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Ormai sappiamo tutto no? – Aggiornamento

Dal blog di James Delingpole, un interessante guest post firmato da uno dei suoi più assidui commentatori che si firma “memory vault”. Sono parole che arrivano dall’Australia che ci raccontano la tragica attualità e al tempo stesso ci portano indietro di trent’anni. Gli anni ’70 vi ricordano qualcosa?

Sono seduto qui nella mia casa nel sud-est del Queensland in Australia (SE QLD), guardando arrivare da tutte le parti notizie dell’alluvione. Interi sobborghi intorno a Brisbane e diversi centri minori o sono isolati da inondazioni o sono stati evacuati. Autostrade vengono interrotte ovunque.

La gente sta morendo. Fino ad adesso circa 20 persone sono morte la scorsa settimana – nove solo questa mattina quando un’onda di piena ha attraversato la Lockyer Valley. La maggior parte di loro, bambini. Altri 70 sono dispersi. Si potrebbe dire, si tratta “solo” di un fenomeno meteorologico.

Solo che ESATTAMENTE le stesse inondazioni si sono verificate ESATTAMENTE negli stessi luoghi nel 1974, con più o meno lo stesso tragico ammontare di morti e distruzione. All’epoca non eravamo cosi’ intelligenti e “imparati” come voi pensate di essere oggi. All’epoca credevamo nell’idea stupida che il clima fosse ciclico, e che se non ci fossimo preparati alle sue conseguenze, avremmo visto una ripetizione delle stesse tragedie in “una trentina di anni”. Questo era il pensiero degli scienziati di allora – che il clima procedesse in cicli di circa trenta anni. Furono iniziati allora programmi di mitigazione delle alluvioni, che includevano una serie di argini e dighe scolmatrici. La capitale Brisbane e tutto il SE QLD non avrebbero MAI piu’ sofferto una tale devastazione.

Dopo tutto, abbiamo avuto 30 anni per progettare, costruire e migliorare. Ed è quello che abbiamo fatto – o almeno abbiamo cominciato. La diga Wivenhoe e’ stata costruita come primo passo, ma per quando è stata terminata avevano preso il sopravvento persone intelligenti come voi, che “sapevano” che queste cose non sarebbero mai accadute di nuovo. La follia del riscaldamento globale antropogenico da emissioni di CO2 aveva già preso piede.

E cosi’ abbiamo avuto menti “postmoderne” come Tim Flannery “consigliare” il Governo che, a causa del riscaldamento globale antropogenico, il SE QLD avrebbe sofferto perennemente da allora in poi la siccità. “Dimenticate le dighe e i programmi di mitigazione delle alluvioni”, intonò il saggio dottor Tim – “costruite invece impianti di desalinizzazione”. Ed e’ quanto il nostro Governo ha fatto. Ed è per questo che 35 anni dopo, siamo ancora una volta a soffrire esattamente lo stesso tragico ammontare di morti e distruzione, quasi esattamente dove, quando e come, avevano predetto quegli scienziati stupidi che stupidamente credevano che il clima fosse ciclico.

Nel frattempo il nostro impianto di desalinizzazione da un miliardo di dollari viene tacitamente messo in naftalina, e squadre di emergenza stanno freneticamente cercando di capire come poter essere in grado di salvare dalla distruzione 19mila case in un paio di giorni, quando l’alluvione Lockyer colpira’ Brisbane. Il saggio Dr Tim Flannery è stato premiato come ‘Australiano dell’Anno” per il suo contributo.

Ho cercato su Google eventi climatici estremi e catastrofi legate al clima del periodo 1972-1979 – il periodo della ultima transizione nel ciclo naturale del meteo, e ho trovato che non era un buon periodo in molti luoghi del mondo. Record e quasi-record di alte e basse temperature, record e quasi-record di precipitazioni, e così via. Inondazioni e siccità che imitano abbastanza bene ciò che sta accadendo ora, e praticamente negli stessi luoghi. Ho anche notato che gli indicatori marini e atmosferici usati nella “stupida” teoria della natura ciclica del clima, erano più o meno esattamente come sono ora.

