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Cinque minuti del loro tempo

L’occasione è più unica che rara, i guru della monetizzazzione del clima dovrebbero essere tutti insieme a Can’tCun, pronti a diffondere l’ennesimo ultimatum. Nicholas Stern, che soltanto pochi giorni fa minacciava di embargo gli Stati Uniti qualora non si decidessero una buona volta ad avviare un serio programma di decarbonizzazione della loro economia. Ottmar Edenhofer, economista e co-chair del Working Group III dell’IPCC, convinto che clima e ambiente abbiano ormai poco a che fare con questi negoziati, in quanto in realtà si tratta di redistribuire la ricchezza del mondo. Kevin Anderson, direttore del Tyndal Center for Climate Change Research, che propone di fermare lo sviluppo dei paesi ricchi e imporre delle politiche di razionamento dei beni e dei servizi (qui su CM). L’ex-un-certo-numero-di-cose Al Gore, che con le politiche di protezione ambientale e gli allarmi sul clima ha efficacemente protetto e largamente pasciuto il suo portafogli (qui, sempre su CM).

Se tutti questi, che a colpi di terabyte hanno prodotto intere foreste di carta stampata per calcolare l’impatto del riscaldamento globale di origine antropica sul pil del mondo e delle singole nazioni, tra una sessione e l’altra del vertice potessero dedicarsi a far due conti su quello che ci sta costando questa precoce ondata di freddo in Europa, sarebbe utile, molto utile.

Trasporti bloccati, danni alle infrastrutture, ripercussioni sulla salute dei cittadini, calo della produttività industriale etc etc. E non basta, per dirla con Saviano in “Gomorra” che ha scritto tra l’ironia e la disperazione che in Campania l’asfalto è idrosolubile, ora abbiamo scoperto che è così anche nel resto del paese. Anzi, l’idrosolubilità va estesa anche a tutto il resto, colline, argini dei fiumi e, perché no, anche alle rovine di Pompei. Perché piove e fa freddo mannaggia, malgrado sia novembre e malgrado gli inverni dovessero essere sempre più miti e la neve dovesse essere soltanto un ricordo.

Come? Ah, già, l’Europa non è il mondo. Vero, ma ne è una discreta porzione, soprattutto in termini di pil, che tra le altre cose comprende anche una discreta porzione di quello che si produce altrove, giusto perché proprio Kevin Anderson ha individuato nella globalizzazione del mercato uno dei mali del mondo.

Come? Si tratta di tempo e non di clima? Non direi, cari amici del famoso “Dipartimento il tempo non è il clima se fa freddo ma lo è se fa caldo“. Sono tre anni che va così, e mentre quest’anno siamo appena all’inizio della stagione fredda, l’anno scorso e quello prima ancora se la sono passata scura (cioè fredda) anche il nord America e l’Asia.

Fate un po’ voi, per me tre anni fanno clima, tant’è vero che persino i guru del disastro climatico, comunque non paghi di insuccessi, hanno capito che per far presa sui policy makers -leggi quelli che aprono i cordoni della borsa- servono prognosi di breve periodo a scala regionale e non vaticini centenari di dimensioni globali, e in questo senso stanno ridisegnando l’architettura del prossimo report IPCC.

Come? L’esca è troppo piccola per attirare l’attenzione di chi è abituato a ragionare in termini di miliardi? In fondo cosa sarà mai un po’ di neve novembrina e qualche record di freddo nel vecchio continente!

Giusto, allora so cosa ci vuole. Leggete qui, il rapporto del GSE sul rendimento dell’idroelettrico in Italia, mai così performante dal 1977, cioè da poco prima che si aprisse la parentesi del global warming antropico e esattamente quando, guarda un po’, il clima del Pianeta sembrava aver virato al freddo e qualcuno agitava (a sproposito) anche lo spauracchio dell’imminente glaciazione.

Capisco di non capire un accidente di di economia, di produttività e di dinamiche associate, ma forse se qualcuno facesse due più due (non servono terabyte di potenza di calcolo, basta guardare dalla finestra e va bene anche il Pirellone), ci risparmieremmo l’estenuante inseguimento della chimera dell’AGW e potremmo dedicare un po’ di impegno e di risorse a proteggerci e prepararci per i capricci del tempo, che a furia di persistere diventa clima e che, notoriamente, fa più danni quando è freddo di quando è caldo.

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Published inAttualitàCancunNews

7 Comments

  1. Fabio

    Si, ricordo(purtroppo), fine anni 60, qualche edizione della Domenica del Corriere con Roma invasa dalla sabbia a far data 2010/2020.
    E infatti dalla Stampa leggo:
    http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/378658/

    “dove ora c’è la neve, prevede il meteorologo Luca Mercalli, direttore della rivista Nimbus. Il clima di questo inizio inverno è per Mercalli «un esempio di come potrebbe essere in futuro il processo di ‘appenninizzazionè delle Alpi, prevedibile per la metà di questo secolo, dove le temperature saranno più elevate e questo inciderà sulla durata e sulla qualità del manto nevoso, molto più intermittenti, così come accade ora sull’Appennino»”

    p.s. magari qualcuno trova la copertina e la posta

    Reply
    Appennizzazzione delle Alpi.
    Qualcuno sa dove si rifornisce?
    gg

  2. Mi sembra ragionevolmente in topic questa email che ho appena ricevuto:

    ****
    Gentile Cliente,

    Ti contattiamo in merito al tuo recente ordine XXX-XXXXXXX-XXXXXXX.

    Volevamo avvisarti che, a causa delle avverse condizioni meteo di questi giorni, il tuo ordine potrebbe arrivare con uno o due giorni lavorativi di ritardo rispetto alla data di consegna prevista.

