vorrei anche contestare l’uso del termine “inquinamento termico”, per i fraintesi a cui porta la parola “inquinamento”.
      Si potrebbe parlare di (eventuale, ma tutto da dimostrare) “pericolo termico” e NON “inquinamento”.
      Secondo me.

  3. fate bene a sottolineare che la CO2 non è un inquinante.
    purtroppo spesso si specula su queste parole e la gente ovviamente non avendo studiato Chimica non sa di quello che si sta parlando.

    • Guido Botteri

      La definizione di “inquinante” ha due valenze.
      Una è quello che capisce la gente comune, associandola all’idea di velenoso.
      Altra è una definizione di “inquinante” che prevede che sia vera l’iptesi dell’AGW, e solo in quel caso un aumento di CO2 porterebbe all’instabilità del pianeta, e quindi sarebbe un “inquinamento”, ma a livello “termico”, e NON di veleno, del pianeta.
      Tutto questo a patto che sia vero quello che ci raccontano sull’AGW.
      Ma se questo non fosse vero, come credono sempre più persone, quella definizione di “inquinante” non avrebbe assolutamente alcun fondamento scientifico.

      La prima accezione del termine, quella che forse più persone non specialiste di questi argomenti, prendono per vera, e cioè che la CO2 sia direttamente qualcosa di velenoso è assolutamente falsa. Al contrario, la vita stessa non sarebbe possibile senza di essa, e senza (bisogna aggiungere) acqua e sole, perché insieme questi elementi consentono la sintesi clorofilliana, e quindi l’esistenza stessa delle piante, e di tutto ciò che di esse, direttamente o indirettamente si nutre.

      Spesso viene confusa con il monossido di carbonio, che invece è veramente velenoso, come leggiamo da:
      [ Il monossido di carbonio è tossico perché legandosi saldamente agli atomi di ferro nell’emoglobina del sangue forma un complesso molto più stabile di quello formato dall’ossigeno. La formazione di questo complesso fa sì che l’emoglobina sia stabilizzata nella forma di carbossiemoglobina (COHb) che, per le sue proprietà allosteriche, rilascia più difficilmente ossigeno ai tessuti. Questo porta ad uno stato di incoscienza e quindi alla morte. Anche in bassa concentrazione il monossido di carbonio può ridurre la concentrazione di ossigeno nel cervello al punto che la vittima diventi incosciente e, in casi gravi, muoia di asfissia. ]

      Così, la gente comune, confondendo monossido con anidride, si immagina che essa, definita “inquinante” per ipotetici danni “termici” tutti da dimostrare, sia invece un inquinante velenoso del tipo del monossido (quello, per intenderci, che viene fuori dai tubi di scarico delle auto).

      Sarebbe bene che fosse fatta chiarezza almeno su questo punto, e sarebbe intellettualmente onesto da parte di chi sostiene l’ipotesi dell’AGW riconoscere la validità di quanto sto dicendo, e che non tocca i veri punti in discussione, ma toglie di mezzo solo un equivoco (intellettualmente disonesto) che speriamo, crediamo e ci auguriamo non sia mantenuto ad arte.

      Perciò mi auguro che qualcuno di loro intervenga su questo punto.

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