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E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo

E’ notizia di questi giorni, ed è stata diffusa da Nature, la rivista scientifica più accreditata. L’IPCC si doterà di un manager del suo programma di relazione e comuicazione con i media.

Ci sono molti elementi di novità in questa faccenda in effetti. In primo luogo non mi è chiaro perché l’IPCC debba avere un programma del genere. Credevo che a parlare fossero i fatti, ovvero quanto scritto nei report e nei relativi sommari, almeno così ci hanno sempre detto. Certo che nel momento in cui capita di trovare qualche erroraccio come quello ormai famoso riguardante le stime di scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya, più che su come vengono gestite le cose dal punto di vista della comunicazione ci si dovrebbe interrogare su come si sia potuto commettere l’errore.

Però leggiamo dall’articolo di Nature che in quel caso, come in molti altri, la faccenda era già nota negli ambienti scientifici e si sarebbe dovuto impedire che i media ne facessero uno sccop. Giusto, bastava dirlo, invece di bollare come praticanti di “Voodoo Science” quei pochi che facevano notare il problema, come ha fatto invece il più comunicativo di tutti, il Presidente del Panel.

Comunque, scorrendo l’articolo di Nature si comprendono le ragioni della scelta e paradossalmente, ci si arriva proprio leggendo qualcosa che credo un buon manager della comunicazione impedirebbe a tutti i costi di far trapelare verso la stampa, ovvero le opinioni di Michael Mann, lo scinziato dell’affare Hockey Stick, altra nota dolente della “solidissima” scienza del clima. Queste le sue parole:

[…] But the clearer we can be in communicating scientific knowledge, the harder it will be for professional climate-change deniers to manufacture false doubt, confusion and controversy […]

[…] Ma più chiari saremo nel comunicare la conoscenza scientifica, più difficile sarà per i negazionisti del cambiamento climatico di professione fabbricare falsi dubbi, confusione e controversie […]

Decisamente comunicativo il nostro “fabbricatore” di grafici della temperatura. In un colpo solo ha insultato tutti quelli che non la pensano come lui, li ha accusati di fabbricare i dati (mi risulta sia un’accusa dalla quale ha dovuto difendersi proprio lui) e ha per l’ennesima volta mentito circa il fatto che sull’attuale livello di comprensione scientifica non ci siano seri dubbi e altrettanto serie controversie.

Sì, sarà decisamente un lavoraccio, ma se il manager del programma di comunicazione dell’IPCC riuscirà a limitare queste esternazioni ad “elevato” contenuto scientifico sarà comunque un successo. Qui trovate lo spazio web dove sottomettere le candidature, in tempi di crisi come questi forse vale la pena provare.

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2 Comments

  1. Fabio Spina

    Gli errori erano nel report non nella comunicazione, comunque un ufficio propaganda è quello che gli serve perché i vari Al Gore a cui si erano affidati ormai sono per nulla credibili.
    Come diceva il Principe salina nel Gattopardo:”bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla”, in questo aggiornerei con caso”bisogna far apparire che cambi tutto per non cambiare nulla”. Chissà se Al Gore avrà anche detto:“Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra.” Buon anno.

  2. Guido Botteri

    Che dici, Guido, faccio domanda ?
    Sono sicuro che Michael Mann, nella sua esemplare onestà, nonostante le mie molte critiche alla sua persona, mi raccomanderebbe… 🙂

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