Devo ammettere che tutto questo potrebbe diventare un po’ deprimente. Ma poi mi ricordo che il mondo è nelle mani capaci di persone molto più intelligenti di quegli stupidi scienziati negli anni Settanta che credevano che il clima fosse ciclico. Ora le decisioni vengono prese da persone intelligenti come il Dr Tim Flannery. E voi.

E a questo punto piango per il mio Prossimo.

Aggiornamento

La discussione su questo post si è concentrata principalmente sulla possibile ciclicità di questi eventi estremi. Teoricamente, anche individuando con esattezza dei tempi di ritorno statisticamente robusti, qualora questi poi dovessero cambiare ovvero diventare più brevi, il problema persisterebbe.

Questa è una delle discussioni chiave dell’ipotesi AGW, l’aumento della frequenza degli eventi estremi. Sicché era solo questione di tempo -e bisogna ammettere che ce ne hanno messo davvero poco- perché qualcuno azzardasse il collegamento tra l’eccezionalità delle inondazioni nel Queensland e nel Nuovo Galles del Sud e i cambiamenti climatici, ovviamente di origine antropica.

La chiave sarebbe nelle temperature di superficie della porzione di oceano prospiciente le coste orientali dell’Australia, che sono aumentate in modo consistente per effetto del persistere della Nina nei mesi scorsi. Però, Kevin Trenberth, quello che all’epoca del climategate si stracciava le vesti perché a suo dire nel computo dell’energia totale del sistema ci siamo persi qualcosa che prima o poi tornerà a farcela pagare, attribuisce in questo articolo ben mezzo grado centigrado della variazione di temperatura che le SST del Pacifico occidentale hanno sperimentato alla mano dell’uomo. Pura speculazione, anche decisamente fuori luogo, considerata la gravità di quel che sta accadendo. Così magari anche questa volta qualcuno penserà che per evitare che accada di nuovo, si debba intensificare la lotta alle emissioni invece di costruire infrastrutture efficaci e migliorare la capacità di previsione degli eventi atmosferici. Infatti, se avessimo veramente capito quale sia il peso delle dinamiche naturali e quello della forzante antropica in queste oscillazioni, avremmo risolto tutti i nostri problemi, e ci saremmo definitivamente liberati dell’ipotesi AGW.

Questa volta però c’è chi è stato più svelto di lui, infatti Roger Pielke Jr. ha pubblicato il grafico delle inondazioni in Australia negli ultimi 150 anni, e con la CO2 a 280 ppmv gli eventi oltre che più intensi erano anche più frequenti.

Provaci ancora Sam!

gg

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NB: a questo link il documento del Bureau of Meteorology con una esauriente spiegazione degli eventi.

Qui, invece, il Tafano Climatico.

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Published inAttualitàNews

24 Comments

  1. Giuseppe Tito

    Tg di prima serata: “Brisbane è una città fantasma… la peggiore alluvione da più di 50 anni!” e per finire il servizio, il classico frutto candito, anzi “condito”… di castronerie: “Le previsioni indicano l’arrivo di un ciclone dallo Sri Lanka!!!”.
    Ma prima di mandare i servizi li fanno sentire a qualcuno laureato in una qualsiasi materia scientifica o che è stato almeno in vacanza alle Maldive!?
    Ma… ormai sappiamo tutto, no?

  2. guarda qui il,realismo contro il catastrofismo
    papà

    • Maurizio

      Se dovessi azzardare un’analisi del grafico, potrei dire che in concomitanza con l’uscita dalla PEG i fenomeni più estremi si sono ridotti e diradati, in quel di Brisbane…
      Saluti.

