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AR5, prove tecniche di modellazione

Si lavora alacremente nella comunità scientifica. Il prossimo report IPCC arriverà nel 2013, presumibilmente in primavera i Summary For Policy Makers dei tre diversi working group e poi, solo dopo aver opportunamente consumato l’eco mediatica (e consunto un certo numero di altre cose che non nominiamo), il report completo verso l’autunno, per una nuova ondata di repetita juvant sempre sui media.

Sul sito KNMI si stanno riempiendo i dataset set che serviranno ad alimentare gli scenari dei Representantive Concentration Pathways sui quali saranno innestati i modelli climatici per tirar fuori le simulazioni della temperatura media globale per i prossimi cent’anni. Il materiale è ovviamente incompleto, pare che il processo sia ancora in corso e la faccenda richieda tempo.

Questo non ha impedito a Bob Tisdale di cominciare a vedere come si comporta rispetto alle temperature del secolo scorso (il secolo orribile del global warming) il nuovo set di modelli che sarà l’impianto del prossimo report. Novità poche, problemi tanti, praticamente sempre gli stessi.

A parte una generale predilezione per lo scenario di emissioni peggiore (+4,4°C per fine secolo), che a quanto pare suscita una certa masochistica attenzione dei modellisti, questi in breve i problemi che Tisdale ha riscontrato nei modelli:

  1. Incapacità di riprodurre il rateo con cui le temperature sono scese dal ’44 al ’76.
  2. Incapacità di riprodurre il rapido riscaldamento dal ’17 al ’44.
  3. Incapacità di riprodurre la lentezza del riscaldamento dei primi anni del secolo scorso.

Naturalmente però, il dataset di modelli fa un lavoro egregio nel riprodurre il trend dal ’76 al 2006, che è la ragione per cui i modelli sono nati. Circa la possibilità che queste tecniche abbiano una valenza per le temperature del prossimo secolo non resta che sedersi ad aspettare, magari cercando di ricordare che nessuna delle proiezioni dell’AR4, basate sugli scenari ora sostituiti dagli RCP, ha intercettato il trend che le temperature medie hanno assunto negli ultimi anni.

Insomma, niente di nuovo sotto la CO2. Vi consiglio la lettura integrale del post di Tisdale, ci sono anche un sacco di grafici interessanti.

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Published inAttualitàClimatologia

Un commento

  1. alessandro barbolini

    non spariamo cavolate..l,unico che sa cio che puo accadere tra 100 anni,quello è solo DIO ONNIPOTENTE—-l,ipcc sono solo un gruppetto di scienziatelli pilotati dal business soldaiolo,,..il futuro non lo sa nessuno…

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