    Ci scusiamo per l’inconveniente.

    Grazie per la comprensione.

    A presto su Amazon.it.
    ****

    Amazon.it ha aperto il sito italiano, ma i libri arrivano ancora tutti dall’UK (o dalla Germania, ma nel mio caso credo l’UK). Amazon ovviamente si serve di un gran numero di corrieri e fa dei tempi di consegna un punto di qualità del servizio. Non so a voi, ma a me fa un po’ di impressione che un pacco con due libri arrivi dall’UK in ritardo per via del meteo (*). A me non fa nessun danno, ma in generale una spedizione in ritardo potrebbe generarne. Così, visto che si parlava di “breve periodo a scala regionale”…

    (*) Oh, magari è una balla per coprire problemi interni, ma mi sembra improbabile.

  3. Alessio

    Guido, l’Europa è grande chè ci si vive noi, o proprio grande in generale?
    SI lo so sono dell’odioso dipartimento (mi pareva lo fossi anche tu quest’estate tuttavia…occhio che sono già due consecutive, senza contare le precedenti non consecutive. Potrebbe diventare clima).

    http://www.ncdc.noaa.gov/sotc/service/global/map-land-sfc-mntp/201010.gif Ammettiamo per un attimo che i dati non siano truccati o affetti da malposizionamenti vari……li l’Europa pare piccina.
    Anche se io sono sotto una nevicata da 7 giorni di fila, sento che a Catania ci sono 26 gradi.

    Reply
    Alessio, ti prego, non dirmi che non hai capito cosa intendo. A me sembra che tu abbia grano salis, usalo per favore e dimmi se quanto sta accadendo in termini di dinamiche atmosferiche si sposa con la teoria AGW. Poi, anche se pensi di sì, dimmi che cavolo ci facciamo con le prognosi centenarie mentre gli aeroporti sono fermi e quindici giorni fa nessuno lo aveva previsto (non proprio nessuno, ma lasciamo perdere), specialmente non quelli che con gli stessi terabyte producono proprio i vaticini secolari. Lo sai che il Met Office ha smesso di pubblicare previsioni stagionali? E sai perché? Perché non solo non cavavano un ragno dal buco, ma a furia di bias nei dataset, facevano anche delle figure bestiali. E perché dovrei aver fiducia nella loro capacità di fare scenari ancora più lunghi (Met office = Hadley = CRU)?
    PS: io sono nel Dip. Il tempo non è il clima, non nel Dip. Il tempo non è il clima se fa freddo ma lo è se fa caldo. Sono due uffici diversi, per quello che dici tu devi suonare altri campanelli.
    gg

  4. marco g.

    Guidi, leggo con grande piacere i suoi interventi sempre interessani,e difficilmente non condivido quello che Lei scrive,ma questa volta mi sento di sottoscivere anche i punti e le virgole.
    Complimenti.

    Reply
    Marco, grazie.
    gg

  5. DAVIDE BERTOZZI

    …andando avanti di questo passo,i fantozziani sostenitori dell’AGW
    faranno nevicare anche a Cancun!

  6. giovanni pascoli

    Non posso che concordare con quanto scritto nel post e esprimere un certo “sollievo” nel vedere scritti pensieri e colcusioni a cui ero arrivato autonomamente analizzando criticamente il”sistema AGW” inteso come insieme scientifico e politico. Ci si sente meno soli e ci si accorge che le proprie sintesi critiche non sono proprio congetture campate in aria. In particolare trovo ineccepibile ed emblematica la frase “il tempo non è il clima se fa freddo ma lo è se fa caldo”. Aggiungerei anche che l’AGW provoca inondazioni ma anche siccità.
    Pongo a questo punto una domanda: possibile che alla luce di tutte le evidenze non sia possibile trovare (in Italia) un organo di informazione cartaceo o anche web (televisivo sarebbe troppo), un, dico un solo giornalista che si assuma la responsabilità di informare criticamente e oggettivamente le persone? che affronti in maniera chiara e semplice, accessibile ad un largo pubblico le varie tematiche dell (A)GW?. Possibile che debba avvenire tutto per esclusiva forza di volontà di qualcuno che per dovere di informazione e evidnetemente per questioni “etiche” decide di mettere su un blog e di dedicarci tempo volontario salvo poi essere tacciato di faziosità, inesperienza (tu non sei uno scienziato!) e amatorialità?
    Mi sembra che ci sia una specie di reticenza quasi religiosa e superstiziosa per cui parlare male o contro corrente su questo argomento porti ad essere tacciati di miscredenza, bestemmia, “terrorismo”. E questo avviene non solo in Italia che sicuramente costituice un’eccezione rispetto ad altri paesi civili ma anche in gran parte d’Europa e nel mondo, anche se in realtà in Francia USA Canada e Australia nè possibile trovare siti “ufficiali” no AGW, scientificamente ineccepibili e supportati da scienziati con tutte le carte in regola per mostrarsi come tali. Possibile che questo argomento sia cosi mistificato da risultare Tabù ogni sua visione critica?

  7. Guido Botteri

    Lord Nicholas Stern di Brentford, citato nell’articolo, è lo stesso che venne in RAI (naturalmente senza par condicio) a sentenziare che l’Italia si stava desertificando. Da allora ho beccato tanta di quella pioggia…ma “il rapporto del GSE sul rendimento dell’idroelettrico in Italia, mai così performante dal 1977”, e quindi non è solo la mia nuvola fantozziana, ma è propria l’ennesima previsione sbagliata catastrofista, sempre accolta come verità indiscutibile, e che si rivela la solita….e qui mi censuro, lasciandovi al vostro buon cuore e al vostro spirito mordace.

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