  3. Luca Fava

    A proposito di approccio ingegneristico e approccio vorrei dire naturalistico io sono un geologo) ai fenomeni naturali vorrei, senza entrare in dettaglio, solo fare alcune considerazioni.
    Per tagliare con l’accetta la faccenda si potrebbe dire che l’approccio ingegneristico è troppo innamorato dei numeri. L’approccio naturalistico è, invece, un tentativo di comprendere i fenomeni senza cercare di costringerli nella gabbia dei numeri. Una gabbia troppo stretta per fenomeni così complessi come il clima o la storia geologica. E’ un approccio molto vicino al classico buon senso di una cultura che si va perdendo. Mio padre, che ha finito a malapena la seconda elementare perchè doveva lavorare nei campi, ha il tipico buonsenso della cultura contadina emiliana e dimostra di avere molta più comprensione dei fenomeni naturali di tanti pseudo-scienziati. Mio padre è uso ripetere che “quello che è stato può tornare”. Sembra un luogo comune simile al “non ci sono più le mezze stagioni”, ma rivela tanto buonsenso. Come geologo non posso che sposare appieno questa affermazione. Da geologo so che i fenomeni sono ciclici, che non significa che succedono ogni 10953 giorni con precisione svizzera, ma che ogni 30 si possono verificare delle condizioni per cui un fenomeno già avveuto ho una alta probabilità di ripetersi. L’atteggiamento del geologo (e del naturalista) ci dice quindi che dobbiamo prepararci e IMPARARE DALL’ESPERIENZA. Altro che i modelli….

    • giovanni pascoli

      Caro Luca sono un geologo anch’io e forzatamente concordo con te.

    • giovanni pascoli

      “forzatamente” , nel senso che vista l’identica formazione universitaria e probabilmente la simile deformazione professionale i nostri punti di vista non possono che essere molto simili o coincidenti…..

  4. Donato

    In un commento ad un post del dott. T. Georgiadis pubblicato ieri avevo considerato sintomo di scarso senso democratico la mancanza di rispetto per le opinioni altrui. Oggi abbiamo avuto un esempio lampante di quanto io sostenevo. Qualche commentatore ha tenuto a farci notare che “un tizio” (sic!) su un sito “la cui attendibilità io prenderei sempre con molta cautela” sostiene un fatto che “se è vero” non dimostra niente circa la ciclicità ma altre cose ecc. ecc.. Non voglio dar luogo a polemiche ma solo far notare che il racconto di un testimone oculare viene declassato a semplice pettegolezzo mediante l’utilizzo dei virgolettati da me riportati. Come sostenevo nel mio post di ieri l’interlocutore, solo per il fatto che sostiene una tesi che non va a genio a qualcuno, viene offeso e deriso. Peccato che una fonte non sospetta di collusione con il sito di Delingpole (il giornale radio di Radio 1 Rai delle ore 8,00 di stamattina e quelli successivi) ha riferito che a Brisbane e dintorni sono state accertate 20 vittime, di 90 persone non si hanno notizie, migliaia di case sono state distrutte da onde di piena alte 8 metri (testuale) e che il Primo Ministro australiano ha assicurato aiuti per la ricostruzione. I fatti riferiti dal “tizio” pertanto sono VERI. Per quel che riguarda la ciclicità e l’epoca degli eventi precedenti a quello attuale, basta consultare gli archivi per accertarne la veridicità senza instillare il tarlo del dubbio (come fatto in qualche post di commento a questo articolo).
    Mi scuso se ho usato qualche tono un po’ acceso ma, francamente, sono stufo di sentir parlare ad ogni pie’ sospinto di inaffidabilità ed incompetenza con riferimento a chi osa mettere in dubbio l’AGW e le sue “fatali” conseguenze.
    Per il resto condivido gli altri commenti, soprattutto quelli di Giovanni Pascoli, anche se non concordo pienamente con lui in merito all’applicabilità dei metodi della meccanica quantistica allo studio dei fenomeni naturali (forse a causa della mia formazione ingegneristica!). Questo, però, è un altro discorso.
    Ciao, Donato.

    • giovanni pascoli

      Caro DOnato apprezzo il fatto che capisca e concordi con le mie argomentazioni. In ogni caso non ho detto che i metodi della meccanica quantistica siano applicabili ( o debbano essere applicati) ai fenomeni naturali, ho semplicemente cercato dei termini di paragone per rendere più chiaro il mio pensiero.

    • Donato

      OK. Allora non ci sono problemi.
      Ciao, Donato.

    • Michele

      Donato, il “commentatore” sarei io? Se è così, temo che tu non abbia capito un accidente di quanto ho scritto.
      Non ho deriso alcunchè, nè potrei permettermelo, visto che non ho alcuna competenza in queste cose. Ho solo fatto notare che quanto scritto sul sito di Delingpole da uno sconosciuto (almeno per me) è importante non per un’eventuale teoria sulla ciclicità di certi eventi, ma perchè evidenzia come spesso i soldi vengano investiti in modi strani.
      In parole povere, se io fossi un alluvionato australiano, me la prenderei con chi non ha fatto le dighe o non ha preso le precauzioni necessarie per ridurre il più possibile il rischio di effetti catastrofici come quelli di questi giorni. Me la prenderei con loro, perchè, secondo quanto dice questo “memory vault” (di cui io continuo a non sapere nulla) si sono fatti ammaliare dalle chiacchiere di questo Tim Flannery.

      Intendo dire che, siccome è inutile pensare di poter evitare o condizionare l’evento, è sempre meglio occuparsi dell’assorbimento indolore dei suoi effetti.

      Il fatto che io non prenda per oro colato tutto quello che è scritto da Delingpole o da lui riportato ha a che fare con certe sue manie sulle teorie cospirazionistiche, che mi sembrano fantasie.

      Ora dimmi se non ti serve una camomilla.

    • Donato

      Michele, mi riferivo al tuo post. Con il tuo ultimo intervento hai chiarito la tua posizione. Effettivamente avevo frainteso il tuo pensiero. Forse l’eccessiva stringatezza del post mi ha tratto in inganno. Alla luce delle tue precisazioni vedo che, in fondo, la pensiamo quasi allo stesso modo.
      P.S. In quanto alla camomilla credo di non averne bisogno. Raramente perdo le staffe.
      Saluti, Donato.

  5. Lorenzo

    Quindi, le stesse catastrofi si sono verificate negli anni ’40, se stiamo a (solo) questo ragionamento. Ma non mi pare sia così. Il clima è ciclico, ma influenzato dall’uomo. La ciclicità sta accellerando, e cose che prima accadevano ogni 100 anni, ora accadono ogni 30, domani ogni 10, dopodomani chissà, ogni 23 anni.

    Reply
    Complimenti per la previsione Lorenzo. Comunque non erano gli anni ’40, era il 1974 (36 anni fa) e il 1955 (30 20 anni prima).
    gg

    • Michele

      Oddio, io direi che fra il ’55 e il ’74 ci sono circa 20 anni. Ma non credo che il punto sia la ciclicità degli eventi, quanto il fatto che, se è vero quello che scrive questo tizio sulla pagina di Delingpole (la cui attendibilità io prenderei sempre con molta cautela), sono già successi in condizioni simili a quelle attuali e che non si è fatto niente per scongiurarne gli effetti disastrosi, preferendo indirizzare i soldi in altri affari.

      Reply
      Già, pare sia un fatto però che se La Nina è forte l’Australia va sott’acqua. E pensare che con il GW dovevamo avere degli El Nino sempre più frequenti e sempre più intensi.
      gg

    • Fabio Spina

      IL bello è che le inondazioni dipendono da El Nino e la NIna, ma anche le siccità dipendono sempre dagli stessi. Insomma, “o guarda o gira o vota”..e sempre la stessa cosa.Sotto da http://www.scienzeonline.com/index.php?option=com_content&task=view&id=368&Itemid=40

      “La grande siccità dell’Australia e l’influsso dell’Oceano Indiano

      La grande siccità che colpisce l’Australia dal 1995 potrebbe non essere collegata, come comunemente si crede, all’azione di El Niño, ossia alla variazione periodica della temperatura nell’Oceano Pacifico orientale. Secondo uno studio condotto dal Climate Change Research Center dell’Università di South Wales, la lunga ondata di siccità sarebbe provocata da un ciclo di riscaldamento e di raffreddamento delle correnti dell’Oceano Indiano.

      Studiando la frequenza delle ondate di siccità avvenute in Australia negli ultimi 120 anni, i ricercatori si sono accorti che i fenomeni più gravi – la siccità della Federazione (1895-1902), la grande siccità della II guerra mondiale (1937-1945) fino ad arrivare al “Big Dry” dei giorni nostri (dal 1995 ad oggi) – coincidono sempre con le fluttuazioni di temperatura dell’Oceano Indiano, conosciute come “dipolo indiano” o Indian Ocean Dipole (IOD), costituito dall’alternarsi periodico di grandi masse d’aria calda e aria fredda sopra l’Oceano Indiano. La scoperta spiegherebbe perché La Niña, che porta le piogge dal Pacifico all’Australia, non sia riuscita a bloccare la più grave siccità degli ultimi 100 anni.

      Qual è l’azione del dipolo indiano? Durante la fase negativa, il dipolo raffredda l’acqua dell’Oceano Indiano ad ovest dell’Australia e riscalda il Mar di Timor (quella parte di Oceano Indiano compresa tra l’isola di Timor e la costa nord-occidentale dell’Australia); i venti raccolgono l’umidità dall’oceano e la trasportano in Australia dando luogo a fenomeni di precipitazione. Nella fase positiva del dipolo, invece, accade l’ inverso: le correnti dell’oceano indeboliscono i venti e quindi riducono le piogge. “E’ dal 1992 – afferma Caroline Ummenhofer, coordinatrice della ricerca – che non si registrano fasi negative nel dipolo indiano”, con il risultato di lasciare l’Australia “a secco”.

      Fino ad oggi gli scienziati hanno sempre collegato le grandi siccità dell’Australia all’azione combinata di El Niño e di La Niña. I ricercatori dell’università di South Wales, confrontando gli effetti del dipolo indiano con la variabilità del ciclo El Niño/La Niña, hanno osservato che i periodi di siccità tra il 1889 e il 2006 coincidono con la fase positiva del dipolo, ossia quella che blocca le piogge. Gli scienziati, quindi, avanzano l’ipotesi che le condizioni climatiche dell’Oceano Indiano influiscano sui cicli di aridità e di pioggia dell’Australia in misura maggiore rispetto alla variabilità dei cicli El Niño/La Niña dell’Oceano Pacifico. Il dipolo indiano di solito si manifesta fra maggio e giugno, con un picco tra settembre e novembre. I dati finora rilevati fanno prevedere che le fasi negative del dipolo, che portano la pioggia, saranno sempre meno frequenti di quelle positive, ma – avvertono gli scienziati – non ci sono prove certe poiché l’Oceano Indiano è il meno studiato di tutti gli oceani e quindi le cause di questi fenomeni sono ancora poco chiare.

    • giovanni pascoli

      mi permetto di dissentire da queste sue affermazioni sulla ciclicità. Le sue affermazioni denotano il tipico e SBAGLIATO approccio matematico-ingegneristico ai fenomeni naturali che è alla base dei rapporti disastrosi tra uomo e territorio e anche alla base delle toerie dell’AGW. Per farmi capire voglio fare un paragone con la fisica. A gende scala nella fisica abbiamo delle leggi deterministiche che sono quelle diciamo che regolano i fenomeni planetari(ex forza di gravità, relazioni spazio temporali) e leggi quantistiche o probabilistiche che regolano i fenomeni a livello atomico e sub-atomico. Nel primo caso noi possimo con certezza prevedere quantitativamente un fenomeno (ex orbite, rotazioni, rivoluzioni, allinemaneti planetari ecc) nel secondo noi possiamo solo prevedere statiscicamente la probabilità che un evento si verichi (qualitativamente) ma non possiamo quantificare tempi e modi. I fenomeni naturali hanno un comportamento che si avvicina più alla meccanica quantistica che non alla fisica deterministica. I tempi di ritorno devono essere letti in quest’ottica, un tempo di ritorno di 30 anni non significa che ogni 30 anni si ripeterà lo stesso evento, ma significa che è probabile che quell’evento si verifichi entro i 30 anni dal precedente. In realtà quell evento può beniismo verificarsi per 3 anni consecutivi e poi non verificarsi più per i seguenti 90 anni senza per questo evocare cambiamenti climatici riscaldamenti e quant’altro. Putroppo l’approccio della climatologia AGW è un approccio deterministico e non quantistico e per questo gli scienziati parlano di cambiamenti catastrofici, perchè si basano su una lettura deterministica di un dato statistico e non su una lettura probabilistica. Dire che la ciclicità accellera o diminuisce non ha alcun significato cosi come non ha alcun significato dire (come fanno gli AGW più moderati che ammettono perlomento il fatto che i cambiamenti climatici sono dei processi naturali) che il problema è che gli eventi estremi avvengono con più frequenza rispetto al passato. A questo errore fondamentale di approccio bisogna aggiungere il fatto che i dati climatici di cui disponiamo abbracciano un periodo di tempo troppo ristretto per essere statisticamente significativi per cui le previsioni che vengono fatte in base ad essi si caratterizzano oltre che di un approccio errato anche dalla mancanza di una solida base di dati.

    • giovanni pascoli

      p.s.
      è come il lancio della moneta
      le probabilità sono
      50% testa
      50% croce
      se tiro la moneta più volte raramente mi capiterà di avere 1 volta testa e la successiva croce. Ugualmente se faccio una statistica su ex 10-20 100 lanci molto difficilmente mi uscirà il risultato probabilistico 50%+50% ma magari uscirà 38 % testa 62% croce. Questo perchè il campione di dati su cui faccio la statistica ( o il modello) è insufficiente e non rappresentativo. Su 1 milione di lanci la mia statistica si avvicinerà molto di più al 50% previsto teoricamente. E magari su un milione di lanci avrò pure uno o più casi in cui la moneta resta in equilbrio… non per questo faccio congetture sul futuro dell’umanità se il lancio reale non rispetta quello teorico statistico.

    • Guido Botteri

      Caro Lorenzo, perché il mainstream si ribella quando si parla di cicli ? Non sarebbe più logico, visto che dei cicli esistono, cercare di prevederne con (migliore) esattezza l’influenza, in modo da “pulire” il segnale da interferenze cicliche, o forse fa troppo comodo cavalcare la fase crescente ?
      Personalmente credo che scienziati seri, dall’uno o dall’opposto punto di vista, ma interessati a capire e prevedere il fenomeno, potrebbero collaborare assieme per quantificare i contributi ciclici, e quindi capire quale sia quello dovuto all’uomo, che nessuno nega che ci sia, ma della cui entità, importanza e peso ognuno ha idee molto diverse.
      Quanto a questa cosa che la ciclicità starebbe accelerando, posso avere le prestigiosi fonti che alimentano questa tua opinione ?
      Non mi pare che le macchie solari abbiano incrementato la loro frequenza, semmai il contrario.
      Per quanto il clima sia mutevole per definizione (non esisterebbero i meteorologi se non fosse così, non ce ne sarebbe bisogno) e per quanto sia opinione comune largamente diffusa e anticamente radicata (come provano vecchissime trasmissioni in cui si prendeva il giro la cosa) che “non ci sono più le mezze stagioni”, mi pare che questo clima così stravolto, ma che dico ? addirittura “disrupted”, ci fornisce ancora freddo d’inverno e caldo d’estate…strano, molto strano, vero ?
      D’altra parte forse Cicerone non è stato certo il primo a lamentarsi dei tempi (non in senso atmosferico) col suo famoso “o tempora o mores !” Credo che buona parte del successo di consenso dell’ipotesi AGW sia in un accorto sfruttamento della tendenza del popolino (e anche di qualche persona che ha studiato) a cadere nell’attrattiva fatale dei luoghi comuni.
      Ma per poter dare una risposta più documentata, come diceva Perry Mason, e difendere l’umanità, accusata di pianeticidio, dovrei prima conoscere l’accusa, e su quali prove si basi.
      Leggerò con molta attenzione, perciò, i link che mi fornirai sulla presunta accelerazione dei cicli climatici.

    • Fabio Spina

      La “ciclomania” era un fenomeno culturale in meteorologia d’inizio ‘900 sul quale si potrebbe discutere a lungo, forse servirà un post. Il fatto è che la frequenza degli eventi non è mai stabile, quindi è naturale che può diminuire o aumentare.Ad esempio sempre nel campo geofisico si dice che per i terremoti forti siamo ora più frequenti, “LA TERRA trema, e non è la sola. A far paura è la sequenza in crescendo dei terremoti da Haiti (12 gennaio) al Cile (27 febbraio) passando per il Giappone (26 febbraio). L’impotenza di chi cerca di fare previsioni è ancora totale nonostante secoli di studi, tentativi e illusori momenti di successo. E le statistiche confermano: i terremoti oggi sono più letali che in passato. Nel 2009 l’attività sismica nel mondo ha ucciso 1.700 persone (trecento delle quali vivevano in Abruzzo) L’anno prima era andata molto peggio, con 88mila vittime quasi tutte concentrate nella regione cinese del Sichuan (scossa di magnitudo 7,9). Quest’anno invece, tra Haiti (magnitudo 7) e Cile (8,8), le vittime hanno già abbondantemente superato le 200mila.”(da http://www.repubblica.it/scienze/2010/03/02/news/terremoti_terra-2476372/ )
      Questa è la descrizione statistica perché occorre per forza trovare un colpevole per la “mutazione”? Il sistema è complesso, non è un “insieme” di oggetti indipendenti che si modificano causalmente come potrebbe essere indagato con la statistica che si usa sui mass-media. La natura sorprende, spaventa ed è imprevedibile è questa caratteristica non è per forza sintomo “d’impazzimento”, ma potrebbe essere proprio solo una caratteristica. Quando avremo capito come funziona il sistema, saremo in grado di fare previsioni attendibili anche a lunga scadenza. Saluti

    • Luca Fava

      Scusami se mi permetto. Ma tu da dove trai questa sicurezza a proposito della presunta accelerazione della ciclicità?
      Mi puoi citare dei dati scientifici?

  6. giovanni pascoli

    Un applauso alla lucida e chiara analisi fatta da questa persona. Mi sembra sempre incredibile come la realtà sia cosi chiara e semplice, di come basti poco per documentarsi e far emergere i fatti, che stanno nascosto dietro un vetro semi trasparente, mentre poi vi siano intere istituzioni che si battono perchè questa verità non emerga mai, perchè tutto vengo nascosto sotto il tappeto. Nel contempo le stesse istituzioni si adoperano spendendo colossali somme di denaro e tempo al fine di costruire una realtà falsa, preconfezionata da far ingerire alla popolazione come fosse una medicina da mandare giù, obbligatoriamente. La descrizione della situazione australiana purtroppo non fa altro che ribadire e ricordare anche la nostra situazione italiana, nochè il metodo e l’approccio sbagliati che hanno preso piede negli ultimi anni. Per le mie attuale esperienze personali di lavoro, mi spiace dover constatare che la totalità delle cose dette da “memory vault” si stanno verificando anche qui in Italia (e in Europa e probabilmente a livello mondiale). In particolare la questione dei tempi di ritorno degli eventi naturali ( piogge, inondazioni, frane, valanghe ecc.) è una problematica più che mai attuale. Esattamente come descrive “memory vault” fino ad alcuni anni fa i tempi di ritorno erano utilizzati come parametro per il dimensionamento di opere o per indicare prescrizioni e divieti su territori sensibili. Negli ultimi anni invece grazie a questa balla dell’AGW e alle montagne di pubblicazioni e testi ufficiali a riguardo (sponsorizzati dalle più importanti associazioni ed enti mondiali cioè in parole povere delle montagne di carta igienica “firmate”) i tempi di ritorno sono man mnao sostituiti da “modelli climatici” globali adattati al locale. Giustamente questi modelli climatici locali sono compeltamente improntati ed infulenzati dalle teorie dell’AGW per cui prevedono scenari di siccità, aumento delle temperature ecc.ecc. che spesso sono in completo contrasto con i dati storici e con i tempi di ritorno da essi calcolati. Cosi ci si ritrova ad esempio un impianto idroelettrico che viene progettato e dimensionato per condizioni di piogge non ricavate dai dati storici, ma dai modelli ( cioè non basate sulle medie dei dati del passato, ma basate su modelli di calcolo stile AGW, forniti da un computer). Il risultato è che i modelli , essendo influenzati da una visione dogmatica ( quella dell’AGW) propongono scenari irrealisi sui quali si basano i dimensionamenti delle opere da costruire. Cosi nel caso del bacino di raccolta delle acque dell’impianto idroelettrico verra fato un dimensinamento tenendo conto di un fantomatico futuro di siccità e quindi dimensionando in modo da raccogliere al massimo le acque ( previste scarse). Peccato che se la reatà è invece quella indicata dai tempi di ritorno queste opere non saranno in grado di ammortizzare eventi alluvionali intensi (perchè non previsti dai modelli AGW) con il rischio di disastri sul territorio e sulle persone che vi abitano. La stessa cosa vale per la prevenzione del rischio valanghe, visto che i nuovi modelli prevedono meno o niente neve e quindi indicano come non a rischio zone che prima lo erano, lo stesso vale per le opere di sostegno e mitigazione di eventi franosi che sono rivisti e ridimensionati sempre nell’ottica di minori precipitazioni e ch e quindi non sono in grado di reggere eventi importanti con tempi di ritorno pluridecennali.
    L’apoteosi del tutto ( e forse la nostra salvezza) è comunque data dal fatto che gli ultimi studi ( come riportato anche dai media) indicano che gli effetti del AGW sono talmente variabili che si possono avere nel contempo piu freddo e più caldo, piu piogge e moeno piogge, insomma tutto e il contrario di tutto. Di conseguenza gli ultimissimi approcci alla progettazione e al dimensionamento di opere antropiche tengono conto di questa estrema vairiabilità al punto che ormai per stare dietro ai deliri dell’AGW si tende a progettare un opera che vada bene a tutti i climi, visto che non si sa più che pesci pigliare. IN questo senso il risultato di tutti questi studi innovativi “ufficiali” sul clima segna dei grandi passi indietro, invece di focalizzare megio il problema si è tornati ad una visione confusa e imprevedibile. In ogni caso le alluvioni del veneto i disagio per le spolverate di neve di dicembre non sono altro che un’ennesima testimonianza dell’impreparatezza del nostro paese a prevedere, prevenire e d affrontare eventi climatici anche modesti, non oso immaginare quando si verificheranno eventi di una certa entità, con tempi di ritorno di 20-30 anni, di cui tutti noi abbiamo perso memoria.

  7. Guido Botteri

    dal documento del Bureau of meteorology citato:

    [ The rains of late 2010 have taken place during a very strong La Niña event in the Pacific Ocean.
    The December Southern Oscillation Index (SOI) was +27.1, the highest December value on record
    and the highest monthly value since 1973, whilst other indicators of La Niña also indicate the
    strongest event since at least the mid-1970s. Previous strong La Niña events, such as those of 1974
    and 1955, have also been associated with widespread and severe flooding in eastern Australia. ]
    La cosa che mi colpisce è questa indicazione di una forte Niña, che non vedo publicizzata altrove.

  8. Maurizio

    Ci sarà una spiegazione per questo?!

    1- Abbiamo sottostimato il pericolo, la situazione è peggiore di quanto avevemo previsto, abbiamo bisogno di maggiori fondi per la ricerca.

    2- Il Global Warming è diventato Climate Change/Disruption, possiamo aspettarci qualunque cosa, occorre finanziare la riduzione della CO2.

    3- I nuovi dati e modelli prevedono anche questo, però possiamo dire soltanto che succederà, ma non dove e quando, che poi questo è affare del meteo, mica possiamo fare tutto noi, dopo tutto non ci date abbastanza soldi.

    4- Avete capito che dovete darci più soldi altrimenti non dormite più?

    5- ….

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